Zhong Zhong e Hua Hua, ritorno alle origini per uno sguardo al futuro

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  Fabio Di Gioia
  03 febbraio 2018
  4 minuti, 59 secondi

Alla Chinese Academy of Science Institute of Neuroscience di Shanghai il lavoro del team di Qiang Sun ha portato per la prima volta alla nascita in laboratorio di due mammiferi del ramo dei primati, due esemplari femmina di Macaca fascicularis: Zhong Zhong e Hua Hua. Già nel 1999 si era riusciti a creare un macaco mulatto di nome Tetra ma ricorrendo alla scissione dell'embrione. Ad oggi esistono due possibili tecniche di clonazione: la prima, per divisione embrionale, la quale consiste nell'induzione della scissione delle cellule embrionali nei 14 giorni successivi alla fecondazione, in modo da ottenere due o più gemelli aventi lo stesso DNA (da qui il nome "gemellazione indotta").

La seconda, invece, per trasferimento del nucleo. Essa consiste nell'inserimento del nucleo (contenente il DNA nucleare) in una particolare cellula uovo non fecondata, la quale se impiantata a sua volta in utero può condurre alla generazione di un nuovo individuo (con DNA molto simile all'individuo da clonare nel caso di clonazione maschile, in cui varia solo il DNA mitocondriale o con DNA identico nel caso di clonazione femminile, in cui cellula uovo e nucleo vengano tratti dallo stesso esemplare, nel caso della pecora Dolly nata in Scozia nel 1997)

Finora ogni tentativo sulle scimmie era fallito poichè i nuclei delle loro cellule contengono geni che impediscono lo sviluppo dell'embrione ma il team di Qiang Sun è riuscito a risolvere l’ostacolo riprogrammando il materiale genetico del primate donatore mediante l'impiego di fibroblasti fetali: particolari frammenti di RNA messaggero che agiscono da modulatori epigenetici, ossia fattori che sono in grado di attivare o spegnere i geni che inibiscono lo sviluppo embrionale. In questo modo sono riusciti ad impiantare con successo le cellule del soggetto da copiare in ovuli non fecondati e privati del loro nucleo.

Zhong Zhong e Hua Hua colpiscono tutto il mondo scientifico perché rappresentano il primo successo su di un primate non umano, mentre già 23 specie di mammiferi sono state clonate mediante trasferimento nucleare delle cellule somatiche e impiegate in settori di ricerca: topi, ratti, cani, gatti, ovini e bestiame in genere. Importante rimarcare che i macachi sono stati creati da cellule fetali perché le prove fatte utilizzando cellule adulte hanno dato con 290 ovociti 22 gravidanze e la nascita di due esemplari deceduti in breve tempo. Il test del successo ha portato invece da 127 ovociti a 6 gravidanze su 21 madri surrogate; due gestazioni interrottesi nelle fasi iniziali, due abortite nei primi 60 giorni e le rimanenti andate a buon fine con la nascita di Zhong Zhong e Hua Hua.

Secondo il gruppo di Qiang una generazione di primati geneticamente uniformi può contribuire a stabilire modelli per la ricerca biomedica e per lo studio mirato di malattie (i fibroblasti fetali potrebbero essere geneticamente modificati in vitro per un editing genico preciso). Questo, continuano, genererà modelli reali non solo per le malattie cerebrali che hanno una base genetica, ma anche per il cancro, per patologie immunitarie o metaboliche e secondo i ricercatori permetterà di testare l'efficacia dei farmaci per queste malattie prima dell'uso clinico. Inoltre questo porterà ad un minor impiego di cavie dato il background genetico noto a priori. Secondo alcuni un sistema simile permetterebbe test più efficienti anche a livello statistico, altri per contro obiettano che l'eccessiva standardizzazione potrebbe non costituire un buon modello della realtà.

A livello giuridico il codice di Norimberga (nato dal più famoso processo seguito alla seconda guerra mondiale) e la dichiarazione di Helsinki del 1964 hanno posto limiti e fissato linee guida per la sperimentazione sull'uomo. Per quanto riguarda le cavie animali la comunità scientifica è tendenzialmente concorde nell'affermare che ad oggi i sistemi computerizzati, per quanto sofisticati, non riescono a sostituire cavie fisiche. Anche se in quest'ottica si procede verso una limitazione: gli Stati Uniti hanno deciso nel 2013 di ritirare la gran parte degli scimpanzé usati nelle ricerche scientifiche e di far terminare le ricerche che li coinvolgono. Anche il Regno Unito ha stabilito nel 2006 di limitare l’uso delle scimmie nei test scientifici.

Le ipotesi per il futuro sono molteplici; dalla creazione di cloni come serbatoi di tessuti e cellule da trapiantare (per esempio per le cellule staminali embrionali) o semplicemente per superare i casi di sterilità della coppia senza ricorso a donatori esterni. Le questioni morali, invece, suscitate da conseguenze nell'avanzamento della tecnica di clonazione, sono chiaramente molteplici: visioni estremamente negative circa un abuso della tecnologia, un sovvertimento dell'ordine naturale, una minaccia alla famiglia ma anche alla stessa libertà dell'ipotetico nascituro clonato le cui caratteristiche biologiche risulterebbero scelte a tavolino da altri con relative conseguenze giuridiche e psicologiche (il soggetto non potrebbe realizzarsi come "sé stesso" avendo già un DNA e un percorso di crescita noto). Ma cosi si passerebbe nel campo dell'ingegneria genetica e dell'eugenetica. Se da un lato si potrebbe eliminare qualsiasi tipo di malformazione genetica o per esempio prevenire malattie quali Alzheimer o cancro intervenendo direttamente sui geni e magari evitandone la trasmissione ereditaria, dall'altro si aprirebbero una miriade di questioni etiche e giuridiche: quale significato dare alla parola "uomo" per come la intendiamo oggi? soggetti geneticamente modificati o nati artificialmente sarebbero diversi? come rapportare i soggetti potenziati,curati o comunque "perfettamente" sani con gli altri? (banalmente come oggi alle olimpiadi corridori sani non penserebbero mai di correre ai giochi paraolimpici). Più semplicemente, quali diritti ha una persona di decidere che tipo di vita avrà un soggetto già prima della nascita? Potrebbe il nascituro fare causa a posteriori per modifiche non volute o che non sente sue? chiaramente di questi temi si dovrà approfondire dalle fonti competenti.

Si segnala qui il link all'articolo ufficiale pubblicato dal gruppo di ricerca sulla rivista scientifica "Cell".

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L'Autore

Fabio Di Gioia

Dottore in Scienze internazionali ed istituzioni europee, attualmente si sta specializzando nel corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. È stato Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Referente di Segreteria e co-ideatore del progetto TrattaMI Bene. È ora Caporedattore e autore per la sezione Diritti Umani.

Bachelors degree in International Sciences and European Institutions, currently majoring in International Relations. He has served as Chairman of the Board of Auditors, Secretariat Liaison, and co-creator of the TrattaMI Bene project. He is now Editor-in-Chief and author for the Human Rights section.

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