Ucraina alle porte d'Europa

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  Tiziano Sini
  29 giugno 2021
  4 minuti, 26 secondi

La visita a sorpresa di pochi giorni fa a Kiev di Macron, Draghi e Scholz è stato un episodio estremamente interessante: un messaggio forte inviato non solo alla Russia, ma anche agli Usa e agli alleati europei, dimostrando vicinanza e comunità di intenti nel sostegno all’Ucraina[1].
Il viaggio è stato l’occasione non solo per discutere, in maniera privata, sull’andamento della guerra, ma anche sulla possibilità di una futura entrata dell’Ucraina in Europa, fronte sul quale vi è stata una discreta distensione, dopo i malumori delle ultime settimane.
Sull'adesione dell'Ucraina, un'opinione positiva era già stata data dalla Commissione[2], che, dopo la presa di posizione dei tre leader europei, ha garantito un compromesso anche all’interno del Consiglio (23-24 giugno)[3].

Ma, se da un punto di vista politico la scelta di garantire lo stato di candidato sembra trovare una discreta comunanza di intenti, molto più complessa è la valutazione tecnica, con numerosi interrogativi, riguardanti, ad esempio, la tenuta delle istituzioni nel Paese, ma anche le criticità a livello economico, politico, oltre che sociale.
Per questa ragione non è difficile pronosticare che un tale processo potrebbe richiedere tempistiche abbastanza lunghe, con interventi volti all’eliminazione delle gravi storture che il sistema presenta, dando inizio ad un percorso, spesso non facile, di democratizzazione.

Per raggiungere questo obiettivo ambizioso, ma essenziale per l’entrata nel Paese in Europa, sarà doveroso riformare il sistema, limitando la corruzione, problema che attanaglia il paese in maniera seria, come riportano i dati (122° posto al mondo secondo il Corruption Perceprion Index)[4] che fanno dell'Ucraina un pessimo esempio negli ultimi decenni.
A queste criticità, si aggiungono aspetti altrettanto problematici e direttamente correlati al fenomeno precedentemente citato, come il ruolo degli oligarchi sul sistema economico e politico, l’indipendenza della magistratura, ma anche la gestione delle minoranze linguistiche e per finire la predisposizione dell’ordinamento interno all’acquis comunitaire.

In relazione a queste dinamiche, alcune valutazioni devono essere avanzate: in primo luogo quali conseguenze potrebbero scaturire dall'avvicinamento dell'Ucraina all'Unione.
La notizia dell’accettazione della candidatura all’Ue proietta l’Ucraina in un quadro economicamente più stabile e favorevole per il futuro, dove la questione della ricostruzione diventerà un fattore dirimente nella pianificazione delle prossime politiche europee; ma, soprattutto, pone delle solide basi dal punto di vista securitario, garantendo quel supporto che la NATO non è stata in grado di fornirle, a causa di una partnership privilegiata, ma assolutamente non funzionale, che ha costretto il paese a vivere in un limbo di fragilità e precarietà.
Nella fattispecie, in base all’art. 42.7 del TUE, l’Unione è in grado di fornire garanzie difensive in caso di attacco, sulla falsa riga dell’art. 5 del Trattato Atlantico. Un'opzione ulteriormente rafforzata anche dall’ipotesi sostenuta da parte di alcuni paesi europei di svolgere un ruolo di garante della pace, come trapelato durante i tavoli negoziali con la Russia (al momento tramontati).

A questi aspetti positivi, se ne sommano anche di numerosi negativi.
Sulla scorta dell’esperienza accumulata negli ultimi anni, gli allargamenti che hanno visto come protagonisti i paesi dell’ex blocco sovietico, nel medio-lungo hanno generato impatti estremamente problematici. Questa preoccupazione si ripropone nel caso ucraino, dove il mancato raggiungimento di una piena maturità democratica potrebbe diventare un serio ostacolo all’integrazione europea, andando a minare il carattere sovranazionale ed i principi costitutivi dell’Ue.
Infatti, emerge la possibilità di una spaccatura fra una “Nuova Europa”, composta da paesi dell’Est, fortemente coinvolti nell’attuale conflitto per ragioni geopolitiche ed estremamente riottosi nei confronti delle istituzioni europee, e il blocco dei paesi del nucleo originale, che di fronte alle vicissitudini della guerra sembrano aver trovato una nuova compattezza, ma che potrebbe non riuscire a sanare una divergenza strategica profonda nel lungo periodo.

A tutto ciò si aggiunge un ulteriore aspetto critico relativo agli effetti di tale scelta nei confronti delle altre Nazioni ormai da alcuni anni impegnate nel lungo iter di adesione.
La questione balcanica, in particolare, merita una riflessione accurata: a circa 23 anni dalla fine del conflitto in Jugoslavia, il lento processo di integrazione è ancora lontano, frenato ulteriormente dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ha acceso reminiscenze nei Balcani, con la Serbia che ha rafforzato la propria postura filo-russa, con influenze negative sulla questione Bosniaca. A queste dinamiche si somma il difficile percorso di integrazione dell’Albania in Europa, che ha causato frustrazioni malcelate nel Paese.

Ma l’accelerazione del processo di adesione dell’Ucraina, in questo frangente, ha generato anche un ulteriore effetto centripeto, spingendo Moldavia e Georgia nell’orbita europea.
Mentre la candidatura della prima è stata accettata, per la Georgia la situazione è molto più complessa. Nonostante questo, numerose sono state le manifestazioni popolari nel paese a favore dell’entrata in Europa, appoggiate da ampi segmenti della classe politica e della popolazione.

L’importante cambiamento nello scacchiere internazionale ha ovviamente attirato verso le istituzioni europee le ire russe, come era piuttosto prevedibile, alimentando vorticosamente il dibattitto anche nella stessa Europa, dove la forte spinta emotiva nei confronti dell’Ucraina, si scontra ovviamente con valutazione razionali sugli impatti che quelle scelte potrebbero generare

[1] https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/16/news/ucraina_draghi_macron_scholz_kiev_visita_viaggio_guerra-354107572/

[2] https://europa.today.it/attualita/commissione-accelera-ingresso-ucraina-ue.html

[3] https://it.euronews.com/my-europe/2022/06/23/ucraina-e-moldova-verso-lo-status-di-paesi-candidati-allingresso-nellunione

[4]https://www.transparency.org/en/countries/ukraine

immagine: https://www.pexels.com/it-it/foto/parigi-bandiera-pace-dimostrazione-11298346/

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