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Trump, referendum e Brexit: l’economia in calo

Le economie italiana, europea e mondiale sono in calo a causa delle incertezze politiche globali: il referendum in italia, la Brexit e la sempre più papabile elezione di Trump alla Casa Bianca.

Ieri la borsa di milano ha chiuso con il -2,5%, la peggiore d’europa, e lo spread tra Btp e Bund ha superato i 160 punti (per poi scendere a 153 in chiusura) a causa, probabilemnte, del referendum che si terrà il 4 dicembre. «Vediamo quello che accadrà con lo spread ma credo che l’Italia abbia la possibilità di entrare nel futuro. Di conseguenza il mondo si aspetta che l’Italia scelga il futuro, poi quello che sceglieranno i cittadini è più importante di quello che si aspettano all’estero». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a «Effetto giorno» su Radio 24 rispondendo ad una domanda sulla preoccupazione per l’innalzamento dello spread legato all’incertezza pre referendum.
L’Italia si accinge ad una grande svolta riguardo il futuro: senato si, senato no. Ovviamente questo disorientamento nella possibile scelta, come abbiamo già detto, ha creato incertezza negli analisti e di conseguenza l’economia europea ne risente.

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L’altra grande spada di Damocle che affligge l’Europa è la Brexit: molti colossi internazionali basatisi nella City hanno manifestato il desiderio di lasciare il Regno Unito, aziende farmaceutiche, banche e operatori del terziario con interessi nel vecchio continente vorrebbero trasferire le loro sedi in Paesi all’interno dell’UE per non perdere la grande fetta di mercato che, con la Brexit, verrebbe meno. Barclays ha fatto sapere che sta valutando il trasferimento. Vodafone ha già annunciato l’intenzione di lasciare Londra e così altre grandi aziende.
Le paure suscitate con le azioni di Cameron, ora stanno diventando realtà e, con i giochi ormai fatti e il Regno Unito pronto ad iniziare le trattative di “secessione”, l’economia britannica sta calando. Le aspettative di crescita e sviluppo diminuiscono sempre più nella popolazione che, avendo ormai votato, piange sul latte versato.

Anche l’economia mondiale non naviga proprio in acque tranquille: con la sempre maggiore probabilità che il magnate americano vinca le elezioni dell’8 novembre, gli analisti prospettano periodi bui per l’economia mondiale. Già le forze armate americane vacillavano sull’idea di consegnare a Trump segreti di Stato e le chiavi del potere nucleare. Gli eceonomisti prospettano un ritorno alla dottrina Monroe con un conseguente isolazionismo. Le aziende (che secondo Donald J. Trump dovevano essere avvantaggiate) hanno dei ripensamenti riguardo le potenzialità dell’export.

Buona parte del mondo economico si augura in una vittoria al femminile, altri sperano nel “make America great again” ma, la maggior parte degli individui rimane incerta riguardo il futuro che si giocherà nei prossimi mesi.

Noi possiamo solo commentare la situazione attuale, ma vedendo le carte che abbiamo sul tavolo, non dobbiamo fare altro che augurarci che esse vengano giocate bene sia dagli elettori che dalle forze politiche internazionali.


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