L’inaspettata elezione alla presidenza Americana del candidato repubblicano Donald Trump ha suscitato stupore non solo negli States ma anche nel resto del mondo. Uno dei maggiori fattori di preoccupazione che si va ora delineando nell’establishment americano ed europeo riguarda la volontà del nuovo presidente di mettere in discussione l’esistenza della NATO (North Atlantic Treaty Organization), che attualmente comprende 28 stati e rimane un fondamentale punto di riferimento per la sicurezza globale e regionale occidentale.
Durante la campagna elettorale, Trump ha definito l’alleanza difensiva “obsoleta”, essendo stata creata nel 1949 per contrastare la minaccia dell’Unione Sovietica in Europa, la cui struttura andrebbe modernizzata per essere impiegata anche in sfide non convenzionali, quali la lotta al terrorismo. Inoltre, sempre secondo le affermazioni del neo-presidente, essa risulta “troppo costosa” per gli Stati Uniti: il contributo americano, che ammonta al 22% della spesa diretta della NATO e pari al 3,6% del PIL, costituisce un impegno troppo gravoso ed attualmente sono solo altri 4 gli stati (Polonia, Estonia, Gran Bretagna e Grecia) che contribuiscono a pari del 2% del PIL; Donald Trump vorrebbe dunque imporre un aumento della soglia minima per tutti gli stati membri per continuare a garantire la difesa comune.
Nonostante i timori, il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg si è espresso ottimisticamente sul futuro della NATO in quanto rimane molto importante per l’Europa e per gli Stati Uniti ed ha sottolineato il progressivo aumento della spesa militare degli stati europei come segno di rinnovato impegno e collaborazione per mantenere viva l’efficacia dell’alleanza. Stoltenberg inoltre ha fatto riferimento alla chiara volontà americana di respingere i propositi elettorali del nuovo presidente risalenti a Giugno 2016, in cui è stata messa in discussione la volontà degli Stati Uniti di intervenire a supporto degli alleati in caso difficoltà senza prima aver rivisto l’assetto economico ed organizzativo della NATO.
Le dichiarazioni del Segretario Generale sono di grande importanza soprattutto nel rassicurare gli stati che risultano più vulnerabili senza l’ombrello NATO ed i paesi Baltici sono fra i primi. Discutendo con molti studenti locali in occasione del mio Erasmus in Lituania, si capisce che la proiezione estera russa costituisce il principale timore per la popolazione e l’alleanza nord-atlantica viene vista come l’unico deterrente di forza contro ulteriori azioni, che per ora si limitano ad una forte propaganda mediatica ed ingerenza nei partiti politici per cercare consensi. Le continue violazioni degli spazi aerei e il recente trasferimento di missili balistici nell’oblast di Kaliningrad costituiscono delle minacce non troppo velate per la sicurezza dei 3 paesi del Baltico (Lituania, Lettonia ed Estonia), i quali da soli non avrebbero sufficiente forza per opporsi militarmente alla Russia di Putin, percepita come un concreto pericolo alla sicurezza regionale.
La NATO risulta fondamentale anche per la cooperazione alla sicurezza e per l’integrazione euro-atlantica di altri paesi ex-sovietici nell’Est Europa, Caucaso del Sud e Asia Centrale, con particolare rilievo nelle tematiche di sviluppo delle relazioni con l’Occidente. C’è quindi ancora molto da offrire ai paesi non ancora completamente integrati nelle istituzioni trans-atlantiche, che si affidano agli Stati Uniti in primis come appoggio fondamentale per essere supportati nelle zone in cui l’influenza russa tenta tutt’ora di destabilizzare la situazione politica esterna ed interna, già debole per via dei numerosi conflitti intestini etnici e di matrice separatista.
Sembra quindi che sia ancora presto per capire quale sarà il futuro della NATO con la nuova presidenza Trump, rimane tuttavia il fatto che l’alleanza costituisce ancora un perno fondamentale per la sicurezza globale e regionale di molti stati. Lo sfaldamento di essa potrebbe compromettere ulteriormente la delicata situazione internazionale e la stabilità in diverse zone del globo.
A cura di Andrea Maria Vassallo
Andrea Maria Vassallo
Andrea Maria Vassallo, laureato in Relazioni Internazionali e specializzato nel settore della sicurezza energetica e dei trasporti marittimi. Inoltre, segue con attenzione le politiche internazionali nell’Artico e nell’Antartide, andando ad analizzare quelli che sono i rischi e le opportunità per i principali attori statuali e non-statuali che operano nella regione.
Andrea Maria Vassallo, he has a Master Degree in International Relations and he is specialized in energy security and maritime transports. In addition, he follows closely the international policies in the Arctic and Antarctica, analyzing the risks and opportunities for the state and non-state actors operating in the region.