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Risultati ottenuti e sfide da affrontare nel bilancio tracciato dalla Presidente von der Leyen

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  Irene Boggio
  20 settembre 2021
  6 minuti

Come avviene ormai ogni anno dal 2015, lo scorso 15 settembre la Presidente della Commissione Europea von der Leyen ha pronunciato il proprio discorso sullo stato dell’Unione dinanzi al Parlamento Europeo. Al suo interno, la Presidente von der Leyen ha evidenziato i risultati ottenuti nel corso dell’ultimo anno e ha anticipato alcune delle misure che la Commissione proporrà nei prossimi mesi, su diversi fronti. Il discorso sullo stato dell’Unione si offre sempre, infatti, come occasione per chi siede al vertice della Commissione Europea non soltanto per fare il punto sugli sviluppi registratisi durante l’anno trascorso, ma anche per tracciare la via da percorrere nei mesi successivi e riportare l’attenzione sulle sfide che l’Unione è chiamata ad affrontare e sulle priorità che dovrebbero guidarne l’operato.

Proprio a proposito di futuro, la Presidente von der Leyen ha scelto di avviare il proprio intervento celebrando l’unità dimostrata dall’Unione nell’affrontare la crisi sanitaria ed economica tuttora in corso, scatenata nell’ormai lontano febbraio 2020 dal dilagare del contagio da COVID-19: “Robert Schuman ha detto: l'Europa ha bisogno di un'anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale. Negli ultimi dodici mesi l'Europa ha tradotto in realtà queste parole. Nella più grande crisi sanitaria mondiale degli ultimi cento anni, abbiamo scelto di agire insieme e così ogni regione d'Europa ha avuto le medesime possibilità di accesso ai vaccini salva-vita. Nella più grave crisi economica mondiale degli ultimi decenni, abbiamo scelto di agire insieme, con NextGenerationEU. […] L'Europa ha agito unita. Possiamo esserne fieri”. Questo dimostrerebbe, come rilevato dalla Presidente von der Leyen, che l’Unione ha imparato dalle lezioni impartitele dalle crisi passate – in particolare, dalla crisi finanziaria e del debito sovrano –, dinanzi a cui si è presentata divisa e a cui ha fornito risposte tardive e insufficienti. Questa volta, infatti, è prevalsa la determinazione ad affrontare insieme la crisi senza precedenti provocata dalla pandemia di COVID-19 e la coesione ha dato i suoi frutti: “la scorsa volta ci sono voluti otto anni per far tornare il PIL della zona euro ai livelli pre-crisi. Questa volta ci aspettiamo che 19 paesi tornino ai livelli pre-pandemia nel corso dell'anno, con gli altri che li seguiranno a breve. Nell'ultimo trimestre la crescita della zona euro ha superato sia quella degli Stati Uniti che quella della Cina”.

Un successo di pari (o superiore) importanza si registra sul fronte dell’avanzamento della campagna vaccinale in Europa. La Presidente von der Leyen non ha infatti mancato di evidenziare come il 70% della popolazione adulta dell’Unione Europea risulti ormai vaccinata e come un tale risultato non sia stato ottenuto trattenendo il maggior numero possibile di dosi prodotte (com’è accaduto altrove), ma condividendo la produzione di vaccini con il resto del mondo. In particolare – ha sottolineato von der Leyen – “abbiamo consegnato più di 700 milioni di dosi agli europei e più di 700 milioni di dosi al resto del mondo, in più di 130 paesi. Siamo l'unica regione al mondo ad aver raggiunto questo risultato”. “We did it the right way, because we did it the European way, ha poi aggiunto. Il fatto che solo l’1% delle dosi somministrate globalmente sia andato a beneficio della popolazione di Paesi a basso reddito, tuttavia, dimostra che lo sforzo sinora profuso dall’Unione non può essere ritenuto sufficiente. Per questo, accelerare la vaccinazione nel resto del mondo deve rappresentare una priorità dell’Unione. A questo scopo, von der Leyen ha annunciato che l’Europa (Team Europa, nelle sue parole) investirà un miliardo di euro per rafforzare la capacità di produrre vaccini a mRNA in Africa e donerà altri 200 milioni di dosi entro la metà del prossimo anno. Parallelamente, proseguirà lo sforzo di vaccinazione della popolazione europea e di costruzione di un’Unione Europea della Salute che renda l’Unione più capace di far fronte in maniera rapida ed efficace alle minacce sanitarie future.

Ma quello della crisi pandemica è stato solo uno dei numerosi argomenti affrontati dalla Presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione. Grande attenzione è stata riservata anche al tema della crisi climatica, della digitalizzazione (due priorità nell’agenda della Commissione von der Leyen), dell’approfondimento dell’integrazione in materia di difesa e del ruolo internazionale dell’Unione. Si è parlato anche di politica migratoria europea, di diritti sociali ed equità fiscale e della tutela dei principi e valori fondamentali su cui poggia la costruzione europea (in relazione, in particolare, alle violazioni dello stato di diritto che si registrano in Polonia e Ungheria). Molte le novità annunciate su ciascuno di questi fronti. Tra di esse:

  • la presentazione di una proposta legislativa in materia di semiconduttori, finalizzata a dare vita a un ecosistema europeo dei chip – dalla ricerca alla produzione – che possa garantire agli Stati membri la sicurezza del loro approvvigionamento;
  • la proposta di una nuova European Care Strategy, volta a sostenere i cittadini europei nel bilanciamento delle proprie responsabilità di cura con il proprio lavoro;
  • lo sviluppo di una European Cyber Defence Policy, nel quadro di una nuova legge europea sulla ciberresilienza;
  • la presentazione, entro la fine dell’anno, di una proposta di legge per la lotta contro la violenza sulle donne, che intervenga sul piano del perseguimento dei reati, ma anche della prevenzione, online e offline;
  • l’inclusione, a partire dal 2022, di raccomandazioni concrete, indirizzate a ciascuno Stato membro, nel Rapporto annuale sullo stato di diritto redatto dalla Commissione.

La Presidente ha annunciato, altresì, che la Commissione presenterà a breve la nuova strategia Global Gateway, in materia di connettività, sulla cui base l’Unione stringerà nuove partnerships finalizzate allo sviluppo di “infrastrutture di qualità, che colleghino beni, persone e servizi in tutto il mondo”.

Nel suo discorso, inoltre, la Presidente ha posto l’accento in più occasioni sulla necessità di dare spazio alla gioventù europea, di garantire ai ragazzi l’opportunità di beneficiare concretamente dell’economia sociale di mercato europea e di plasmare l’Unione del futuro a loro immagine (“la nostra Unione diventerà più forte se si farà ispirare dalla nostra generazione futura, così riflessiva, determinata e premurosa. Saldamente ancorata ai valori e audace quando si tratta di agire”). Proprio perché “l’Europa ha bisogno di tutti i suoi giovani”, la Presidente ha annunciato il lancio di un nuovo programma di mobilità internazionale (ALMA) destinato ai giovani NEET – non occupati, né impegnati in un percorso di studio o formazione –, che assicurerà loro la possibilità di completare un’esperienza professionale temporanea in un altro Stato membro. Per dare il più possibile voce alla gioventù europea, inoltre, la Commissione proporrà di fare del 2022 l’anno europeo dei giovani“un anno dedicato a valorizzare i giovani che si sono tanto sacrificati per gli altri” – e si adopererà per assicurare che il dibattito sul futuro dell’Unione, che sta svolgendosi in seno alla Conferenza sul Futuro dell’Europa, sia guidato proprio da loro: “a essere in gioco è il loro futuro – ha riconosciuto von der Leyen – e questa deve essere la loro Conferenza”.

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Irene Boggio

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