L’obiettivo di sviluppo sostenibile 15 propone di proteggere, ripristinare e migliorare l’ecosistema naturale. Rendere gli ecosistemi sani è fondamento per un’agricoltura resistente e produttiva e per ridurre la povertà. Le api e gli altri insetti impollinatori giocano un ruolo essenziale negli ecosistemi: un terzo del nostro cibo dipende dalla loro opera di impollinazione. Se questi preziosi insetti sparissero, le conseguenze sulla produzione alimentare sarebbero devastanti. Chi impollinerebbe le coltivazioni? L’ impollinazione artificiali è una pratica faticosa, lenta e costosa. Il valore di questo servizio, offerto gratuitamente dalle api di tutto il mondo, è stato stimato in circa 265 miliardi di euro all’anno.
Le api sono ottimi bio-indicatori e da loro dipende anche la disponibilità di cibo che portiamo sulle nostre tavole. Conosciute per la loro grande operosità e la produzione di miele, nettare degli dei, le api svolgono un lavoro vitale per la Terra.
L’impollinazione delle api è un servizio eco sistemico essenziale e irrinunciabile, in assenza del quale perderemmo la biodiversità, metteremmo a rischio la sicurezza alimentare e la varietà di cibi locali che portiamo sulle nostre tavole. L’impollinazione, mobilizzando i gameti maschili (polline) per far sì che raggiungano quelli femminili, è quindi il processo alla base della biodiversità vegetale. Qualche specie può ricorrere all’autoimpollinazione passiva, ma si tratta di un meccanismo poco diffuso nel mondo delle piante, anche se è tipico di specie importanti per l’uomo come il grano e la soia. Molto più spesso avviene la cosiddetta impollinazione incrociata: il polline passa da una pianta all’altra trasportato da un vettore: acqua, vento o animali. Le api sono gli impollinatori più importanti, tanto da essere considerate la chiave di volta degli ecosistemi, sia naturali che agricoli. L’impollinazione tramite acqua (idrofila) è infatti poco diffusa (è caratteristica di alcune piante acquatiche come l’Elodea); quella tramite vento è tipica delle gimnosperme (seppur anche di angiosperme, come il castagno o il mais). L’impollinazione tramite animali (zoofila) invece è la più diffusa tra le angiosperme. Gli insetti sono la classe di animali che ha occupato con più successo la nicchia ecologica degli impollinatori. Tra gli insetti, circa il 75% degli impollinatori è costituito da specie di api. Nel mondo ne esistono circa 15mila specie. Una di esse è l’ape domestica (Apis mellifera), quella che fa il miele. Le altre sono conosciute collettivamente col nome di “api selvatiche”. In termini zoologici si tratta di insetti dell’ordine degli imenotteri, appartenenti alla super-famiglia degli apoidei. Tra essi, l’ape probabilmente più famosa dopo quella da miele è il “bombo”, un’ape di cui esistono 266 specie diverse, 43 in Italia, quasi tutte sociali, organizzate cioè in colonie e caste. Molte api sono però solitarie, come quelle dei generi Osmia, Antophora, Halictus, Xylocopa.
Naturalmente l’impollinazione non è fatta solo da api. Efficaci impollinatori sono i ditteri (mosche, soprattutto quelle della vasta famiglia dei sirfidi) e in seconda battuta i lepidotteri (farfalle e le falene), seguiti da qualche famiglia di coleotteri. L’impollinazione dovuta a uccelli, rettili e pipistrelli è considerata del tutto minoritaria.
L’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) stima che le api contribuiscano alla sopravvivenza dell’80% delle specie vegetali globali. Con l’impollinazione esse forniscono un servizio ecosistemico stimato in 22 miliardi di euro all’anno in Europa e di 153 miliardi di euro all’anno in tutto il mondo. Oltre alla biodiversità vegetale, infatti, da essa deriva anche la nostra alimentazione. In termini di volumi di produzione agricola globale, circa un terzo del cibo umano (35%) proviene da colture che dipendono da animali impollinatori. Delle 124 colture principali coltivate per il consumo umano globale, il 70%, sia per la produzione di semi che per la qualità e le rese dei prodotti, ha bisogno di insetti.
Dalla fine degli anni ’90, molti apicoltori (soprattutto in Europa e Nord America) hanno iniziato a segnalare un’anomala e repentina diminuzione nelle colonie di api. Questo calo è senza dubbio il prodotto di molteplici fattori, che agiscono singolarmente o in combinazione fra loro. Fra i più importanti l’uso di pesticidi, la perdita di habitat naturali, malattie e parassiti e i cambiamenti climatici.
Nel 2002 l’Almond Board of California rese noto il drastico calo della produzione californiana di mandorle, dipendenti dalle api. Nel giro di pochi anni, per salvare il raccolto, lo stato americano dovette importare colonie di api domestiche dall’Australia e il governo USA decise di stanziare 89 milioni di dollari (Pollinator Act) per risolvere il problema. Trovate numerose altre evidenze di morie di api, nel 2007 cominciò ad essere adottato dalla comunità scientifica un nuovo termine: Colony Collapse Disorder (CCD), sindrome dalle cause sconosciute. Fino a poco tempo fa il dibattito verteva solo sul declino dell’ape domestica, la specie più osservabile, perché allevata. Nel 2014 è stata pubblicata la Lista rossa delle api per l’Europa, dove sono elencate tutte le specie del continente e il loro livello di vulnerabilità secondo le ultime evidenze scientifiche. La lista riporta 1.965 specie diverse di api. Il 9,2% di esse è minacciato direttamente di estinzione e un’ulteriore 5,2% è vicino a diventarlo. Dati preoccupanti e che potrebbero essere sottostimati, visto che per più della metà delle specie di api europee (56,7%) non si hanno informazioni.
Si ritiene che il declino di api domestiche e selvatiche abbia una molteplicità di cause, diverse da luogo a luogo. I fattori vanno dall’inquinamento, alla scarsa biodiversità ambientale imputabile all’uso delle monocolture in agricoltura – che elimina le fonti di cibo per gli insetti – fino allo sviluppo urbano e ai cambiamenti climatici che possono agire sullo sviluppo dei fiori o sulla presenza di virus, batteri e altri patogeni per le api. Un ruolo lo hanno anche l’invasione delle specie esotiche, come ad esempio il calabrone asiatico (Vespa velutina), recentemente arrivato in Europa e in Italia, e che si nutre di api domestiche. Fondamentale anche l’uso dei pesticidi, sintetizzati per uccidere insetti dannosi per l’agricoltura ma che agiscono ugualmente su quelli utili. La cronaca e le associazioni di apicoltori hanno messo spesso sul banco degli imputati i pesticidi neonicotinoidi che possono produrre effetti sulle capacità cognitive delle api anche a dosi sub-letali, inferiori cioè alle concentrazioni che uccidono gli insetti. I tre pesticidi appena messi al bando appartengono a questa classe.
La salute delle api dipende dalla conservazione degli ecosistemi naturali. La loro tutela è quindi implicita in una serie di Convenzioni internazionali come quella di Berna del 1979 (conservazione dei biotopi) o quella sulla biodiversità del 1992 che ha figliato strategie locali come la EU biodiversity strategy. Recentemente si è cominciato a produrre documenti più specifici sulla tutela impollinatori. Nel 2012 è stata fondata l’IPBES, una struttura intergovernativa con sede a Bonn dedicata alla biodiversità che produce report sull’impollinazione. Nel dicembre 2016 durante Conferenza delle parti per la Biodiversità del 2016 (COP 13, Cancun , Messico) dieci paesi dell’Unione europea – non l’Italia – insieme ad altri Stati hanno firmato la Declaration on the Coalition of the Willing on Pollinators. Un anno dopo (dicembre 2017) la Commissione europea pubblicato una tabella di marcia che definisce gli obiettivi della cosiddetta EU Pollinators Initiative. In questo contesto l’Institute for European Environmental Policy ha appena pubblicato le strategie adottate localmente dai paesi europei firmatari della Coalition of the Willing.
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/Dossier-biodiversit%C3%A0-a-rischio-2019.pdf
http://www.fao.org/news/story/it/item/1181477/icode/
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/Dossier-biodiversit%C3%A0-a-rischio-2019.pdf
Valeriana Savino
IT_VALERIANA SAVINO
Valeriana Savino è una giovane studentessa di 24 anni. Nata e cresciuta in Puglia. È laureata in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Studi Europei presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze delle Amministrazioni. Ritiene fortemente che il primo cambiamento necessario per il prossimo futuro sia dare un contributo attivo alla gestione dei servizi pubblici e privati.
Ha collaborato per tre anni con l’associazione “Giovani nel Mondo” alla promozione del festival delle carriere internazionali. La promozione consisteva nell’organizzare incontri sia in italiano sia in inglese con gli studenti, conferenze con ospiti nazionali e internazionali e fornire informazioni sul festival.
Da agosto 2019 collabora con l’associazione “Mondo Internazionale”. È autrice nell’area tematica “Diritti Umani” ed “Europa” nell’ambito di Mondo Internazionale Academy. Da novembre 2020 collabora come Policy Analist nell’analisi, ricerca e redazione di politiche pubbliche portate avanti da Mondo Internazionale Hub all’interno di MIPP, l’Incubatore di Politiche Pubbliche.
È appassionata di diritti umani e di questioni relative all’Europa e non solo. Ascolta podcast per essere sempre aggiornata sul mondo attuale e nel tempo libero leggo libri e guardo serie TV.
Ama viaggiare, scoprire nuove realtà e mettersi sempre alla prova.
EN_VALERIANA SAVINO
Valeriana Savino is a young 24 years old. She is born and raised in Puglia. She has a BA in Political Science, International Relations and European Studies at the University of Bari "Aldo Moro".
She is currently attending the master's degree in Administration Sciences. She strongly believes that the first necessary change for the near future is to make an active contribution to the management of public and private services.
She collaborated for three years with the "Giovani nel Mondo" association to promote the internationale career festival. The promotion consisted of organizing meetings both in Italian and in English with students, conferences with national and international guests and providing information on the festival.
Since August 2019 she has been collaborating with the "Mondo Internazionale" association. She is an author in the thematic area "Human Rights" and "Europe" within the Mondo Internazionale Academy. Since November 2020 she has been collaborating as a Policy Analist in the analysis, research and drafting of public policies carried out by Mondo Internazionale Hub within MIPP, the Public Policy Incubator.
She is passionate about human rights and issues relating to Europe and beyond. She listens to podcasts to keep up to date on the current world and in free time she reads books and watch TV series.
She loves to travel, discover new realities and always test herself.