Mentre tutto il mondo si chiede quale sarà la sorte del popolo curdo in Siria e quali misure il Presidente Erdogan adotterà nei suoi confronti, c’è uno Stato in Asia che, da solo, sta affrontando le conseguenze economiche e informatiche di un conflitto prolungato con il suo principale nemico. Questo Stato, a metà tra Europa ed Asia, è la Georgia. In questa piccola realtà dove giocare a poker è legale, chi bleffa viene scoperto immediatamente. La situazione geopolitica che sta vivendo il paese ricorda proprio una partita di poker; dove l’avversario ha messo sul piatto una forte puntata fatta di armi economiche ed informatiche. Il vero nemico del popolo georgiano è un avversario temibile: la Russia. Infatti, in seguito a presunte interferenze georgiane negli interessi russi presenti sul proprio territorio, il paese ha deciso di sospendere quest’estate tutti i voli diretti a Tblisi dalla Russia. Così facendo, ha posto in pericolo l’economia georgiana, fondata sull’agricoltura e sul turismo. Fino a prima della sospensione, la maggior parte dei turisti che si era recata nello stato caucasico era di origine russa: 1 milione e 400 mila per il solo 2018. Il loro mancato arrivo, ha costituito una perdita consistente in termini economici, che ha costretto lo Stato georgiano a trovare un rimedio. Ed ecco che, a seguito di tali sanzioni, 5 cittadine georgiane hanno lanciato un’ idea innovativa che si è rivelata vincente. Nini Mtchedlishvili, Keta Goletiani, Mari Jobava, Mariam Gujabidze e Nini Noghashvili hanno deciso di promuovere il proprio paese attraverso una campagna social volta ad attrarre i loro amici stranieri verso le incredibili bellezze locali, con l’obiettivo di far si che questi visitassero il loro paese nel corso dell'estate. La creazione del gruppo Spend your summer in Georgia, si è dimostrato un esperimento vincente: il turismo Georgiano si è così sviluppato grazie ai social media, in particolare attraverso Facebook. Oggi, il gruppo ha cambiato nome in Spend 4 Seasons in Georgia, e può vantare 288.000 membri iscritti. Nel gruppo persone provenienti da tutto il mondo chiedono informazioni, dialogano con le persone locali. Alla fine del viaggio, il turista deve postare un video o una foto dell’attrazione che lo ha maggiormente colpito. Grazie ai risultati ottenuti, la Georgia si è aperta al mondo, superando le misure restrittive imposte dal potente vicino. La Russia, di fronte ai risultati ottenuti dai georgiani, non è rimasta a guardare. Difatti, ha risposto tentando con una mozione presentata all’Agenzia di protezione del consumatore nazionale di "russificare" il nome di due piatti tipici georgiani: il khachapuri e il khinkali. Dopo questa mozione, vi è stata un’escalation della rivalità che ha visto il giornalista georgiano Gabunia insultare in russo Putin durante un talk show sul canale Rustavi 2. A fine settembre, i due ministri degli esteri sono tornati a dialogare dopo un lungo periodo, cercando di trovare un accordo che ponesse fine ai contrasti e che cercasse di normalizzare le relazioni tra i due paesi. L’incontro che si è tenuto, volto a superare il bando sovietico dei voli, non ha portato all’esito sperato. Inoltre, la notizia dell’incontro, rimasta inizialmente segreta, è arrivata alla popolazione georgiana dai media russi; questo ha generato polemiche tra i georgiani, che auspicano sempre più autonomia da Mosca. In un clima tornato politicamente incandescente, lo scorso mese un attacco cibernetico di vasta portata ha eliminato diversi siti web georgiani ed oscurato due importanti televisioni locali come Imedi e Maestro. La portata dell’attacco ha coinvolto un totale di 15.000 siti, molti dei quali legati a campagne presidenziali. Si è trattato di un classico attacco di "web defacement", in cui i contenuti originali di un sito Web sono sostituiti da nuovi contenuti generati dall'aggressore. In questo caso, gli aggressori hanno usato un'immagine dell'ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili, ora in esilio in Ucraina, insieme a un'immagine della bandiera georgiana e una semplice frase di testo: "Torno". Dopo essere stato governatore della provincia di Odessa, Saakhasvili era diventato presidente della Georgia. La sua presidenza è stata rienuta dal popolo giorgiano disastrosa; tant’è che, dopo essere stato privato della cittadinanza georgiana, oggi è un fuorilegge in quanto ricercato per reati di abuso di potere e per le violenze esplose sotto il suo mandato. Una leggenda georgiana dice che Robin Hood sia veramente esistito e nato nel territorio caucasico, sotto il nome di Arsena (di) Maradba. Arsena viveva a Mtskheta, prima capitale dello Stato, rubando ai ricchi per dare ai poveri e lottava contro i nemici russi. La sua vita, come quella di Robin Hood, si concluse con una morte atroce. La sua epopea ha però lasciato qualcosa di importante nell’orgoglio e nella volontà del popolo georgiano che, attraverso i social, ha saputo superare la dipendenza economica sovietica ed è riuscita ad opporsi alla politica di Putin. Ispirandosi al suo eroe Arsena, il popolo georgiano continua la sua lotta per la libertà.
A cura di Domenico Barbato
Redazione