Crescere nell'era del digitale

  RAISE
  Fabio Di Gioia
  25 maggio 2020
  4 minuti, 12 secondi

La tecnologia è ormai parte della vita quotidiana di ognuno di noi, i piccoli e grandi strumenti tecnologici catturano sempre più spesso la nostra attenzione.

Selfie, dirette Instagram, post su Facebook sono diventati la quotidianità: questi hanno la capacità di alleggerire molti momenti della vita quotidiana e di permetterci di restare in contatto con amici e conoscenti, vicini e lontani. Ma quando questa attenzione, che riserviamo ai social network o ai dispositivi tecnologici in senso più ampio, supera il limite e rischia di togliere tempo e cure ai più piccoli e bisognosi?

E quando sono proprio i bambini ad entrare in contatto con la tecnologia, come cambia il loro modo di vivere, giocare e percepire la realtà che li circonda?

Sempre più spesso vediamo bambini, anche nei primissimi anni di età, passare del tempo davanti a smartphone o tablet, concentrati a giocare o guardare video, tralasciando i classici metodi di gioco e approccio con gli altri coetanei.

Dal punto di vista dei genitori, queste modalità di intrattenimento risultano semplificare il loro ruolo, dato che è meno impegnativo gestire un bambino che, seduto, fissa uno schermo, lasciando ai “grandi” il tempo di svolgere le faccende domestiche o altre attività serenamente.

Ma per i bambini questo è un corretto metodo di crescita?

Secondo una ricerca condotta dalla Onlus Centro per la Salute del Bambino e dall'Associazione Culturale Pediatri, che ha coinvolto 1350 famiglie di tutta Italia, più di un terzo dei genitori di bambini al di sotto dei 12 mesi usa dispositivi tecnologici.

Nel momento in cui il bambino interagisce per un periodo più o meno lungo con i dispositivi elettronici, invece che con i genitori o altre persone, il tempo per instaurare un sano rapporto si limita, e il ruolo che dovrebbe essere svolto dall'adulto viene sostituito, non sempre da programmi o giochi adatti per la fascia di età o definibili educativi.

Le conseguenze di queste abitudini possono essere molteplici: si possono manifestare fenomeni anche gravi di dipendenze negli anni a seguire. Vi sono conseguenze rilevanti anche per la salute e il benessere fisico: stare molto tempo fermi di fronte ad uno schermo può comportare, nel lungo periodo, rischi connessi all'immobilità, malattie cardiovascolari, obesità, diabete di tipo 2, disturbi visivi, irritabilità.

Inoltre, lasciare i bambini giocare ai videogiochi o a guardare video che incitano alla violenza può far nascere in loro comportamenti che simulano ciò che hanno visto, non riuscendo a scindere nella realtà, senza una corretta educazione da parte di figure adulte, cosa è corretto e cosa no.

L'ascolto della voce del genitore, la lettura condivisa, il gioco e la musica favoriscono lo sviluppo del cervello del bambino e stimolano funzioni quali l’attenzione, il linguaggio e la creatività molto più di quanto facciano i dispositivi digitali.

È inoltre bello pensare all'infanzia come un periodo gioioso e sereno, in cui si sperimenta a piccoli passi la vita, si creano giochi ogni giorno diversi, simulando il mondo degli adulti, in modo fantasioso: chi può dire di non aver mai giocato a impersonare un dottore, una maestra, una principessa, un astronauta…? O magari è piacevole, talvolta, ricordare i momenti passati al parco giochi vicino alla scuola con i compagni di classe, a trasformare lo scivolo in una fortezza inespugnabile, a rincorrersi, o a giocare con la palla.

Tutti questi momenti non possono e non devono essere completamente sostituiti da apparecchi tecnologici che non hanno la possibilità di suscitare le medesime emozioni di una corsa liberatoria alla fine di una lunga giornata di scuola.

E per quanto possa essere stancante, dopo una lunga giornata di lavoro, doversi interfacciare con bambini che hanno numerose esigenze e sembrano, talvolta, inappagabili, è importante spendere del tempo con e per loro. È importante dare loro delle regole precise che limitino i comportamenti scorretti e incoraggino a sviluppare quelli corretti, senza lasciare che questo compito venga svolto dalla televisione. La stanchezza della giornata lavorativa non è una valida motivazione per lasciare i bambini soli, anche perché, i comportamenti sbagliati nel piccolo mondo di un bambino di pochi anni, potrebbero sfociare in atteggiamenti maleducati e violenti negli adolescenti e negli adulti.

Da ultimo, non bisogna dimenticare due gravi piaghe sociali legate all'era digitale che toccano da vicino i bambini: la pornografia e il cyberbullismo.

Secondo i dati pubblicati dall'UNICEF, in un rapporto, sulla condizione dei bambini nel mondo, del 2017, ben 57.335 indirizzi web contenevano materiale pedo-pornografico, di questi, il 60% era ospitato su server situati in Europa e il 37% in Nord America. Il 53% dei bambini abusati e sfruttati per produrre questi contenuti hanno 10 anni o meno.

Facendo un resoconto degli aspetti positivi e negativi, si può asserire che, anche se i siti e i programmi che svolgono servizi positivi cercano di trasmettere delle conoscenze preziose a bambini e adolescenti, sono numerosi anche i rischi legati alle tecnologie. La salute di un bambino va protetta a 365 gradi!

Fonti liberamente consultabili:

http://www.csbonlus.org/

https://www.unicef.it/doc/7997/rapporto-unicef-2017-figli-era-digitale.htm


A cura di Sofia Perinetti

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L'Autore

Fabio Di Gioia

Dottore in Scienze internazionali ed istituzioni europee, attualmente si sta specializzando nel corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. È stato Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Referente di Segreteria e co-ideatore del progetto TrattaMI Bene. È ora Caporedattore e autore per la sezione Diritti Umani.

Bachelors degree in International Sciences and European Institutions, currently majoring in International Relations. He has served as Chairman of the Board of Auditors, Secretariat Liaison, and co-creator of the TrattaMI Bene project. He is now Editor-in-Chief and author for the Human Rights section.

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