Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: Missione "Infrastrutture per una mobilità sostenibile"

  Articoli (Articles)
  Leonardo Cherici
  20 maggio 2021
  5 minuti

Il Piano Nazione di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato dal governo di Mario Draghi divide la sua azione in sei missioni per rilanciare l’Italia. Il dibattito pubblico si è concentrato più su un confronto fra il PNRR di Giuseppe Conte e quello di Mario Draghi, piuttosto che su un’attenta analisi di come verranno spese le risorse che Bruxelles mette a disposizione con il Next Generation EU. Per questa ragione, Mondo Internazionale Post ha deciso di dedicare una serie di pubblicazioni ad ogni missione del PNRR. Questa pubblicazione si occupa della missione numero tre: Infrastrutture per una mobilità sostenibile.

L’obiettivo generale del PNRR è quello di garantire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, migliorando la produttività e la stabilità del sistema economico italiano. Potenziare le nostre infrastrutture è fondamentale se si vuole raggiungere questo obiettivo. Tutti noi, purtroppo, conosciamo molto bene le carenze del nostro sistema ferroviario, delle autostrade, dei porti e degli aeroporti anche a causa degli spiacevoli episodi di cronaca che hanno sconvolto l’opinione pubblica. Investire nelle infrastrutture è importante per due motivi principali: la produttività e la sostenibilità ambientale.

Per quanto riguarda il primo punto, migliorare le connessioni interne ed esterne del nostro Paese è un modo per rendere più semplice il lavoro alle imprese e per rilanciare il Mezzogiorno. Numerose risorse vengono stanziate per cercare di colmare il gap fra Nord e Sud, ma, senza una seria costruzione di infrastrutture, difficilmente il Sud riuscirà ad attirare investimenti e rilanciare la propria crescita. A tale proposito, è interessante citare un articolo di Limes[1], che si concentra sull’importanza delle infrastrutture portuali per l’economia italiana. Il settore dei trasporti marittimi e quello dei porti valgono rispettivamente circa 12,2 e 6 miliardi di euro. Analizzando il VI rapporto sull’economia del mare del 2019, è possibile notare come circa il 79% (in volume) dell’export italiano sia via mare, mentre per l’import il dato sale all’84%. Tuttavia, anche in questo caso, è presente un gap fra i porti del Nord e quelli del Sud. Investire sulle infrastrutture, comprese quelle ferroviarie, è un modo per rendere i nostri porti ancora più attraenti per investimenti e merci, potenziando in questo modo la capacità attrattiva del Mezzogiorno.

La Missione 3 del PNRR si concentra anche sull’aspetto della sostenibilità. In Italia, circa il 90% del traffico dei passeggeri viaggia su strada, mentre utilizzano i treni solo il 6%, a fronte di una media europea del 7,9%. Lo stesso ragionamento può essere esteso alle merci: il 54,5% viaggia su strada, ma solo l’11% su rotaia (la media europea è del 18,7%). Favorire un maggior utilizzo dei treni avrebbe delle ricadute positive anche sull’ambiente. Il PNRR stima che con un aumento del 4% della quota di passeggeri che scelgono di viaggiare su rotaia, si risparmierebbero 2,3 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030. Per fare ciò, però, è necessario potenziare la rete ferroviaria per evitare un ulteriore marginalizzazione di quei territori non raggiunti dall’Alta velocità e con trasporti locali carenti. Il governo Draghi ha scelto di muoversi proprio in questa direzione.

Del totale delle risorse del PNRR, 25 miliardi saranno destinati al potenziamento delle nostre infrastrutture. Una cifra importante che permetterebbe di avvicinarsi ai principali Paesi europei. Gli investimenti si dividono in due componenti: la prima è dedicata all’ammodernamento della rete ferroviaria, mentre la seconda ha l’obiettivo di migliorare la logistica aeroportuale.

All’interno della prima componente rientra anche il completamento dell’Alta Velocità ed è sicuramente la parte più corposa della Missione 3, visto che le sono dedicati 24 miliardi di euro su 25. Entro il 2026 dovranno essere completati una serie di interventi che miglioreranno il trasporto ferroviario sia sull’asse Nord-Sud, sia sull’asse Est-Ovest, sia nelle Isole. Per quanto riguarda il settentrione, verranno potenziate le linee Milano-Venezia, Verona-Brennero e Liguria-Alpi. L’obiettivo è quello di migliorare i collegamenti con i porti di Genova e Trieste e, di conseguenza, rendere quest’ultimi attrattivi per servire i traffici oceanici. Inoltre, saranno più semplici i collegamenti ferroviari anche con gli altri Paesi europei a nord delle Alpi, operazione fondamentale per rendere le nostre economie ancora più integrate. Al Centro, invece, ci si concentrerà sull’asse Est-Ovest, per ridurre i tempi di percorrenza fra Roma e Pescara. Venendo invece al Mezzogiorno, fra gli obiettivi del PNRR c’è quello di terminare la direttrice Napoli-Bari, l’ampliamento della Palermo-Catania-Messina e l'inizio dei lavori sulla Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza Battipaglia.

Alla seconda componente del piano, invece, sono dedicati i restanti milioni di euro. Si tratta di una parte meno “fisica” dove l’obiettivo è quello di migliorare “la competitività, la capacità e la produttività della catena logistica e del traffico aereo” attraverso una forte digitalizzazione. Fondamentalmente, verrà portata la banda larga e il 5G nei nodi principali della catena logistica. Quest’operazione permetterà di superare anche alcuni intoppi burocratici che rendono macchinoso il funzionamento delle dogane aeroportuali, per rendere la movimentazione di merci e di persone più fluida possibile.

Come è facilmente intuibile, migliorare le infrastrutture permetterebbe di ottenere dei benefici che vanno oltre la sola dimensione economica. Possiamo pensare, ad esempio, a come migliorerà la qualità della vita dei pendolari, sia lavoratori sia studenti. Investire in questo senso, inoltre, servirà a contrastare la marginalizzazione di vaste aree del Paese, cercando di invertire il trend di depauperamento demografico e socio-economico di questi territori. La grande sfida sarà riuscire a superare tutti gli impedimenti burocratici che solitamente bloccano gli investimenti nel nostro Paese. Speriamo che anche questi non diventino gli ennesimi cantieri abbandonati, sinonimo del decadimento di uno Stato che fatica a trovare il proprio rilancio.

[1] “Il virus non è idrofobo: l’impatto del Covid-19 sull’Italia Marittima” di Fabrizio Maronta, in Limes: l’Italia è il mare, vol.10, 2020, pp.57-66.

Condividi il post

L'Autore

Leonardo Cherici

All’interno della famiglia di Mondo Internazionale APS ricopre la carica di Direttore di Redazione di Mondo Internazionale Post, quotidiano online dell'associazione. Oltre a questo, sta svolgendo un dottorato in economia politica presso l'Università Cattolica di Milano dove si occupa di diseguaglianza, preferenze politiche e modelli elettorali.

Within the Mondo Internazionale APS family, he holds the position of Editor-in-Chief of Mondo Internazionale Post, the online daily of the association. In addition to this role, he is pursuing a Ph.D. in Political Economy at the Università Cattolica di Milano, focusing on inequality, political preferences, and electoral models.

Categorie

Tag

FtW