NIchel: un metallo presente in moltissimi alimenti

Conosciamo meglio l’allergia al nichel

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  Redazione
  19 febbraio 2019
  2 minuti, 54 secondi

Il nichel è un metallo argenteo, appartenente al gruppo del ferro. Esistono varie tipologie di allergie al nichel, in modo schematico distinguiamo:

la dermatite allergica da contatto (DAC) è causata dal contatto con il nichel. Questa è facile da riconoscere in quanto appare come un eczema confinato alle zone a stretto contatto con oggetti rilascianti nichel (come i gioielli o la fibbia della cintura). La diagnosi di dermatite allergica da contatto da nichel viene fatta tramite il patch test.

la sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS) porta a manifestazioni cutanee o extracutanee (tra cui quelle a carico dell’apparato gastrointestinale come dolori, diarrea, vomito, gonfiore etc). Una delle cause di questa tipologia di allergia è l’esposizione al nichel per via alimentare. La diagnosi viene fatta tramite il test di provocazione orale con l’alimento sospetto preceduto dalla dieta ad eliminazione dell’alimento stesso.

Il contenuto di nickel nel suolo e nell’acqua è molto variabile nelle differenti regioni del mondo e varia in funzione al tipo di terreno, all’impiego di fertilizzanti sintetici e di pesticidi e alla contaminazione del suolo con rifiuti industriali e urbani. Ne consegue che il suo contenuto sia molto variabile anche all’interno degli alimenti. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che è mediamente quattro volte superiore negli alimenti di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale (carne, latte e derivati, uova). A livello mondiale, l’assunzione media di nichel giornaliera è di circa 0,2-0,6 mg; queste quantità sono raggiunte principalmente attraverso il consumo di alimenti vegetali.

Numerosi studi scientifici presenti in letteratura riportano risultati discordanti in merito alle concentrazioni del metallo negli alimenti, questo probabilmente a causa dell’ampia variabilità di cui detto sopra. Malgrado ciò, alcune categorie alimentari sono definite in modo unanime “ad alto contenuto di nichel”: arachidi, fagioli, lenticchie, piselli, soia, avena, cacao (e cioccolato), noci, nocciole, frumento intero.

Bisogna sottolineare, anche, l’importanza del contenuto di nichel nelle acque: la sua concentrazione nell’acqua potabile è generalmente bassa; fanno eccezione le acque inquinate da fonti naturali o industriali oppure la prima acqua che scorre nel rubinetto la mattina a seguito del rilascio del metallo durante la notte. Quindi, è consigliabile, per i soggetti con allergia al nichel, far scorrere l’acqua prima di berla al mattino.

Ulteriore elemento che potrebbe rendere oscillante e non costante l’assunzione quotidiana di nichel (nel corso di un normale regime alimentare) potrebbe essere l’uso di pentole ed utensili in acciaio inossidabile, soprattutto quando vengono cotti alimenti acidi in questi tegami, oppure quando vengono utilizzate pentole nuove.

Il nichel, inoltre, potrebbe contaminare inavvertitamente gli alimenti inscatolati per i processi di erosione a carico dei contenitori metallici. Dunque, è sconsigliabile consumare prodotti conservati in scatolette di metallo come il tonno.

Possono essere consumati con tranquillità verdure quali radicchio, indivia, soncino, finocchi, melanzane, zucchine, peperoni, cetrioli, barbabietole; alcuni tipi di frutta, fra cui anguria, melone, agrumi, pesche, banane, fragole, uva; latte e latticini; farina 00; riso; carne di qualunque tipo e pesce.

Come in tutte le allergie ed intolleranze, è consigliato rivolgersi ad una figura professionale competente per non rischiare di incorrere in carenze nutrizionali a seguito dell’esclusione di alcune categorie di alimenti.

A cura di Federica Mascaretti

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