Next Generation EU: come si finanzia?

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  Irene Boggio
  25 giugno 2021
  5 minuti, 28 secondi

Come tutti ormai sappiamo, il programma Next Generation EU (NGEU) rappresenta la risposta dell’Unione Europea alla crisi economica e sociale da cui gli Stati membri sono stati investiti nell’ultimo anno e mezzo, per effetto della crisi sanitaria innescatasi con il dilagare del tristemente noto virus SARS-CoV-2. Ma Next Generation EU non è soltanto un piano di ripresa (da cui l’irritazione di molti commentatori italiani nel constatare come, almeno inizialmente, nel nostro paese ci si riferisse al programma perlopiù come “Recovery Fund”): i fondi veicolati dallo strumento, infatti, serviranno sì a sostenere la ripresa economica, ma attraverso progetti e iniziative che guardino al futuro e che, in particolare, mirino a dare vita a un’Europa più verde, più digitale e più resiliente. L’obiettivo, in altre parole, non sarà tanto quello di ricostruire ciò che la pandemia da COVID-19 ha spazzato via, quanto piuttosto di plasmare l’Europa del futuro.

Se gli intenti del programma Next Generation EU, qui sintetizzati, risultano ormai noti, meno note ai non addetti sono le modalità di finanziamento del programma. Tra il 2021 e il 2026, lo strumento veicolerà ben 750 miliardi di euro. Di questi, 672,5 miliardi confluiranno nel Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, attraverso il quale saranno finanziate, mediante prestiti e trasferimenti a fondo perduto, le iniziative di riforma e investimento previste da ciascuno Stato membro all’interno del proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il restante 10% circa dei 750 miliardi di euro in dotazione al programma NGEU sarà invece distribuito tra altri fondi e programmi europei (REACT-EU, 47,5 mld; Fondo per una Transizione Giusta, 10 mld; Fondo per lo Sviluppo Rurale, 7,5 mld; Fondo InvestEU, 5,6 mld; Orizzonte Europa, 5 mld; RescEU, 1,9 mld).

Per finanziare il programma, e dunque reperire questi 750 miliardi di euro, la Commissione Europea si rivolgerà ai mercati finanziari: il programma, infatti, sarà finanziato mediante l’emissione di titoli di debito europei – spesso definiti, approssimativamente, “eurobonds”. Ogni anno, tra il 2021 e il 2026, la Commissione emetterà titoli per 150 miliardi di euro e i fondi così ottenuti in prestito saranno restituiti tra il 2028 e il 2058. Il vantaggio insito nell’emissione di titoli di debito europei consiste nel tasso d’interesse a cui la Commissione avrà modo di reperire i fondi necessari al finanziamento del programma di ripresa, ben più vantaggioso di quello applicato al debito pubblico di alcuni Stati membri dalle finanze meno solide.

Nel suo approccio ai mercati finanziari (cui la Commissione non è estranea, essendovisi già rivolta per finanziare il programma SURE, di contrasto alla disoccupazione), la Commissione applicherà una strategia di finanziamento diversificata. Quest’ultima è stata presentata il 14 aprile scorso e prevede l’utilizzo di diversi strumenti e tecniche di finanziamento e la coltivazione di relazioni quanto più possibile trasparenti con gli operatori del mercato.

Più specificamente, la strategia di finanziamento diversificata di cui si servirà la Commissione poggia su quattro pilastri. Innanzitutto, la Commissione definirà e comunicherà ogni anno (attraverso la cosiddetta annual borrowing decision) l’ammontare massimo che sarà autorizzata a reperire sul mercato e pubblicherà semestralmente piani di finanziamento che descrivano più dettagliatamente le attività di raccolta in cui la Commissione stessa sarà impegnata nei sei mesi successivi. In secondo luogo, la Commissione si servirà di un’ampia gamma di strumenti di finanziamento: obbligazioni a varia scadenza (da 5 a 30 anni), tra cui anche i NextGenerationEU Green Bonds (obbligazioni specificamente impiegate per il finanziamento di progetti green), e titoli a scadenza breve, inferiore a un anno, definiti EU-Bills. Terzo: la Commissione si servirà delle due tecniche di finanziamento cosiddette syndication e auction. Nel primo caso, l’emittente si affida alle banche perché vendano i suoi titoli di debito agli investitori interessati, mentre nel secondo i titoli sono “messi all’asta” e gli istituti finanziari autorizzati a partecipare, cosiddetti primary dealers, li acquistano facendo le proprie offerte attraverso una piattaforma elettronica. Infine, la Commissione si impegnerà a mantenere relazioni trasparenti con le banche e a cooperare con gli altri operatori di mercato.

Il 31 maggio scorso è stato completato il processo di ratifica da parte degli Stati membri della decisione sulle risorse proprie adottata dal Consiglio dell’UE il 14 dicembre 2020, che autorizza la Commissione a contrarre prestiti fino a 750 miliardi di euro nel quadro del programma NGEU. La Commissione ha così potuto dare il via alle attività di reperimento dei fondi. Il 1 giugno ha quindi adottato la sua prima annual borrowing decision, riferita al 2021, e pubblicato il primo piano di finanziamento, relativo al periodo giugno-dicembre 2021. Sulla loro base, nel 2021 la Commissione emetterà obbligazioni di lungo termine per 80 miliardi di euro, cui si aggiungeranno EU-Bills (titoli a scadenza ravvicinata) per altre decine di miliardi. Il piano di finanziamento sarà revisionato a settembre, quando le necessità di ciascuno Stato membro saranno più chiare e la Commissione potrà definire più precisamente l’esatto ammontare da reperire sul mercato mediante obbligazioni di lungo termine ed EU-Bills.

Il 15 giugno la Commissione ha poi condotto la prima operazione di finanziamento di Next Generation EU, attraverso cui ha potuto raccogliere 20 miliardi di euro mediante un’obbligazione a dieci anni, con scadenza il 4 luglio 2031. Si è trattato della maggiore emissione di obbligazioni istituzionali mai effettuata in Europa, della più grande operazione istituzionale in un'unica tranche mai realizzata e dell'importo più elevato reperito dall'UE in una singola operazione. La Presidente della Commissione Europea von der Leyen ha salutato il successo dichiarando: “oggi è davvero una giornata storica per l'Unione europea. Abbiamo condotto con successo la prima operazione di finanziamento per NextGenerationEU. Come Unione forte, stiamo reperendo fondi sui mercati insieme e investendo in una ripresa comune da questa crisi. […] I fondi possono adesso cominciare ad affluire per contribuire a ridefinire il nostro continente affinché si possa costruire un'Europa più verde, più digitale e più resiliente. Visiterò ora ciascuno Stato membro in modo da osservare l'impatto di NextGenerationEU sul terreno”.

Non a caso, il 22 giugno la Presidente von der Leyen si è recata in visita a Roma, in occasione della formale approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza formulato dal governo Draghi – il primo di 27 a essere consegnato alla Commissione. Per il mese di luglio è prevista l’erogazione agli Stati membri delle prime somme.

Fonti:

https://unsplash.com/it/foto/0...

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_1703

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_2982

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_2749

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/qanda_21_2788

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/qanda_21_1702

https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/about_the_european_commission/eu_budget/factsheet_1_funding_strategy_20.04.pdf

https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/about_the_european_commission/eu_budget/factsheet_3_general_14.04.pdf

https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_it#nextgenerationeu

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2021/05/31/green-light-from-all-member-states-for-eu-recovery-spending/

https://www.governo.it/it/articolo/incontro-draghi-von-der-leyen/17217

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