Maria Ressa e la libertà di stampa nelle Filippine

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  Redazione
  06 maggio 2021
  4 minuti, 26 secondi

Maria Ressa, giornalista filippina arrestata più volte per aver contestato il governo di Rodrigo Duterte, quest’anno ha ricevuto il premio UNESCO/Guillermo Cano sulla Libertà di Stampa. È una vera e propria lotta a difesa della libertà di espressione e di un giornalismo libero quella che conduce con il suo sito di informazione Rappler in un Paese come le Filippine, tra gli ultimi posti nell’indice mondiale sulla libertà di stampa.

La situazione della stampa e della libertà di espressione nelle Filippine è critica, in particolare dall’assunzione della carica di Presidente della Repubblica da parte di Rodrigo Roa Duterte nel giugno del 2016.

L’organizzazione non governativa Reporter senza frontiere inquadra le Filippine al fondo della classifica sulla libertà di stampa - il 2021 World Press Freedom Index, in particolare al 138° posto su 180 Paesi. L’indice rileva il livello di libertà esistente per i giornalisti in un Paese, valutando il pluralismo, l’indipendenza dei media, la qualità del quadro normativo e della sicurezza dei giornalisti attraverso un questionario rivolto agli esperti. In aggiunta, sono considerati anche i dati quantitativi che riguardano abusi e atti di violenza contro i giornalisti.

Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) riporta che nel 2020 sono stati uccisi tre giornalisti nelle Filippine, mentre uno è stato incarcerato. Fortunatamente il conteggio del 2021 risulta fermo ancora allo zero, sia per i giornalisti uccisi che per quelli incarcerati.

Di fatto, nelle Filippine, accanimento giudiziario, arresti arbitrari, campagne online di minaccia e pressione, nonché esecuzioni sommarie sono tra i trattamenti riservati ai giornalisti che si esprimono criticamente nei confronti del governo. In particolare, la cosiddetta "guerra alla droga" del Presidente Duterte e i metodi punitivi utilizzati per combatterla sono stati ampiamente avversati dalle testate giornalistiche locali, come ABS-CBN, il Daily Philippines Inquirer e Rappler, che hanno subito minacce o addirittura l’oscuramento.

La posizione di Duterte contro i giornalisti e la libera stampa è stata chiarita dallo stesso Presidente all’inizio del suo mandato, quando ha affermato che i giornalisti non sono affatto esenti dall’essere assassinati: basta non fare nulla di sbagliato per poter continuare a vivere, secondo il Presidente.

Esistono manifestazioni dell'opposizione al lavoro e ai diritti dei giornalisti filippini che risalgono anche agli anni precedenti alla salita al potere di Duterte. Nel 2009, ad esempio, si è consumato quello che è stato definito dal CPJ "l'evento che ha causato la più grande perdita di giornalisti nella storia filippina" [1]. Si tratta del massacro di Ampatuan - nome della città in cui avvenne, nella regione di Maguindanao - di carattere politico, in cui si stima abbiano perso la vita 34 giornalisti.

In questo contesto si colloca l’attività di Maria Ressa, nata a Manila nel 1963 e naturalizzata statunitense. Ha dedicato tutta la sua carriera al giornalismo d’inchiesta e ad iniziative in favore della libertà di stampa. Dopo aver lavorato come corrispondente in Asia della CNN ed essere stata al capo della ABS-CBN News and Current Affairs, tra il 2011 e il 2012 ha fondato il sito giornalistico Rappler con cui ha denunciato la corruzione e gli abusi del governo di Duterte.

Per questo motivo, dal 2018 l’intera redazione di Rappler e Maria Ressa stessa hanno iniziato ad essere prese di mira e minacciate per il loro lavoro configurando un chiaro segnale: voler mettere a tacere la voce di Rappler. Maria Ressa è stata arrestata più volte - per poi pagare innumerevoli cauzioni - per capi d’accusa diversi come violazioni relative alle dichiarazioni dei redditi e della partita Iva, diffamazione online e sospetta evasione fiscale. All’inizio di gennaio 2021, la giornalista si è trovata ad affrontare il decimo arresto in due anni.

Le continue interferenze delle autorità non hanno, tuttavia, mai arrestato l’attività di Rappler né la forza di Maria Ressa nell’esercitare i diritti democratici di libertà.

Il 2 maggio, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa - istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1983 e fissata per il 3 maggio - Maria Ressa ha ricevuto il premio UNESCO/Guillermo Cano sulla Libertà di Stampa, che va ad aggiungersi ai numerosi riconoscimenti da lei ottenuti negli anni scorsi. La cerimonia si è svolta a Windhoek in Namibia ed è stata trasmessa anche online via streaming nell'ambito della più ampia Conferenza globale per la Giornata mondiale della libertà di stampa, tenutasi dal 29 aprile al 3 maggio e concentrata sul tema dell'informazione in quanto bene pubblico.

La giornalista d'inchiesta Marilù Mastrogiovanni ha presieduto la giuria internazionale che ha attribuito a Maria Ressa il premio, e ha affermato che "l'infallibile lotta di Maria Ressa per la libertà di espressione è un esempio per molti giornalisti in tutto il mondo. Il suo caso è emblematico delle tendenze globali che rappresentano una vera minaccia alla libertà di stampa, e quindi alla democrazia".

Oltre ad avere un valore di $25.000, il premio ha una valenza di difesa e promozione della libertà di stampa in tutto il mondo che rafforza ulteriormente la lotta dei giornalisti nelle Filippine, una lotta che ha come motto #HoldTheLine.

a cura di Sara Squadrani 

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