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L'orrore della tratta sessuale in Europa

"It is morally and legally unacceptable and inexcusable that in the EU of the 21st century, there are human beings who are bought, sold and exploited like commodities. It is our personal, collective and legal duty to stop this.” - Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza.

La tratta di esseri umani è un fenomeno globale - spesso controllato dalla criminalità organizzata - che riguarda ogni nazione, ogni regione del mondo. In Europa, e nella stessa Italia, ad oggi, vi sono ancora migliaia di vittime della tratta.

Secondo la definizione della direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 aprile 2011, per tratta di esseri umani si intende "il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’alloggio o l’accoglienza di persone, compreso il passaggio o il trasferimento dell’autorità su queste persone, con la minaccia dell’uso o con l’uso stesso della forza o di altre forme di coercizione, con il rapimento, la frode, l’inganno, l’abuso di potere o della posizione di vulnerabilità o con l’offerta o l’accettazione di somme di denaro o di vantaggi per ottenere il consenso di una persona che ha autorità su un’altra, a fini di sfruttamento. Lo sfruttamento comprende, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, compreso l’accattonaggio, la schiavitù o pratiche simili alla schiavitù, la servitù, lo sfruttamento di attività illecite o il prelievo di organi".

Secondo dati del 2019, vi sono oltre 26 mila vittime delle tratta di esseri umani in Europa. Di queste, il 68% è di sesso femminile e il 46% è sottoposto a sfruttamento sessuale. Le vittime sono sempre più giovani ed il quadro appare ancora più preoccupante se si pensa che almeno una vittima su quattro è minorenne.

La tratta di esseri umani è un reato altamente redditizio che crea enormi profitti per i criminali e genera al contempo un costo enorme per la società. Secondo una stima il profitto annuo della tratta di esseri umani a livello mondiale ammonta a 29,4 miliardi di euro, mentre il costo totale della tratta nell'Unione Europea in un solo anno è stimato a 2,7 miliardi di euro.

La comunità internazionale e l’Unione Europea, in collaborazione anche con soggetti non istituzionali, sono state – e sono tutt’ora - protagoniste della lotta al fenomeno. Ne sono prova la Convenzione ONU di Palermo del 2000 sulla criminalità organizzata transnazionale ed i relativi Protocolli Addizionali in tema di tratta di persone e traffico di migranti, oltre alle decisioni dei diversi organi europei, tra le quali la Convenzione del Consiglio d’Europa sull’azione di contrasto alla tratta di esseri umani (2005).

In Italia è stato adottato - nell'ambito del Piano nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani - il Programma Unico di emersione, assistenza e integrazione sociale delle vittime dei reati di riduzione in schiavitù, della tratta e vittime di violenza o di grave sfruttamento degli esseri umani. La consapevolezza del problema e dei legami che la tratta ha con il più ampio fenomeno della criminalità organizzata e con il fenomeno migratorio ha condotto ai fondamentali sforzi internazionali volti a contrastare la tratta e tuttavia molti, troppi problemi persistono. Tra altri, uno è il già alto numero delle vittime, quando il reale numero potrebbe essere drammaticamente più alto. Il fenomeno, di sua natura nascosto, rende infatti la raccolta di dati lacunosa. A questo si aggiunge il fenomeno migratorio, che rappresenta una possibilità per i trafficanti e, infine, la difficoltà di sottrarsi a tale realtà per le vittime. In Italia si stima che fra le vittime ci siano oltre duemila donne, soggiogate all’interno di un mercato controllato – o di cui quantomeno approfittano – organizzazioni criminali a stampo mafioso. La maggior parte delle vittime proviene dalla Nigeria e dall’Est Europa. 

La tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, ad esempio, è stata una delle attività principali della mafia albanese a partire dagli anni ’90. Inizialmente il fenomeno era spontaneo, disorganizzato; l’emigrazione verso l’Italia di una coppia terminava spesso con la prostituzione forzata della donna. Col passare del tempo, il business si è ampliato ed è diventato più organizzato, strutturato, per soddisfare l’alta richiesta nei Paesi più occidentali.    Il reclutamento avviene per rapimento o, più frequentemente, attraverso il metodo del “lover-boyfriend”: con la promessa di un matrimonio, di un lavoro o di un futuro migliore le ragazze vengono portate nei Paesi euro-occidentali e vendute. Spesso il mercato è controllato da una o più divisioni nel Paese di origine e da una divisione nel Paese di arrivo. La maggioranza delle donne trafficate dall’Europa orientale proviene dall’Albania, dalla Moldavia, dalla Romania e dalla Macedonia. Il business è caratterizzato da brutale controllo e uso della violenza; nei Paesi di arrivo le vittime sono picchiate, stuprate, torturate e forzate a prostituirsi. 

Il controllo, la paura e la violenza rendono quindi la ricerca di vie d’uscita estremamente difficile per le vittime. Non solo spesso le vittime non sanno a chi chiedere aiuto, ma la paura di ripercussioni su sé stesse e i propri familiari riducono drasticamente le possibilità di fuga e riscatto. In questo modo, la tratta di esseri umani distrugge le vite di migliaia di persone, privandole della dignità, della libertà, dei diritti fondamentali. È quindi fondamentale rendersi conto della responsabilità dell’intera società di combattere una realtà brutale, di assicurare alla giustizia i responsabili e di assistere e proteggere le vittime di un fenomeno che non può e non deve avere alcuno spazio.


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  • L'Autore

    Greta Thierry

    Greta Thierry vive in provincia di Pavia. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di Pavia e attualmente è al termine della Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali, curriculum International Cooperation and Human Rights, presso l'Università degli Studi di Milano.
    L'ampio interesse per le relazioni internazionali e i diritti umani, le ha permesso - tra le altre cose - di entrare in contatto con Mondo Internazionale Post, dove ricopre il ruolo di autrice per l'area tematica Diritti Umani, nonché i ruoli di revisore e traduttrice.

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