Lo Stato di diritto nell'UE

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  Redazione
  23 gennaio 2021
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L’Unione Europea è basata su una serie di valori condivisi che sono il fondamento delle nostre società e dell’identità comune: i diritti fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto. Nessuna democrazia può prosperare senza organi giurisdizionali indipendenti che garantiscano la tutela dei diritti fondamentali e delle libertà civili, né senza una società civile attiva e mezzi di comunicazione liberi che garantiscano il pluralismo. Lo Stato di diritto è un principio consolidato e ben definito. Nonostante le diverse identità nazionali e i diversi ordinamenti e tradizioni giuridiche, l’Unione stessa e tutti gli Stati membri sono tenuti a rispettare tale principio.

L’articolo 2 del Trattato sull’Unione Europea afferma che lo Stato di diritto è uno dei valori fondanti dell’UE. Vale a dire che i governi dovrebbero essere vincolati dalla legge, non dovrebbero prendere decisione arbitrarie e i loro cittadini dovrebbero essere in grado di contestarne l’operato in un tribunale indipendente. Inoltre, sancisce la lotta contra la corruzione, per cui alcuni traggono indebito vantaggio a danno degli altri, e protegge la libertà di stampa, assicurando così che la collettività sia adeguatamente informata sugli interventi del governo.

Lo Stato di diritto ha un impatto diretto sulla vita di tutti i cittadini: è la condizione essenziale per garantire la parità di trattamento di fronte alla legge e la difesa dei diritti individuali, per prevenire gli abusi di potere da parte delle autorità pubbliche e per assicurare che chi partecipa al processo decisionale risponda del proprio operato. Per i cittadini europei lo Stato di diritto è un interesse comune. Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro, pubblicato nel 2019, almeno l’85% dei partecipanti ha considerato essenziale, o per lo meno importante, ogni aspetto dello Stato di diritto. Un altro sondaggio, pubblicato a ottobre 2020, ha riportato che il 77% dei cittadini europei (in Italia l’81%) sostiene che l’UE dovrebbe fornire fondi agli Stati membri solo se il governo nazionale rispetta lo Stato di diritto e i principi democratici.

Per la protezione dello Stato di diritto l’Unione ha disposto diversi strumenti. La Commissione europea ha pubblicato il 30 settembre la prima relazione annuale sullo Stato di diritto, che monitora sia gli sviluppi negativi che quelli positivi di ciascuno Stato membro. Inoltre, ha monitorato la situazione in Romania e Bulgaria dal loro ingresso nell’UE nel 2007. Esiste anche il dialogo annuale sullo Stato di diritto del Consiglio Europeo e due strumenti fondamentali per garantirne la protezione, cioè la procedura d’infrazione, che può portare a sanzioni finanziare imposte dalla Corte di giustizia, e la procedura sancita dall’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea. Quest'ultima permette al Consiglio europeo di formulare raccomandazioni o di decidere all’unanimità sulle sanzioni nei confronti di uno Stato membro, tra cui la sospensione dei diritti di appartenenza all’UE.

Secondo gli europarlamentari, tutti gli strumenti finora adottati sono insufficienti. Durante le audizioni in corso, a norma dell’articolo 7, riguardo la Polonia e l’Ungheria, il Parlamento ha espresso il proprio rammarico sulla mancanza di un progresso significativo dei due Stati sul tema in questione. Durante la seduta plenaria del 5 ottobre, gli eurodeputati hanno accolto la relazione annuale sullo Stato di diritto lanciata dalla Commissione, ma hanno richiesto un rafforzamento dell’azione comunitaria.

Il 5 novembre 2020 il Parlamento Europeo ha approvato un accordo storico sulla salvaguardia dello Stato di diritto. Questo prevede un sistema che prenda in considerazione la sospensione a lungo termine del finanziamento dei piani di ripresa per quegli Stati che violino l’articolo 2. Questa procedura si attiva su proposta della Commissione e viene votata a maggioranza qualificata dal Consiglio. L’accordo, proveniente da un’idea dei Paesi “frugali”, non mira solo a tutelare i valori dell’Unione, ma anche i suoi interessi finanziari, impedendo che tali fondi si disperdano in situazioni di corruzione dilagante. Questo si è rivelato più urgente alla luce dell’approvazione del bilancio settennale dell’Unione, il quale conteneva l’ingente piano di ripresa del Recovery Fund. La nuova proposta sulla protezione dello Stato di diritto ha suscitato opposizione da parte della Polonia e dell’Ungheria, che hanno posto il loro veto sul bilancio pluriennale, per il quale è richiesto un voto unanime, e sugli aiuti per la ripresa, provocando un’allarmante situazione d’impasse. Sia il primo ministro ungherese, Viktor Orban, sia quello polacco, Mateusz Morawiecki, si sono opposti al nuovo meccanismo che lega i fondi europei al rispetto dello Stato di diritto, ritenendolo un’indebita ingerenza negli affari interni degli Stati e uno sfregio alle peculiarità di ciascuno di essi. La Polonia e l’Ungheria sono state (e lo sono ancora oggi) oggetto di indagine da parte della Commissione europea a causa delle loro continue violazioni dei principi democratici e dei diritti umani, fra cui le minacce all’indipendenza della magistratura e alla libertà d’espressione, corruzione dilagante e la mancata tutela dei diritti di minoranze, migranti e rifugiati.

Nonostante il momentaneo stallo, il 10 dicembre 2020 è stato raggiunto un compromesso con la vecchia presidenza tedesca, grazie al quale Polonia e Ungheria hanno rimosso il proprio veto, permettendo l’approvazione di bilancio pluriennale e Recovery Fund. Il 16 dicembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato l’accordo con il Consiglio sulla legislazione, che stabilisce un meccanismo per consentire la sospensione dei pagamenti dal bilancio UE a uno Stato membro in caso di violazione dello Stato di diritto. Le nuove norme sono entrate in vigore dal 1° gennaio 2021.

In conclusione, i principi alla base dell’azione dell’UE in materia di Stato di diritto sono fondamentalmente tre:

  • L’UE e gli Stati membri hanno un interesse legittimo a che lo Stato di diritto funzioni correttamente a livello nazionale;
  • La responsabilità principale di garantire lo Stato di diritto ricade su ciascuno Stato e bisognerebbe sempre avvalersi dei meccanismi di ricordo nazionali;
  • L’UE deve svolgere un ruolo obiettivo e trattare allo stesso modo tutti gli Stati membri e tutte le istituzioni devono contribuire conformemente al loro ruolo istituzionale.

L’obiettivo fondamentale non deve essere quello di imporre sanzioni, ma di trovare una soluzione che salvaguardi lo Stato di diritto, incentrata sulla cooperazione e sul sostegno reciproco, senza escludere una risposta effettiva, proporzionata e dissuasiva come ultima risorsa.

Fonti consultate per il seguente elaborato:

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20201211IPR93622/il-pe-approva-la-legge-sulla-condizionalita-dello-stato-di-diritto

file:///C:/Users/Modern%2015/Downloads/ebs_489_en.pdf

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20201016IPR89545/sondaggio-fondi-ue-e-stato-di-diritto-il-77-vuole-che-siano-collegati

https://ec.europa.eu/info/policies/justice-and-fundamental-rights/upholding-rule-law/rule-law/assistance-bulgaria-and-romania-under-cvm/cooperation-and-verification-mechanism-bulgaria-and-romania_it

https://euractiv.it/section/politica/special_report/stato-di-diritto-la-battaglia-sui-valori-europei-in-5-punti/

https://unsplash.com/it/foto/a...

a cura di Valeriana Savino 

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