Leadership femminile in Europa

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  Redazione
  19 marzo 2021
  2 minuti, 43 secondi

In tutta l’Unione Europea, le donne, oltre ad essere meno presenti nella forza lavoro rispetto ai colleghi uomini, si vedono concentrate in lavori che pagano meno. In aggiunta, le lavoratrici continuano ad essere sottorappresentate nei ruoli di leadership. In tal senso, Eurostat - l’istituto statistico del l'Unione europea - ha pubblicato i dati relativi alla rappresentanza della forza lavoro femminile nei ruoli dirigenziali lavorativi.

Sono più di 6,7 milioni le persone ad occupare una posizione manageriale nell'Unione Europea, di questi 4,3 milioni sono uomini (63% di tutti i dirigenti), mentre 2,5 milioni sono donne, solo il (37% di tutti i dirigenti).

Ad oggi, le donne rappresentano poco più di un quarto dei membri del consiglio di amministrazione delle società quotate in borsa nell'UE (28%) e meno di un quinto dei dirigenti (18%). In altre parole, pur costituendo circa la metà di tutti gli occupati nell'UE, le donne continuano ad essere sottorappresentate tra i dirigenti.

La quota maggiore di lavoratrici tra le posizioni dirigenziali è stata registrata in Lettonia, l'unico Stato Membro in cui le donne sono presenti in maggioranza (53%) in tale posizione lavorativa. Seguono Bulgaria (49%), Polonia (48%), Estonia (46%), Slovenia (44%), Lituania, Ungheria e Svezia (42%), Irlanda (41%) e Portogallo (40%).

All'estremità opposta di questa graduatoria, le donne rappresentano meno di un terzo dei dirigenti a Cipro (19%), seguite dal Lussemburgo (23%), dalla Danimarca (27%), dall'Italia (28%), dai Paesi Bassi (29%), dalla Repubblica ceca e dalla Germania (31%), nonché da Grecia, Croazia, Malta e Austria (32%). Dunque, a livello UE, poco più di un terzo (37%) dei manager sono donne.

Per quanto riguarda, invece, la quota di donne presenti nel consiglio di amministrazione delle maggiori società quotate, quella maggiore è registrata in Francia (45%), seguita dalla Svezia (38%), dal Belgio, dalla Germania e dall'Italia (36%), seguiti dai Paesi Bassi e dalla Finlandia (34%).

Al contrario, le donne a rappresentare meno di un quinto dei membri del consiglio di amministrazione si trovano in Estonia e Cipro (entrambi il 9%), Grecia e Malta (entrambi il 10%), Lituania (12%), Lussemburgo, Ungheria e Romania (tutti il 13%), nonché in Cecoslovacchia (18%) e Bulgaria (19%). Quindi, nell’Unione Europea, poco più di un quarto (28%) dei membri del consiglio sono donne.

Per quanto concerne la rappresentanza delle donne tra gli alti dirigenti delle maggiori società quotate in borsa, tra gli Stati membri dell'UE, le donne rappresentano circa un terzo di questi in Romania (34%), Estonia (33%), Lituania (30%) e Lettonia (29%), e circa un quarto degli alti dirigenti in Bulgaria e Slovenia (entrambi 27%) nonché in Svezia (24%).

Soffermandoci sul caso opposto, la quota più bassa di dirigenti di sesso femminile è registrata a Lussemburgo (6%) e in Austria (8%), seguiti da Cechi (11%), Croazia e Italia (entrambi il 12%), Belgio e Slovacchia (entrambi il 13%), Germania e Polonia (entrambi il 14%) nonché nei Paesi Bassi e in Portogallo (entrambi il 15%). In conclusione, a livello dell’UE, meno di un quinto (18%) degli alti dirigenti sono donne, seppure in aumento di 8 punti percentuali rispetto al 2012 (10%).

a cura di Licia Signoroni 

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