Le Mujeres Modatima

Le donne che combattono per il diritto all’acqua in Cile

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  Alice Stillone
  25 ottobre 2021
  3 minuti, 28 secondi

Mujeres Modatima è un’organizzazione cilena guidata da donne di Petorca, nella regione di Valparaíso in Cile, nata nel 2017 a seguito del forte impatto che la crisi idrica ha avuto sulle donne del territorio. L’organizzazione denuncia in particolare l’appropriazione illegale dell’acqua da parte delle aziende agroindustriali e i conseguenti abusi socio-ambientali da parte di quest’ultime.

Le donne dell’organizzazione, come Carolina Vilches Fuenzalida, Veronica Vilches e Lorena Donaire Cataldo, lottano per fermare l’appropriazione indebita della terra da parte delle grandi aziende che, sfruttando il territorio, ne distruggono completamente la vegetazione e la fauna. Secondo le testimonianze delle attiviste, nella regione sono morti moltissimi animali e le erbe medicinali naturali che crescevano nel territorio lungo il fiume sono completamente scomparse.
L’attività delle aziende private infatti, che sono solite comprare la gente che vive nella campagna con del denaro in cambio della loro terra, secondo l’organizzazione, porterà ad un completo depauperamento delle risorse per le generazioni future.
Verónica racconta che il tema dell’acqua è di particolare interesse per le donne perché da questo elemento primario dipende lo standard qualitativo della vita, l’acqua infatti è imprescindibile in molteplici attività, dalla gestione della casa sino alla gestione del territorio in sé. L’attivista spiega inoltre che le aziende latifondiste in loco, sono solite costruire nei fiumi dei pozzi profondi per estrarre e portare via l’acqua per le coltivazioni intensive il cui prodotto è destinato al commercio estero.
Conseguentemente, per le popolazioni della regione questo significa sacrificare i prodotti locali per impossibilità di coltivare a causa della mancanza di terra e di acqua, ed accontentarsi di ciò che rimane dei prodotti non esportati.

A peggiorare la situazione è senza dubbio la mancata sottoscrizione da parte del governo cileno dell’Accordo di Escazú, firmato da 24 nazioni latinoamericane e caraibiche. Questo trattato sancisce i diritti di accesso all’informazione sull’ambiente, il diritto della popolazione a prender parte al processo decisionale ambientale, quello all’accesso alla giustizia ambientale e il diritto ad un ambiente sano e sostenibile anche per le generazioni future.
L’accordo è entrato in vigore il 22 aprile 2021, in occasione del cosiddetto Earth Day e rappresenta uno degli strumenti di diritto internazionale più attesi in tema ambientale perché, oltre ai diritti di cui sopra, sancisce il diritto alla protezione di cui dovrebbero godere gli attivisti ambientali. Ovviamente la mancata ratifica da parte del Cile, lascia le attiviste di Mujeres Modatima prive di una tutela giuridica importante per il prosieguo delle loro attività, considerate anche le molteplici minacce e gli attacchi fisici ricevuti dalle attiviste. Un episodio particolarmente grave è quello subito da Carolina la quale, dopo aver denunciato El Peñón de Zapallar, impresa agricola che secondo l’attivista continuava ad estrarre acqua per le sue attività sul territorio senza misurarne l’effettivo impatto sull’ambiente e sulla comunità circostanti, ha rischiato di essere investita mentre era con suo figlio dodicenne da un furgone con vetri oscurati e senza targa.

A seguito delle mobilitazioni e delle proteste dell’organizzazione, Amnesty International e Greenpeace si sono attivate per cercare di colmare le mancanze del governo cileno in materia di protezione dei difensori dei diritti umani.
In particolare Amnesty International ha lanciato un appello alla Procuratrice di Valparaíso ed al procuratore aggiunto di La Ligua chiedendo loro di intervenire negli ormai numerosi casi di attacchi, minacce ed intimidazioni di cui sono state vittime Veronica, Lorena, Carolina e le altre donne di Mujeres Modatima. Amnesty ricorda infatti che, nonostante le molteplici denunce alle autorità da parte delle vittime, l'unico effetto da queste sortito è stato quello di avviare indagini frettolose e contraddistinte talvolta da pregiudizi negativi nei confronti delle attiviste vittime.
L’appello di Amnesty si conclude pertanto con la richiesta di avviare in Cile procedure celeri – ma soprattutto efficaci – di protezione dei difensori dei diritti umani, specialmente nei confronti delle donne di Mujeres Modatima.

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Alice Stillone

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