Avrà effetto il giugno dell’anno prossimo, il decreto emanato dal re Salman, attuale sovrano dell’Arabia Saudita, unico paese al mondo in cui vigeva il divieto di guida per le donne.
Come quanto scritto dal New York Times la notizia che le donne potranno finalmente guidare in autonomia, è stata trasmessa in contemporanea da Riad e da un evento che stava prendendo luogo a Washington.
Ci troviamo quindi davanti ad un avvenimento epocale e da tempo tanto atteso, come dimostrano le numero proteste, le campagne di sensibilizzazione di diverse organizzazioni e movimenti già attivi da anni; solo per citarne uno il Women2drive, il cui scopo, incoraggiando gruppi di donne a guidare e fotografandole al volante, consisteva nella denuncia di questa discriminazione perpetrata dal regime.
Numerosi erano stati gli arresti, tra cui quello dell’attivista Loujain al-Hathloul, quando il 30 luglio 2014, stava cercando di varcare il confine degli Emirati Arabi Uniti alla guida di un’auto, dovendo poi scontare la pena per ben 73 giorni di reclusione.
L’Arabia Saudita, monarchia assoluta, fondata sulla Shari’a e basata su un’ interpretazione Wahabista dell’Islam, definita come “ultraconservatrice” , non garantisce tutt’oggi una piena capacità giuridica alle donne, ancora soggette a numerose restrizioni.
Se quindi da un lato, possiamo decantare questa decisione, che sembra un avvio in direzione del progresso, bisogna fare ancora tanto in questo senso, nonostante fossero già state riscontrate avvisaglie, come la possibilità per le donne di poter entrare per la prima volta all’interno del King Fahd Stadium in occasione della Festa nazionale tenutasi pochi giorni addietro.
Dato l’ambizioso programma del giovane re 32enne, il Vision 2030, piano lanciato due anni fa dal governo per creare uno stato indipendente dalle esportazioni di petrolio, avviando così una serie di rivoluzionarie riforme in ambito economico e sociale, si auspica che questo possa essere solo l’inizio di un proficuo percorso verso l’uguaglianza.
Per ora una pietra miliare è stata posta.
Redazione