Il 19 giugno scorso i colombiani hanno cambiato la storia del Paese: per la prima volta è stato eletto un Presidente di sinistra. Gustavo Petro, leader del Pacto Historico, aveva già chiuso in vantaggio il primo turno del 29 maggio al ballottaggio del 29 giugno ha conquistato la carica presidenziale contro l’avversario Rodolfo Hernández. Gustavo Petro ha ottenuto il 50% dei voti, mentre Hernandez si è fermato al 47%. "Non tradiremo l'elettorato che ha gridato alla storia", ha detto Petro in un trionfante discorso di vittoria a Bogotá domenica sera tra un applauso estatico. "Da oggi la Colombia cambia".
Al fianco del neo eletto Presidente spicca la figura di Francia Márquez: la vicepresidente eletta ha alle spalle una storia di attivismo e partecipazione ai movimenti di rivendicazione sociale, soprattutto nei temi dell’ambientalismo e dei diritti per gli ultimi. Márquez, che si è sempre impegnata nel difendere i diritti umani, ha vinto il prestigioso premio ambientale Goldman nel 2018. "Dopo 214 anni abbiamo raggiunto un governo del popolo, un governo popolare, delle persone con le mani callose, un governo del popolo in piedi, dei nessuno della Colombia", ha detto Márquez durante la celebrazione dopo aver appreso la notizia della vittoria.
La vittoria di Petro si inserisce in un quadro generale che pone al centro la sinistra latinoamericana e la sua rinascita: da Boric in Cile, fino a Pedro Castillo in Perù, sembra che l’America Latina stia vivendo una fase di ritrovata fiducia nei governi di sinistra. Il neo-Presidente colombiano viene da una storia profondamente politica: fu infatti un guerrigliero del gruppo armato M-19, un gruppo di guerriglia urbana che fu attivo in Colombia dagli anni ‘70 e portò avanti la sua attività fino al processo di pace nel 1990. Il gruppo aveva come fine quello di lottare contro la disuguaglianza e per questo nel 1985 decise di prendere d'assedio il Palazzo di Giustizia di Bogotá, con l'obiettivo dichiarato di processare l'allora Presidente Belisario Betancur. Il governo inviò i militari e seguì una sanguinosa battaglia in cui morirono quasi 100 persone. Betancur fu il primo in Colombia ad avviare un tentativo di dialogo con i gruppi armati, compresi quelli delle FARC e, appunto, M-19.
Gustavo Petro è entrato a far parte del gruppo quando aveva 18 anni ed è rimasto nell'organizzazione per 10 anni. Ha trascorso più di un anno in prigione a causa del suo coinvolgimento con loro e ha sostenuto di essere stato torturato dalle autorità durante il suo periodo di detenzione. Dopo il suo rilascio, è passato alla politica, servendo come senatore e membro del Congresso, nonché sindaco della capitale della Colombia, Bogotá.
Il programma del neo-Presidente
La vittoria di Petro e della Maquez alle elezioni presidenziali segna un grande passo avanti verso l’allontanamento dall'establishment conservatore che da sempre ha caratterizzato il Paese, e mostra un fortissimo desiderio di cambiamento da parte dei cittadini colombiani, che vivono l’urgenza di trovare soluzioni ai problemi sociali del Paese. Petro ha infatti basato la sua intera campagna elettorale su dei valori necessari per una Nazione dove la metà della popolazione vive sotto la soglia della povertà, come quelli dell’inclusione e della diminuzione delle disuguaglianze.
In cima all'agenda politica ed istituzionale di Petro ci sarà anche il fragile processo di pace del Paese con il movimento di guerriglia di sinistra delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), che è stato firmato nel 2016 e ha formalmente posto fine a cinque decenni di guerra civile che ha ucciso più di 260.000 persone e sfollato più di 7 milioni.
Tale accordo è stato attuato dal governo uscente del presidente Iván Duque, ma non ha mai goduto della stabilità e della forza necessari: le fazioni dissidenti delle FARC che non si sono smobilitate, insieme ad altri gruppi di guerriglia, continuano a vivere nelle zone più rurali della Colombia e a portare avanti attività illecite.
Dopo la firma dell’accordo tra la FARC ed il governo colombiano, l’allora Presidente statunitense Barack Obama decise di mostrare il suo appoggio con un piano di aiuti economici chiamato “Paz Colombia”. Il programma è stato poi rallentato, e l’alleanza tra la Colombia e gli Stati Uniti ha subito delle rotture. Le cose cambiano con le ultime elezioni presidenziali negli USA, quando il Presidente Joe Biden ha firmato un Memorandum dove si considera la Colombia un Major non-NATO ally, ossia un importante alleato fuori dall’accordo NATO. Petro ha però annunciato di voler riconsiderare la questione, poiché pone come obiettivo per il Paese quello di rimanere fuori dalle alleanze militari di ogni tipo.
Durante la campagna elettorale, Petro ha inoltre promesso di aumentare i programmi sociali, ad esempio provvedendo a creare pacchetti di aiuti alle madri single o alle persone disoccupate. Ma le sue proposte non si sono limitate a questo: il leader del Pacto Historico ha infatti proposto di migliorare l’istruzione, così come una riforma del sistema pensionistico e del sistema di sanità pubblica. I fondi pubblici per fornire queste politiche di welfare ai cittadini arriveranno da un aumento delle tasse per le famiglie più facoltose del Paese, insieme ad una lotta contro l’evasione fiscale e un aumento di alcune tariffe sull’import.
Rimane in primo piano anche la lotta al cambiamento climatico, per cui il Presidente e la sua vice si impegnano personalmente da anni: il piano per la Nazione è quello di passare da un tipo di sostentamento economico basato sull’estrattivismo, che quindi si fonda su petrolio e carbone, ad un modello incentrato su altre industrie.
Ma come Boric in Cile, come Castillo in Perù, anche Petro rappresenta un sogno ed una speranza per la sinistra, non solo in America Latina ma in tutto il mondo. Però è stato chiaro come gli outsider di sinistra arrivati al potere con l’idea di costruire un futuro migliore per il Paese abbiano poi vissuto una parabola differente: la luna di miele di questi Presidenti non è durata a lungo, e sia Castillo che Boric hanno grandi problemi a mantenere ciò che hanno promesso al popolo. Gli indici di approvazione di entrambi i leader sono crollati quando ampie fasce della popolazione hanno iniziato a rendersi conto che non erano in grado di mantenere le loro promesse. Per portare avanti le proprie politiche, Petro deve essere in grado di portare dalla sua parte una serie di voti sia dal Congresso che dal Senato, dove la sua coalizione detiene seggi non sufficienti per poter portare avanti un programma politico in autonomia. Il modo in cui risponderà ai problemi del paese, tanto numerosi quanto difficili, verrà a definire la presidenza di Petro e la fiducia nella capacità di governo della sinistra latinoamericana.
Fonti consultate per il presente articolo:
https://www.nytimes.com/2022/0...
https://www.bbc.com/news/world...
Ludovica Costantini
Ludovica Costantini, 25 anni, è laureata nel corso magistrale in Relazioni internazionali e Diplomazia all'Università di Padova, con una tesi sul ruolo delle global value chains nelle economie sudamericane. Dal 2021, scrive per la sezione Framing The World di Mondo Internazionale, con un particolare focus sull'area geografica latinoamericana.
Ludovica Costantini, 25 years old, holds a Master's degree in International relations and diplomacy from the University of Padua, with a thesis about global value chains in latinamerican economies. From 2021, writes for the section "Framing the World" in Mondo Internazionale, with a focus on the latinamerican area.