La legge texana sull’aborto: come viene approvata una norma anticostituzionale

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  Francesco Marchesetti
  24 novembre 2022
  4 minuti, 46 secondi

La decisione della Corte Suprema

Il 1° settembre la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di bloccare una legge dello Stato del Texas che limita in modo sostanziale il diritto di aborto.

La legge, chiamata Senate Bill 8, fa parte delle cosiddette heartbeat bills, “leggi del battito cardiaco”, ovvero quella famiglia di norme che fissano il limite massimo per poter interrompere volontariamente la gravidanza a 6 settimane. Queste leggi si fondano sul fatto che alla settima settimana di gravidanza l’embrione sviluppa una pulsazione, pur non avendo ancora un organo cardiaco. È importante notare come alla sesta settimana di gravidanza molte donne non sappiano ancora di essere incinte, e i dati ci dicono che l’85% degli aborti praticati finora in Texas siano avvenuti dalla settima settimana in poi.

La notizia dell’entrata in vigore della legge ha generato molto clamore nell’opinione pubblica americana, dove l’ordinamento di common law (cioè basato sui precedenti giuridici) riconosce l’interruzione volontaria di gravidanza come un diritto costituzionale, in seguito alla storica sentenza Roe v. Wade del 1973 con la quale è stato di fatto legalizzato l’aborto negli Stati Uniti.

La decisione della Corte Suprema è stata presa a fronte di 5 voti contro 4, con il presidente della Corte John G. Roberts che ha votato a fianco dei tre membri liberal (la composizione attuale della Corte Suprema prevede 6 membri conservatori di orientamento repubblicano contro 3 membri liberal vicini ai democratici).

Il verdetto della Corte Suprema è giunto in modo abbastanza inaspettato, dato che nei cosiddetti red States (gli stati a maggioranza repubblicana) vengono approvate ogni anno moltissime leggi che limitano la possibilità di interrompere la gravidanza; queste leggi vengono poi comunemente annullate dalla Corte Suprema, che le giudica incostituzionali. Il Guttmacher Institute – un’organizzazione di ricerca pro-scelta – riporta che nei primi 140 giorni del 2021 sono state approvate 70 norme restrittive riguardo al diritto di aborto in 15 Stati diversi; di queste, solo il Senate Bill 8 è effettivamente entrato in vigore.


Perché questa legge non è stata bloccata?

Il Senate Bill 8 è stato progettato per essere difficilmente contestabile dalla Corte Suprema. L’iter che porta a bloccare una legge di questo tipo poiché in contrasto con la Costituzione degli Stati Uniti prevede infatti che sia indetta una causa contro i funzionali statali incaricati di far rispettare la norma. Tuttavia, il compito di applicare la legge in questo caso non è affidato a funzionari dello Stato, bensì ai privati cittadini (non necessariamente texani e non necessariamente coinvolti nel caso specifico di aborto), i quali possono far causa a chiunque pratichi o sia coinvolto in un’interruzione di gravidanza successiva alla sesta settimana. La norma non fa differenza fra chi pratica e chi favorisce un aborto vietato, di conseguenza possono finire sul banco degli imputati medici, infermieri, consulenti, persone che hanno pagato per la procedura e persino il tassista che ha accompagnato la donna alla clinica.

Nel testo del Senate Bill 8 è presente anche un incentivo per i querelanti che fanno causa a una persona coinvolta in un’interruzione di gravidanza vietata: in caso di vittoria riceveranno un compenso pari a 10.000 dollari più il pagamento di tutte le spese legali. Questa delega del compito di applicare la legge favorirà la formazione di una rete di “vigilantes” che sarà impossibile citare a giudizio per stabilire l’incostituzionalità della norma, proprio perché potenzialmente comprende ogni cittadino degli Stati Uniti. Questo espediente ha permesso quindi che una legge riconosciuta come incostituzionale (il limite massimo per abortire stabilito dal processo Roe v. Wade è infatti di 24 settimane) possa effettivamente venire applicata.


Le conseguenze della legge

Prima dell’entrata in vigore del Senate Bill 8 in Texas, su una popolazione di 29 milioni di abitanti erano presenti 24 cliniche dove era possibile richiedere l’interruzione di gravidanza, ma molti medici hanno già annunciato che decideranno di non praticare più operazioni abortive per evitare querele.

Il New York Times racconta che le cliniche sono state prese d’assalto nei giorni immediatamente precedenti all’entrata in vigore della legge, con pazienti in fila per ore nella speranza di portare a termine le procedure. I centri specializzati hanno dovuto inoltre cancellare molti appuntamenti, fissati contando sul fatto che la legge sarebbe stata bloccata come è sempre successo.

La Corte Suprema, che ha preso la decisione di non bloccare il Senate Bill 8 nell’ambito di un shadow docket – ovvero una seduta straordinaria che non prevede una discussione orale –, si troverà a partire da ottobre (con l’inizio dell’ultimo termine trimestrale) a decidere se aggiornare o meno la legge derivante da Roe v. Wade, in seguito a una legge che vieta l’aborto dopo 15 settimane emanata dello Stato del Mississippi.

Alla contrarietà dei democratici e del presidente Biden, che in una nota ufficiale ha parlato del Senate Bill 8 come di un provvedimento che “viola palesemente il diritto costituzionale” e che “comprometterà significativamente l’accesso delle donne all’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno”, si aggiunge quella della Corte Suprema del Messico che, in reazione alla legge texana, ha legalizzato l’aborto, illegale fino al 7 settembre scorso nel Paese dall’altra parte del muro.

Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.ilpost.it/2021/09/02/texas-legge-aborto-corte-suprema/

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/il-texas-vieta-laborto-lira-di-biden-31527

https://twitter.com/Guttmacher/status/1395042915886551043

“Answers to Questions About the Texas Abortion Law” di Roni Caryn Rabin su New York Times del 1° settembre 2021

“Supreme Court, Breaking Silence, Won’t Block Texas Abortion Law” di A. Liptak, J. D. Goodman, S. Tavernise su New York Times del 1° settembre 2021

https://www.reuters.com/world/americas/mexico-supreme-court-rules-criminalizing-abortion-is-unconstitutional-2021-09-07/

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L'Autore

Francesco Marchesetti

Studente di Lettere Moderne.
Aspirante giornalista, certo che l'informazione libera debba essere un diritto universale.

Student in Modern Literature.
Aspiring journalist, certain that freedom of information should be a universal right.

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Società

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aborto Società texas Legge