background

La geopolitica dell'India e del Pakistan secondo Henry Kissinger (2)

Parte 2

La regione indiana è una regione caratterizzata da una forte rivalità. Per comprendere meglio gli aspetti di contrasto tra il Pakistan e l'India, analizzando le riflessioni proposte da Henry Kissinger, è necessario ripercorrere la storia della regione, nonché spiegare le caratteristiche morfologiche dell'area.

L’India – con il suo terreno fertile, le sue città opulente e le sue brillanti conquiste intellettuali e tecnologiche – divenne per quasi un millennio un obiettivo di conquista e conversione. Ondate di conquistatori e di avventurieri – turchi, afghani, parti, mongoli – scendevano ogni secolo dall’Asia centrale e sudoccidentale nelle pianure indiane, creando un mosaico di principati minori. Il subcontinente fu così «congiunto al Grande Medio Oriente», con legami di carattere religioso ed etnico e sensibilità strategiche che perdurano tuttora. 

Nel XVI secolo i più abili di questi invasori provenienti dal nordovest, i Moghul, riuscirono ad unificare gran parte del subcontinente sotto un’unica autorità. L’Impero Moghul incarnava le diverse influenze presenti in India: musulmani per la fede, turchi e mongoli per l’appartenenza etnica, persiani per la cultura dell’élite, i Moghul regnavano su una maggioranza indù frammentata dalle identità regionali. 

Disponendosi ad approfittare di un commercio in espansione con il ricco Impero Moghul, le compagnie private britanniche, francesi, olandesi e portoghesi entrarono in competizione tra loro per stabilire basi a terra negli Stati principeschi amichevoli. Il dominio britannico in India fu quello che si sviluppò maggiormente. Una volta stabilita una base territoriale e commerciale britannica nella regione orientale del Bengala, essa si trovò circondata da concorrenti europei e asiatici. La sicurezza dell’India si basava sulla supremazia navale britannica nell’Oceano Indiano su regimi amichevoli, o almeno non minacciosi, in luoghi lontani come Singapore e Aden, e su un regime non ostile al passo Khyber e lungo la catena himalayana. Nel Nord, la Gran Bretagna teneva a bada le incursioni della Russia zarista mediante complesse scorrerie di spie, esploratori e truppe indigene appoggiate da piccoli contingenti di forze britanniche, in quello che fu chiamato il «Grande Gioco» della geostrategia himalayana. Inoltre spingeva a nord, verso il Tibet, i confini dell’India con la Cina: una questione che tornò a proporsi nella guerra tra Cina e India nel 1962.

3953


(Carta di Laura Canali tratta da Limes 1/08 "Vulcano Pakistan")

Come gli americani due secoli prima, gli indiani rivendicarono, nel 1947, la loro indipendenza invocando contro il governo coloniale i concetti di libertà che avevano studiato nelle scuole britanniche. Jawaharlal Nehru, primo ministro di uno Stato di recente indipendenza, sostenne che la base della politica estera indiana sarebbero stati gli interessi nazionali del paese, non i buoni rapporti internazionali in se stessi o la promozione di sistemi interni compatibili. Indira Gandhi, primo ministro dal 1966 al 1977 e dal 1980 al 1984, come Nehru, riuscì a fare della giovane nazione uno degli elementi principali dell’ordine internazionale del secondo dopoguerra.

Quando se ne andarono gli inglesi, il centro non poteva più tenere e iniziò la frammentazione anche se, in realtà, in India non è mai esistito un centro vero e proprio: la regione è sempre stata divisa dalle antiche disparità tra le lingue del Punjab e del Gujarat, dalle montagne e dai deserti, e dall’islam e dall’induismo. Dopo la decisione inglese di ritirarsi del 3 giugno 1947, le zone a maggioranza musulmana che stavano nella valle dell’Indo a ovest del deserto del Thar e nel bacino del Gange formarono il Pakistan occidentale, mentre quelle che si trovavano a est di Calcutta formarono il Pakistan orientale.
Il Pakistan da questa ripartizione ha ereditato il confine più turbolento, la Frontiera nord-occidentale con l’Afghanistan, e ha subito una divisione artificiale in due regioni non contigue che avevano ben poco in comune visto che sono separate da oltre 2000 chilometri. L’unico legame tra le due parti era l’islam. 

Trattati come provvisori dall’una o dall’altra parte, i confini contestati da allora sono sempre stati causa di sporadici atti di violenza a livello di comunità, di scontri militari e di infiltrazioni terroristiche. 

La ragione di fondo per cui l’India rifiutava quella che descriveva come la politica di potenza della guerra fredda era che non vedeva alcun motivo di interesse nazionale nelle dispute in questione. L’India non avrebbe sfidato l’Unione sovietica che distava soltanto qualche centinaio di chilometri e alla quale non voleva dare alcun incentivo a schierarsi con il Pakistan. Né avrebbe rischiato l’ostilità dei musulmani in nome dei conflitti in Medio Oriente. Parimenti, si astenne dal giudizio sull’invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord e sull’opera di sovversione del Vietnam del Sud compiuta dal Vietnam del Nord.

Con la fine della guerra fredda, l’India si liberò di molte pressioni contrastanti e di alcune delle sue influenze socialiste. Si impegnò in una riforma economica, provocata da una crisi della bilancia dei pagamenti nel 1991, e assistita da un programma del Fondo monetario internazionale.

Nonostante i suoi sforzi, l’India venne a trovarsi coinvolta in una guerra con la Cina nel 1962 e in quattro guerre con il Pakistan (una delle quali, nel 1971, fu condotta sotto l’egida di un trattato difensivo appena firmato con i sovietici, e si concluse con la divisione del suo principale avversario in due Stati, il Pakistan e il Bangladesh, il che migliorò notevolmente la posizione strategica globale dell’India. Infatti, nel 1971 il Pakistan orientale si ribellò al predominio del Pakistan occidentale dando vita al Bangladesh. 

In aggiunta alla sua crescente influenza economica e diplomatica, l’India ha considerevolmente incrementato la propria potenza militare, a cominciare dalla sua marina e dalla riserva di armi nucleari. Nell’arco di qualche decennio sorpasserà la Cina come paese più popoloso dell’Asia.

Fonti principali:
- Marshall Tim, (2017), Le 10 mappe che spiegano il mondo, Garzanti. Traduzione a cura di Roberto Merlini. 
- Kissinger Henry, (2017), Ordine Mondiale, Mondadori. Traduzione a cura di Tullio Cannillo.
- Kissinger Henry, (2012), On China, The Penguin Press. 
- Kissinger Henry, (1994), Diplomacy, Simon&Schuster Paperbacks, Rockefeller Center.


Condividi il post

  • L'Autore

    Michele Pavan

    ITA

    Michele Pavan è fondatore di Mondo Internazionale e Membro del Comitato Tecnico e Scientifico del CESMA - Centro di Studi Militari Aeronautici "Giulio Douhet" con focus sulle Military Policy, in particolare con l'utilizzo di tecnologie satellitari e droni.

    Si laurea in Relazioni Internazionali – Diplomazia ed Organizzazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Milano, specializzandosi nella prevenzione delle crisi e analisi di politica estera, in particolare dell'Africa Sub-Sahariana e dell'area MENA - Medio Oriente e Nord Africa. Si è soffermato sullo studio sperimentale dei fattori di prevenzione, distinti in statici e dinamici, che indicano l'evoluzione di un contesto di crisi, determinandone il rischio e le diverse variabili.

    Ha studiato per sei mesi presso l'Associazione Europea di Studi Internazionali - AESI di Roma dove, successivamente, ha ricoperto il ruolo di Direttore per le Relazioni Internazionali e le Attività Nazionali. Ha organizzato e partecipato a diversi incontri in merito alla prevenzione delle crisi presso le sedi delle Nazioni Unite a New York e Ginevra, al Pentagono, al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite e l'Unione Europea, all'Ambasciata degli Stati Uniti d'America in Italia, all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, all'Ambasciata d'Italia presso gli Stati Uniti d'America, al Consolato italiano a St. Pietroburgo, alla Nunziatura Apostolica negli Stati Uniti, presso l'Unione Europea, al CASD, all'Istituto Diplomatico Villa Madama, alla Santa Sede, a Palazzo San Macuto, alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo, al Comando JFC della NATO, all'Università MGIMO, alla Saint Petersburg State University of Economics, all'American University e alla George Washington University.

    I suoi studi, le sue competenze e le conoscenze linguistiche della lingua inglese, spagnola e francese gli permettono di interagire con le diverse culture nei contesti internazionali.

    In qualità di Presidente e Co-Fondatore dell’Associazione Mondo Internazionale, la quale è nata per essere un centro fisico-virtuale interculturale e multidisciplinare di opportunità e conoscenza per i giovani a livello mondiale, operando in ambito di ricerca, formazione e informazione, si occupa di rappresentare l’intera associazione e di coordinare le attività, pianificando ed interagendo con gli Enti e le Istituzioni che collaborano con l’ente.

    ENG

    Michele Pavan is founder of Mondo Internazionale and Member of the Technical and Scientific Committee of CESMA - Center for Military Aeronautical Studies "Giulio Douhet" with focus on Military Policy, in particular with the use of satellite technologies and drones.

    He graduated in International Relations - Diplomacy and International Organizations at the University of Milan, specializing in crisis prevention and analysis of foreign policy, in particular Sub-Saharan Africa and the MENA area - Middle East and North Africa. He focused on the experimental study of prevention factors, distinct in static and dynamic, which indicate the evolution of a crisis context, determining the risk and the different variables.

    He studied for six months at the European Association of International Studies - AESI in Rome where, subsequently, he held the role of Director for International Relations and National Activities. He has organized and participated in several meetings on crisis prevention at the United Nations headquarters in New York and Geneva, the Pentagon, the United States Department of State of America, the Permanent Representation of Italy to the United Nations and the European Union, the Embassy of the United States of America in Italy, the Embassy of Italy to the Holy See, the Embassy of Italy to the United States of America, the Italian Consulate in St. Petersburg, to the Apostolic Nunciature in the United States, to the European Union, to the CASD, to the Diplomatic Institute Villa Madama, the Holy See, Palazzo San Macuto, the European Commission, the European Parliament, NATO JFC Command, MGIMO University, Saint Petersburg State University of Economics, American University and George Washington University.

    His studies, skills and linguistic knowledge of English, Spanish and French allow him to interact with different cultures in international contexts.

    As President and Co-founder of the Mondo Internazionale Association he is responsible for representing the entire association and coordinating activities, planning and interacting with the bodies and institutions collaborating with the Association. Indeed, Mondo Internazionale was born to be a physical-virtual center of intercultural and multidisciplinary opportunities and knowledge for young people worldwide, working in the field of research, training and information.

Categorie

Dal Mondo America del Nord Asia Centrale


Tag

India Pakistan Kissinger Diplomacy Geopolitica

Potrebbero interessarti

Image

Kazakistan e Bitcoin – Parte 2

Davide Bertot
Image

La geopolitica dell'India e del Pakistan secondo Henry Kissinger (2)

Michele Pavan
Image

Framing the World, Numero X

Redazione
Accedi al tuo account di Mondo Internazionale
Password dimenticata? Recuperala qui