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La crisi in Ucraina e il futuro dell'Europa: la posizione dell'Alto Rappresentante dell'Unione Europea

Il Vicepresidente dell’UE, nonché Alto Rappresente dell’Unione, Josep Borrell, ha avuto modo di esprimersi in diverse occasioni sull’aggressione russa dell’Ucraina. L’ultima volta è avvenuto in occasione dell’incontro a Versailles dei Capi di Stato dei Paesi dell’UE il 10 marzo 2022. Tuttavia, è in un post pubblicato sul suo blog nella settimana precedente, che si possono individuare in modo più preciso le intenzioni dell’Unione di fronte a questa nuova aggressione della Russia.

L’aggressione russa dell’Ucraina rappresenta un momento di svolta per l’Europa, che, secondo Borrell, è chiamata definitivamente a rispondere in modo unitario da un punto di vista geopolitico. La crisi in Ucraina rappresenta la prima invasione di uno Stato europeo da parte di un altro Stato europeo dalla fine della Seconda guerra mondiale, riportando alla memoria i fatti che causarono lo scoppio della guerra.

All’interno della sua dichiarazione, Borrell segnala come la pace durata dalla fine del secondo conflitto mondiale abbia dato l’impressione di allentare il sogno di una Europa solida nei suoi ideali, tuttavia, rammenta che in realtà in seno all’Unione si discute da tempo della possibilità di prevedere piani difensivi comuni. È infatti stato approvato dal Parlamento europeo il progetto di un Fondo di difesa europeo (European Defense Fund, EDF) e sono state poi adottate due misure di assistenza a titolo dello Strumento europeo per la pace, al fine di sostenere l’Ucraina. Era previsto già da metà novembre del 2021, inoltre, che l’Unione si dotasse nel mese di marzo 2022 dello “Strategic Compass, avente l’obiettivo di operare in diversi settori strategici per garantire una risposta comune ed efficace sui temi della difesa e della sicurezza dell'Unione.

L’aggressione della Russia, continua Borrell, mostra che “per fare la pace è necessario essere in due, ma per fare la guerra uno è sufficiente”. L’Alto Rappresentante ammette che, considerati gli sviluppi dell’ultimo mese, l’Europa avrebbe fallito nel tentativo di deterrenza nei confronti della Russia. Questo, però, è solamente un elemento da cui prendere spunto per considerare nuovi mezzi per rispondere agli avversari più strenui.

Uno degli altri temi strettamente connessi al conflitto ucraino e alle conseguenti sanzioni rinvia all’energia. Borrell rammenta che in passato aveva già avuto occasione di spiegare a Putin che l’Europa non sarebbe scesa a compromessi sul gas a discapito dei diritti umani. La posizione è stata riconfermata il 10 marzo a Versailles: “Dobbiamo usare meno gas – il clima lo richiede. Per una volta il clima e la geopolitica vanno nella stessa direzione”. Considerato che in Italia la scelta più probabile per compensare la perdita di gas russo sembrerebbe essere l’utilizzo del carbone, almeno nel breve periodo, prevedendo anche la riapertura di alcune centrali chiuse, ci si augura che tale obiettivo posto dall’Alto Rappresentante possa essere effettivamente raggiunto. In ogni caso, la posizione di Borrell sull’utilizzo del gas quale fonte di energia era stata già espressa chiaramente nel suo post del 3 marzo: “Spendiamo 700 milioni di euro al giorno per l’importazione di gas, petrolio e carbone. Ho sentito molti sostenere che dobbiamo ridurre questa dipendenza. In ogni caso, ho sentito fare questo discorso per vent’anni e tale dipendenza è aumentata in questo periodo. […] Ma ora dobbiamo agire. Dobbiamo mettere in pratica quanto abbiamo detto. Dobbiamo aumentare le rinnovabili e sostenere le capacità produttive dell’idrogeno verde”.

Dopo aver plaudito la scelta fatta da 141 Stati nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove hanno sostenuto l’Ucraina e condannato le azioni della Russia, essendo queste chiaramente in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, Borrell ha sottolineato come l’obiettivo principale debba essere la fine delle ostilità, in modo da dare spazio alla diplomazia. Nonostante ciò, ha voluto rimarcare che l’Europa deve diventare un hard power, in un senso meno tradizionale del termine rispetto a quello che vuole un’influenza sugli altri Paesi legato alla supremazia militare. Nell’utilizzo delle sanzioni contro la Russia, sostiene Borrell, l’Europa ha dimostrato di poter influenzare il comportamento di altri Paesi senza muovere un solo missile.

La priorità, tuttavia, resta la più rapida conclusione del conflitto in corso: “In ogni caso, la negoziazione e il dialogo restano al cuore di ciò che è l’Unione Europea. Non abbiamo dichiarato guerra a nessuno e siamo pronti ad utilizzare tutte le nostre risorse diplomatiche per trovare una soluzione negoziata al conflitto. Le sanzioni sono necessarie, inevitabili, ma oltre a questo è necessario trovare delle soluzioni, a cominciare da un cessate il fuoco”.

La situazione in Ucraina è drammatica da ogni punto di vista, avendo costretto la popolazione ad abbandonare il Paese o a imbracciare le armi e avendo causato danni incommensurabili ai territori e alle città coinvolte. Nella speranza che il conflitto possa cessare il prima possibile, l’Alto Commissario ha evidenziato il ruolo centrale dell’Europa nella ricerca di soluzioni.


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  • L'Autore

    Alessandro Micalef

    Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano.

    Ha una propensione per lo studio delle materie umanistiche sin dagli anni del liceo, soprattutto quelle storiche.

    Durante i suoi studi universitari sviluppa un interesse per il Diritto Internazionale ed Europeo, più in particolare per i Diritti dell’Uomo in entrambi i contesti.

    Oggetto della sua tesi di laurea è stato il caso che coinvolge Gambia e Myanmar davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, in cui il Myanmar viene accusato di genocidio ai danni della minoranza etnica Rohingya.

    All’interno di Mondo Internazionale è autore per l’area tematica di Organizzazioni Internazionali.

    Law Graduate from Università degli Studi di Milano.

    He has a propensity for humanistic subjects since high school, especially for historical ones.

    During his academic studies, he develops an interest for International Law and European Law, in particular Human Rights in both contexts.

    His final dissertation was related to the case concerning The Gambia and Myanmar in front of the International Court of Justice, where Myanmar is accused of genocide perpetrated against Rohingya ethnic minority.

    Within Mondo Internazionale he is author in the context of International Organizations.

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Dal Mondo Europa Temi Organizzazioni Internazionali


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Unione Europea ue Ucraina Alto Rappresentante Borrell Russia

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