Sono circa 8.000 i migranti che tra il 18 e il 20 maggio 2021 sono sbarcati a Ceuta, enclave spagnola presente nel nord dell’Africa.
Un numero allarmante che fa emergere la gravità dell’impasse giuridica esistente per gli spostamenti di frontiera tra Unione Europea e Paesi Terzi.
È la prima volta che la Spagna registra un così alto numero di ingressi irregolari nel giro di così poche ore.
Una crisi migratoria che ha visto la maggior parte dei migranti respinti dalle autorità spagnole, migranti non solo marocchini, ma provenienti anche da altri Paesi dell’Africa.
Come dichiarato dal Primo Ministro Spagnolo, Pedro Sanchez, la Spagna ha posto come priorità fin da subito quella di ripristinare l’ordine. Così, il 19 maggio la Spagna ha schierato il proprio esercito a Ceuta rimandando indietro quante più persone possibili. Purtroppo, le operazioni si son attuate anche in mancanza di procedure di identificazione e di valutazione delle situazioni individuali, e quindi in violazione dell’obbligo di “non refoulement” e del divieto di espulsioni collettive.
Persone respinte a parte, i soggetti che sono riusciti a rimanere, oggi vivono in condizioni precarie, in una Ceuta ormai sovraffollata e in preda alla crisi migratoria oltre che sanitaria.
La Dottoranda di PhD in EU Immigration Law, Eleonora Frasca, nell’esaminare a fondo la vicenda, fa notare come, a proposito del contesto, già in passato l’altra enclave spagnola presente in Marocco, Mellila, fosse stata oggetto di una pronuncia della Grande Camera della Corte EDU. Già allora, in occasione di fatti simili, il Governo spagnolo aveva avanzato la giustificazione della designazione di alcune zone di frontiera esenti dall’applicazione delle convenzionali norme in materia di protezione dei diritti umani. La Dottoressa dice: "In altre parole, utilizzando il concetto di “frontiera operativa”, la Spagna sosteneva che queste zone – appositamente delineate per impedire l’ingresso non autorizzato di cittadini stranieri – non rientrassero nella propria giurisdizione".
Nonostante l’argomentazione avanzata dalla Spagna sia stata respinta dalla Corte EDU, espedienti come questi sono spesso usati per i respingimenti. Sembra, difatti, esser ciclica la manifestazione di tensioni tra mediterraneo e Unione Europea. Una manifestazione che, aggirati gli obblighi di tutela dei migranti, vede vittime le persone in prima linea.
I fenomeni migratori sono diventati negli ultimi anni elemento principale delle relazioni tra l’Unione Europea e gli altri Paesi.
Essenziale è comprendere però che, in merito al caso specifico preso in esame, l’arrivo di massa a Ceuta è stato un evento causato da precedenti tensioni tra Marocco e Spagna in relazione alla questione del Sahara Occidentale. Quest’ultima rappresenta un elemento di vitale importanza per il Marocco che vive la contesa del territorio con il Fronte Polisario.
A proposito di ciò, la Spagna parrebbe aver offerto, in segreto e nel proprio territorio, cure mediche al leader del Fronte, Brahim Ghali (secondo la Spagna gravemente affetto da Covid-19). Ed è proprio in questo gesto che è insito l’innesco della tensione tra Marocco e Spagna.
Il Ministro del Marocco per i Diritti Umani ha accusato la Spagna di non aver rispettato il principio di 'buon vicinato', e di aver "preferito i rapporti con il Polisario e il suo mentore, l’Algeria" a quelli con il Marocco. Tali affermazioni riportate da Il Sole 24 Ore, sono seguite anche da un interrogativo che sorge spontaneo: perché la Spagna non ha informato il Marocco della presenza di Ghali nel proprio territorio?
Le ragioni che sembra abbiano causato l’irrigidimento dei rapporti sono confermate anche dall’Ambasciatrice del Marocco presente a Madrid, Karima Benyaich. "Acogiendo y protegiendo a este criminal y verdugo poniendo como pretexto las razones humanitarias y ofendiendo así a la dignidad del pueblo marroquí", la Spagna avrebbe quindi provocato una risposta unilaterale da parte del Governo marocchino.
La Ministra degli Affari Esteri della Spagna ha confermato come quello che è successo a Ceuta (e quindi la cessata collaborazione delle autorità marocchine) sia la risposta del Marocco al gesto di accoglienza di Ghali.
Questo soggetto, Brahim Ghali, è ad oggi denunciato da numerose persone per la violazione di diritti umani e crimini come terrorismo, torture, stupro, sequestro di persone, e sparizioni forzate.
Si tratta di crimini che il leader del Fronte Polisario avrebbe condotto in passato su civili spagnoli e saharawi.
La storia che vede conteso il Sahara Occidentale è molto complessa, e ad oggi il Governo del Marocco rivendica la propria sovranità sul territorio. Nel mentre, il Fronte Polisario, con governo in esilio in Algeria, si batte per un referendum dove si possa ottenere l’autodeterminazione.
Mentre il Marocco detiene circa l’80% del territorio desertico, il Fronte controlla una striscia ad est e organizza campi profughi nella base in Algeria, esattamente a Tindouf.
Il cessate il fuoco del 1991, promosso dalla Missione delle Nazioni Unite MINURSO, vede l’adesione delle parti, ma alcuni recenti eventi minacciosi hanno fatto riaccendere le tensioni. Risalgono a pochi mesi fa, a fine 2020, episodi provocatori da parte del Fronte Polisario e l’intervento del Governo del Marocco nell’area di Guerguerat, presente nell’estremo Sud Ovest della parte occidentale del Sahara, per ristabilire la libera circolazione di merci e persone.
Tornando alla questione Marocco - Spagna, i due Paesi hanno sempre visto una collaborazione nei controlli di frontiera con le istituzioni di sicurezza del Marocco, tra cui la Direzione Generale della Sorveglianza Territoriale - DGST, la Direzione Generale della Sicurezza Nazionale - DGSN, e la Marina reale, che costantemente combattono la migrazione irregolare e altre attività criminali.
Tuttavia, come spiegato precedentemente, pare che l’accoglienza del leader del Fronte Polisario abbia visto da parte del Marocco un venir meno dei controlli di frontiera.
A schierarsi con la Spagna vi è tutta l’Unione Europea. Gli equilibri dei Paesi membri dell’UE, difatti, si sono visti fortificati da diverse dichiarazioni di solidarietà e unione. La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, a tal proposito ha dichiarato: "We need common EU solutions to migration management. This can be achieved with agreement on the New Pact on Migration. Stronger partnerships based on mutual trust and joint commitments with key partners like Morocco are crucia."
Anche il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha sostenuto che: "cooperation, trust and shared commitments should be the principles of a strong relation between the European Union and Morocco." Con queste affermazioni si è voluto sottolineare come le frontiere spagnole siano appartenenti all’Unione Europea, e come l’intero gruppo sia a favore della cooperazione tra UE (Spagna compresa) e Marocco.
Per quel che concerne gli impegni nella prevenzione e nel contrasto all’immigrazione delle persone verso l’Unione Europea, bisogna ben tenere a mente che nonostante il Marocco sia impegnato a prevenire gli arrivi irregolari dei migranti nell’UE, come sostiene la Dott.ssa Eleonora Frasca, risulta che "nessun accordo di diritto internazionale di questo tipo sia stato stipulato, formalmente, tra Unione Europea e Marocco, neanche in forma controversa".
Per quanto concerne Spagna e Marocco, i due Paesi cooperano grazie ad accordi vincolanti e non. Pertanto, come sostiene Frasca: "Gli impegni presi informalmente dall’Unione con il Marocco si rifanno a quelli presi, formalmente e informalmente, dalla Spagna, attraverso l’azione indiretta (o mediata) dell’Unione attraverso gli Stati membri".
In conclusione, quanto accaduto ai confini di Ceuta dimostra come gli impegni presi da Paesi terzi siano non proprio vincolanti. Ciò mette in evidenza il paradosso che vede l’assenza di impegni formali e reali ritorcersi contro l’Unione stessa.
Questa stessa mancanza di formalizzazione può causare la violazione dei diritti fondamentali delle persone migranti, oltre che la violazione del diritto. Non demordendo, si continua a sperare che la cooperazione dell’Unione Europea, e dei Paesi ad essa appartenenti, avvenga nel "pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana".
Fonti consultate:
https://unsplash.com/photos/wB...
- Crisi migranti, la Spagna blinda i confini con il Marocco: esercito a Ceuta.
Il Sole 24 ore
https://www.ilsole24ore.com/ar...
- Crisi migratoria tra Spagna e Marocco: la situazione a Ceuta.
Sicurezza Internazionale. LUISS
https://sicurezzainternazional...
- La embajadora de Marruecos señala que si Gali sale de España "con opacidad" se agravarà el conflicto diplomático.
EL PAìS
https://elpais.com/espana/2021...
- QUANDO LA PREVENZIONE DELL’IMMIGRAZIONE SI ARRESTA: L’INCERTA NATURA E LA DEBOLE TENUTA DEGLI IMPEGNI TRA MAROCCO E UNIONE EUROPEA.
Eleonora Frasca. Diritto dell'Unione Europea. Diritto Internazionale Pubblico. SIDIBlog
Sofia Abourachid
Dottoressa in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Diritti Umani con Laurea acquisita presso l’Università degli Studi di Padova.
Dottoressa Magistrale in Relazioni Internazionali curriculum di Diplomazia e Organizzazioni Internazionali con Laurea acquisita presso l’Università degli Studi di Milano.
Appassionata di diritti umani e di tutto ciò che concerne il sociale, tra cui tematiche di uguaglianze di genere, minori, donne, immigrati e terzo settore. Altrettanto appassionata di storia e di politica internazionale, così come di formazione, comunicazione, e percorsi di motivazione.
Con la sua storia, le origini arabe, e skills personali, in Mondo Internazionale ha ricoperto la carica di Project Manager per il progetto TrattaMI Bene; oggi, oltre ad essere Editor, ricopre il ruolo di Chief Editor dell'area Diritti Umani.
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Graduated in Political Science, International Relations and Human Rights with a Degree from the University of Padua.
Master's Degree in International Relations, Diplomacy and International Organizations curriculum with a Degree from the University of Milan.
She is interested in human rights and everything related to social issues, including gender equality, minors, women, immigrants and the third sector. She is equally passionate about history and international politics, as well as training, communication, motivation and personal growth.
With her personal history, her arab origins, and personal skills, in Mondo Internazionale she held the role of Project Manager for the TrattaMI Bene project; today, in addition to being Editor, she also holds the role of Chief Editor of the Human Rights area.