La Corte europea dei diritti dell’uomo frena l’accordo tra Regno Unito e Ruanda

  Articoli (Articles)
  Giorgio Giardino
  23 giugno 2022
  3 minuti, 58 secondi

Il piano del governo conservatore inglese per la gestione dei richiedenti asilo trova un primo scoglio nella Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che il 14 giugno, emettendo una misura di urgenza, ha bloccato il trasferimento di alcuni migranti dall’Inghilterra al Ruanda, come previsto dal controverso accordo concluso ad aprile fra i due Paesi. In particolare la Corte si è espressa in merito alla ricollocazione di un migrante iracheno, che qualora fosse stato trasferito nel Paese africano, avrebbe potuto correre il rischio di subire trattamenti contrari a quelli previsti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Il piano inglese ed i suoi aspetti controversi

L’aumento di tentativi di ingresso irregolare sul suolo britannico registrato nel 2021 era da tempo motivo di allarme per il governo di Johnson, quando il 14 aprile scorso si è arrivati alla firma di un accordo con il governo del Ruanda. La soluzione trovata prevede il pagamento da parte di Londra di circa 120 milioni di sterline per la ricollocazione nel Paese africano di tutti i richiedenti asilo entrati illegalmente. L’accordo, noto come Migration and Economic Development Partnership, stabilisce inoltre che anche qualora fosse accettata la richiesta d’asilo, il migrante dovrebbe comunque rimanere in Ruanda. Se poi la domanda venisse rifiutata sarebbe il governo ruandese a decidere se ricollocare il soggetto o permettergli di rimanere nel Paese.

Già a partire dalla firma dell’accordo, definito dalla ministra degli interni inglese Priti Patel come una “soluzione nuova e innovativa”, non sono mancate le critiche, sia da parte della società civile e dell’opposizione britannica che da organizzazioni internazionali. In particolare l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) si è mostrata estremamente contraria, evidenziando come questo genere di misure siano “contrarie alla lettera ed allo spirito della Convenzione sui rifugiati”, come dichiarato dall’assistente dell’Alto Commissario dell’UNHCR per la Protezione Gillian Triggs. Contro la nuova politica migratoria si è espressa anche la Chiesa di Inghilterra con una lettera pubblicata sul Times, secondo cui la ricollocazione dei richiedenti asilo in Ruanda sarebbe “una politica immorale che fa vergognare la Gran Bretagna”.

L’altro elemento critico evidenziato è quello riguardante le condizioni a cui sarebbero sottoposti i richiedenti asilo in Ruanda, un paese governato da un regime dittatoriale che non assicura la tutela dei diritti fondamentali. Nonostante il Regno Unito consideri il Ruanda un paese sicuro, diverse testimonianze mettono in luce le continue violazioni perpetrate dalle autorità statali: detenzioni arbitrarie, repressione della libertà di espressione, torture e abusi nei confronti di persone omosessuali e transgender. In una lettera aperta dell’11 giugno indirizzata alla ministra Patel, la direttrice di Humans Rights Watch Uk Jasmine Ahmed ha evidenziato questo aspetto, sottolineando i rischi che i migranti correrebbero una volta giunti nel Paese africano.

Lo stop della Corte europea dei diritti dell’uomo

Nonostante tutti i dubbi rispetto alla legalità del progetto, il 14 giugno sembrava tutto pronto per il primo volo che avrebbe dovuto portare sette richiedenti asilo in Ruanda. Pochi giorni prima l’Alta corte britannica aveva negato la sospensione del provvedimento richiesta dai legali dei migranti e dalle associazioni per i diritti umani, ritenendo però necessario giudicare in maniera più dettagliata l’accordo con una decisione attesa per il prossimo mese. Poco prima del decollo è però arrivata la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha bloccato la ricollocazione. A giocare un peso rilevante nella scelta della Corte vi sono state le criticità evidenziate da parte dell’Alto Commissario Onu per i Rifugiati, ovvero la definizione del Ruanda quale paese terzo sicuro ed i seri rischi che i migranti potrebbero correre nel paese africano.

Commentando la decisione della Corte la ministra Patel ha comunque fatto sapere che il governo continuerà a “fare la cosa giusta e a realizzare i piani per il controllo delle frontiere della nazione”, affermando che è già in corso la preparazione per il prossimo volo. Anche il governo ruandese ha sottolineato la volontà di voler continuare a rispettare l’accordo, aprendo alle future ricollocazioni di richiedenti asilo.

L’approccio britannico alle migrazioni, reso esplicito da questo tentativo di esternalizzare la gestione delle domande dei richiedenti asilo, evidenzia ulteriormente una tendenza abbastanza diffusa alla negazione di questo complesso fenomeno sociale piuttosto che alla gestione dello stesso. Se da un lato può sembrare la risposta più semplice dall’altro è evidente che essa non è adeguata ad una domanda estremamente complessa, come quella posta dalle migrazioni internazionali.

Fonti consultate per la stesura dell'articolo:

https://www.ilpost.it/2022/06/15/migranti-richiedenti-asilo-ruanda-regno-unito/

https://www.theguardian.com/uk-news/2022/jun/14/european-court-humam-right-makes-11th-hour-intervention-in-rwanda-asylum-seeker-plan

https://www.theguardian.com/uk-news/2022/jun/10/uk-deportation-flight-rwanda-can-go-ahead-high-court-judge-rules

https://it.euronews.com/2022/05/20/accordo-regno-unito-ruanda-su-richiedenti-asilo-la-ministra-patel-una-soluzione-innovativa

https://hudoc.echr.coe.int/eng-press#{%22itemid%22:[%22003-7359967-10054452%22]}

https://www.thetimes.co.uk/article/immoral-rwanda-policy-shames-britain-say-archbishops-bg55d7gm0

https://www.hrw.org/news/2022/06/11/public-letter-uk-home-secretary-expulsions-rwanda

Fonte immagine: https://unsplash.com/photos/spFYbCSF-Ec

"Copyright © 2022 - Mondo Internazionale APS - Tutti i diritti riservati"

Condividi il post

L'Autore

Giorgio Giardino

Giorgio Giardino, classe 1998, ha di recente conseguito la laurea magistrale in Politiche europee ed internazionali presso l'Università cattolica del Sacro Cuore discutendo un tesi dal titolo "La libertà di espressione nel mondo online: stato dell'arte e prospettive". Da sempre interessato a tematiche riguardanti i diritti fondamentali e le relazioni internazionali, ricopre all'interno di MI la carica di caporedattore per la sezione Diritti Umani.

Giorgio Giardino, class 1998, recently obtained a master's degree in European and international policies at Università Cattolica del Sacro Cuore with a thesis entitled "Freedom of expression in the online world: state of the art and perspectives". Always interested in issues concerning fundamental rights and international relations, he holds the position of Editor-in-Chief of the Human Rights team.

Categorie

Diritti Umani

Tag

Diritti umani Migrazioni Migranti Ruanda Regno Unito CorteEdu asilo