Inquinamento dell’aria, un problema che attanaglia soprattutto il continente asiatico

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  Lorena Radici
  10 dicembre 2021
  4 minuti, 2 secondi

Negli ultimi giorni, la capitale indiana Nuova Delhi è interessata da livelli di inquinamento atmosferico senza precedenti. Anche il Pakistan, e in particolare la città di Lahore, sta vivendo delle settimane di difficoltà a causa dell’inquinamento dell’aria.

Ma che cos’è esattamente l’inquinamento dell’aria o inquinamento atmosferico?

L’inquinamento atmosferico può essere definito come la presenza nell’atmosfera terrestre di agenti fisici, chimici e inquinanti biologici che modificano le caratteristiche atmosferiche naturali, causando danni agli esseri viventi e all’ambiente. Nella lista dei principali inquinanti dell’atmosfera troviamo l’ossido di azoto, l’ozono, i radicali liberi, il piombo e altri metalli pesanti, il particolato e gli ossidi del carbonio.

Le principali fonti di inquinamento dell’aria sono le attività industriali, gli impianti per la produzione di energia, gli impianti di riscaldamento e il traffico; si tratta, quindi, di cause perlopiù antropiche. Inoltre, la maggior parte dell’inquinamento atmosferico sarebbe prodotto dalla lavorazione e dall’uso dei combustibili fossili.

Queste sostanze inquinanti hanno un impatto sostanziale non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute dell’uomo. Per quanto riguarda la salute umana, l’inquinamento dell’aria comporta alte concentrazioni di agenti che vanno a interferire con l’attività polmonare. Questo può portare a un aumento di malattie respiratorie - come bronchiti ed asma - o alla formazione di cancro polmonare e leucemie.

L’inquinamento atmosferico si manifesta in modo sempre più acuto in Paesi come l’India e il Pakistan e alcune città stanno prendendo delle misure per combatterlo. In Pakistan, a Lahore, ci sarà - almeno fino a gennaio - la settimana corta, con uffici, scuole e negozi che resteranno chiusi il lunedì. Anche Nuova Delhi ha preso misure simili per quanto riguarda le scuole. Inoltre, la qualità dell’aria è in costante peggioramento, con l’incidenza di malattie respiratorie in crescita tra la popolazione, e per questo motivo anche i servizi essenziali sono a rischio.

Lahore è nella top ten delle città più inquinate nel mondo e, nelle ultime settimane, è stata persino in testa: i livelli di particolato fine sono circa 40 volte quelli fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Le istituzioni locali, negli anni scorsi, non hanno intrapreso azioni efficaci e hanno considerato i timori sull’inquinamento come una cospirazione nei confronti della politica. Tuttavia, numerosi studi dimostrano come l’attività industriale incontrollata, il traffico, i roghi stagionali di sterpaglie e le condizioni metereologiche poco favorevoli alla circolazione dell’aria siano tra le cause principali di questi elevati livelli di inquinamento nella zona. Le istituzioni locali, per cercare di ridurre le emissioni, non ha solamente deciso di accorciare la settimana feriale: alle aziende del settore privato è stato ordinato di lavorare con il 50% dei dipendenti in presenza e di incentivare lo smart working, in modo da ridurre la circolazione di persone.

Nuova Delhi si alterna con la città pakistana in testa alla classifica mondiale per la peggior qualità dell’aria. Per questo motivo, a novembre, scuole e collegi sono rimasti chiusi per 15 giorni, in un lockdown dell’istruzione per motivi ambientali. Nonostante le istituzioni locali, a inizio dicembre, abbiano ordinato la riapertura delle scuole, la Corte Suprema indiana ha bloccato tutto. Inoltre, dato il costante peggioramento dei livelli di inquinamento della città, la municipalità ha deciso di intraprendere alcune misure, tra le quali l’acquisto di bus elettrici, il divieto di circolazione in città per i veicoli a diesel e lo stop alle costruzioni. Nei giorni scorsi sono state chiuse anche cinque centrali elettriche a carbone situate nella periferia urbana.

La situazione di Lahore e Nuova Delhi non rappresenta l’eccezione; al contrario, questo problema riguarda tutta l’area dell’Asia meridionale. Secondo la Global Alliance on Health and Pollution, sono almeno 128mila i pakistani che ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento. L’aspettativa di vita media di una persona pakistana si è ridotta di due anni proprio a causa della pessima qualità dell’aria. In India invece - secondo la rivista The Lancet - 1,67 milioni di morti nel 2019 sono stati causati dall’inquinamento. Si stima inoltre che quindici delle venti città con la peggior qualità dell’aria del mondo si trovino nel Paese.

Nonostante ci siano dei tentativi di miglioramento - il primo ministro pakistano Imran Khan, per esempio, ha annunciato che entro il 2030 il Paese aumenterà del 30% le fonti rinnovabili nel proprio mix energetico - è chiaro che la situazione è ancora decisamente critica. L’ottenimento da parte dell’India, insieme alla Cina, della sostituzione della parola “abbandono” delle fonti fossili con il termine “riduzione” durante la Cop26 di Glasgow, inoltre, non fa ben sperare.

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Lorena Radici

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