Impairment Cognitivo: di cosa si tratta?

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  Redazione
  25 gennaio 2019
  2 minuti, 21 secondi

Nello scorso articolo abbiamo sottolineato come l’utilizzo della Realtà Virtuale possa portare ad ottenere enormi risultati in campo medico, specialmente nel settore di quei soggetti che sono afflitti da impairment cognitivo.

Nell’articolo di oggi ci soffermeremo in particolar modo su questa particolare categoria di malattia che purtroppo è molto diffusa nella nostra società.


Credenza diffusa è che con il passare degli anni sia normale andare incontro a una progressiva perdita delle capacità cognitive; eventi come perdita della memoria vengono infatti comunemente associati alla demenza senile.

Bisogna però fare attenzione: la demenza infatti comporta sì un graduale declino delle facoltà mentali, ma si tratta comunque di un invecchiamento “sano”, che non conduce ad un esagerata perdita delle funzioni cognitive.

Le persone afflitte da Mild Cognitive Impairment vanno a formare una categoria a sé stante, collocandosi sostanzialmente in una posizione intermedia tra coloro che invecchiano senza accusare problemi di demenza senile e coloro che invece ne rimangono colpiti.

Il Decadimento Cognitivo Lieve comporta una sfumata difficoltà in uno o più domini cognitivi, quali ad esempio, memoria, attenzione o linguaggio, riscontrata attraverso test neuropsicologici, tale però da non compromette le normali e quotidiane attività di una persona.

Si tratta peraltro di un fenomeno tutt’altro che unitario e possiamo identificarne infatti quattro categorie in cui esso si può presentare:

  • MCI Amnesico Monodominio: è solamente la memoria ad essere compromessa
  • MCI Amnesico Multidominio: oltre alla memoria vengono compromesse anche altre funzioni cognitive
  • MCI Non Amnesico Monodominio: è compromesso un unico ambito cognitivo senza che però la memoria venga intaccata
  • MCI Non Amnesico Multidominio: sono compromessi più ambiti cognitivi ma la memoria ne rimane esclusa

La prima categoria è certamente quella più rara, ma anche quella più pericolosa e quella per cui bisogna prestare maggiore attenzione; sono stati svolti infatti numerosi studi che hanno dimostrato come un 10/15% di soggetti afflitti da questa particolare tipologia di MCI tendono a progredire verso una probabile malattia di Alzheimer.

È per questa ragione che è di particolare importanza riuscire a trovare un modo per “recuperare” per tempo questi soggetti, cercando di ridurre al minimo i possibili danni che tale malattia potrebbe causargli.

In questo ambito sta assumendo sempre maggior importanza la VR come possibile ausilio e modalità di recupero e aiuto verso coloro che soffrono di queste patologie.

Per scoprire quali sono le possibili modalità di applicazione della Virtual Reality in queste particolari patologie non perderti l’articolo della prossima settimana nel quale affronteremo tale questione in maniera maggiormente dettagliata.

A cura di Matteo Bergamini

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Salute e Benessere

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