A fine marzo, il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha annunciato la pubblicazione del suo Report annuale dell’alleanza per l’anno 2021. Il documento descrive le diversificate attività operative svolte e i risultati raggiunti nell’anno trascorso (come capacità sviluppate, esercitazioni, missioni militari internazionali, ecc.). Inoltre, illustra le azioni messe in atto per la promozione della pace, della sicurezza e degli interessi dei suoi partner, delinea quali sono le nascenti minacce e gli sforzi fatti per l’adattamento delle forze armate ed evidenzia i passi futuri per conformare la strategia dell’Alleanza alla luce delle nuove e mutevoli minacce per la sicurezza.
La sua promulgazione è avvenuta in un momento storico di grande complessità. Nella prefazione, Stoltenberg ha denunciato apertamente il Presidente russo, Vladimir Putin, per le “atrocità” commesse in Ucraina, assurgendo ad una “guerra personale di Putin”. Ha inoltre annunciato che la NATO ha incrementato le sue capacità di deterrenza. Egli si è posto in maniera critica anche in merito alla Cina, definendola come una delle “potenze autoritarie che contestano apertamente i principi fondamentali per la nostra sicurezza, e che cercano di riscrivere l'intero ordine internazionale da cui dipendono la nostra pace e prosperità”[1].
Il presente focus verterà e analizzerà approfonditamente le parti più significative e innovative del documento, di cui si è fatto sintetico riferimento nelle righe precedenti.
DIFESA, DETERRENZA E AMMODERNAMENTO
In chiave deterrenza e difesa, il 2021 ha visto un costante aumento del dispiegamento di gruppi di battaglia combat-ready (racchiusi nella NATO Forward Presence), che, anche in risposta all’aumento delle attività militari russe, hanno condotto 15 esercitazioni svoltesi tra paesi Baltici, Polonia, Romania e Bulgaria. Al fine di rafforzare ulteriormente la sua presenza nella parte orientale dell'Alleanza, la NATO ha istituito la Response Force Network: una struttura permanente di governo e gestione della rete che sostiene la Forza di Risposta, composta da 40.000 uomini e pronta a schierarsi in uno scenario di difesa accanto alla Task Force, ad altissima prontezza (Very High Readiness Joint Task Force), costituita da 5.000 truppe. La deterrenza spaziale catalizza un nuovo interesse, poiché rappresenta uno dei principali ambienti che dev’essere tutelato, protetto e reso universalmente accessibile. In tal senso, l’obiettivo da raggiungere è l’impiego dello spazio come dominio operativo; in virtù di ciò, è stato annunciato il piano per lo sviluppo di un sistema di consapevolezza strategica dello spazio (Awareness System), che avrà sede presso il quartier generale della NATO a Bruxelles.
L’organizzazione ha poi stabilito una tabella di marcia per nuovi studi e l’attuazione della policy del dominio operativo NATO nello spazio, attesa per i prossimi anni. Inoltre, per la prima volta nel 2021, sono state integrate in varie esercitazioni militari diverse attività operative spaziali (come ad esempio Steadfast Jupiter). In materia di cyber-security - definita una “minaccia in evoluzione” - l’Alleanza ha implementato la Comprehensive Cyber Defense Policy, ossia delle linee guida per la definizione dell’approccio di difesa e resilienza della Coalizione contro attacchi cyber. Infine, la deterrenza e la risposta aerea nei cieli alleati attraverso il rafforzamento di Safe Skies saranno oggetto di un ulteriore sviluppo: la missione di air policing NATO. Inoltre, le misure difensive del Sistema di Difesa Aerea e Missilistica hanno subito un nuovo incremento, mediante molteplici esercitazioni multi-forze, a cui si aggiunge l’impiego di nuovi sensori e sistemi di C2 (Command and Control).
Per quanto concerne l’ammodernamento e l’adattamento delle forze militari, sono stati raggiunti rilevanti traguardi. Menzioniamo il Joint Force Command di Norfolk (il nuovo comando adibito alle attività di protezione delle rotte marittime atlantiche) e il Joint Support and Enabling Command di Ulm (destinato al supporto per lo spostamento di uomini e materiali verso l’Europa), che hanno raggiunto la piena capacità operativa. Il 2021 ha anche visto il lancio di 5 nuovi progetti ad “Alta Visibilità”, quali il piano Surface Based Air and Missile Defence Command and Control Layer, per lo sviluppo di un sistema di gestione della difesa aerea al fine di ridurre il numero di sistemi attualmente in uso. Un altro obiettivo pervenuto è il raggiungimento della capacità operativa del Allied Ground Surveillance: un programma che comprende l’impiego di 375 operatori e 5 velivoli a pilota remoto per le missioni “ISR” (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance), ad uso esclusivo NATO.
Il 2021 ha visto quindi grandi innovazioni, sia in ambito navale che sulla terraferma; sono stati testati nuovi sistemi robotici autonomi funzionali alla ricerca di sottomarini e nuove procedure operative, così da potenziare l’interoperabilità dei soldati. L’implementazione di strategie per le nuove tecnologie è un altro punto che gode di cospicua rilevanza. Ad esempio, ad ottobre è stata ratificata la prima strategia sull'intelligenza artificiale, attraverso la canonizzazione di principi etici e tecnici per lo sviluppo e il conseguente impiego responsabile in merito alla Sicurezza e Difesa.
In ultima istanza, l’introduzione dei cambiamenti climatici come nuova minaccia per la sicurezza costituisce un’attesa novità. Durante il Summit NATO di Bruxelles, giugno 2020, i governi alleati hanno approvato il Climate Change and Security Action Plan; un piano d’azione per lo studio annuale dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza e strategia dell’alleanza.
OPERAZIONI A GUIDA NATO
Le missioni internazionali stanno portando a concreti ed apprezzabili risultati. Scopo prioritario in questo senso è la lotta contro il terrorismo. Con la conclusione della missione in Afghanistan Resolute Support (aprile 2021) e il suo abbandono, il Paese è stato vittima di attacchi terroristici ad opera dei Talebani che hanno trovato un Paese senza difese e internamente instabile. La conseguente caduta del governo afghano e il ritorno al potere del gruppo terroristico hanno portato all’Operazione Solace (agosto); un meccanismo di dispiegamento rapido di forze aeree per evacuare più di 120.000 civili, tramite il coordinamento di aerei da trasporto tattico. A dicembre, i Ministri della Difesa NATO si sono riuniti per fare un bilancio sull’efficienza (o sulla sua assenza) nella gestione della crisi in Afghanistan.
In Iraq, l’Alleanza svolge funzione di consulente e training per le forze irachene. Nel febbraio 2021, i Ministri della Difesa hanno votato favorevolmente l’espansione della missione in Iraq, a seguito di una richiesta del governo iracheno, portando a 500 il numero del personale effettivo (civile e militare) sul campo.
L’ultimo punto in analisi vede come protagonista il Mediterraneo. Le sue acque sono teatro di una missione che vede la partecipazione di diverse marine militari; l’Operazione Sea Guardian: una successione di operazioni adibite alla raccolta di informazioni per l’identificazione di attività marine potenzialmente pericolose per la sicurezza dei mari alleati.
COOPERAZIONE E PARTNERSHIP
Interconnessa al sistema di difesa e sicurezza dei membri, la NATO dispone di una fitta rete di “missioni” di partnerships con altri stati non-membri. Al 2021, presso Bruxelles se ne contano 18. La Russia ha deciso sia di sospendere la propria sia di richiedere l’interruzione della missione NATO di Military Liaison a Mosca.
I paesi-partners, in base al loro status, possono tessere nuovi accordi relativamente a progetti, esercitazioni congiunte, implementazione di policies e raggiungimento di obiettivi comuni. Nel 2021, è stato assegnato lo status di “migliori opportunità” a 6 paesi non-membri (Austria, Finlandia, Georgia, Giordania, Svezia e Ucraina), che permetterà loro una via preferenziale di accesso ad accordi più vantaggiosi di cooperazione tra le parti. Degne di menzione sono le partnerships con Ucraina, Svezia e Finlandia attraverso il meccanismo di cooperazione Euro-Atlantic Partnership Council and the Partnership for Peace.
La cooperazione con l’Ucraina ha avuto un significativo aumento nel 2021, soprattutto come risposta alle crescenti tensioni militari russe lungo i suoi confini, conflitto che la NATO e i Paesi membri dell’UE non possono ignorare. L’Alleanza ha redatto 16 programmi di assistenza pratica (consulenza, addestramento, leadership e public diplomacy) specifiche per l’Ucraina, nell'ambito del “Pacchetto di assistenza globale”. Nel settembre 2021, si è inoltre tenuta una delle più importanti esercitazioni (Coherent Resilience 20) congiunte nella storia del Paese avente come partner l’organizzazione ed altri, atta a migliorare le sue capacità di resilienza contro attacchi “ibridi”.
Al contrario, le partnerships con Svezia e Finlandia registrano un significativo approfondimento politico-istituzionale. Tra febbraio e dicembre 2021, i Ministri della Difesa dei sopramenzionati paesi hanno preso parte a numerose conferenze con i loro omologhi partner NATO. Inoltre, ad ottobre il Consiglio del Nord Atlantico ha fatto visita, per la prima volta nella sua storia, alle principali cariche istituzionali scandinave. Considerando il legame così profondo con l’organizzazione e le crescenti tensioni con la Russia, non sorprende che in questi giorni stiano per discutere il loro potenziale ingresso alla NATO[2].
NATO 2030 AGENDA E 2022 STRATEGIC CONCEPT
Un’altra rilevante tematica affrontata dal documento è il progetto innovativo lanciato dal Segretario Generale: NATO Agenda 2030 (gennaio 2020), il cui scopo è quello di delineare le future sfide e priorità dell’organizzazione, assicurare che le capacità operative e di risposta delle forze alleate siano mantenute alla luce delle nuove crescenti sfide globali. Per raggiungerlo, Stoltenberg ha compilato una lista di proposte. Un esempio? Ridefinire lo Strategic Concept
dell’organizzazione, in vista delle nuove sfide globali, quali il cambiamento dell’equilibrio geopolitico da parte della Cina, oppure il fenomeno dei cambiamenti climatici, o anche la crescente minaccia derivante da attacchi “ibridi”[3].
Francesco Ancona
Francesco Ancona nasce a Milano il 2 Dicembre 1996. Nel 2018 ha conseguito la laurea triennale presso l'Università degli Studi di Milano in Scienze Internazionali e Istituzioni Europee con focus sulle organizzazioni internazionali. Nel marzo 2021, ha conseguito la laurea magistrale in Relazioni Internazionali, con curriculum in "International Politics and Regional Dynamics" sempre presso l'Università degli Studi di Milano. Parla fluentemente la lingua inglese, conosce in maniera approfondita il francese e il tedesco, e ha frequentato un corso di russo in università.
Da sempre appassionato di storia militare, geopolitica dell'estremo oriente, diritto e organizzazioni internazionali, ha scritto una tesi magistrale incentrata sul crescente utilizzo da parte degli eserciti delle armi autonome, e sulle loro conseguenze legali. Ha inoltre partecipato al programma "Erasmus Exchange+" che lo ha portato a studiare un semestre in Repubblica Ceca, dove ha approfondito diverse tematiche relative al ruolo della Cina nel Sud Est Asiatico.
Il suo sogno è quello di poter lavorare in futuro presso la NATO o l'EDA.
Da Aprile 2021 collabora con Mondo Internazionale come autore dell' area Asia Pacifico e Organizzazioni Internazionali in Framing the World
Francesco Ancona was born in Milan on December 2, 1996. In 2018, he obtained his Bachelor's degree from the University of Milan in Political Science and European Institutions, with a focus on international organizations. In March 2021, he obtained a master degree in International Relations, with specializing in "International Politics and Regional Dynamics". He is fluent in English, has a thorough knowledge of French and German, and attended a Russian course at the university.
He has always been interested in military history, geopolitics of the Far East, law and international organizations. He wrote a master thesis focusing on the increasing use of autonomous weapons by states' armies, while reviewing their legal impact. He also took part in the "Erasmus Exchange+" program, which brought him to study for a semester in the Czech Republic, where he delved into several issues related to China's role in Southeast Asia.
His dream and hope is to be able to work at NATO or EDA in the future.
Since April 2021 he collaborates with Mondo Internazionale as author of Asia Pacific area and International Organizations in Framing the World.