Il nucleare dopo Chernobyl e Fukushima

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  Valeria Fraquelli
  29 maggio 2021
  5 minuti, 1 secondo

L’energia nucleare è da sempre un argomento controverso tra chi la vede come una fonte pulita e sicura e chi invece la vede come una fonte problematica, capace di creare disastri naturali e perdita di vite umane.

Da quando è stata scoperta, l’energia nucleare ha quasi subito trovato un suo impiego civile come fonte di energia, con tutte le precauzioni e tutti i problemi del caso. Certo, la resa in termini di potenza della rete elettrica era molto alta, ma mantenere tutto in sicurezza e smaltire le scorie sono sempre stati problemi enormi in quanto, l’elevata radioattività, necessita di materiali e luoghi adatti.

Smaltire le scorie radioattive richiede grandi spazi che possano ospitare i rifiuti nucleari per centinaia, se non migliaia, di anni e dei procedimenti per renderli maneggiabili che sono lunghi e complicatissimi. Quando si maneggiano materiali nucleari, che sono molto instabili e molto pericolosi, non si può sbagliare: il minimo errore può costare la vita di moltissime persone e le responsabilità sono enormi.

Sono due gli eventi drammatici che hanno cambiato per sempre il nostro rapporto con l’energia nucleare: Chernobyl e Fukushima. Due eventi davvero catastrofici che ci fanno capire quanto l’energia nucleare sia instabile e possa essere molto pericolosa per gli esseri umani e per l’ambiente.

Il disastro di Chernobyl avvenne nell’aprile del 1986, quando nella notte il reattore numero quattro della centrale esplose emettendo nell’aria moltissimi materiali radioattivi che resero la zona un ambiente invivibile. Gli abitanti furono evacuati con un certo ritardo e venne detto loro che si trattava di un'evacuazione temporanea, di pochi giorni, ma così non fu e, ancora tutt’oggi, la zona di esclusione rimane un ambiente abbandonato e fortemente radioattivo.

Si cercò di contenere la fuoriuscita di materiale altamente radioattivo e poliziotti, vigili del fuoco e personale della centrale si offrirono volontari per andare nelle viscere della centrale e cercare di contenere i danni a costo della loro vita. Un anno dopo venne costruito un sarcofago di cemento armato intorno alle rovine di quella che era la centrale per limitare le radiazioni e proteggere il reattore quattro dalle intemperie, ma dopo poco tempo arrivarono le prime crepe e i primi cedimenti.

Nel 2016 un sarcofago di acciaio è stato messo a protezione del vecchio sarcofago per evitare pericolose infiltrazioni d’acqua, che potrebbero far crollare alcune parti pericolanti dell’edificio e creare reazioni chimiche incontrollate e potenzialmente letali con quello che resta delle barre di uranio e del combustibile fuso. Negli ultimi giorni il reattore quattro si è risvegliato e le autorità ucraine, con l’aiuto di esperti internazionali, lo stanno tenendo sotto stretta sorveglianza; non è inoltre escluso che a breve dei robot possano andare nei meandri della centrale nucleare per interventi di emergenza.

Nel caso di Fukushima, invece, la tragedia è stata causata dal terremoto e dal conseguente tsunami che nel 2011 danneggiarono profondamente la centrale nucleare e le sue infrastrutture. Subito i reattori si spensero, ma ci fu una fuoriuscita di materiale radioattivo e molte persone, probabilmente circa mezzo milione, vennero evacuate dalle loro case. Lo tsunami infatti investì violentemente la centrale, distrusse quasi completamente il sistema di raffreddamento dei reattori e si verificarono getti di vapori di idrogeno; si verificò inoltre la fusione di tre reattori e una fuga di materiale radioattivo nell’aria che, anche in questo caso, rese l’ambiente invivibile.

I rilievi per cercare di capire quanto gravi fossero i danni cominciarono subito dopo il disastro e cominciarono subito anche le operazioni di bonifica del terreno; si vide che la maggioranza delle contaminazioni era concentrata nel sottosuolo, con il grave rischio di inquinare le falde acquifere da cui dipendono esseri umani e animali. Per evitare il surriscaldamento dei noccioli di reattori e delle piscine di stoccaggio del materiale radioattivo, dove si registrano valori di radiazione immensi, è necessaria la continua immissione di acqua, ma questa stessa acqua assorbe le radiazioni diventando tossica per qualunque forma di vita.

La decisione degli ultimi giorni di gettare l’acqua contaminata in mare ha scatenato polemiche e proteste.

Quando si parla di energia nucleare il dibattito sulla sicurezza è sempre infuocato: da una parte c’è chi dice che questa fonte di energia è sicura e relativamente poco inquinante, dall’altra parte c’è chi condanna questa fonte energetica e la vede come pericolosa, instabile e il grosso problema delle scorie da smaltire rende l’ambiente ancora più minacciato.

Ma nel mondo contemporaneo le energie rinnovabili stanno prendendo a poco a poco il posto del nucleare per garantire una vera energia pulita dall’acqua, dal vento, dal sole, dalle biomasse… Una svolta green sta percorrendo tutto il mondo e sta coinvolgendo sempre più persone che chiedono fonti energetiche stabili e sostenibili per aiutare il pianeta, la natura, ma anche noi stessi, a riprendersi i propri spazi e i propri tempi.

La natura non è più nemica ma alleata, e come tale deve essere trattata e rispettata per un nuovo rapporto, una nuova convivenza serena tra tutte le creature.

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L'Autore

Valeria Fraquelli

Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.

Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.

La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.

La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.

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