Questo cortometraggio è ambientato in un campo di prigionia nazista nel 1944. Due prigionieri italiani rinchiusi in una cella molto piccola si stanno impegnando a sopravvivere: sono semplici uomini che, come tutti, hanno sogni e speranze. Uno dei due, Sarino, è innamorato di una donna, forse mai vista ma che pare conosca da sempre.
Fino a che punto sono disposti a spingersi entrambi pur di mantenere la promessa fatta a se stessi di uscire da quel luogo infernale?
La natura biografica di questo lavoro ha portato Valerio, il regista di questo cortometraggio, a provare emozioni contrastanti per mesi. Infatti, egli sta raccontando quanto è realmente successo a suo nonno sessant'anni fa. Da un lato, dice, è stato fantastico poter dare "vita visiva" a una delle storie di suo nonno sulla guerra che ha vissuto. "Cosa porta un uomo a mangiare le bucce di patate?" si chiedeva quando voleva entrare nei dettagli più oscuri dei personaggi e del racconto. Dall'altro lato, addentrarsi in quelle vicende era molto triste. Il lavoro di ricerca ha portato ad approfondire una realtà offuscata, che getta luce sull'esperienza di suo nonno e gli altri 600.000 prigionieri come lui. Sarebbe bello ricordare e celebrare maggiormente questi uomini, considerati da molti i primi partigiani italiani.
Se vi va passate a dare un occhiata alla pagina di questi giovani produttori: https://www.lightsonfilm.com/
A cura di Luca Casartelli

Redazione