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GUIDA: DONNE NEL MONDO ARABO

Cerchiamo di capire le donne del mondo arabo

Questa guida, si pone come fine quello di dare una visione generale della donna araba; ovvero di trattare in maniera generica tutto ciò che la concerne nei contesti delle società che, tra Medio Oriente e Nord Africa, costituiscono il mondo arabo.

Si è voluto suddividere il presente testo in piccole diverse sezioni per renderne più facile la comprensione.

Una premessa necessaria è la seguente: è vero sì che non tutti i Paesi arabi adottano l’Islam, così come è vero che non tutte le persone di religione musulmana provengono da Paesi arabi.

Il ‘MONDO ARABO’ rappresenta l’insieme delle ventidue nazioni che al mondo costituiscono la Lega degli Stati Arabi, ovvero: Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Comore, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Gibuti, Giordania, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Mauritania, Marocco, Oman, Palestina, Qatar, Siria, Somalia, Sudan, Tunisia, Yemen.

Sono, pertanto, quei Paesi che hanno come lingua ufficiale maggioritaria l’arabo e che vantano l’Islam come religione maggiormente diffusa. Sono Stati che comprendono però anche altre significative minoranze religiose, tra cui cristianesimo ed ebraismo.

Ad aggiungersi a questi ventidue Paesi, situati tra Medio Oriente e Africa, vi sono quelli che, molto vicini alle aree interessate, hanno un alto tasso di musulmani, come la Turchia, l’Iran, l’Afghanistan, il Pakistan, il Bangladesh, l’Indonesia e la Malesia, ma che non sono Paesi propriamente arabi.

La presente guida si pone il fine di analizzare la figura della donna proveniente dai Paesi qualificati come arabi. Così come, su alcuni fronti, può riguardare anche Paesi che ufficialmente non sono arabi ma che, per via della religione musulmana, si possono richiamare allo stesso insieme.

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LA DONNA NEL MONDO ARABO DOPO LA NASCITA DELL’ISLAM

Molti autori che si interessano alla tematica parlano delle condizioni di cui la donna araba godeva prima e dopo l’avvento dell’Islam. Molti di questi sostengono alcune teorie, altri ne sostengono altre.

Qui cercheremo di far luce sugli aspetti del presente, ovvero quelli applicati alla donna araba di oggi, conosciuta dopo l’avvento della religione islamica.

Pur non potendo usare propriamente il termine "emancipazione", la Rivelazione coranica ha certamente portato ad un miglioramento della condizione femminile nei Paesi islamici, in quanto ha rivoluzionato il modo di vedere la donna.

Alla donna, difatti, è stata riconosciuta piena personalità giuridica e, al pari dell'uomo, le è stato attribuito il diritto di ereditare beni e di amministrare il proprio patrimonio e tanto altro ancora.

Tuttavia, i Paesi arabo-islamici adottano trattamenti molto diversi tra loro. I diritti delle donne non sono ovunque tutelati o comunque non sono tutelati alla stessa maniera.

Un dato di fatto sta nell'ineguaglianza tra i sessi, il che rimane un importante problema da affrontare e risolvere. Il fatto che rappresenti uno dei principali ostacoli allo sviluppo del mondo arabo nello scenario internazionale, dovrebbe essere uno dei motivi per cui spingere alla risoluzione di questa ineguaglianza.

Inoltre, resta il fatto che la situazione tra uomini e donne è diversa da Stato a Stato. Alcuni tra i Paesi più avanti sotto questo punto di vista sono Tunisia e Marocco: entrambi hanno avviato da tempo riforme a favore di una società moderna. Al contrario, lo Yemen sembra essere tra i Paesi più arretrati e meno sviluppati, in cui la poligamia è legale e largamente diffusa, le donne non possiedono alcun diritto legale sui figli e non è prevista un'età minima per il matrimonio. Non è un caso che sentiamo purtroppo sempre più spesso di storie raccapriccianti che raccontano di "spose-bambine" provenienti da Paesi come Yemen ed Afghanistan.


Il Profeta Maometto SAW, così come lo possono confermare gli studiosi ed il testo Coranico stesso, viene visto come figura rivelatrice di notevoli miglioramenti anche per la donna. L’autore William Montgomery Watt, che ha studiato i diritti riconosciuti dalla religione dell’Islam (e pertanto da Allah SWT), afferma infatti che "istituendo diritti di proprietà, eredità, istruzione e divorzio, ha dato alle donne alcune garanzie di base". Si aggiunge a Montgomery chi afferma che "Muhammad SAW ha concesso alle donne diritti e privilegi nell'ambito della vita familiare, del matrimonio, dell'istruzione, e sforzi economici, diritti che aiutano a migliorare lo status delle donne nella società".

EDUCAZIONE E IL MONDO DEL LAVORO

Resta costante il fatto che ciascun Paese arabo abbia riconosciuto alla donna diritti diversi in merito alla sua istruzione e al suo coinvolgimento nel mondo del lavoro. Vi sono, difatti, Paesi molto moderni che ad oggi riconoscono alla donna uguale accesso all’educazione e all’istruzione, mentre ce ne sono altri che non permettono alle donne un'istruzione uguale a quella degli uomini. In alcuni Stati, anche solo l’idea che le bambine escano di casa per andare a scuola non è concepita.

In linea generale, c’è da riconoscere però che negli anni c’è stato un incremento della scolarizzazione e la possibilità per le donne di accedere all’istruzione. Tutto questo ha aiutato le donne a prendere coscienza e consapevolezza del loro ruolo nella società.

*Vi saranno prossimamente degli approfondimenti che ci avvicineranno a realtà più specifiche a tal riguardo.

IL DIRITTO DI VOTO

Alle donne è stato riconosciuto il diritto di voto su base universale ed equa in Libano nel 1952, Siria (per votare) nel 1949 (ma poi vi sono state restrizioni nel 1953), Egitto nel 1956, Tunisia nel 1959, Mauritania nel 1961, Algeria nel 1962, Marocco nel 1963, Libia e Sudan nel 1964, Yemen nel 1967 (estendendo il pieno diritto nel 1970), Bahrein nel 1973, Giordania nel 1974, Iraq nel 1980 (a pieno diritto), Kuwait nel 1985 (successivamente rimosso e ridistribuito nel 2005), Oman nel 1994, e Arabia Saudita nel 2015.

RUOLO ECONOMICO

In alcuni dei Paesi arabi più ricchi come gli Emirati Arabi Uniti, il numero di donne imprenditrici sta crescendo rapidamente e questo fattore sta contribuendo allo sviluppo economico del paese. Molte di queste donne lavorano con aziende familiari e sono incoraggiate a lavorare e a svolgere studi di un certo livello. Alcune delle donne degli EAU vantano una grande ricchezza personale, sommandosi alle famiglie del Qatar che sono tra le più ricche del mondo.

VESTIARIO

Così come accade per gran parte delle sfere della vita femminile nel mondo arabo, anche l'adesione all'abito tradizionale varia da Stato a Stato.

In uno dei nostri articoli precedenti, dedicato alla "DONNA E AL VELO", abbiamo visto come l'Arabia Saudita sia più tradizionale, mentre Egitto e Libano lo siano meno. Pertanto, in alcuni Paesi le donne sono tenute per legge ad indossare determinati tipi di abito e di velo, mentre in altri la questione non si pone.

Si conclude quindi che l’abbigliamento varia in base alle leggi adottate da ciascun Paese e, a tal riguardo, rimandiamo alla lettura dell’articolo citato.

MOVIMENTI FEMMINISTI

L'Egitto è uno dei Paesi leader per movimenti femministi attivi e lotta per i diritti delle donne. Il femminismo egiziano iniziò con reti informali di attivismo dopo che alle donne non furono concessi gli stessi diritti dei loro compagni maschi nel 1922. I movimenti alla fine portarono le donne ad ottenere il diritto di voto nel 1956.

Altri esempi degni di nota comprendono il Libano. Sebbene le leggi libanesi non garantiscano pieni diritti alle donne, il Libano ha un movimento femminista molto ampio. Le ONG come Kafa e Abaad hanno rispettato questo obbligo femminista e hanno tentato più volte di approvare leggi adeguate che garantiscano i diritti alle donne libanesi. Il diritto più discusso è la cittadinanza per matrimonio e per discendenza: una donna in Libano non è autorizzata a passare la cittadinanza al coniuge o ai figli, ma i movimenti femministi si stanno muovendo a tal proposito.

Invece, in un Paese dalle norme molto autoritarie come l’Arabia Saudita, le femministe possono finire in prigione o subire una pena di morte per il loro attivismo.

*Pubblicheremo prossimamente un articolo dedicato alle donne in Arabia Saudita per approfondire la questione.

Un altro esempio è quello della Libia, un Paese arabo piuttosto conservatore, dove una professoressa di nome Khadija Bsekri ha fondato nel 2011 un'organizzazione chiamata "Le Amazzoni Femminili della Libia". L'organizzazione ha lanciato alcune campagne, come quelle contro la violenza contro le donne, altre per migliorare lo status dei rifugi per migranti e rafforzare le capacità di attivisti e professionisti dei media.

POLITICA

Il ruolo delle donne nella politica delle società arabe è in gran parte determinato dalla volontà delle leadership di questi Paesi di sostenere la rappresentanza femminile nella vita politica, così come gli atteggiamenti culturali nei confronti del coinvolgimento delle donne nella vita pubblica.

È già stato pubblicato un nostro articolo in merito, relativamente alle donne e alla loro ascesa politica nei Paesi Africani. Prossimamente sarà pubblicato un articolo simile, che tratterà la stessa tematica interessandosi più da vicino al territorio del Medio Oriente.


La condizione delle donne nel mondo arabo è certamente legata alla storia, alle tradizioni religiose e sociali, all’istruzione, alla cultura e alla restante combinazione di fattori propri di ciascun Paese.

Questa guida spera di riuscire nell’intento di dare una visione complessiva, che permetta successivamente un miglior approfondimento delle singole tematiche legate alla donna e all’area del Medio Oriente.


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  • L'Autore

    Sofia Abourachid

    Dottoressa in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Diritti Umani con Laurea acquisita presso l’Università degli Studi di Padova.

    Dottoressa Magistrale in Relazioni Internazionali curriculum di Diplomazia e Organizzazioni Internazionali con Laurea acquisita presso l’Università degli Studi di Milano.

    Appassionata di diritti umani e di tutto ciò che concerne il sociale, tra cui tematiche di uguaglianze di genere, minori, donne, immigrati e terzo settore. Altrettanto appassionata di storia e di politica internazionale, così come di formazione, comunicazione, e percorsi di motivazione.

    Con la sua storia, le origini arabe, e skills personali, in Mondo Internazionale ha ricoperto la carica di Project Manager per il progetto TrattaMI Bene; oggi, oltre ad essere Editor, ricopre il ruolo di Chief Editor dell'area Diritti Umani.

    -

    Graduated in Political Science, International Relations and Human Rights with a Degree from the University of Padua.

    Master's Degree in International Relations, Diplomacy and International Organizations
    curriculum with a Degree from the University of Milan.

    She is interested in human rights and everything related to social issues, including gender equality, minors, women, immigrants and the third sector. She is equally passionate about history and international politics, as well as training, communication, motivation and personal growth.

    With her personal history, her arab origins, and personal skills, in Mondo Internazionale she held the role of Project Manager for the TrattaMI Bene project; today, in addition to being Editor, she also holds the role of Chief Editor of the Human Rights area.

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