Framing The World, Numero XLXII

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  Redazione
  01 febbraio 2021
  37 minuti, 50 secondi

DIRITTI UMANI

Sri Lanka, cresce il numero degli abusi. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, nella sua prossima seduta, dovrebbe approvare una risoluzione che migliori la situazione dei diritti umani in Sri Lanka. Il 27 gennaio scorso, l’Alto Commissario per i diritti umani Michelle Bachelet si era espressa contro l’allarmante progressivo deterioramento del rispetto dei diritti umani nel Paese. “Il rapporto dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite evidenzia l’egregio record dello Sri Lanka di completa impunità per i crimini spaventosi e sviluppi molto preoccupanti sotto l’amministrazione Rajapaska” ha commentato John Fisher, direttore di Ginevra come riporta Human Rights Watch. Ha inoltre precisato che sono diversi anni che vengono fatti appelli al governo locale e fornite opportunità per migliorare questi problemi, ma adesso la situazione richiede un maggior coinvolgimento internazionale con il fine di proteggere tutti quei soggetti vulnerabili e assicurare alla giustizia coloro che si sono macchiati di crimini internazionali.

Pakistan, una nuova legge cerca di controllare maggiormente i media. Il governo del Pakistan sta cercando di controllare ulteriormente i media. L’allarme viene proprio dai giornalisti pakistani che evidenziano come la legge, recentemente proposta dal governo, porti ad aumentare i poteri della PEMRA, l’Autorità di regolamentazione dei media elettronici del Pakistan. Tra le novità previste vi è la possibilità di accedere ai dati dei media indipendente, ma anche la possibilità che ci sia una crescente campagna di censura e repressione degli organi di informazione. Nel Paese è già vietato criticare il governo, sono numerose le televisioni chiuse, ma è anche complesso intervistare in diretta i leader dell’opposizione o trasmettere programmi critici. Per il momento il Senato pakistano si è espresso contro il disegno di legge, ma la questione non è ancora chiusa.

L’amministrazione Bolsonaro reprime i critici della risposta al Covid-19. Durante la dittatura dal 1964 al 1985 del Paese, fu emanata una legge repressiva che oggi il presidente Bolsonaro sta utilizzando contro tutte quelle persone che criticano la gestione dell’emergenza sanitaria globale. “La legge sulla sicurezza nazionale – afferma José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di Human Rights Watchgarantisce protezioni speciali alla reputazione di funzionari di alto livello, compreso il presidente, e alle forze armate che nessun altro cittadino o istituzione riceve”. Appare allarmante che in un paese democratico che dovrebbe proteggere la libertà di espressione non si possano esprimere critiche per paura di sanzioni, repressioni o ritorsioni. “Il Congresso brasiliano – continua Vivanco – dovrebbe conformare le leggi del paese agli standard internazionali sui diritti umani”.

Si intensificano le repressioni in Repubblica Democratica del Congo. Media e attivisti repressi anche in Repubblica Democratica del Congo dall’amministrazione del presidente Tshisekedi. Inizialmente, riporta Human Rights Watch, vi erano stati alcuni passi verso il rispetto dei diritti umani, ma recentemente sono cresciute le minacce, gli arresti e le detenzioni arbitrarie di giornalisti, attivisti e tutti coloro considerati critici del governo. “Le persone in Congo – afferma Thomas Fessy, ricercatore capo del Congo per HRW – non dovrebbero temere molestie o arresti per aver criticato il governo o aver protestato pacificamente”. L’ultimo caso riguarda otto giovani attivisti per la democrazia che sono stati arrestati e detenuti per un mese con l’accusa di “sabotaggio e violenza contro le guardie di sicurezza dello stato”.

Ahmed Mansoor, attivista perseguitato dalle autorità degli Emirati Arabi Uniti. La vicenda dell’attivista degli EAU si arricchisce di nuovi dettagli che denunciano violazioni dei suoi diritti e quanto l’Agenzia per la sicurezza dello Stato sfrutti la propria posizione di potere per compiere abusi. Un recente rapporto sulla persecuzione di Ahmed Mansoor rivela alcuni aspetti inediti del suo processo, che si è tenuto a porte chiuse, sottolineando gravi violazioni, anche perché non gli è stato assicurato un giusto processo, ma anche per le terribili condizione di detenzione a cui è sottoposto dal marzo 2017. “Nuovi dettagli rivelano quanto crudelmente gli Emirati Arabi Uniti abbiano trattato Ahmed Mansoor – dice Michael Page, vicedirettore per il Medio Oriente di Human Rights Watchil più celebre attivista per i diritti umani, che ha resistito coraggiosamente al governo violento, chiedendogli di rispettare i diritti umani quando pochi avrebbero osato”.

Attacchi contro persone LGBT in Malesia. Nel Paese è in corso il tentativo di rafforzare le sanzioni penali contro le persone LGBT, l’ultimo atto di un crescendo di azioni contro il mondo LGBT e i diritti umani del governo malese. L’emendamento consentirebbe ai tribunali della Sharia di prevedere un inasprimento delle sanzioni per persone dello stesso sesso. La proposta del viceministro per gli affari religiosi Ahmad Marzuk è anche – riporta Human Rights Watch – di codificare come reati della Sharia il cambio di genere e la condivisione sui social media di contenuti considerati indecenti. “In Malesia le persone trans gender vivono nella paura di essere prese di mira e perseguite solo per quello che siamo” dice Nisha Ayub, attivista transgender ricordando come anche le persone LGBT siano parte della società e debbano essere anch’esse protette e tutelate dalla legge.

Federico Brignacca



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

2021, previsioni contrastanti. Il Fondo Monetario Internazionale ha alzato le proprie previsioni di crescita per il 2021, ma ha anche avvertito che la situazione di incertezza eccezionale che ci accompagna da un anno non è ancora terminata e che nuove ondate di infezione possono ribaltare in poche settimane questi progressi. Se il Fondo vede nella Cina e negli Stati Uniti due economie che viaggiano ad un passo sostenuto verso il recupero e il sorpasso dei livelli pre-crisi, rispettivamente +8% e +5%, lo stesso non può dirsi dell’Europa: per il Vecchio Continente, infatti, l’FMI ha tagliato la crescita prevista di un punto tondo, abbassandole a +4%. Si prevedono inoltre forti disparità all’interno dell’Unione, con paesi come Spagna e Francia in crescita del 5.9% e del 5.5% mentre altri come l’Italia faticheranno ad arrivare a +3%.

Hedge fund, 2020 al top. Il 2020 è stato un anno record per gli hedge funds americani, anche se lo stesso non può dirsi per il 2021 (vedi sotto). I 20 fondi più performanti hanno infatti guadagnato ben $63.5 miliardi per i propri clienti, il risultato migliore dal 2010, e i tre fondi migliori, Tiger Global, Millennium e Lone Pine hanno guadagnato rispettivamente $10.4, $10.2 e $9.1 miliardi. La capitalizzazione complessiva del settore è arrivata a $3.6 trilioni alla fine del 2020, in rialzo di 290 miliardi in soli 3 mesi, che è anche la crescita maggiore della storia. Se però il ritorno medio di un fondo americano è stato del 10%, molto meglio hanno fatto quei fondi che hanno investito anche nelle criptomonete, che in media sono saliti del 193% trascinati dai rialzi a tre cifre del bitcoin.

Biden-Wall Street, un buon inizio ma... L’inaugurazione dell’amministrazione Biden e le prime scelte di politica economica hanno spinto i mercati americani verso l’ennesimo nuovo record storico, con il maggior rialzo tra elezioni e inaugurazione per l’S&P 500 (+14%), lasciando indietro Trump (+6.2%) e Obama (+4%). L’ottimismo è dettato principalmente dall’intenzione di Biden di intervenire massicciamente nell’economia con un nuovo stimolo da $1.9 trilioni che, anche se nella sua forma attuale ha poche chance di essere approvato e probabilmente verrà ridimensionato intorno al trilione di dollari, darà ulteriore slancio all’economia americana, che per Goldman Sachs dovrebbe crescere del 6.5% nel 2021, un tasso vicino a quelli cinesi e molto superiore a quello europeo (4%). Inoltre, è stata confermata la stima preliminare del Pil del quarto trimestre, in rialzo del 4%, nonostante l’aumento dei casi di infezione nel tardo autunno.

Mercati, Reddit causa incertezza. La luna di miele del presidente Biden con i mercati non è però durata molto a lungo. Wall Street a metà della scorsa settimana ha infatti chiuso la peggior seduta da ottobre e nei giorni successivi ha accumulato perdite per circa il 4%. La settimana era iniziata alla grande, trascinata dal comparto tecnologico e dai risultati di giganti come Microsoft, Netflix, Facebook ed Apple, che hanno tutti battuto le previsioni relative al quarto trimestre 2020, e da tutti quei titoli che hanno solo da guadagnare dalla transizione verde promessa da Biden, come Ford (+8.5%). Tuttavia, lo “short squeeze” iniziato dagli utenti di Reddit (vedi sotto) ha fatto virare in negativo tutti i listini, sia per una certa paura di essere in una bolla pronta a scoppiare, e soprattutto perché molti hedge fund hanno dovuto vendere parte delle azioni nei loro portafogli per rafforzare la liquidità dei propri fondi, messa a dura prova dai rialzi incredibili di alcuni titoli come GameStop e AMC.

Reddit vs Wall Street. La notizia dell’anno arriva da una comunità di Reddit, Wallstreetbets, che grazie all’acquisto coordinato delle azioni di GameStop e di altre società come Nokia e AMC da parte dei propri membri, ha fatto schizzare alle stelle le quotazioni di questi titoli, con rialzi giornalieri compresi fra il 150 ed il 300% e crescita complessiva da inizio anno che nel caso di GameStop è arrivata a +1914%. Tutto è iniziato con il 34enne Keith Gill, che nell’estate del 2019 investe $53.000 in azioni e call options di GameStop, ritenendole molto sottovalutate e descrive questa strategia nella bacheca della comunità e su YouTube. Gill riteneva inoltre che diversi hedge fund stessero giocando sporco, avendo venduto “short” oltre il 140% delle azioni esistenti. Questo significa che qualcuno ha venduto azioni che in realtà non esistono, determinando così la possibilità di creare uno short squeeze miliardario.

Reddit vs Wall Street/2. Per short si intende un investitore che prende a prestito delle azioni da altri investitori, le vende e spera di ricomprarle ad un prezzo inferiore e realizzare un guadagno pari alla differenza tra i due prezzi. Così facendo però ci si espone al rischio che il prezzo salga e di essere costretto, prima della scadenza del “prestito” di azioni, a ricomprarle ad un prezzo superiore e mettere a bilancio una perdita. Ora, il prezzo sale se la domanda aumenta, ma nella situazione attuale gli hedge fund che hanno “shortato” GameStop sono in difficoltà nel trovare azioni da comprare visto l’enorme richiesta generata dai redditors, e quelle che trovano sono passate dal valere circa $15 ad oltre $325. Per chi aveva il prestito in scadenza, come Melvin Capital, l’unica possibilità è stata quella di comprare a qualsiasi prezzo, anche a costo di perdere oltre $1 miliardo solo su GameStop. In totale, gli hedge fund posizionati in short hanno perso $19.75 miliardi dal 1 gennaio.

Leonardo Aldeghi


AFRICA SUB SAHARIANA

Repubblica Centrafricana, dichiarato lo stato di emergenza. Faustin-Archange Touadera è stato riconfermato capo di Stato dalla Corte Suprema Centrafricana, dopo aver respinto tutte le accuse di frodi mosse dall'opposizione. Il problema principale resta quello della sicurezza: giovedì scorso, il Governo di Bangui ha dichiarato lo stato di emergenza fino al 4 febbraio. Vaste zone del Paese sono ancora sotto il controllo dei miliziani che hanno attaccato più volte postazioni governative. Visto l'insicurezza in tutto il Paese, Mankeur Ndiaye, rappresentante del segretario generale dell’ONU in Centrafrica, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di approvare quanto prima l’invio di altri caschi blu. Gli operatori umanitari hanno difficoltà a portare aiuti alla popolazione per le incessanti aggressioni dei miliziani.

Etiopia, imperversa la guerra nel Tigray. Guerra e violenze continuano, nonostante l'autodichiarazione del primo ministro etiopico, Abiy Ahmed, che ha annunciato la vittoria militare contro i ribelli del Tigray ormai da tempo. Qualche giorno fa si è consumato un massacro ad Aksum, nella chiesa ortodossa di Nostra Signora Maria di Sion. Secondo quanto trapelato, sarebbero state uccise ben 750 persone. È stato ucciso anche l’ex ministro degli esteri, il 71enne Seyoum Mesfin insieme a altri due membri della formazione politica, perché si erano rifiutati di arrendersi alle truppe federali. Gli operatori umanitari dell’ Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR)e hanno confermato che a tutt’oggi non hanno accesso ad alcuni campi che ospitano rifugiati eritrei in Etiopia, senza contare le zone rurali, che risultano irraggiungibili.

Mozambico, svaniti 500mila dollari destinati ai poveri. In Mozambico sono scomparsi quasi 500 mila dollari destinati alle comunità rurali del nord del Paese, le più povere. La denuncia viene dal rapporto dell’Iniziativa per la Trasparenza delle Industrie Estrattive (EITI), pubblicato a dicembre 2020 e riferito al 2019. Il governo, secondo la legge mozambicana, deve assegnare il 2,75% dei ricavi da minerali e gas alle comunità locali interessate dalle industrie estrattive. “Il rapporto EITI, per il 2019, dice che il governo ha ingannato le comunità per 443.000 USD”, sostiene Hanlon. A Maputo il Centro de Integridade Publica (CIP) lo scorso ottobre ha compilato un indice di trasparenza delle industrie estrattive: la meno trasparente è proprio la Empresa Mocambicana de Exploração Mineira, compagnia mineraria statale.

Liberia, gli stupri sono ormai un’emergenza nazionale. Lo scorso 11 settembre il presidente George Weah aveva dichiarato gli stupri “emergenza nazionale”: Weah aveva annunciato varie misure repressive, come la nomina di un procuratore speciale per i casi di stupro, l’istituzione di un registro nazionale degli autori di reati sessuali, la creazione una task force contro la violenza di genere e lo stanziamento di 2 milioni dollari per affrontare il problema, in notevole aumento durante la pandemia. Eppure, dopo quasi quattro mesi, nessuna delle promesse dello scorso settembre è stata realizzata. Secondo il ministero degli affari sociali i fondi annunciati non sono mai arrivati. Ormai molti ritengono che si sia trattata solo di una mossa politica per fermare le proteste delle donne liberiane.

Uganda, denunciati brogli e violenze alle elezioni presidenziali. Il presidente uscente, Yoweri Museveni, al potere dal 1986, è stato riconfermato al Governo con il 59% dei voti. Robert Kyagulanyi, in arte Bobi Wine, ha contestato fin da subito i risultati, denunciando brogli elettorali in un suo tweet: “malgrado le violenze e i brogli che si sono verificati in tutto il Paese, la situazione sembra buona. Ora dipende tutto dal capo della Commissione elettorale, Simon Mugenyi Byabakama e i membri della stessa, di annunciare la volontà del popolo ugandese”. Wine ha anche denunciato che durante l’election day sarebbero stati arrestati alcuni osservatori del suo partito e ha lamentato il malfunzionamento di diversi macchinari biometrici utilizzati per verificare l’identità dei votanti.

Senegal, la Grande Muraglia Verde. L’ambizioso progetto della Grande Muraglia Verde prevede la creazione di una cintura verde di almeno 100 milioni di ettari che, entro il 2030 dovrebbe attraversare quasi tutta l’Africa, dal Senegal a Gibuti e mira a dare nuova vita a terre degradate e bloccare così la desertificazione. L’iniziativa è stata lanciata nel 2007 e sta per essere rafforzata da un nuovo contributo di 14 miliardi di dollari, entro il 2025, da parte dell'Unione Europea, della Banca Mondiale e della Banca Africana. In Senegal il progetto dovrebbe coprire una superficie di 500 chilometri di lunghezza, dall’Oceano Atlantico verso est, e 100 di larghezza.

Martina Pignatelli


AMERICA DEL NORD

Due importanti decisioni dell’amministrazione Biden. Nel segno di un’inversione di rotta rispetto alla precedente Presidenza, si segnala che Biden ha annunciato l’intenzione di ripristinare i finanziamento per l’UNFPA (United Nations Population Fund), che si occupa della salute sessuale e riproduttiva. Nel 2017 l’ex presidente Trump aveva interrotto i finanziamenti perché “supporta l’aborto coercitivo e la sterilizzazione involontaria”, secondo le sue parole. Un’altra decisione degna di nota della nuova amministrazione statunitense riguarda la firma di un ordine esecutivo per fronteggiare il razzismo sistemico e le ineguaglianze presenti nel Paese. In particolare, si parla di impedire l’uso del governo di prigioni private, cui le autorità ricorrono fin dagli anni ’80 in virtù dei problemi all’interno di queste carceri soprattutto per la bassa qualità della vita dei detenuti.

(Marta Annalisa Savino)

Vaccini per gli indigeni. La campagna vaccinale in Canada sta proseguendo a ritmo sostenuto ma già si intravedono le prime difficoltà a causa dello scarso numero di dosi a disposizione. Molte province si stanno già riorganizzando per evitare di lasciare scoperta la popolazione più vulnerabile. Il Ministro agli affari Indigeni Marc Miller che anche in caso di carenza di dosi le comunità indigene rimarranno una priorità. Molte di queste comunità sono povere e distanti dai servizi ospedalieri, specialmente il popolo Inuit che vive molto vicino al Circolo Polare Artico. Miller ha tenuto a precisare “This is not a political game. It's about science, it's about facts, it's about health care. We have the numbers, the casualties. Indigenous peoples are 3.5 to five times more vulnerable to COVID”.

(Lorenzo Bonaguro)

Marta Annalisa Savino e Lorenzo Bonaguro



AMERICA LATINA

Argentina, la legge sull’aborto e la crisi del debito. La legge sull’aborto è entrata in vigore, mentre i suoi detrattori stanno già progettando di portarla di fronte alla Corte Costituzionale per verificare la legittimità di alcuni suoi passaggi. Riguardo la negoziazione del debito con l’FMI, il governo annuncia che non è disposto a ricevere l’imposizione di un programma economico che invece la leadership argentina stessa vorrebbe imbastire. Il governo è convinto di poter restaurare l’economia del paese attraverso il settore agricolo e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi individuati in Patagonia. Un obiettivo importante da perseguire nei prossimi mesi sarà quindi il raggiungimento di un ampio accordo con il settore agroindustriale.

(Ginevra Ricca)

Cile, progetto contro il traffico di migranti. Il ministro degli esteri Andrés Allamand ha presentato un progetto, nel quale intende coinvolgere anche Colombia, Ecuador, Bolivia e Perù, per contrastare il traffico illegale di migranti che arrivano dal Venezuela. Il sottosegretario del ministero dell’interno, Juan Francisco Galli, ha annunciato che si tratta di una misura importante per fermare quella che rappresenta una palese violazione dei diritti umani. Il sottosegretario ha inoltre affermato che il problema è acutizzato dalla presenza della crisi venezuelana. Si tratta di un progetto che coinvolge il settore giudiziario, politico e diplomatico e che prevede una più stretta collaborazione tra queste tre branche nei vari paesi coinvolti. Sono già in atto tentativi di coordinamento tra i cinque stati interessati.

(Ginevra Ricca)

Ecuador, l’OSA alle prossime elezioni e le relazioni con gli Stati Uniti. L’Organizzazione degli Stati Americani ha annunciato che sarà presente in qualità di osservatore alle prossime elezioni che si terranno in Ecuador il 7 febbraio. In particolare, i cittadini saranno chiamati a votare per la presidenza e la vicepresidenza, l’Assemblea Nazionale e il Parlamento andino. Inoltre, con l’insediamento di Biden alla Casa Bianca, l’ambasciatore statunitense in Ecuador, Mike Fitzpatrick, ha sottolineato l’importanza del mantenimento delle relazioni bilaterali tra i due paesi. L’ambasciatore si è detto entusiasta circa le prossime elezioni che, secondo lui, certamente confermeranno la continuità delle istituzioni democratiche.

(Ginevra Ricca)

Messico. Il presidente Obrador sollecita Biden sul fronte migranti. Con l’insediamento ufficiale della nuova amministrazione Usa, il Messico spera in un cambio di rotta e, di conseguenza, in un approccio più costruttivo da parte di Washington in chiave migratoria. Il presidente Obrador ha esortato la nuova amministrazione affinché vengano varate le riforme promesse, al fine di rinnovare una piena collaborazione nel fronteggiare la più grave crisi migratoria regionale degli ultimi decenni. Difatti, la politica migratoria repressiva di Trump ha fatto sì che il fardello, negli ultimi 4 anni, pesasse interamente sul Messico: secondo l’Instituto Nacional de Estadística del Governo federale, nel ventennio 2000-2020 la popolazione straniera residente in Messico è passata da 492.617 a 1.212.252 (+146%). Proprio una carovana di circa 6 mila migranti, provenienti dall’Honduras e diretti verso gli Usa, messasi in marcia pochi giorni prima dell’insediamento di Biden, ha indotto Obrador a lanciare il monito nei confronti del neo presidente americano.

(Davide Shahhosseini)

Perù, la linea dura di Fujimori. La leader del partito Fuerza Popular, Keiko Fujimori, figlia dell’ex dittatore, ha annunciato il suo programma di governo per le prossime elezioni. In un video ufficiale la leader ha dichiarato che il programma sarà basato sulla linea dura. Ha affermato che la democrazia non può essere debole e deve essere fondata sull’autorità, soprattutto di fronte a una grande sfida come quella rappresentata dalla pandemia. La Fujimori è attualmente indagata per corruzione e nel 2020 era stata posta sotto custodia cautelare, situazione dalla quale è riuscita a uscire grazie al Covid-19. Suo fratello, Kenji, è stato accusato per compravendita di voti in favore dell’ex-presidente Pedro Pablo Kuczynski. Il 22 gennaio la giustizia peruviana ha respinto la richiesta di ricorso da parte di Kenji Fujimori.

(Ginevra Ricca)

Venezuela, la situazione politica e il problema del petrolio. Mentre la nuova amministrazione statunitense sembra esprimere pubblicamente il proprio supporto a Juan Guaidó, il Consiglio Europeo ha chiesto la liberazione immediata dei prigionieri politici. L’UE si dice pronta ad imporre nuove sanzioni. Intanto, in Venezuela manca il gasolio e questo ha un impatto notevole su molti settori dell’economia, così come sulla distribuzione di alimenti. La produzione di gasolio è infatti diminuita drasticamente rispetto al passato, a causa della mancanza di manutenzione degli impianti da parte del governo. Sembra che ci sia un deficit di produzione del 60%. Vengono prodotti circa 40 mila barili al giorno sui 90 mila che, secondo gli esperti, sarebbero necessari per soddisfare il fabbisogno nazionale.

(Ginevra Ricca)

Davide Shahhosseini e Ginevra Ricca

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, un’ulteriore stretta su Hong Kong e l’inizio dell’indagine della OMS. Il Ministero degli Esteri cinese ha recentemente dichiarato che dal 31 gennaio non verrà più riconosciuto come documento di identità il passaporto British National Overseas (BNO), che il Regno Unito offre agli abitanti di Hong Kong per ottenere la cittadinanza inglese. Negli scorsi giorni, il team di tredici esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è uscito dalle due settimane di quarantena obbligatoria e ha dato inizio alle indagini sulle origini del Coronavirus a Wuhan. Il primo passo sarà quello di intervistare diversi medici e scienziati cinesi che hanno affrontato la crisi sanitaria alle sue origini.

(Margherita Camurri)

Taiwan, le tensioni con Pechino e la crescita economica. La scorsa settimana, oltre dieci aerei militari cinesi hanno svolto una “grande incursione” presso il territorio taiwanese. Svoltasi nei primi giorni del mandato del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, l’operazione mirava a provocare una reazione della nuova amministrazione americana. Dopo che il Presidente Biden ha confermato il suo sostegno a Taiwan, il Ministero della Difesa cinese ha minacciato Taipei dichiarando che “l’indipendenza di Taiwan significa guerra”. Si tratta invece di un trionfo dal punto di vista economico poiché, grazie a un forte incremento delle esportazioni di componenti elettronici, l’economia taiwanese nel 2020 è cresciuta più velocemente di quella cinese per la prima volta in trent’anni.

(Margherita Camurri)

Corea del Nord, diplomatico fuggito in Corea del Sud. Il suo nome è Ryu Hyun-woo, ha lavorato come diplomatico per la Corea del Nord in Kuwait e si dice che sia fuggito con la sua famiglia. Sebbene la defezione sia avvenuta nel 2019, solo ora la stampa ha ricevuto notizia di questa vicenda e non è il primo caso di diserzione di un diplomatico nordcoreano di stanza all'estero. In genere, chi diserta il regime non ha altra alternativa che raggiungere il confine con la Corea del Sud e attraversarlo. Quando il governo non ha più loro notizie, li dichiara ufficialmente dispersi. In questo caso, i media affermano che Ryu è arrivato in Corea del Sud in segreto nel settembre 2019 per chiedere asilo. È un alto funzionario nordcoreano e si pensa che sia a conoscenza dei fondi della leadership nordcoreana.

(Lydia Milly Certa)

Corea del Sud, nuove attrezzature militari migliorate. La Corea del Sud è sul punto di rendere pubblico un nuovo aereo da combattimento all'avanguardia. Stiamo parlando del KF-X, che rientra nel gruppo dei caccia di generazione "4.5". È la prima volta che tale tecnologia militare viene progettata e sviluppata interamente all’interno del paese. È stato riferito che il jet è nelle fasi finali del processo di assemblaggio ed è probabile che venga presentato ufficialmente ad aprile. È più avanzato dei precedenti jet F-4 e F-5, che fino ad ora hanno fatto parte dell'aeronautica sudcoreana. Si prevede che quaranta unità saranno consegnate entro il 2028 e 80 entro il 2032 in modo tale che la flotta dell'Air Force possa essere completamente rinnovata.

(Lydia Milly Certa)

Giappone, accordo provvisorio di un anno sulla condivisione dei costi per le truppe americane. Il Giappone ha proposto all'amministrazione del nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, di firmare un accordo provvisorio di un anno sulla condivisione dei costi per ospitare le truppe americane, mentre i negoziati su un accordo a lungo termine continuano. Il ministro degli Esteri, Toshimitsu Motegi, ha suggerito questa strategia durante una telefonata della scorsa settimana con il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Secondo fonti governative, anche le discussioni a livello operativo sono andate nella stessa direzione, dal momento che Washington ha espresso sostegno all'idea. Tokyo sostiene parte del costo dello stazionamento di circa 55.000 militari statunitensi in Giappone, in base a un trattato di sicurezza bilaterale, noto anche come “supporto della nazione ospitante”, e l'attuale accordo quinquennale scade a marzo.

(Andrea Angelo Coldani)

India, internet sospeso agli agricoltori in sciopero della fame a Delhi. L'India ha sospeso i servizi di internet mobile in tre aree intorno alla capitale, Delhi, dove gli agricoltori stanno organizzando uno sciopero della fame per protestare contro le nuove leggi sull'agricoltura. Il governo ha detto che la chiusura continuerà fino a domenica sera per "mantenere la sicurezza pubblica". Decine di migliaia di agricoltori in protesta sono accampati nella periferia di Delhi da più di un mese. I colloqui tra i sindacati e il governo non sono riusciti a sbloccare la situazione. I manifestanti stessi hanno reagito con rabbia alla chiusura di internet: un contadino, Sandee Sharma, ha accusato i funzionari di cercare di "creare il panico", mentre un altro, Bhavesh Yadav, ha detto che si sta "uccidendo la democrazia".

(Andrea Angelo Coldani)

Lydia Milly Certa, Margherita Camurri e Andrea Angelo Coldani



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Olanda, proteste contro il coprifuoco e scontri con la polizia. Da domenica 24 gennaio in Olanda si sono verificate una serie di proteste, a seguito della decisione del governo di adottare il coprifuoco dalle 21 alle 4.30 del mattino. La misura si è resa necessaria per contrastare l’epidemia da Covid-19 e sarà in vigore fino al 10 febbraio. Lo scopo delle proteste era quello di manifestare contro la privazione della libertà, ma la situazione è degenerata in scontri con la polizia ed episodi di vandalismo nei confronti di negozi. Sono scese in strada migliaia di persone in diverse città olandesi, come Amsterdam, Rotterdam, Maastricht. La polizia, ad oggi, ha arrestato circa 180 manifestanti. Il Premier Rutte ha condannato le manifestazioni definendole scontri violenti ed episodi criminali.

(Alessandra Fiorani)

Francia, nuovi obiettivi strategici in tema di difesa. “Actualisation strategique 2021” è il nome del documento pubblicato dal Ministero della Difesa francese per il rinnovamento della propria strategia militare, inserendo tra i principali focus innovazione, nucleare, terrorismo internazionale, e altri. La Francia prende atto delle nuove minacce del sistema internazionale e rafforza la sua strategia, partendo dalla programmazione degli obiettivi da raggiungere entro il 2030. Aumenta di 1,7 miliardi di euro il budget a disposizione del Ministero della difesa, per complessivi 39,2 miliardi di euro. L’obiettivo del programma è quello di compiere un’attualizzazione del sistema francese voluta dallo stesso Presidente Macron già al 2017.

(Alessandra Fiorani)

Italia, si dimette Giuseppe Conte. Il Presidente del Consiglio ha rassegnato le dimissioni dopo che Italia Viva ha ritirato la propria delegazione dall’esecutivo. Il governo “giallorosso” non è riuscito a trovare i numeri in Parlamento per poter continuare a governare anche senza il partito di Matteo Renzi. Dopo un primo giro di consultazioni, il Presidente Mattarella ha assegnato un mandato esplorativo al Presidente della Camera Roberto Fico (M5S) che dovrà verificare la disponibilità delle forze politiche a riproporre la stessa maggioranza del precedente esecutivo, con o senza Conte. Qualora PD, M5S, IV e LEU non riuscissero a trovare un accordo, è possibile che Mattarella indichi come soluzione la formazione di un governo istituzionale supportato da un’ampia base parlamentare o, in ultima istanza, sciolga le Camere, portando il Paese a nuove elezioni.

(Leonardo Cherici)

Portogallo, i risultati delle elezioni. Lo scorso 24 gennaio si è votato in Portogallo per eleggere il Presidente della Repubblica. Ad uscire vincitore dalle consultazioni è stato Marcelo Rebelo de Sousa che ha ottenuto il 60% dei voti contro il 13% della candidata socialista Ana Gomes. De Sousa, già Presidente dal 2016, appartiene allo schieramento di centro-destra, ma mantiene da sempre un ottimo rapporto con il Presidente del Consiglio Antonio Costa, segretario del Partito Socialista. Prima delle elezioni, si temeva per il possibile risultato del candidato di estrema destra André Ventura che ha ottenuto il 12% delle preferenze. Un dato particolarmente importante, tuttavia, riguarda l’affluenza: a causa del Covid questa si è fermata al 39,5% degli aventi diritto.

(Leonardo Cherici)

Leonardo Cherici e Alessandra Fiorani



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Estonia, alla guida due donne. Dopo lo scandalo che ha travolto il Partito di Centro del Primo Ministro Juri Ratas, la Presidente Kersti Kaljulaid ha dato mandato a Kaja Kallas di formare un governo in grado di reggere il Paese nella difficile situazione pandemica ed economica. Segretaria del Partito Riformatore Estone di orientamento liberale, Kallas, figlia del primo ministro Siim Kallas, è scesa in politica nel 2011 ed è rapidamente salita ai vertici della politica estone, diventando anche europarlamentare. Il suo governo, insediatosi il 26 gennaio, è una coalizione alla quale partecipa anche il Partito di Centro, con un sostegno sicuro di 59 deputati su 101. Il governo della Kallas si trova davanti la difficile sfida non solo di reggere la pandemia, ma di far ripartire l’economia della Repubblica baltica più settentrionale.

(Lorenzo Bonaguro)

Polonia, l’aborto è illegale. Dopo i vani tentativi del primo ministro Duda di trovare una posizione più morbida sulle restrizioni all’aborto cala la decisione della Corte costituzionale: l’aborto per ragioni di malformità del feto è incostituzionale. Gli unici casi ammessi sono stupro, incesto e problemi di salute della madre. I gruppi d’opposizione hanno invocato la piazza che ha risposto. Come negli scorsi mesi decine di migliaia di persone sono scese in piazza, i gruppi e le associazioni femministe in prima linea riuniti sotto l’egida di All-Poland Women's Strike, per esigere il ritiro di restrizioni sull’aborto e le dimissioni di Duda. Lo scontro sarà ancora molto lungo: nonostante le forte pressioni di piazza il partito di governo “Legge e Giustizia” ha solidissime basi nel mondo politico e finanziario, oltre che nella società civile grazie al sostegno della Chiesa cattolica polacca.

(Lorenzo Bonaguro)

Sputnik V: è un “sì” per l’Europa. Si tratta del vaccino prodotto dal Centro Nazionale di Epidemiologia e Microbiologia russo Gamaleya, il primo vaccino contro il Covid-19 ad essere stato registrato lo scorso Agosto e ad essere stato presentato all’Organizzazione Mondiale della Sanità, a fianco dei colossi AstraZeneca e Pfizer-Biontech, rispettivamente britannico e americano. Il governo russo aveva già provveduto ad avviare la campagna di vaccinazione prima della fine del 2020 e già alcuni Paesi europei, come L’Ungheria, si erano mostrati interessati alle dosi del vaccino russo, mentre il resto d’Europa aveva indirizzato il suo interesse verso tutt’altra direzione. Adesso, invece, dal momento che le multinazionali britanniche e americane hanno confermato un ritardo nella consegna delle dosi dei loro vaccini in Europa, Bruxelles ha deciso di puntare sullo Sputnik V, visto anche l’appoggio di alcuni dei principali leader europei, quale la cancelliera tedesca Angela Merkel.

(Arianna Giannino)

Naval’nyj: il caso è ancora aperto. La polizia russa ha arrestato questa mattina in almeno 35 città del Paese circa 519 attivisti che stavano partecipando alle proteste su tutto il territorio nazionale per chiedere la liberazione dell'oppositore, e rivale numero uno di Putin, Alexej Naval’nyj. Dal rientro di quest’ultimo, lo scorso 17 Gennaio, in tutta la Russia si sono verificate numerose manifestazioni e proteste che la polizia locale non sempre è stata in grado di gestire. Alcuni manifestanti alzano al cielo i loro cartelloni, che recitano orgogliosamente: “Tutti per uno, uno per tutti!”. Nonostante sia stato fatto arrestare, Naval’nyj continuerebbe a rappresentare una vera e propria “spina nel fianco” per il leader russo Vladimir Putin.

(Arianna Giannino)

Arianna Giannino e Lorenzo Bonaguro

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Egitto, a dieci anni dalla Primavera. Un decennio fa Piazza Tahrir era occupata da migliaia di manifestanti che, dopo diciotto giorni di proteste, riuscirono a spodestare Mubarak, autocrate al potere da trent’anni. Gli eventi che seguirono però, piuttosto che spianare la strada ad una transizione democratica, hanno fatto ripiombare l’Egitto in una riedizione del “Mubarakismo” in assenza del suo fautore. La cappa repressiva che grava sul Paese da ormai sette anni è una realtà acclamata. Molti sono gli esuli politici egiziani sparsi per l’Europa, ma ancor di più sono gli oppositori incarcerati in patria. Un aumento della repressione e la fine del sostegno statunitense fornito dall’amministrazione Trump potrebbe indebolire la posizione del Presidente al-Sisi, che negli anni è stato capace di attrarre a sé sempre più potere in virtù della lotta al terrorismo. Peccato che nella categoria dei “terroristi” per al-Sisi rientrino tutti i dissidenti del regime. Un cambio di passo si potrebbe verificare solo qualora al generale venisse a mancare l’appoggio della cosiddetta “maggioranza silenziosa” in patria.

(Federica Sulpizio)

Tunisia, in balia delle rivolte. Mentre giunge voce di un tentativo di avvelenamento del Presidente Kais Saied che, fortunatamente, non ha avuto successo, le strade tunisine tornano ad infiammarsi. Ciò si è verificato più volte nei giorni scorsi soprattutto nei sobborghi più svantaggiati della capitale, dove la tensione è salita al limite con manifestanti in strada incuranti del coprifuoco che si sono scontrati brutalmente con la polizia. Le cause della rivolta sono le stesse di dieci anni fa: disoccupazione e povertà. Il problema economico in Tunisia non è stato risolto e resta ampio il divario di ricchezza tra il centro e la periferia e tra i diversi governatorati; pare che in Tunisia coesistano due mondi destinati a non incontrarsi mai. La situazione pandemica ha solo finito per esasperare una rabbia latente, per la quale ora in molti sono arrivati a chiedere lo scioglimento del parlamento. Due sono state le conseguenze più immediate delle proteste: migliaia di arresti ed un rimpasto di governo.

(Federica Sulpizio)

Libia, verso la transizione (?). Si sono ormai chiuse le candidature per il nuovo esecutivo di transizione nazionale promosso dal Forum di Dialogo Libico patrocinato dall’ONU. Tra le tante figure rilevanti, vi sono il presidente e il primo ministro. Secondo fonti locali tra i candidati alle varie posizioni ci sarebbero il presidente dell’organo legislativo di Tobruk, Aguila Saleh, e alcuni membri del governo tripolino del GNA, tra i quali lo stesso vicepresidente, Ahmed Maiteeq, e il ministro dell’interno, Fathi Bashaga. Nonostante i precedenti accordi dell’ ottobre 2020, le forze mercenarie straniere, circa 20 mila unità, non hanno ancora lasciato il suolo libico. Di conseguenza, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, e l’ambasciatore di Washington ad interim all’ONU, Richard Mills, hanno esortato le principali potenze straniere coinvolte nel conflitto libico a ritirare le proprie forze dal paese.

(Michele Magistretti)

Israele, tra corsa al vaccino e campagna elettorale. Israele ormai rimane saldamente tra i primi paese per quanto riguarda la velocità di implementazione del piano vaccinale, nonostante sia ancora incerto il definitivo contenimento della pandemia all’interno del paese. Pur avendo raggiunto ormai una copertura superiore al 30% tra la popolazione, è quasi completata la vaccinazione degli over 65 ma permangono le restrizioni. Proprio queste stanno tornando oggetto di tensione tra l’autorità statale ed alcune frange più estreme del mondo ultra-ortodosso. Ci sono state infatti diverse manifestazioni. Anche la campagna elettorale porta alcune novità. Secondo gli ultimi sondaggi il partito di Bibi, il Likud, sembra perdere terreno e sembra possibile una futura coalizione anti-Netanyahu che escluderebbe dalla maggioranza Bibi, i partiti religiosi e quelli arabi.

(Michele Magistretti)

Turchia, con chi parli? Nelle ultime settimane, sebbene i toni di Ankara siano apparsi sorprendentemente distensivi, rimangono dubbi sulla loro concretizzazione. Infatti, alla ripresa di un dialogo di facciata con la Grecia è in realtà seguita una corsa al riarmo, poiché Atene ha aumentato significativamente la propria spesa militare e rafforzato il sistema di proto-alleanza con Cipro, Egitto, Emirati e Francia. E nonostante lo scambio di cordialità con Parigi e la riesumazione del proprio “progetto europeo”, anche la Turchia continua a perseguire una doppia strategia di indipendenza energetica e militare. Un tentativo di distensione è poi in corso con la sponda saudita-emiratina sull’onda della loro riapertura Qatar, il vero alleato di Ankara. Complice anche l’avvento di un Biden meno accondiscendente, il timore di Erdogan è senz’altro quello di un infelice isolazionismo regionale che potrebbe altresì restringere le maglie della sua indipendenza d’azione domestica, dove la campagna vaccinale funziona ma dove le imperterrite proteste degli universitari rimangono una pericolosa miccia.

(Samuele Abrami)

Territori palestinesi, le inaspettate elezioni. Quasi a sorpresa, il 15 gennaio scorso, il Presidente dell’AP Abbas ha emanato un decreto-legge funzionale allo svolgimento di tre tornate elettorali: legislative per l’Assemblea nazionale, presidenziali per l’Autorità Palestinese e quelle per formare un nuovo Consiglio nazionale dell’OLP. L’evento è già di per sé rilevante, poiché si tratterà di un ritorno palestinese al voto dei palestinesi dopo le spaccature dell’ultimo accesso alle urne nel 2006. Il vero segnale rilevante giunge però dalle varie parti politiche interessate, dopo che il Primo Ministro Shtayyeh ha notificato piena disponibilità per lo svolgimento di elezioni libere. Ancor più eclatante è che non solo l’accoglienza positiva riservata al decreto presidenziale da parte di Hamas ma anche che la stampa locale parli di un’eventuale candidatura congiunta di Hamas e Fatah. Uno storico e forse impensabile compromesso che potrebbe ridare una minima unitarietà nella voce politica della Palestina.

(Samuele Abrami)

Federica Sulpizio, Samuele Abrami e Michele Magistretti



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Iraq, attacco dell’Isis a Baghdad. Giovedì 21 gennaio la capitale irachena è stata colpita da un doppio attentato suicida presso piazza Tayaran, un luogo centrale e molto affollato. L’offensiva, che ha provocato 35 vittime e 80 feriti, è stata rivendicata dallo Stato Islamico. Nel 2017 l’Iraq ha dichiarato la sconfitta militare dell’Isis nonostante questo continui ad essere attivo, specialmente nelle aree desertiche del Paese. Era dal giugno del 2019 che Baghdad non era al centro di un attacco terroristico, anche in quel caso perpetrato da Daesh.

(Vincenzo Battaglia)

Mali, indagine MINUSMA su attacco franco-maliano a Bounti. Sotto inchiesta il raid aereo del 3 gennaio sul villaggio del Mali centrale, che secondo la versione ufficiale degli eserciti francese e maliano ha colpito un gruppo di jihadisti armati. Testimoni e residenti di Bounti hanno tuttavia contestato questa versione dei fatti, affermando che l’attacco ha ucciso dei civili che si erano riuniti per un matrimonio. In queste settimane, diverse organizzazioni della società civile e per i diritti umani hanno chiesto un’indagine indipendente: il 25 gennaio gli inquirenti della divisione “diritti umani e protezione” della MINUSMA si sono recati sul posto per avviare le investigazioni. La questione è purtroppo attuale. Sebbene gli ambienti militari rivendichino il successo delle recenti operazioni antiterrorismo in Mali, fa discutere l’aumento delle vittime civili causate dalle forze governative e milizie alleate.

(Laura Morreale)

Canada, inseriti i Proud Boys tra i gruppi terroristici. Lunedì scorso, il parlamento canadese ha approvato all’unanimità la decisione di inserire il gruppo di estrema destra tra le entità terroristiche illegali nel paese. La misura è stata definita “simbolica”, poiché i Proud Boys non sono ad oggi significativamente attivi in Canada, ma le recenti vicende di Capitol Hill hanno probabilmente spinto il parlamento a prendere posizione in merito. L’ipotesi che il gruppo possa diventare più presente sul suolo canadese non è comunque così remota: nel 2017, cinque membri, appartenenti alle forze armate canadesi, avevano fatto irruzione durante una cerimonia di commemorazione degli attivisti Mi'kmaq per lo sterminio del proprio popolo. Il fondatore del gruppo suprematista è il giornalista canadese Gavin McInnes, che si è in seguito allontanato dal gruppo.

(Laura Morreale)

Usa, allerta del Department of Homeland Security: “Nuove possibili manifestazioni estreme da parte dell’ultradestra”. Il DHS ha evidenziato come il deterioramento del clima sociale su scala nazionale, acutizzato con l’assalto a Capitol Hill, alimenti il dissenso nei confronti della nuova presidenza in quelle frange estremiste e vicine agli ambienti della destra radicale. Il rischio è il reiterarsi di altrettanti episodi di violenza. I primi passi dell’amministrazione Biden in materia migratoria e di contenimento del Covid – accoglienza per migliaia di immigrati latinoamericani; obbligo di indossare la mascherina negli spazi pubblici – hanno, infatti, segnato una netta linea di demarcazione rispetto alla gestione Trump. Questa inversione di rotta ha, inevitabilmente, inasprito il contrasto sul piano socio-politico tra il neo Gabinetto e i gruppi antigovernativi, che restano ideologicamente legati alla linea dura sposata dalla precedente amministrazione.

(Davide Shahhosseini)

Italia, arrestato un 22enne nel savonese con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo. "Gli ebrei sono il male primo da eliminare. Gli ebrei sono nati per distruggere l'umanità". Questa è solo una delle espressioni a sfondo neonazista e antisemita intercettate dalla Digos, che il ragazzo era solito pubblicare in una chat di gruppo da lui creata, dal nome emblematico di “Nuovo Ordine Sociale”. All’interno di quest’ultimo il giovane svolgeva vere e proprie attività di propaganda e istigazione a delinquere. Ispirandosi al gruppo suprematista statunitense Atom Waffen, era arrivato a fomentare azioni estreme come lo “school shooting”. Le indagini condotte dalla Digos, hanno rilevato un rischio imminente di emulazione delle stragi di matrice suprematista avvenute negli ultimi anni. Proprio in una delle conversazioni intercettate, il giovane aveva affermato: “Io una strage la faccio davvero. L'unica cosa da fare è morire combattendo. Ho le armi.”

(Davide Shahhosseini)

Vincenzo Battaglia, Davide Shahhosseini e Laura Morreale



ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

COVAX, accordo per la distribuzione dei vaccini ai paesi meno abbienti. Sotto l’egida del programma, finalizzato ad assicurare un rapido sviluppo dei vaccini e un accesso equo a livello globale, è stato firmato un accordo per 40 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, già approvato tramite la procedura Emergency Use Listing dell’OMS, da destinare ai paesi eleggibili per il supporto economico. Secondo un precedente accordo, altre 100 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca/Oxford University prodotte dal Serum Institute of India saranno riservate a COVAX, previa approvazione della qualità del vaccino da parte dell’OMS, che potrebbe esprimersi in merito già a metà febbraio. Nel primo quarto del 2021 dovrebbe iniziare, dunque, la prima ondata di distribuzione: un passo importante, secondo la direttrice esecutiva dell’UNICEF, ma che va accompagnato al monitoraggio e al supporto della capacità dei paesi di effettuare le campagne di vaccinazione in maniera funzionale.

ONU e clima, lo stato dell’arte e le azioni da intraprendere. Secondo l’ultimo report dell’UN environment programme, i contenziosi contro governi e aziende dovuti a pratiche inquinanti sono aumentati nel 2020 a livello globale: ciò significa che la sensibilità nei confronti del tema è sempre più diffusa e che lo strumento giudiziario rappresenta ad oggi un mezzo importante nella lotta all’inquinamento. Un sondaggio dell’UN Development Programme (UNDP), somministrato a più di 1 milione di persone in 50 paesi, conferma una maggiore consapevolezza del cambiamento climatico nell’opinione pubblica mondiale: una consistente fetta di popolazione, soprattutto giovane, considera il cambiamento climatico un’emergenza globale e vorrebbe che gli Stati intraprendessero politiche più incisive. Un cambio di rotta è in atto, ma sarà lento: durante il Global Climate Adaptation Summit (CAS), Guterres ha dichiarato che metà delle risorse stanziate sarà necessaria all’adattamento ai danni ormai irreversibili.

Conferenza UN Peacebuilding Fund, appello per aumento fondi. Il Segretariato Generale delle Nazioni Unite ha tenuto una conferenza virtuale il 26 gennaio, durante la quale ha invitato gli Stati membri a supportare la strategia 2020-24, che prevede uno stanziamento di 1,5 miliardi di dollari. Il piano mira a costruire una strategia preventiva e consapevole degli errori e fallimenti che hanno caratterizzato alcune missioni di peacebuilding in passato. Ciononostante, affinché esso sia implementato in modo completo, l’attuale portata delle donazioni dovrebbe aumentare: per questo, Guterres ha fatto appello tanto agli Stati che hanno già supportato in passato il fondo quanto a quelli che non hanno finora donato.

Unione Africana, a breve il 34esimo vertice dei capi di Stato e di governo. Si terrà il 6 e 7 febbraio nella capitale etiope, e verterà su “Arte, cultura e patrimonio”, un tema che resterà in cima alle priorità dell’Unione per molti eventi del 2021. Il settore culturale è infatti considerato strategico per lo sviluppo socio-economico del continente, poiché la sua valorizzazione crea occupazione e favorisce la cooperazione. L’importanza della promozione del patrimonio culturale in tutte le sue forme è ribadita dall’Agenda 2063 dell’Unione Africana che prevede, al punto 5, un’Africa con una forte identità culturale e valori comuni.

Laura Morreale



Framing The World un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandra Fiorani: Europa occidentale e Unione Europea

Andrea Angelo Coldani: Asia ed Estremo Oriente

Arianna Giannino: Europa Centro-Orientale e Russia

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Federica Sulpizio: Medio Oriente e Nord Africa

Federico Brignacca: Diritti Umani

Ginevra Ricca: America del Sud

Laura Morreale: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, Organizzazioni Internazionali

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Leonardo Cherici: Europa occidentale e Unione Europea

Lorenzo Bonaguro: America del Nord, Europa Centro-Orientale e Russia

Lydia Milly Certa: Asia ed Estremo Oriente

Margherita Camurri: Asia ed Estremo Oriente

Marta Annalisa Savino: America del Nord

Martina Pignatelli: Africa Sub Sahariana, America del Sud

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Squadrani: Diritti Umani e Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale



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