Framing The World, Numero XLVIII

Un riassunto delle principali novità in ambito internazionale

  Articoli (Articles)
  Redazione
  07 dicembre 2020
  41 minuti, 19 secondi

Anche con il 48° numero di Framing faremo il giro del mondo. Nelle ultime settimane la Cina è stata al centro di relazioni tese sia con l'Australia che con gli Stati Uniti, accusata di cyber-spionaggio dal Brasile e sotto lo sguardo della NATO, che è alle prese con la definizione della sua strategia verso il 2030. Gli studi per un vaccino efficace e la ripresa socio-economica rimangono i punti nevralgici dell'agenda internazionale, soprattutto di quella dell'ONU... ma non solo. Raccontiamo inoltre di come sta procedendo il conflitto in Etiopia, dei continui attacchi terroristici in Nigeria e Mozambico, di nuovi risvolti in Nord Africa e Medio Oriente e di molto altro ancora. Buona lettura!

DIRITTI UMANI

Sud Corea, 40 anni di carcere per il "dottore" degli abusi sessuali online. Si chiama Cho Ju-bin, ha 24 anni e il suo nickname è “Baksa” – “dottore” in coreano. È stato arrestato a marzo e condannato il 26 novembre per aver violato le leggi a protezione dei minori, per abusi sessuali e “schiavitù virtuale” nei confronti di circa 74 donne, e per aver gestito una rete criminale per trarre profitto da produzione e distribuzione di video illeciti trasmessi attraverso una chat di Telegram. Si tratta di una sentenza chiave nella lotta che il Paese sta conducendo contro gli illeciti di carattere sessuale e virtuale, che fino ad oggi erano stati sanzionati solo con multe. Ci si aspetta dunque che questi crimini vengano considerati nella loro complessità e che non solo i gestori ma anche gli abbonati siano indagati.

(Sara Squadrani)

Spagna, Gran Canaria, continuo arrivo di migranti e chiusura del campo profughi. Tra il 15 ottobre e il 15 novembre 8 mila migranti sono sbarcati illegalmente sulle Isole Canarie, a fronte della precedente media di 800 arrivi al mese. La causa del nuovo afflusso sul lato occidentale dell’Europa deriva dalle tensioni tra il Fronte Polisario per l’indipendenza del Sahara Occidentale e il Marocco. Tutto questo ha determinato il sovraccarico del sistema di accoglienza spagnolo nelle Canarie, la riapertura della questione sulla gestione dei flussi a livello europeo, e condizioni di vita tremende per chi vive nei campi profughi in Spagna. Il 28 novembre il campo di Arguineguín, le cui condizioni sono state definite “deplorevoli”, è stato smantellato e i migranti trasferiti in hotel. Con le parole del presidente regionale Ángel Victor Torres, ora "è molto importante assicurarci che queste persone che hanno rischiato la vita sulla pericolosa traversata dell'Atlantico ricevano un trattamento dignitoso e umano."

(Sara Squadrani)

Elezioni in Costa d’Avorio : repressioni e violenze. Dopo le elezioni presidenziali del 31 ottobre scorso in Costa d’Avorio, si sono verificate violenze e repressioni che hanno coinvolto più di 50 persone. La polizia e le forze di sicurezza non sono riuscite a garantire la giusta protezione ai civili, e in alcuni casi sono ricorsi alla forza per disperdere i manifestanti, uccidendone due e lasciandone uno privo di sensi. Il presidente, Alassane Outtara, rieletto per il terzo mandato con il 94% dei voti, è al centro di queste controverse elezioni che – secondo quanto riporta Human Rights Watch – sono state boicottate anche dai principali partiti di opposizione. È alla fine delle elezioni che si sono verificati i problemi; le autorità ivoriane infatti hanno proceduto all’arresto di numerosi membri dell’opposizione che protestavano per i risultati e avevano costituito un Consiglio nazionale di transizione. Il 10 novembre il Consiglio Nazionale per i diritti umani della Costa d’Avorio ha dichiarato che 55 persone sono morte e i feriti sono circa 282 nel periodo compreso tra 31 ottobre e 10 novembre; diverse le dichiarazioni del governo ivoriano che dichiara invece la morte di 85 persone.

(Federico Brignacca)

Violazioni del diritto internazionale umanitario in Azerbaigian. L’annuncio di violenze da parte delle forze azere nei confronti di truppe militari armene catturate durante il conflitto del Nagorno-Karabakh, sono riportate nei giorni scorsi dagli uffici di Human Rights Watch. Le prove di queste violenze sono i video che i militari azeri hanno girato mentre schiaffeggiavano, prendevano a calci e umiliavano in ogni modo i prigionieri armeni. "Non ci può essere alcuna giustificazione per il trattamento violento e umiliante dei prigionieri di guerra" ha commentato Hugh Williamson, direttore per Europa e Asia centrale di HRW. Williamson, nelle sue dichiarazioni, ha poi richiamato al rispetto del diritto umanitario che sancisce in modo chiaro che i prigionieri di guerra vanno protetti. Il diritto internazionale umanitario infatti richiede alle parti coinvolte in un conflitto armato internazionale di trattare i prigionieri di guerra in modo umano in tutte le circostanze. Alcuni prigionieri, in alcune comunicazioni con le loro famiglie, hanno comunque dichiarato di essere trattati bene, nonostante siano ben raffigurati oggetti di violenze nei video. Ad oggi i numeri esatti di prigionieri armeni sono sconosciuti, si pensa però che siano “dozzine”.

(Federico Brignacca)

India, da povertà a schiavitù. Da un rapporto del Kailash Satyarthi Children’s Foundation emergono dati fortemente preoccupanti per ciò che concerne i diritti dei minori in fase post lockdown come conseguenza della crisi economica. Si parla infatti di una nuova emergenza nelle zone più remote dell’India con un aumento del lavoro minorile, abbandono scolastico nonché tratta e sfruttamento dei minori. Il rapporto è stato stilato grazie al prezioso lavoro di ben 53 ONG che si occupano dei diritti minorili in India e che ha visto coinvolte numerose famiglie che vivono negli Stati più impoveriti dalla crisi, Assam, Bihar, Jharkhand, Chhattisgarh e Rajasthan, che ad oggi rappresentano il bacino di manodopera e tratta minorile. Le ong dichiarano una reale incidenza della crisi sull’aumento del lavoro minorile, dovuto al deficit creato nell’offerta di lavoro e che si ripercuote principalmente sulle famiglie più povere e sul loro reddito, costringendole a mandare i figli a lavorare per aiutarle a sopravvivere.

(Chiara Scuderi)

Svizzera, é “NO” a multinazionali più etiche e responsabili. Gli elettori della Svizzera hanno bocciato il referendum per l’introduzione di due proposte di iniziativa popolare con l’intento di rendere le aziende presenti nel Paese responsabili per reati ambientali e di sfruttamento, anche quelli commessi all’estero, e al divieto di finanziamento di aziende che producono armi e materiale bellico. Eppure, nessuno dei due argomenti ha raggiunto la maggioranza totale per apportare tali modifiche alla Costituzione. Il quesito sul rispetto dei diritti umani e standard ambientali ha ottenuto la maggioranza solo in 9 cantoni. Il quesito volto ad impedire il finanziamento dei produttori di armi invece è stato respinto fortemente dalla maggioranza dei votanti; il governo federale e le organizzazioni imprenditoriali dichiarano che qualora approvate, tali norme avrebbero messo a rischio gli interessi economici svizzeri.

(Chiara Scuderi)

Sara Squadrani, Chiara Scuderi, Federico Brignacca



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Borse, un mese di record. Il miglior mese di novembre per le borse americane dal 1987 fa segnare record storici su tutti gli indici principali di New York (DJIA, NASDAQ, S&P500) sulla scia delle speranze di ripresa per i settori più colpiti come compagnie aeree/crocieristiche e ospitalità. Anche per gli energetici si parla di rialzi, sostenuti anche dall’accordo raggiunto in seno all’OPEC per un lieve aumento della produzione di greggio dopo i tagli decisi quest’anno. Se è stata molto forte la performance americana, con il Dow Jones che passa la soglia dei 30.000 punti dopo aver toccato i 20.000 solo il 25 gennaio 2017 e l’S&P 500 che da marzo è cresciuto del 62.1% (109.8% annualizzato, record storico), addirittura migliore è stata quella europea, con il Stoxx 600 cresciuto di un record +14% che gli permette di colmare parte del gap accumulato nel 2020.

M&A, attività frenetica. Novembre è stato anche il mese con il maggior numero di operazioni di acquisizione dell’anno, portando il terzo trimestre 2020 ad avere il più alto numero di M&A dal 2016. In totale sono stati annunciati accordi per un valore di $760 miliardi, spiegabili con due diverse strategie: da una parte chi sta provando ad acquistare a prezzi vantaggiosi quelle aziende messe in difficoltà dal COVID ma che hanno un futuro relativamente roseo, dall’altra chi cerca all’esterno le competenze che non possiedono internamente. Alla prima si possono ascrivere la trattativa tra PNC e BBVA per l’acquisto del ramo americano della banca spagnola per $11.6 miliardi e che creerebbe la quinta banca americana per asset; alla seconda appartengono la decisione di Facebook di comprare Kustomer ($1 miliardo), quella di Salesforce per Slack ($28 miliardi) e di S&P Global per IHS Markit ($44 miliardi).

Francia e USA, nuovo capitolo sulla digital tax. Le autorità francesi hanno iniziato a chiedere diversi milioni di euro in tributi relativi al 2020 a Facebook, Amazon e altri gruppi americani. Questa mossa mette fine alla tregua raggiunta lo scorso gennaio tra i due paesi che si erano accordati per sospendere qualsiasi richiesta in attesa di una soluzione multilaterale negoziata in seno all’OECD, e fa seguito all’interruzione dei negoziati avvenuta a giugno. La palla è adesso nelle mani americane, con Washington che è pronta a colpire le esportazioni di borse e make-up francesi ($1.3 miliardi) con dazi del 25%, ma la questione occuperà anche la nuova amministrazione Biden, che potrebbe trovare un fronte europeo più o meno compatto dietro la guida francese. Il futuro presidente ha detto che vuole risolvere le tensioni commerciali, ma al Congresso è opinione bipartisan che i paesi europei stiano colpendo ingiustamente le società americane e sarà difficile che i dazi vengano rimossi immediatamente.

Cina v. USA, si alza lo scontro. Si innalza il livello dello scontro commerciale con l’approvazione del Congresso (in attesa della firma, scontata, di Trump) di una legge che costringerà al delisting da Wall Street le società cinesi che non si adegueranno agli standard contabili americani. Attualmente, infatti, Pechino proibisce le proprie aziende dal concedere l’accesso agli audit contabili alle autorità di mercato americane (e non solo), ma questo ha generato non pochi problemi di trasparenza, esplosi nella loro importanza nel caso di Luckin Coffee, espulsa dal Nasdaq per aver truccato i dati relativi alle proprie vendite. Questa misura si aggiunge all’ordine esecutivo dello scorso mese che proibisce agli investitori americani di possedere azioni in società connesse all’esercito cinese, identificate in una black list che comprende SMIC, il più grande produttore cinese di microchip.

Cina v. Australia, sale la tensione. Si fanno tese le relazioni tra i due paesi e la firma dell’accordo commerciale avvenuta il mese scorso sembra appartenere ad un’era differente. Settimana scorsa, infatti, in risposta alle dichiarazioni australiane su temi sensibili per Pechino (le rimostranze per la repressione del dissenso di Hong Kong, la posizione favorevole a Taiwan e la richiesta di un’indagine sulle origini del COVID), Pechino ha alzato il livello dello scontro e imposto dazi compresi tra il 107% e il 212% sui vini australiani, una misura che si aggiunge a provvedimenti analoghi decisi nei confronti di manzo e orzo. La Cina è non solo un mercato che rappresenta il 40% delle esportazioni di vini australiani, ma è anche il principale compratore di tutti gli export australiani e se, come sembra, la Cina è pronta a colpire anche carbone, rame e prodotti ittici, il PIL dell’isola potrebbe calare del 6%.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Nigeria, più di cento contadini sgozzati da Boko Haram. Sabato 28 novembre alcuni uomini hanno brutalmente sgozzato 110 contadini impegnati nella raccolta del riso, senza contare i feriti. Il coordinatore per gli Affari umanitari dell’ONU in Nigeria, Edward Kallon, ha affermato che questo è il peggior attacco di quest’anno portato avanti nei confronti di civili. Sebbene non vi sia stata alcuna rivendicazione ufficiale, tutti puntano il dito su Boko Haram. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, la rappresaglia sarebbe dovuta a una sorta di vendetta dei jihadisti contro i contadini, i quali avrebbero catturato e disarmato uno dei loro miliziani, passando poi informazioni ai militari. Sembrano quindi vane le promesse fatte dal presidente Buhari.

(Martina Pignatelli)

Etiopia, informazioni filtrate. Cosa sta succedendo nel Tigray? Il 28 novembre l’esercito di Addis Abeba ha assediato Macallé, capitale del Tigray. A partire dalla mattinata di sabato, sono iniziati pesanti bombardamenti sul centro cittadino, capitale della regione ribelle. In concomitanza con l’assedio, ha iniziato a scarseggiare il cibo per circa sei milioni di persone: l’ONU sollecita l’immediata istituzione di corridoi umanitari a sostegno della popolazione civile, ostacolati dal governo di Ahmed. Lunedì 30 novembre, il premier etiope ha annunciato la presa di Macallè e il controllo della regione del Tigray. Non la pensano così però i leader del Fronte popolare di liberazione, che si dicono pronti a “combattere gli invasori sino all’ultimo”, rischiando di portare avanti una guerriglia che sembra essere senza fine.

(Martina Pignatelli)

Zambia, sempre più alto il rischio di uno “tsunami del debito”. Una notizia passata in sordina quella del fallimento dello Zambia, che potrebbe però avere risvolti gravissimi per la stabilità geoeconomica della regione. Tra i Paesi più a rischio sicuramente Angola, Ciad e Repubblica del Congo, ma potrebbero non essere gli unici. La situazione ha iniziato a peggiorare nel 2011, quando gli interessi sul debito hanno raggiunto l’8% del Pil e sono definitivamente precipitate con la pandemia da Covid-19, che ha compromesso drasticamente i ricavi dell’export. Una settimana fa il governo annunciava il default e il The Guardian preannunciava il rischio di uno “tsunami del debito”, che potrebbe definitivamente compromettere le nazioni maggiormente indebitate e colpite dai danni della pandemia.

(Martina Pignatelli)

Sud Sudan, primo tribunale speciale per le violenze di genere. In un Paese afflitto da numerosi problemi, si registrano i primi progressi nel tentativo di arginare le violenze di genere. I casi, infatti, sono aumentati a tal punto da rendere necessario un intervento: il governo, insieme all’agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo ha istituito nella capitale Juba un tribunale speciale incaricato di occuparsi delle violenze di genere che continuano a verificarsi numerosamente – si parla di più di 6000 casi da gennaio fino a settembre, dato con molta probabilità sottostimato a causa delle mancate denunce da parte di molte donne vittime.

(Rachele De Simone)

Mozambico, Al-Shabaab mostra nuove capacità. Il gruppo terroristico Al-Shabaab continua a colpire il Mozambico, soprattutto nella regione di Cabo Delgado. La notizia più preoccupante riguarda però la capacità del gruppo di attaccare anche via mare, dove sono state colpite alcune isole al largo di Palma, fatto che ha condotto il governo alla decisione di fermare momentaneamente i rifornimenti via mare per la città di Palma. Nel frattempo, anche i presidi governativi nel distretto di Muidumbe sono stati attaccati. La popolazione civile rimane la parte più debole e colpita dagli attentati: più 45.000 persone sono fuggite e gli aiuti umanitari si rendono sempre più indispensabili.

(Rachele De Simone)

Martina Pignatelli e Rachele De Simone


AMERICA DEL NORD

Verso la transizione. È iniziato il passaggio di consegne alla nuova amministrazione Biden, che entrerà in carica a partire dal 20 gennaio 2021. Il presidente eletto Joe Biden ha annunciato i nomi della squadra che nei prossimi 4 anni pianificherà e guiderà la politica estera, tra cui Anthony Blinken, Jake Sullivan, Alejandro Mayorkas, Janet Yellen, Avril Haines, Linda Thomas Greenfield. Nel frattempo, il Congresso si sta occupando di un nuovo pacchetto di aiuti economici per gli effetti derivanti dal coronavirus e il presidente uscente ha già annunciato la possibilità di candidarsi nel 2024. Ci stiamo avvicinando al cosiddetto “safe harbor”, il 7 dicembre, ovvero la data entro cui ciascuno stato deve certificare l’esito delle elezioni, mentre il 14 dicembre si riunirà il Collegio elettorale per assegnare i 306 grandi elettori a Biden e i 232 a Trump.

(Marta Annalisa Savino)

Canada, indigeni e vaccino. Il vaccino contro il Covid-19 è ormai a portata di mano. Uno dei problemi maggiori che dovranno affrontare gli Stati per immunizzare quante più persone possibili. Oltre a negazionisti e novax, il Canada dovrà affrontare anche la diffidenza delle comunità indigene. Il governo federale ha molte colpe al riguardo: storicamente le politiche sanitarie rivolte ai nativi sono state eticamente discutibili, se non dei veri e propri esperimenti. Cibo non sicuro ai bambini, innesti di pelle non necessari e sterilizzazioni forzate sono solo alcuni esempi. Sui social molte pagine di indigeni mettono in dubbio la sicurezza dei vaccini. Prevedendo resistenze, il Ministero agli Affari Indigeni si sta muovendo velocemente per sensibilizzare le comunità.

(Lorenzo Bonaguro)

Il caso Meng Wanzhou. Secondo il Wall Street Journal, Meng Wanzhou, capo dell’ufficio finanziario della Huawei Technologies Co., potrebbe tornare libera e lasciare il Canada dopo due anni dall’arresto. Il Dipartimento di Giustizia americano ha offerto di lasciar cadere la richiesta di estradizione in cambio dell’ammissione di colpa per le attività contestate: aver violato le sanzioni americane all’Iran tramite un’azienda sussidiaria di Huawei. Il caso è fonte di tensioni fra Pechino e Ottawa da anni. La Cina ha colpito duramente l’export e perfino arrestato due cittadini canadesi con accuse pretestuose e accusa gli USA di creare ad arte delle accuse per colpire le aziende cinesi strategiche. Il premier Trudeau e il ministro della giustizia David Lametti non hanno voluto commentare la notizia.

(Lorenzo Bonaguro)

Marta Annalisa Savino e Lorenzo Bonaguro



AMERICA DEL SUD

Brasile, accuse di spionaggio. Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente brasiliano, ha accusato la Cina di cyber spionaggio. L’ambasciata cinese ha risposto che i propri imprenditori hanno sempre rispettato le leggi locali e che la dichiarazione di Bolsonaro è inappropriata, dato il ruolo che egli svolge presso la Commissione per gli Affari Esteri della Camera dei Deputati. In un tweet postato la notte del 23 novembre, e poi cancellato, E. Bolsonaro aveva dichiarato che il Brasile stava già cooperando con gli USA per lo sviluppo del 5G, evitando quindi il rischio di spionaggio da parte dei cinesi. Nonostante questa controversia, i due paesi continuano a cooperare in altri settori. La Cina sta infatti inviando milioni di dosi di vaccino anti-Covid, che deve essere ancora in parte testato, al Brasile.

Cile, le proteste proseguono mentre il governo è in cerca di accordi. Il 27 novembre ha avuto luogo una manifestazione presso Santiago del Cile, poi sfociata in uno scontro violento con le forze dell’ordine, che hanno usato lacrimogeni per disperdere i dimostranti. Almeno 25 persone sono state arrestate dalla polizia. Attraverso le proteste, i Cileni chiedono la liberazione dei manifestanti detenuti ormai da mesi, nonché le dimissioni di Sebastián Piñera. Intanto, il Ministro degli Esteri Andrés Allamand ha iniziato il suo giro di visite presso i paesi europei per discutere dell’accordo commerciale tra Cile e UE nel nuovo contesto della riforma costituzionale voluta dalla popolazione. Il Ministro spera di poter realizzare un rinnovo del patto di libero commercio con Bruxelles.

Cuba, il Movimento San Isidro. Carlos Fernández de Cossío, Direttore Generale per gli Affari statunitensi presso il Ministero degli Esteri cubano, ha affermato che il governo non permetterà agli USA di esercitare ingerenza nelle questioni interne del paese. La dichiarazione si riferiva alla pronuncia degli Stati Uniti in supporto al Movimento San Isidro (MSI), la cui manifestazione contro l’arresto di un proprio militante è stata repressa dalla polizia in questi giorni presso l’Avana. La repressione della protesta ha spinto un gruppo di più di 200 cubani a riunirsi il 27 novembre per supportare l’MSI. L’episodio ha suscitato anche la reazione del Parlamento Europeo, dello Human Rights Watch e di Amnesty International, che vedono nell’ostilità del governo cubano nei confronti dell’MSI una violazione della libertà di espressione.

Nicaragua, la situazione dopo l’uragano. Il Nicaragua ha riportato danni per centinaia di milioni di dollari alle infrastrutture e alla produzione economica. La situazione è talmente grave che lo stesso ambasciatore statunitense in Nicaragua, Kevin Sullivan, ha annunciato che USAID elargirà un milione e mezzo di dollari alle comunità del paese più duramente colpite dagli uragani Eta e Iota. Il passaggio di denaro avverrà attraverso le organizzazioni umanitarie internazionali. Inoltre, il Consiglio dell’ONU per i diritti umani ha offerto il proprio aiuto al Nicaragua per risolvere la crisi e ha chiesto a Daniel Ortega di poter entrare nel paese al fine di monitorare la transizione pacifica verso un sistema politico più democratico.

Perù, una situazione politica fragile. Mentre proseguono gli scontri tra i manifestanti e la polizia, Francisco Sagasti, terzo presidente in poco più di una settimana, ha dichiarato che non apporterà modifiche alla Costituzione perché il tempo per farlo sarebbe troppo ristretto, nonostante giorni fa avesse affermato il contrario. La riforma della Costituzione, infatti, era proprio ciò che la popolazione chiedeva dopo le dimissioni di Martín Vizcarra, ormai ex presidente della repubblica. Sagasti ha inoltre sottolineato che non esiterà a reprimere qualsiasi tentativo di destabilizzazione del governo. Intanto, Vizcarra ha annunciato che si candiderà alle elezioni di aprile 2021, in cui si voterà per un nuovo Parlamento e un nuovo presidente.

Venezuela, l’affaire Citgo 6. Gli Stati Uniti hanno chiesto al Venezuela il rimpatrio dei sei ex responsabili della Citgo che nel 2017 erano stati accusati di corruzione e cospirazione per aver firmato contratti con la Frontier Group Management e la Apollo Global Management. Accordi che, secondo la giustizia venezuelana, avrebbero compromesso il futuro della stessa Citgo. La Citgo è una Corporation produttrice di petrolio, fondata nel 1910 negli USA e poi acquistata interamente dalla Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA) nel 1990. Sembra che il Tribunale venezuelano abbia da poco accertato la colpevolezza dei sei. Mike Pompeo, Segretario di Stato degli USA, ha condannato la sentenza, dichiarando che farà di tutto per permettere agli ex manager di rientrare nel paese.

Ginevra Ricca

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, scontro con l’Australia su Twitter: da un'immagine “falsa” a una vignetta satirica. Le Relazioni diplomatiche sono a rischio. Lunedì 30 novembre 2020, Zhao Lijian, un portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha pubblicato un'immagine che raffigura un soldato australiano che punta un coltello alla gola di un bambino afghano. Il commento a questa foto è stato "Sconvolto dall'assassinio di civili afgani e prigionieri da parte di soldati australiani. Condanniamo fermamente tali atti e chiediamo di ritenerli responsabili". Questo naturalmente ha provocato la reazione del Primo Ministro australiano Scott Morrison, che ha fatto esplicito riferimento alla foto come "veramente ripugnante, profondamente offensivo, assolutamente oltraggioso". Nello stesso discorso, ha continuato dicendo che l'Australia sta indagando sulla questione in modo trasparente, come è consuetudine nei paesi democratici. Ciò ha portato a una reazione da parte di Hua Chunying, un altro portavoce del governo cinese, che ha detto "Non è la Cina che dovrebbe vergognarsi, ma l'Australia". Nel frattempo, un artista cinese ha pubblicato una vignetta satirica in cui criticava l'Australia e i paesi occidentali in generale. Questo conflitto ha altre radici: infatti, i cinesi hanno imposto tariffe più alte sui vini australiani come conseguenza del progressivo deterioramento dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Le origini della controversia risiedono nell'indagine del governo australiano sulle origini del virus Covid 19, in seguito alla quale si è intensificata questa guerra su Twitter. Inoltre, Morrison ha pubblicato questo commento su WeChat: "La disputa diplomatica non diminuisce il rispetto e l'apprezzamento per la comunità cinese in Australia". Tale commento è stato censurato dai social media che ha giustificato le sue azioni sostenendo che "il contenuto ha violato i regolamenti [...] distorcendo eventi storici e confondendo il pubblico ”.

(Lydia Milly Certa)

Cina, relazioni con gli USA: Meng Wanzhou, potrebbe essere rilasciato per tornare in Cina. Meng Wanzhou (Finance Chief di Huawei), figlia di Ren Zhengfei (fondatore di Huawei) è stata arrestata nel 2018 con l'accusa di cospirazione per frode nei confronti di HSBC e altre banche in Iran. Ha sempre negato ogni accusa e alcune voci di corridoio suggeriscono che le potrebbe essere offerto un accordo per tornare in Cina. Meng ha sempre sostenuto che il suo arresto fosse una mossa politica nella guerra tra Stati Uniti e Cina sulla tecnologia 5G. Ciò ha avuto conseguenze anche per il Canada, dove Meng ha una casa. Dopo l'arresto, infatti, la situazione diplomatica tra i due Paesi è peggiorata: la Cina ha smesso di importare alcuni prodotti dal Canada e ha arrestato due canadesi sul suolo cinese, accusandoli di spionaggio. Trudeau, il primo ministro canadese, ha sottolineato che questa guerra è tra Stati Uniti e Cina e il suo paese è stato usato come una pedina.

(Lydia Milly Certa)

Corea del Nord, Kim Jong-un sta tagliando la sua ancora di salvezza economica per tenere sotto controllo il Covid-19. Il leader nordcoreano sembra aver dato un forte impulso al piano di prevenzione della pandemia del suo Paese, rafforzando ulteriormente i confini quasi impenetrabili e tagliando quasi tutti gli scambi commerciali con la Cina. Pechino ha esportato merci per soli 253.000 dollari a Pyongyang in ottobre - un calo del 99% da settembre a ottobre, secondo i dati pubblicati dall'amministrazione doganale cinese. I nuovi dati doganali, se precisi, mostrano che Kim sembra disposto a ridurre - o addirittura a tagliare - gli scambi commerciali con la Cina per evitare che il virus entri in Corea del Nord, anche a costo di rischiare la fornitura di cibo e carburante del Paese.

(Andrea Angelo Coldani)

Corea del Sud, il Ministro della Difesa parteciperà ad una riunione virtuale Asia-Pacifico. Il ministro della Difesa sudcoreano Suh Wook si unirà ai suoi omologhi di Stati Uniti, Cina, Giappone e altri paesi in un incontro annuale dei Ministri della Difesa dell'Asia-Pacifico, che si terrà questa settimana. Il 7° Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) Defense Ministers' Meeting-Plus (ADMM-Plus) si terrà giovedì tramite collegamento video e riunirà i massimi funzionari della Difesa di 18 Paesi, inclusi i 10 Stati membri dell'ASEAN, la Russia, l'India, l'Australia e la Nuova Zelanda. Da quando è entrato in carica a settembre, Suh ha proseguito nei dialoghi con i Ministri della Difesa statunitensi e cinesi, ma non con la sua controparte giapponese, per via di legami diplomatici logori tra i due Paesi vicini.

(Andrea Angelo Coldani)

Giappone, aumento dei suicidi e la parola d’ordine del 2020: Sanmitsu. In un solo mese, il numero di suicidi in Giappone ha superato il numero totale di decessi per Covid-19 dall’inizio dell’anno. Gli esperti hanno evidenziato come le donne siano state maggiormente colpite e come questo fenomeno possa verificarsi anche in altri paesi del mondo, in quanto le conseguenze della pandemia possono facilmente portare a crisi di salute mentale. In Giappone è stata scelta la parola d’ordine del 2020: Sanmitsu. Resa popolare dal governatore di Tokyo, Sanmitsu si riferisce alle tre situazioni da evitare per prevenire il contagio del Coronavirus: spazi ristretti, luoghi affollati e ambienti a stretto contatto.

(Margherita Camurri)

India, le proteste degli agricoltori e l’India Love Project. Nei giorni scorsi, migliaia di agricoltori hanno protestato contro le leggi che consentirebbero di vendere prodotti ad acquirenti privati e fuori dal mercato controllato dal governo. Queste leggi sono state criticate perché non contengono direttive sui prezzi minimi di sostegno. Durante le proteste, le forze di polizia hanno usato lacrimogeni e cannoni ad acqua contro i manifestanti. Nelle ultime settimane, cinque stati indiani, governati dal partito di Modi, hanno annunciato proposte di legge che renderebbero i matrimoni interreligiosi un crimine. L’India Love Project sfida questi disegni di legge, creando account social su cui condividere storie di matrimoni interreligiosi e offrendo aiuti legali e psicologici alle nuove coppie miste.

(Margherita Camurri)

Lydia Milly Certa, Margherita Camurri e Andrea Angelo Coldani



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

L’Italia rinnova l'impegno con la NATO in Afghanistan. Il Ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, giovedì 18 Novembre ha assicurato al Segretario Generale della Nato, Stoltenberg, che l’Italia rimarrà presente in Afghanistan. La conferma si era resa necessaria dopo che l’amministrazione Trump ha iniziato il ritiro di circa 2.500 truppe dal Paese. Guerini ha affermato che l’Italia continuerà a fare la sua parte, utilizzando il motto “'in together, out together”. Alla Ministeriale NATO di febbraio sulla difesa dovrà essere decisa la linea comune da seguire e il futuro dell’Alleanza in Afghanistan con la nuova amministrazione americana. Per ora resta invariato il contributo militare italiano nel Paese, che ammonta a 800 militari, 145 mezzi terrestri e 8 mezzi aerei.

(Alessandra Fiorani)

Italia, arriva in Parlamento la proposta di una ZEE. L’Italia ad oggi è l’unico fra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo a non avere una Zona Economica Esclusiva (ZEE). Le mire di molti altri attori internazionali si sono concentrate nel Mediterraneo soprattutto per la presenza di idrocarburi nei suoi fondali, e anche l’Italia per la Convenzione del diritto del mare ha la facoltà di esercitare la sua sovranità nel mare. La minaccia che altri Paesi potessero accaparrarsi zone vicine alle coste italiane ha spinto alla creazione della proposta di legge. I suoi punti salienti sono: la creazione di una normativa che istituisce la ZEE, l’estensione della ZEE a partire dal mare territoriale, la delimitazione dei confini con gli altri Paesi. La posizione strategica italiana nel Mediterraneo è divenuta fondamentale per la gestione esclusiva delle risorse naturali sia minerarie che ittiche.

(Alessandra Fiorani)

Unione Europea, stallo sul Recovery Fund. Il veto di Polonia e Ungheria sullo stato di diritto sembra difficile da superare. I due Paesi cercano di forzare la mano, consapevoli del fatto che i restanti Stati europei hanno bisogno di approvare il quadro finanziario pluriennale il prima possibile, ma Bruxelles non vuole cedere alle strategie di Varsavia e Budapest. Nei giorni passati, infatti, Ursula von der Leyen ha studiato una soluzione insieme a Gentiloni, Michel, Hahn e altri attori di primo piano coinvolti. Se al vertice del 10 e 11 dicembre non si riuscirà a superare lo stallo sul bilancio con Ungheria e Polonia, è possibile che il Recovery Fund coinvolga solamente i restanti 25 Paesi, escludendo di fatto i due oppositori. Il Partito Popolare Europeo sta inoltre valutando la possibile espulsione di Fidesz dal gruppo politico al Parlamento Europeo.

(Leonardo Cherici)

Italia, settimane agitate per la maggioranza. Il prossimo 9 dicembre, il Parlamento voterà l’approvazione alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, da non confondere con la linea di credito per spese sanitarie avviata a inizio pandemia. La maggioranza rischia di spaccarsi, con una parte dei grillini schierata per il no alla riforma, insieme alle opposizioni. Il Presidente della Repubblica ha fatto sapere che, in caso di crisi di governo, porrà fine alla legislatura. In realtà, è difficile che Mattarella sciolga le camere in mezzo ad una pandemia, ma è più probabile che stia cercando di “responsabilizzare” la parte dei Cinque Stelle ostile alla riforma. Le tensioni, comunque, non mancano. Renzi, in un’intervista a La Stampa, ha esplicitamente detto che qualora la riforma del MES non passasse, il Presidente Conte dovrebbe dimettersi.

(Leonardo Cherici)

Europa, di nuovo al centro dell’agenda NATO. Il 25 novembre è stato pubblicato un documento dal nome NATO 2030 per riflettere sulle sfide del prossimo decennio. Il rapporto che emerge con l’Unione Europea è un rapporto di concessioni reciproche: da una parte si incentiva il rafforzamento di una capacità di difesa, ma dall’altra si ricorda che questa deve essere utilizzata per aumentare la partecipazione europea agli obiettivi dell’Alleanza. La Russia viene individuata ancora come la principale minaccia militare per l’Area euroatlantica, mentre si riconosce la strategia espansiva della Cina che tocca gli interessi dell’Alleanza Atlantica in più aree del pianeta. Il tono del documento è comunque quello di una rinnovata partnership fra le due sponde dell’Atlantico, già auspicata dalla von der Leyen in seguito all’elezione di Joe Biden.

(Leonardo Cherici)

Leonardo Cherici e Alessandra Fiorani



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Covid in Russia: “Via con la vaccinazione di massa”. Per il presidente russo Vladimir Putin non ci sono più dubbi: il vaccino sperimentale Sputnik V, sviluppato dal “Gamaleya National Center of Epidemiology and Microbiology”, è pronto per essere somministrato in due dosi a partire dalla fine della prossima settimana. La notizia della decisione presa da Putin, trasmessa dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, è giunta appena poche ore dopo l’approvazione da parte delle autorità britanniche del vaccino messo a punto da Pfizer-BioNTech, che sarà disponibile nel Regno Unito proprio a partire dalla prossima settimana. “Questa settimana spero, anzi sono sicura, che termineremo tutti i preparativi per riferirle del fatto che siamo pronti a cominciare la vaccinazione di massa la prossima settimana”, avrebbe detto la vice premier russa Tatiana Golikova a Putin, sottolineando che la vaccinazione sarà gratuita e volontaria.

(Arianna Giannino)

Sputnik V: La Russia presenta il vaccino sperimentale alle Nazioni Unite. All'inizio di agosto, il Ministero della Salute della Russia ha registrato il primo vaccino al mondo per la prevenzione del COVID-19, sviluppato da specialisti del Centro nazionale Gamaleya, sulla base della ben studiata piattaforma del vettore dell'adenovirus umano. Si chiama Sputnik V. A novembre, il Ministero dell'Industria e del Commercio ha annunciato che Mosca stava discutendo con Budapest sulla produzione del vaccino russo in Ungheria, dove è già in preparazione un sito di produzione. "Attualmente è tra i principali vaccini candidati, che si avvicinano alla fine degli studi clinici e all'inizio della produzione di massa", ha affermato il Ministro della Salute Mikhail Murashko all'evento in videoconferenza denominato "Sputnik V: il vaccino contro COVID-19", aggiungendo che Sputnik V ha mostrato "una potente risposta immunitaria e anticorpale" e dichiarando che oltre 40mila persone hanno partecipato ai test post-registrazione del vaccino che si svolgono in Russia, Bielorussia, India, Emirati Arabi Uniti e Venezuela.

(Arianna Giannino)

Orbán allunga le mani sui Balcani. Il 25 novembre il Parlamento Europeo ha tenuto una discussione plenaria per discutere le influenze ungheresi sui media della Slovenia e della Macedonia del Nord. Nel 2017, la compagnia televisiva ungherese TV2 Média Csoport Zrt, gestita dal magnate Jozsef Vida, ha acquisito la partecipata slovena Nova24TV dal Partito Democratico Sloveno, alleato di Orbàn. Lo stesso è avvenuto in Macedonia. Businessmen vicini a Fidesz stanno aiutando media filo ungheresi e spingendo quelli ostili o indipendenti fuori dal mercato. Tramite queste manovre si sospetta che milioni di fondi europei siano finiti nelle tasche degli investitori amici di Orbàn con l’aiuto di politici del luogo. Tuttavia, secondo l’indagine dell’UE, i media locali stanno resistendo a questa offensiva e l’influenza del premier ungherese rimane, tutto sommato, contenuta.

(Lorenzo Bonaguro)

Lorenzo Bonaguro, Arianna Giannino



MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Turchia, “una pillola amara ma necessaria”. Così il Presidente Erdogan ha definito il rialzo del tasso di interesse della lira turca da parte della Banca Centrale. Ciononostante, le speranze per ulteriori aperture da parte del governo si sono abbattute sui continui scossoni interni alla maggioranza che, in un periodo di pressioni dell’alleato nazionalista Bahçeli e dimissioni nell’AKP, ha visto la fuoriuscita anche dell’ex vice-primo ministro Bülent Arınç, espressosi favorevolmente per alcune scarcerazioni. Per tenere la presa sul Paese, anche la politica estera ha ingerito pillole amare. Infatti, il summit dell’OIC in Niger è stata occasione di disgelo con l’Arabia Saudita: droni turchi TB2 in cambio di sostegno finanziario? Allo stesso modo, dopo un “incidente” con navi dell’operazione IRINI, l’imminente vertice del Consiglio Europeo sarà più che mai delicato. Sul timore di eventuali sanzioni europee Erdoğan ha rigiocato la carta dell’anima europea della Turchia, ma pesano le incognite sui fronti caldi ancora aperti (Libia, Siria, Caucaso) e l’avvento di nuovi rapporti euroatlantici.

(Samuele Abrami)

Iran, la sottile linea scura. Tutto sta attualmente ruotando attorno all’omicidio di uno scienziato di spicco del programma nucleare iraniano avvenuto il 27 novembre scorso. La ricostruzione delle dinamiche ha da subito presentato un’arma a doppio taglio per il regime: se da un lato è chiara e forte l’accusa a Israele (e Stati Uniti) di essere il mandante, dall’altro l’establishment iraniano ha difficoltà nel giustificare le falle dei propri apparati di sicurezza domestica. In conseguenza, come attendibile, i gangli del regime hanno risposto in modo radicale. Infatti, gli ultraconservatori stanno spingendo verso l’approvazione di un piano per una massiccia produzione di uranio arricchito, che sancirebbe di fatto una totale violazione dei limiti del JCPOA. Tale eventualità rappresenta un ulteriore ostacolo a futuri tavoli negoziali. Le lancette per il governo “riformista” di Rouhani scoccano rapide, le sanzioni di Trump premono e le speranze sono tutte rivolte alle dichiarazioni di Biden per un nuovo accordo.

(Samuele Abrami)

Egitto, rilasciato il trio dell’Egyptian Initiative for Personal Rights. “L’unione fa la forza”: questo devono aver pensato i vari leader mondiali e tutti gli individui più o meno famosi che si sono battuti per la liberazione dei tre attivisti per i diritti umani in Egitto. Gasser Abdel-Razek, Kareem Ennarah e Mohamed Basher erano stati arrestati in momenti diversi da parte delle autorità egiziane a partire da metà novembre. Al di là dei capi di accusa, gli arresti rappresentano solo la punta dell’iceberg dell’azione repressiva intrapresa da Al Sisi dal 2014, mirata a soffocare il dissenso attraverso arresti arbitrari, divieto di viaggio, congelamento di beni ed altre limitazioni di ogni genere. Non è dato sapere se le accuse contro il trio siano state ritirate o se in futuro affronteranno un processo. Dall’altra parte, fa notizia l’arresto di una nota influencer egiziana, accusata dal governo di aver offeso la cultura egiziana per essersi fatta fotografare senza permesso nel sito archeologico di Saqqara. Le immagini, ritenute “inappropriate” erano state fatte, secondo quanto riportato dalla modella, per sponsorizzare il turismo in Egitto.

(Federica Sulpizio)

Tunisia, lo spettro della disoccupazione. La possibilità di uscire dalla disoccupazione: questo il motivo alla base delle proteste che nelle ultime settimane hanno scosso il Paese. In particolar modo, i manifestanti hanno posto un brusco stop all’intera produzione di fosfato tunisina, provocando un grave danno economico che si va ad aggiungere alla situazione di crisi provocata dalla pandemia. Il 2 dicembre il governo ha deciso la riapertura degli impianti nel governatorato di Tataouine, in cambio della promessa di creare posti di lavoro per i giovani disoccupati locali. Nel frattempo, i contagiati nel paese hanno superato quota 100.000. Dal punto di vista delle relazioni esterne, si è tenuta un’esercitazione militare congiunta tra la marina tunisina e le forze speciali della marina americana al largo della costa di Bizerde, a nord della Tunisia; si tratta di un segnale importante della cooperazione militare tra i due Paesi.

(Federica Sulpizio)

Algeria, situazione politica assediata da problemi interni. In seguito alla vittoria del referendum costituzionale che mirava ad operare per un avvicinamento tra la classe politica e il popolo, poco sembra cambiato in Algeria. Se i propositi erano quelli di soddisfare le richieste del movimento Hirak e di aumentare la partecipazione popolare nella presa delle decisioni, sono entrambi falliti; il movimento non è soddisfatto delle riforme e la partecipazione elettorale ha segnato un record negativo. Inoltre, l’assenza del presidente Tebboune, ricoverato da settimane in Germania dopo aver contratto il Covid-19, non ha fatto che peggiorare la situazione, creando un provvisorio vuoto di potere. Anche dal punto di vista economico, l’Algeria sembra essere sul punto di perdere il primato di più importante partner commerciale della Cina nel Maghreb, giacché Pechino sta aumentando i suoi investimenti in Marocco, considerato un Paese più stabile.

(Federica Sulpizio)

Libia, la partita a scacchi continua: dopo lo stop dei negoziati, su cui alcuni avevano sperato molto, il Paese torna alla classica calma irrequieta. Nonostante la tenuta della tregua gli attori coinvolti sembrano volenterosi di rafforzare le proprie posizioni. La Turchia continua il ponte aereo con la base di Al Watija; si tratta molto probabilmente di rifornimenti di natura militare. Anche l’Italia, che sembra stia trattando per il recupero dei pescatori di Mazara del Vallo, incassa alcuni successi in Tripolitania. Il ministro della difesa italiano, Lorenzo Guerini, sulla linea del precedente incontro a Doha, ha firmato con l’omologo tripolino, Salah Eddine al Namrush, un accordo di cooperazione tecnico-militare. L’accordo varia dallo sminamento all'addestramento, passando per l’assistenza nella medicina militare ed il contrasto all’immigrazione illegale. Infine, ma non meno importante, l’italiano torna ad essere materia di studio a partire dai 12 anni.

(Michele Magistretti)

Israele, terremoto politico: è probabile che il Paese ritorni alle urne, per la quarta volta in soli due anni. Nei giorni scorsi il Parlamento israeliano, la Knesset, approvando la prima mozione di scioglimento, ha infatti avvicinato il Paese alle ennesime elezioni, ma ci vorranno tre mozioni per sciogliere definitivamente l’organo legislativo. Bibi e Gantz sono ormai ai ferri corti, il secondo accusa il primo di non essere un leale partner di governo e di cercare solo il successo personale, oltre che di scappare dal giudizio dei tribunali. L’ultimo dissidio, di una lunga serie, verte sulla legge di bilancio. Le elezioni però non sorriderebbero ad entrambi. Gantz vedrebbe polverizzato il proprio consenso a favore dell’ormai ex alleato, Yair Lapid. Il Likud di Netanyahu, è tallonato dal partito di destra ultra-nazionalista Yamina.

(Michele Magistretti)

Samuele Abrami, Federica Sulpizio e Michele Magistretti



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Afghanistan, continuano le violenze mentre si registrano dei passi in avanti nei negoziati. Il 29 novembre, un attentato suicida ha colpito una base militare a Ghazni (nell’est dell’Afghanistan), provocando una trentina di morti. Lo stesso giorno, un altro attacco kamikaze è stato perpetrato presso la sede del consiglio provinciale di Qalat (provincia meridionale di Zabol), con lo scopo di uccidere il governatore locale, che è rimasto illeso. Per quanto riguarda Kabul, tra il 20 e il 30 novembre la capitale afghana è stata vittima di diversi attacchi, che hanno causato 14 vittime e 70 feriti. Intanto, negli ultimi giorni, si sono verificati dei progressi diplomatici nei colloqui di pace tra talebani e governo afghano.

(Vincenzo Battaglia)

Nigeria, attacco di Boko Haram contro civili: almeno 110 morti. Sabato 29 novembre, i miliziani jihadisti hanno attaccato un villaggio del nord-est del paese, vicino alla città di Maiduguri. Le vittime, il cui numero era stato inizialmente sottostimato, erano lavoratori agricoli stagionali impiegati nei campi di riso, provenienti dallo stato di Sokoto. Il coordinatore umanitario ONU in Nigeria, Edward Kallon, ha definito l’evento il più grande attacco contro dei civili di quest’anno. Inoltre, diverse donne sarebbero state rapite dai miliziani. Abubakar Shekau, esponente di Boko Haram, ha dichiarato che il gruppo avrebbe agito per vendicare l’arresto di un compagno, consegnato alle autorità nazionali dagli agricoltori.

(Laura Morreale)

Francia, il governo annuncia stretta sull’islam “separatista”. Il ministero dell’interno francese ha disposto martedì la chiusura del Collectif contre l’islamophobie en France (CCIF), associazione costituita nel 2003 che, secondo Darmanin, conduceva una “propaganda islamista”. Il Collettivo aveva comunque deciso la propria auto-dissoluzione il venerdì precedente, dichiarando che si sarebbe ricostituito all’estero e accusando il governo di aver fatto concessioni alla destra lepeniana per fini elettorali. Darmanin ha annunciato inoltre un’azione contro i “luoghi di culto musulmani separatisti”: sarebbero 76, di cui 18 a rischio di prossima chiusura. Le decisioni del governo francese hanno polarizzato l’opinione pubblica, tra chi sostiene che le nuove misure siano appropriate per affrontare il problema del terrorismo islamista nel paese, e chi ritiene che avranno l’effetto opposto, esacerbando i conflitti sociali di cui l’islam radicale si nutre.

(Laura Morreale)

Italia, finanziavano un foreign fighter con il reddito di cittadinanza, denunciati due cittadini tunisini. Avevano percepito indebitamente una somma assistenziale pari a 12mila euro, sulla base di dichiarazioni reddituali non veritiere. I due cittadini tunisini, un 33enne residente a Bologna e un 50enne con residenza in Francia sono stati denunciati dal GICO della Guardia di Finanza del capoluogo emiliano per appropriazione indebita. In base a quanto emerso dalle indagini condotte dalle Fiamme Gialle, attraverso gli strumenti di cooperazione internazionale messi a disposizione da Europolil (in particolare il Terrorism Finance Tracking Program), la stessa cifra di cui hanno fraudolentemente usufruito i due sarebbe stata destinata al finanziamento di un foreign fighter tunisino, iscritto nelle liste antiterrorismo del Belgio, tramite un circuito di money transfer nella provincia di Ferrara. Inoltre, gli indagati sono stati denunciati per il reato di invasione di terreni o edifici in quanto occupanti, dal 2011, un alloggio popolare pur non avendone più alcun diritto.

(Davide Shahhosseini)

Italia, si addestrava per compiere stragi, un arresto per terrorismo in Calabria. E’ un cittadino italiano, residente nella provincia di Cosenza, l’uomo arrestato dalla Digos distrettuale con l’accusa di auto-addestramento ad attività con finalità di terrorismo, anche internazionale. A costituire una prova schiacciante rispetto alle accuse, ci sarebbe un’immane quantità di materiale informatico sequestrato dagli inquirenti: manuali di istruzioni sulla costruzione di bombe, tutorial sull’addestramento e la conduzione di operazioni terroristiche, nonché video ed immagini cruente di esecuzioni dell’Isis, riviste ufficiali delle agenzie mediatiche di Daesh, Al Qaeda e altri gruppi terroristici. Dalle analisi dei dispositivi è emerso, inoltre, che l’indagato aveva seguito le regole suggerite dagli organi di propaganda del Califfato per mantenere anonime e sicure le informazioni e i materiali di cui era in possesso.

(Davide Shahhosseini)

Vincenzo Battaglia, Davide Shahhosseini e Laura Morreale



ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

Assemblea Generale ONU, sessione speciale per fare il punto sulla pandemia. La discussione, svoltasi il 3 e 4 dicembre, ha considerato le ripercussioni della crisi pandemica non solo dal punto di vista sanitario, ma anche socio-economico, umanitario e della sicurezza. La sessione speciale si è incentrata, da un lato, sull’analisi della risposta globale coordinata dall’ONU, che ha cercato di supportare gli sforzi di vari governi tramite il Covid-19 Response and Recovery Fund, promuovendo, in particolare, misure a sostegno dei paesi più vulnerabili. Dall’altro lato, sono state discusse e confrontate le pratiche attuate dai singoli stati membri. Secondo quanto emerso, gli studi per un vaccino e la ripresa socio-economica costituiscono i punti nevralgici di una strategia globale di cui l’ONU vuole farsi promotrice.

(Laura Morreale)

UNIDO e gli aiuti per l’Africa. Mentre l'UNIDO si impegna a fornire formazione online e workshop per costruire competenze in materia di scienza, tecnologia e innovazione nei Paesi in via di sviluppo e contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il governo tedesco firma un accordo di finanziamento a sostegno del programma UNIDO-OMS per i paesi africani. Lo scorso mercoledì, infatti, Gerhard Küntzle, Rappresentante Permanente della Germania presso l'UNIDO, ha incontrato il Direttore Generale per confrontarsi su questo importante progetto e di cui la Germania si renderà finanziatrice per 1 milione di euro. Tale progetto si pone come obiettivo quello di proteggere i lavoratori sanitari, industriali e di altro tipo, riducendo il rischio di esposizione e trasmissione di COVID-19.

(Valeria Scuderi)

OSCE, un elogio all’attuale Consiglio dei Ministri. Edi Rama, Presidente dell'OSCE, Primo Ministro e Ministro per l'Europa e gli Affari Esteri dell'Albania, alla chiusura del 27° Consiglio dei Ministri dell'OSCE ha parlato delle sfide principali sollevate dall’attuale pandemia e delle nuove ostilità emerse nella regione dell'OSCE. In occasione di tale importante evento, il Presidente ha anche dichiarato che la nomina dei quattro alti funzionari dell'OSCE e l’ impegno da parte degli Stati nella lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e la tortura, hanno reso quello attuale uno dei Consigli dei Ministri "più produttivi" degli ultimi anni. Peraltro, in tale occasione, gli Stati partecipanti hanno concordato di rafforzare la loro cooperazione con i Partner asiatici dell'OSCE.

(Valeria Scuderi)

ECLAC, la necessità di nuovi sistemi educativi per la 4° rivoluzione industriale. Nell'ambito del 78° Consiglio Direttivo dell’ Organizzazione degli Stati Ibero-americani per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (OEI), tenutosi martedì scorso, è stata esposta dal Segretario Generale un’analisi, condotta insieme alla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'America Latina e i Caraibi (ECLAC), dalla quale sono emerse carenze relative agli attuali sistemi educativi nella regione ibero-americana. In ordine a tali problematiche, Alicia Bárcena, Segretario esecutivo dell'ECLAC, ha sottolineato la necessità per gli istituti scolastici di rivedere le priorità dei curricula accademici, in vista dell'impatto che avrà la 4° rivoluzione industriale nel mondo del lavoro, che non solo richiederà nuove e specifiche competenze ma comporterà anche la scomparsa di alcune professioni e la creazione di nuovi posti di lavoro.

(Valeria Scuderi)

Guterres parla al CdS della cooperazione ONU-UA. Il Segretario Generale, intervenuto in occasione del dibattito sulle partnership tra ONU e organismi regionali, ha ribadito l’importanza della relazione con l’Unione Africana. Le aree di interesse comune riguardano in particolare il disarmo e la mediazione dei conflitti, la parità di genere e le opportunità di lavoro per i giovani. È importante che l’ONU, secondo le parole di Guterres, fornisca supporto logistico all’UA per raggiungere questi obiettivi. L’ONU rivendica diversi progressi significativi, a livello nazionale, in molti scenari di conflitto o di crisi economica. Ma la cooperazione deve guardare alle sfide del futuro, rafforzandosi soprattutto nel settore della pace e della sicurezza: soltanto un rinnovato multilateralismo può, secondo il SG, costituire una risposta efficace.

(Laura Morreale)

L’OMS lancia l’Africa Infodemic Response Alliance (AIRA): l’iniziativa, di cui fanno parte organizzazioni internazionali e regionali e gruppi di fact checking, mira a contrastare la disinformazione in Africa sui temi sanitari. La diffusione di notizie false relative al coronavirus ha fatto emergere in maniera ancora più evidente il problema della disinformazione riguardo alle malattie. Secondo i promotori dell’iniziativa, soltanto una forte cooperazione internazionale sul tema può rappresentare un efficace argine al fenomeno.

(Laura Morreale)

Valeria Scuderi e Laura Morreale

Framing The World un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandra Fiorani: Europa occidentale e Unione Europea

Andrea Angelo Coldani: Asia ed Estremo Oriente

Arianna Giannino: Europa Centro-Orientale e Russia

Chiara Scuderi: Diritti umani

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Federica Sulpizio: Medio Oriente e Nord Africa

Federico Brignacca: Diritti Umani

Ginevra Ricca: America del Sud

Laura Morreale: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, Organizzazioni Internazionali

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Leonardo Cherici: Europa occidentale e Unione Europea

Lorenzo Bonaguro: America del Nord, Europa Centro-Orientale e Russia

Lydia Milly Certa: Asia ed Estremo Oriente

Margherita Camurri: Asia ed Estremo Oriente

Marta Annalisa Savino: America del Nord

Martina Pignatelli: Africa Sub Sahariana, America del Sud

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Rachele De Simone: Africa Sud-Sahariana

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Squadrani: Diritti Umani

Valeria Scuderi: America del Nord, America del Sud e Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Condividi il post

L'Autore

Redazione

Tag

Diritti umani Relazioni Internazionali Economia Internazionale finanza internazionale Americhe Africa Asia Europa Unione Europea ue USA Medio Oriente terrorismo internazionale sicurezza internazionale Organizzazioni internazionali Estremo Oriente