Framing the World, Numero XIV

Le principali notizie dal Mondo, tutte in un unico post

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  Redazione
  22 luglio 2019
  35 minuti, 53 secondi

È tornato il caldo ma siamo tornati anche noi a rinfrescarvi un pò le idee, riportando le principali vicende internazionali. Partiamo dall’Europa, con Ursula Von Der Leyen eletta nuovo presidente della Commissione, con diversi dossiers urgenti di cui occuparsi, dalla Brexit e dalla gestione dell’immigrazione ai rapporti con la Russia, con quest’ultima che sembra sempre più invischiata nella politica interna di diversi paesi. Guardando a est, si sono avute le elezioni in Grecia e in Ucraina, decisive per l’orientamento filorusso o filo-occidentale del paese. Il fronte mediorientale è bollente come sempre: il livello delle tensioni nello stretto di Hormuz è sempre più elevato, la Turchia è esclusa dal programma F-35 e l’Afghanistan è in bilico tra le speranze di pace e gli attentati quotidiani. In Africa, Al-Shabaab compie l’ennesimo attacco terroristico, mentre il Sudan ha raggiunto un accordo per una transizione democratica. Gli Stati Uniti, da un lato vivono il miglior periodo economico di sempre, dall’altro potrebbero essere pronti ad intervenire militarmente contro l’Iran, mentre internamente prende vigore il movimento contro la pena di morte. In Asia, vi parliamo di un curioso caso di boicottaggio a danno del Giappone, che peraltro ha appena votato il rinnovo della Camera Alta, e concludiamo con le trattative tra regime ed opposizione in Venezuela e l’ex-comandante delle FARC che è in fuga dalla giustizia.

Diritti Umani

Croazia, migranti respinti con violenza al confine con la Bosnia-Erzegovina. Nei giorni scorsi, la Presidente croata Kolinda Grabar-Kitarovic ha ammesso che le forze dell’ordine lungo il confine stanno respingendo violentemente centinaia di migranti verso la Bosnia-Erzegovina. I migranti provengono quasi tutti dal Medio Oriente (interessato da diversi conflitti) e arrivano in Croazia tramite una ramificazione della rotta balcanica che permette ai migranti di evitare il muro costruito tra la Serbia e l’Ungheria. La pratica del “push-back”, utilizzata dalle forze dell’ordine croate, comporta tuttavia una violazione delle leggi dell’Unione Europea e della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati. Le organizzazioni che si occupano della tutela dei diritti umani hanno chiesto che vengano fermati i respingimenti e le violenze, e che siano avviate delle indagini per accertare le responsabilità delle autorità croate.

Israele, il ministro dell’educazione si dice favorevole ad una “terapia di conversione” per gli omosessuali. Il ministro dell’educazione israeliano, Rabbi Rafi Peretz, ha dichiarato durante un’intervista televisiva di essere favorevole all’istituzione di una “terapia di conversione” per le persone omosessuali. L’episodio è stato duramente condannato da molti esponenti del governo e, in primis, dal primo ministro Benjamin Netanyahu che ha preso le distanze da Peretz, dichiarando che la sua posizione non riflette quella del governo.

Italia, gli Imi sono stati riconosciuti vittime di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il 9 luglio, il Tribunale civile di Brescia ha condannato lo Stato italiano e quello tedesco per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti degli ex internati militari italiani (Imi), deportati nei lager nazisti dopo l’8 settembre 1943. Il caso riguarda un gruppo di 33 Imi mantovani, a cui è stato riconosciuto un risarcimento tra i 40 e i 30 mila euro ciascuno e la copertura delle spese legali per un valore di 140 mila euro. La sentenza è immediatamente esecutiva; tuttavia, la Germania non si è costituita in giudizio non riconoscendo la giurisdizione dei tribunali italiani in materia.

3Stati Uniti, anche i repubblicani si battono contro la pena di morte. Negli ultimi anni, in molti Paesi degli Stati Uniti guidati dai repubblicani – tra i quali Kansas, Kentucky, Missouri, Montana e Wyoming – sono stati presentati progetti di legge per eliminare la pena di morte. Allo stesso modo, i parlamentari repubblicani hanno appoggiato proposte simili anche in molti paesi a guida democratica. Le ragioni fondamentali che stanno alla base di questo cambio di posizione sono morali ed economiche: i conservatori sostengono un governo fiscalmente responsabile e credono nella santità della vita umana. Nonostante ciò, ancora trenta Paesi negli Stati Uniti applicano la pena di morte; si spera quindi che la nuova posizione del partito repubblicano porti ad una nuova ondata abolizionista.

Marta Stroppa

Economia e Finanza Internazionale

Google, problemi con la Cina? Google intrattiene stretti rapporti di cooperazione con i servizi segreti cinesi. L’accusa arriva da uno dei più importanti imprenditori della Silicon Valley: Peter Thiel. Il miliardario di origine tedesca ha rivelato come Google stia collaborando con il governo cinese tramite DeepMind, la controllata che si occupa di intelligenza artificiale, nello sviluppo di applicazioni tecnologiche “più pericolose di quelle del Manhattan Project” (lo sviluppo della bomba atomica) e che, pertanto, dovrebbero essere protette con le stesse misure di protezione. Tutto ciò avviene dopo che Google aveva rinunciato allo sviluppo di programmi di guida dei droni del Pentagono in seguito alle proteste dei propri dipendenti che lamentavano la mancanza di “leadership etica”. Thiel si spinge ad ipotizzare l’accusa di tradimento (punibile con la pena di morte o l’ergastolo) ma Google ha negato ogni responsabilità, escludendo di aver mai collaborato con l’apparato militare cinese. Il presidente Trump, sempre critico nei confronti dei giganti del web, ha annunciato che CIA ed FBI indagheranno in modo approfondito.

G7, Libra e tasse. La notizia che Facebook creerà una valuta digitale non è stata accolta molto bene. Dopo i dubbi di tecnici e ministri dell’economia, il G7 delle Finanze - riunito settimana scorsa in Francia - ha raggiunto un “ampio consenso” sulla necessità di agire con urgenza per evitare che soggetti privati si dotino di strumenti tipici degli Stati, senza assumerne le stesse responsabilità, e che ci siano ripercussioni sulla sovranità monetaria e il funzionamento del sistema monetario internazionale. Nello stesso vertice, si è discusso di come tassare le multinazionali tecnologiche che fino ad oggi sono riuscite, con vari stratagemmi, a ridurre il loro carico fiscale. La “web-tax” è spinta in particolare dalla Francia e dal suo ministro Le Maire, ma è particolarmente invisa al Segretario del Tesoro Mnuchin, con gli Stati Uniti che si erano detti pronti a rivalersi sulle aziende francesi con nuovi dazi doganali. Il vertice si è concluso con il consenso per tassare un’azienda anche quando non ha presenza fisica sul territorio, ma resta ancora da applicare concretamente questo principio.

Borse, nuovo record storico. Si avvicina il giorno in cui la FED dovrebbe abbassare i tassi d’interesse, con un taglio di 25 o 50 punti base (0.25 - 0.5%) rispetto al livello attuale del 2.5% atteso per il 30-31 luglio, e le borse americane ne approfittano per ritoccare ancora una volta al rialzo i propri record storici, con il Dow Jones che sfonda quota 27.000 punti e lo S&P 500 oltre i 3000 punti (+50% in meno di tre anni), in quella che è la più lunga espansione economica della storia. Ma non tutti i titoli possono festeggiare: Netflix, che ha spinto al rialzo la borsa negli ultimi 3 anni (+300%), ha annunciato di aver perso utenti per la prima volta in 10 anni e la reazione è stata un -10.6% a Wall Street. A pesare sui numeri è stata soprattutto la decisione di aumentare ancora una volta i prezzi delle sottoscrizioni, che ha tuttavia permesso di aumentare i ricavi del 26% nel secondo trimestre; mentre l’arrivo di nuovi concorrenti come Disney, Apple e AT&T a partire dall’autunno fa intravedere tempi bui all’orizzonte e ridurranno la possibilità per Netflix di incrementare a piacimento le proprie tariffe.

Brasile, riforma storica. Il Parlamento brasiliano ha approvato un’importante riforma del sistema pensionistico, stabilendo per la prima volta un’età minima per andare in pensione (65 e 62 anni rispettivamente per uomini e donne) che permetterà di risparmiare almeno 230 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. La riforma è passata con una maggioranza molto più ampia del previsto, con i partiti di centro e molti deputati di sinistra che hanno votato a favore. La riforma era attesa da molti anni, visto che quella previdenziale rappresenta la metà della spesa pubblica e ha dato ulteriore slancio ai listini azionari brasiliani, il cui rialzo era partito a maggio grazie alle aspettative di tagli dei tassi di interesse. Nonostante il rallentamento della crescita e la prospettiva di una recessione nei prossimi mesi, l’indice Bovespa, il più importante della borsa di San Paolo, è cresciuto di oltre il 15% negli ultimi due mesi fino a toccare il record storico di 105.800 punti.

Miliardari, un nuovo #2. C’è una new entry nella classifica degli uomini più ricchi del mondo: Bernard Arnault è da pochi giorni il secondo uomo più ricco del mondo, avendo raggiunto quota 107 miliardi, superando Bill Gates di circa 1 miliardo di dollari grazie all’ottima performance di LVMH (+50% da gennaio ad oggi) rispetto ad un pur buono +34% di Microsoft. Seppur relativamente poco conosciuta, LVMH è una holding che possiede la gran parte dei più famosi marchi del lusso. Partito dall’acquisto di Dior, Louis Vuitton e Möet&Hennessey, Arnoult ha acquisito più di 60 marchi prestigiosi, tra i quali Bulgari, TAG Heuer, Hublot, Fendi e molti altri. La scalata di Arnault nella classifica è stata fulminante: se nel 2015 poteva vantare “solo” 37 miliardi di patrimonio, a gennaio di quest’anno esso valeva 76 miliardi, ai quali nei successivi sei mesi si sono aggiunti altri 31 miliardi. Per un’idea, quella di creare un polo mondiale del lusso, nata durante una conversazione con taxista che lo stava portando a New York, non c’è male…

Boeing, ultimi sviluppi. Boeing non è ancora uscita dall’incubo del 737 MAX. Dopo i due incidenti in cui hanno perso la vita 346 persone e che potrebbero essere stati causati da softwares difettosi, il colosso di Seattle ha bloccato a terra gli esemplari già prodotti e ha rallentato la velocità di produzione dei modelli sulla linea di assemblaggio. Tutto ciò ha causato, solamente nel secondo semestre, minori profitti per $ 1.7 miliardi e costi aggiuntivi per $ 4.9 miliardi, quest’ultimi legati ai soli contratti con le compagnie aeree, ai quali vanno aggiunti i risarcimenti per i familiari delle vittime. Questi ultimi non ancora sono stati stabiliti, ma si dovrebbero aggirare intorno al miliardo di dollari. D’altro canto, i 737 MAX potrebbero tornare a volare intorno ad ottobre, in largo anticipo rispetto alle precedenti previsioni che ipotizzavano uno stop fino ai primi mesi del 2020. Airbus ne ha approfittato per effettuare il sorpasso (+28% di consegne) per diventare il primo produttore di aerei al mondo, anche grazie ad una serie di contratti rescissi che hanno fatto calare le consegne di Boeing del 37%.

Leonardo Aldeghi

Terrorismo e Sicurezza

Arrestato Mullah Krehar in Norvegia. La polizia norvegese ha arrestato la sera del 15 luglio 2019 il Mullah Krekar, rifugiato in Norvegia da trenta anni, su richiesta delle autorità italiane a seguito della sentenza emessa lo stesso giorno dal tribunale di Bolzano. Nel processo a carico di sei jihadisti la Corte d'Assise ha condannato il mullah Krekar a 12 anni di carcere poiché è considerato il capo spirituale della cellula jihadista Rawthi Shax, smantellata nell'autunno 2015 a seguito dell'indagine del Ros di Trento. La Corte d'Assise, presieduta da Carlo Busato, ha condannato anche Rahim Karim Twana e Hamasalih Wahab Awat a 9 anni di reclusione, Abdul Rahman Rahim Zana, Jalal Fatah Kamil e Hamad Bakr a 7 anni e 6 mesi ciascuno. Oltre a Krekar, altri due condannati vivono in Norvegia, mentre gli altri tre sarebbero residenti in Inghilterra. Il Mullah si è sempre dichiarato innocente in quanto non aveva nessun legame con lo Stato Islamico. Egli, tramite il suo legale, ha fatto sapere che "non ci sono cellule terroristiche in Italia o in qualsiasi altra Nazione con cui ha a che fare e non ha mai avuto piani terroristici.”. “Il suo unico obiettivo, ha spiegato l’avvocato, è tornare nel Kurdistan iracheno per impegnarsi in politica (...) come uomo libero".

Al-Shabaab colpisce ancora. Venerdì 12 luglio, alcuni militanti di al-Shabaab hanno perpetrato un attacco armato contro l’hotel Asasey di Kismayo – città portuale della Somalia meridionale. L’albergo colpito è molto popolare ed ospita frequentemente uomini d’affari e politici somali. Tra le vittime (il bilancio totale è di 26 morti) figurano diversi stranieri e un candidato per le prossime elezioni regionali del Jubaland (regione ove si trova Kismayo). Il gruppo jihadista sunnita ha prontamente rivendicato l’attentato, che aveva anzitutto l’obiettivo di colpire “funzionari apostati dell’amministrazione del Jubaland”. Pertanto, Al Shabaab continua a seminare terrore in Somalia, attaccando regolarmente hotel (con ospiti stranieri), edifici governativi, forze di sicurezza e civili. L’organizzazione terroristica, pur mantenendo la propria base operativa in territorio somalo, è altresì attiva in altri stati limitrofi (Kenya per esempio), rappresentando al contempo una minaccia nazionale e regionale.

Afghanistan, negoziati e attentati procedono parallelamente. Mentre si registrano tangibili passi in avanti nei negoziati tra Usa e Talebani e tra questi ultimi e governo afghano, non si arresta la scia di sangue lasciata dagli innumerevoli attentati che destabilizzano quotidianamente l’Afghanistan. L’ennesimo attacco si è verificato venerdì 19 luglio, quando una violenta esplosione ha colpito un’entrata dell’Università di Kabul - uccidendo almeno sei studenti (più una ventina di feriti). Al momento, nessun gruppo terroristico ha rivendicato l’azione armata, tuttavia riconducibile ai Taliban o alla cellula afghana dell’Isis (IS-K). Tale attentato è avvenuto a poche ore dalla strage provocata da un kamikaze contro il quartier generale della polizia a Kandahar (nel sud dell’Afghanistan). I Talebani hanno reclamato la paternità dell’attacco, affermando che molti esponenti delle forze di sicurezza sono stati uccisi.

Pakistan, duplice attacco dei talebani. Due attacchi sono stati perpetrati nella città di Dera Ismail, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa. I talebani hanno rivendicato la responsabilità di entrambe le azioni terroristiche, che hanno causato in totale otto morti (e circa quindici feriti). Nel primo attacco, i militanti hanno colpito un posto di blocco della polizia uccidendo due agenti. Nel secondo, una donna si è fatta esplodere provocando la morte di sei persone. Pertanto, un ennesimo attentato sconvolge il Pakistan - un territorio storicamente contrassegnato dalla diffusione di ideologie islamiche ortodosse e dalla presenza di gruppi jihadisti

Laura Vaccaro Senna e Vincenzo Battaglia



Africa Sub Sahariana

Ciad, progetto tetra-nazionale per il Lago Ciad. Viene accolta con grande favore la decisione adottata dai quattro paesi confinanti con il bacino (Niger, Ciad, Nigeria e Camerun) di predisporre un piano di 100 milioni di dollari contro la proliferazione di Boko Haram. Restano tuttavia numerose questioni aperte: la dipendenza da donazioni internazionali, il tempo di attuazione di tale piano (2 anni), la tipologia del piano stesso (attività di risposta rapida contro le azioni terroriste). Ciò non toglie l’importanza di adoperarsi nella risposta al jihadismo, in una regione nella quale la violenza permane (e sembra incrementare) da numerosi anni. Svezia, Germania, Regno Unito e l’Unione Europea hanno già confermato il proprio contributo per questo piano, che si inserisce nel contesto del recente viaggio dell'Alto Rappresentante Mogherini nella regione per il quinto incontro ministeriale UE/G5 Sahel tenutosi a Ouagadougou.

Summit straordinario dell’ECOWAS. Legato a quanto appena detto è anche l’annuncio del 12 luglio da parte del presidente della Costa D’Avorio, Alassane Ouattara (recentemente critico nei confronti di MINUSMA e del G5 Sahel), che la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale si riunirà a settembre (data indicata, il 14), sempre a Ouagadougou, per discutere il tema del terrorismo nel Sahel. La riunione potrebbe essere ancora una volta frutto della pressione dei Paesi Membri dell’Unione Europea che, a fronte degli ingenti investimenti e aiuti concessi, hanno incominciato a sottolineare l’importanza di responsabilizzare i Paesi del G5 Sahel e di richiedere maggior “appropriazione” da parte della succitata Organizzazione della lotta al terrorismo nell’area.

Madagascar, Christian Ntsaj Primo Ministro. Il tecnocrate, ex Nazioni Unite, è stato nuovamente nominato capo del governo, in seguito al positivo svolgimento delle elezioni legislative. Ntsaj guida il governo dal gennaio 2018 quando, in seguito alle proteste cittadine, era stato scelto per sostituire Hery Rajaonarimampianina. Egli non appartiene a nessuno dei tre principali partiti malgasci e, per tale ragione, è visto come un uomo su cui fare affidamento. Potrebbe rivelarsi la persona giusta al fine di portare a compimento la riforma costituzionale voluta dal presidente Andy Rajoelina - ma dichiarata incostituzionale dalla Alta Corte del Paese - che dovrebbe portare all’eliminazione del Senato, alla creazione dei governi regionali e alla modifica delle immunità parlamentari.

Sudan, accordo di transizione firmato. Nella notte del 17 luglio è stato firmato l’accordo del quale vi avevamo anticipato nello scorso numero. A seguito delle prime indiscrezioni, è infine stata confermata l’alternanza tra componente civile e militare nel corso dei prossimi tre anni; tutto ciò fino a nuove democratiche elezioni per l’insediamento di un governo civile eletto a tutti gli effetti. Il Consiglio, che nei prossimi tre anni dirigerà la transizione, sarà composto da 11 figure, di cui 5 militari, 5 civili e una civile con background militare. Per essere precisi, il processo coprirà l’arco di 39 mesi: nei primi 21 sarà condotto da un generale, nei successivi 18 da un membro della controparte civile. Il Gabinetto vedrà un Primo Ministro civile, ma un Ministro della Difesa e dell’Interno militari, ai quali non è stata tuttavia concessa l’immunità per gli eventi del 3 giugno.

Marcello Alberizzi

America del Nord

Stati Uniti, la politica del pendolo. Una politica italiana affermata, quale la "politica del pendolo", sembra essere al centro dei pensieri dell’amministrazione di Trump che si appresta ad operare per una sua rivisitazione, adattandola al contesto statunitense. Infatti, se da una parte l’amministrazione (tramite un tweet) porta il primo Presidente Usa sul territorio nordcoreano, dall’altra parte favorisce un'escalation contro l’Iran e il ripristino di un embargo sempre più marcato con Cuba. Se da un lato si ha una costante apertura verso uno dei dittatori più temuti della storia, implicato in un processo mai arrestato di arricchimento di materiale nucleare; dall’altro, verso l'Iran - nonostante la firma di accordi internazionali per l’arresto del programma nucleare - vi è un crescente antagonismo, che ha portato addirittura al ritiro da tali accordi. Lo stretto di Hormuz è preda di attacchi alle petroliere, gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran, ma non vi sono prove schiaccianti. Intanto l’esercito statunitense ha annunciato di voler creare una coalizione militare internazionale per pattugliare le acque intorno all’Iran e allo Yemen, al fine di proteggere i transiti commerciali.

Michele Pavan

America del Sud

Colombia, José Santrich. Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, ben più note come FARC, sono state a lungo comandate da José Santrich. L’ex comandante, ormai quasi del tutto cieco, si sarebbe dovuto presentare davanti alla Corte Suprema per l'accusa di narcotraffico verso gli Stati Uniti. Sembrerebbe, però, che il 30 giugno 2019, nonostante i suoi problemi visivi, sia scappato dal campo per il reinserimento di ex guerriglieri nel dipartimento di Cesar. Si pensa sia fuggito perché venuto a conoscenza di un piano per ucciderlo, ma la versione più attendibile è che si sia semplicemente sottratto alla giustizia.

Cuba, la ripresa delle sanzioni economiche. L’amministrazione statunitense di Trump ha dato una svolta decisiva nel processo distensivo con Cuba, considerato uno degli ultimi pilastri della Guerra Fredda ancora presenti. L’ex presidente Obama avviò la riapertura dell’ambasciata e delle sedi consolari, incrementò attività economiche e di turismo apprestandosi all’abolizione dell’embargo statunitense, in previsione di una possibile amministrazione di Hillary Clinton. Tutto ciò non è accaduto; l’ambasciata è stata chiusa nuovamente e sono state imposte maggiori sanzioni economiche, vietando qualsiasi tipo di rapporto commerciale con il sistema militare cubano, il quale controlla il 60% dell’economia del paese. Una situazione che si prevede possa arrivare ad una fase di stallo, ma che sicuramente ha permesso la diffusione di una consapevolezza maggiore per il popolo cubano.

Venezuela, le violazioni dei diritti umani. L’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, come già annunciato, ha condotto un’indagine al fine di redigere un rapporto sulla situazione dei diritti umani nel Paese. Michelle Bachelet ha reso pubblico tale rapporto e le condizioni di violazioni dei diritti umani sono allarmanti. Si legge nel rapporto che, a partire dal 2016, il Venezuela ha messo in atto una strategia orientata a neutralizzare, reprimere, e criminalizzare l’opposizione politica e chiunque critichi il governo. L’attuale presidente Nicolàs Maduro ha prontamente contestato il report, considerandolo parziale, specificando che le interviste per il rapporto sono state effettuate (per l’82% dei casi) a venezuelani residenti all’estero. Intanto, riprendono gli incontri tra il governo e l’opposizione, questa volta nelle isole Barbados.

I paesi del Mercosur implementano l’accordo con l’UE. I paesi del Mercosur si sono riuniti il 16 e il 17 luglio scorsi a Santa Fe, in Argentina, per il 54esimo vertice dell’organizzazione. I leader del blocco hanno discusso di problemi di integrazione regionale il 16 luglio e dell’implementazione dell’accordo tra il Mercosur e l’Unione europea, siglato lo scorso 28 giugno dopo oltre 20 anni trattative, durante la giornata del 17 luglio. La riunione ha avuto l’obiettivo di definire uno schema comune per accelerare il processo di attuazione dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea. L’attuazione avverrà attraverso il cosiddetto meccanismo di “implementazione provvisoria”, il quale sarà lanciato una volta avuta l’approvazione del patto di libero scambio da parte del Parlamento europeo e da ogni singolo parlamento dei paesi del blocco regionale sudamericano.

Due navi iraniane cariche di mais sono bloccate da settimane nel porto brasiliano di Paranagua. L'azienda petrolifera nazionale del Brasile, la Petrobras, si rifiuta di vendere a due navi cargo iraniane il carburante necessario per fare ritorno in patria a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Le navi in questione avevano portato in Brasile un prodotto petrolchimico usato come fertilizzante e avrebbero dovuto riportare indietro un carico di mais; ciò in quanto il cibo non rientra tra i beni soggetti all'embargo verso Teheran. L'Iran è uno dei maggiori acquirenti di prodotti agricoli brasiliani: solo quest'anno ha importato oltre 2 tonnellate e mezzo di mais. Tuttavia, è la prima volta che a procedere con lo scambio sono navi battenti bandiera iraniana.

Michele Pavan e Mario Ghioldi


Asia ed Estremo Oriente

Cina, militarmente parlando. Lunedì 15 luglio a Pechino è cominciato il “China-Africa Peace and Security Forum” dove i rappresentanti dell’esercito cinese e altri 100 rappresentanti di 50 paesi africani e dell’Unione Africana si sono incontrati per discutere di sicurezza e cooperazione tra i paesi. All’interno del National Defense Authorization Act americano, non ancora approvato dal Senato, si prevede una vendita di armamenti a Taiwan per un totale di 2.2 miliardi di dollari. Pechino sostiene che sia una violazione della propria sovranità minacciando sanzioni contro tutte le compagnie che parteciperanno alla vendita. Il portavoce del ministro degli esteri vietnamita, in merito alla presenza di navi cinesi del mar cinese meridionale, ha commentato che Pechino “conducted activities in the southern area of the East Sea that violated Vietnam’s exclusive economic zone and continental shelf”. India e Cina prevedono una nuova esercitazione militare congiunta per dicembre 2019, dal nome “Hand in Hand”. Ieri il principe saudita Mohammed Bin Zayed Al Nahyan ha visitato il paese.

Taiwan, pronti all’accoglienza? “We will handle the matter on a humanitarian basis” ha affermato Tsai Ing wen in merito all’ipotesi di accogliere eventuali rifugiati provenienti da Hong Kong (anche se l’isola non possiede una legislazione in materia), successivamente alle proteste di massa dovute alla controversa proposta di legge in merito all’estradizione. Tra una dozzina e una sessantina sono i cittadini di HK ad essere arrivati nell’isola. In attesa delle elezioni di gennaio, Tsai si è poi recata negli USA per 4 giorni (11 luglio) anche per discutere dell’accordo sulla vendita delle armi, raccogliendo forti condanne da parte della RPC. Il nuovo esponente del Kuomintang, Han Kuo-yu, più incline al riavvicinamento con la Cina continentale,gi preoccupa Tsai che commenta in merito alle prossime elezioni del gennaio 2020: “Voters [...] will be focused on the future of our country, especially whether we can keep our democratic and freedom way of life”.

Corea del Nord, tempo di elezioni. Giovedì 18 luglio a Pyongyang si è tenuta una celebrazione sfarzosa in onore dei 70 anni di relazione con la Repubblica Popolare Cinese, con una visita di stato ufficiale da parte di Xi Jinping. “Long live the unbreakable friendship and union between the Democratic People's Republic of Korea (DPRK) and the Chinese people” recitava un cartellone. In Corea del Nord è poi tempo di elezioni (per scegliere i nuovi deputati delle assemblee locali). Nonostante sia presentata un’unica opzione, qualora il candidato proposto non venisse votato a maggioranza, le regole prevedono la proposta di uno nuovo (anche se pare non essere mai accaduto).

Corea del Sud, Boycott Japan! A seguito di una pronuncia della Corte Suprema sudcoreana che condannò due imprese giapponesi a pagare delle compensazioni in favore dei dipendenti coreani durante il periodo di occupazione (1910-1945) e la decisione del Giappone di imporre delle tariffe e limitazioni sulle esportazioni di prodotti high tech verso il paese (secondo Seoul non correlate alla vicenda), si assiste in questi giorni ad un grande boicottaggio di prodotti e servizi nipponici. Domenica 14 luglio si è recato nel paese il presidente israeliano Reuven Rivlin, al fine di concludere alcuni Memorandum of Understanding in materia commerciale e di robotica. I due paesi vogliono concludere un accordo di libero scambio. Il 15 luglio la ROKAF ha poi ottenuto il terzo ed il quarto F-35A Lightning II sui 40 totali.

Giappone, anche qui parliamo di elezioni. In Giappone ieri (21 luglio, ndr) si sono tenute le elezioni per la camera alta della Dieta del paese. Secondo i poll di NHK television, il partito di Abe Shinzo (Liberal Democratic Party) è quello che otterrà la maggior parte dei voti. Hiroyuki Takahashi, commentatore politico presso la stessa emittente, sostiene che la coalizione deve ottenere almeno 89 seggi per poter modificare la costituzione. John Bolton, il consigliere per la Sicurezza statunitense, è partito per il Giappone e per la Corea del Sud. Nelle sue aspettative in merito al primo ci sono sicuramente quelle relative ad un alleggerimento delle tensioni con Seoul e successivamente quelle di portare il paese nipponico all’interno di una eventuale coalizione contro l’Iran. Il Giappone però ha già specificato che non ci sono ancora valutazioni in questo senso.

India, L’Iran e lo spazio. L’India non aderirà alla coalizione statunitense all’interno del Golfo Persico, ha detto un ufficiale a Reuters, spiegando che le navi rimarranno dispiegate comunque all'interno del golfo per scortare le navi mercantili. Il doppio laccio che lega Stati Uniti e Arabia Saudita con l’India, in riferimento alle importazioni di petrolio, potrebbe però influire sulle future vicende nella questione. Il Chandrayaan 2 indiano punta alla luna ed il 22 luglio verrà effettuato il secondo tentativo di lancio (dopo alcuni problemi tecnici avvenuti il 15 luglio). L’obiettivo è quello di portare tre veicoli sulla superficie lunare.

Stefano Sartorio



Europa Occidentale e Unione Europea

Regno Unito, secondo referendum sulla Brexit? Nelle ultime settimane si è parlato molto dell’apertura di Corbyn ad un nuovo referendum sulla Brexit dove il suo partito sosterrebbe l’opzione del “remain”. Il leader laburista non ha mai avuto una posizione chiara sull’uscita dall’Unione Europea e molti commentatori sostengono che questa sia stata la causa del risultato non eccellente ottenuto alle scorse elezioni. In effetti Corbyn ha più volte fatto dichiarazioni critiche verso Bruxelles, ma non bisogna dimenticare che nel 2016, durante la campagna referendaria, si era allineato al partito supportando il “remain”. Si deve, altresì, fare chiarezza su questa apertura del leader labour ad una nuova consultazione popolare: egli infatti vuole spingere i Tory ad indire un nuovo referendum prima di portare a termine Brexit. In tal caso, i laburisti sosterrebbero il “remain” per opporsi ad un “no-deal” o a qualunque accordo fatto dai conservatori. Tuttavia, Corbyn non ha specificato la sua posizione nel caso in cui delle elezioni generali lo portassero al governo prima dell’uscita dall’Ue.

Francia, alla conquista dello spazio? Il 13 luglio, il presidente Macron ha annunciato che da settembre comincerà la costruzione di un nuovo comando di difesa spaziale per sostituire quello già esistente del 2010. Durante il suo discorso, si è parlato di proteggere i satelliti francesi in modo attivo e questo ha portato gli analisti a sostenere che ci sia stato un cambio da una postura difensiva ad una offensiva. Il presidente, durante la parata in ricordo della presa della Bastiglia, ha dovuto affrontare le contestazioni dei gilet gialli che, alla fine del corteo, sono degenerate in scontri con le forze dell’ordine. I manifestanti erano, tuttavia, meno numerosi rispetto ai sabati invernali dove abbiamo assistito a vere e proprie scene di guerriglia cittadina.

Italia, scoppia lo scandalo per i rapporti Lega-Mosca. Il sito americano Buzzfeed ha pubblicato un’intercettazione di un colloquio all’hotel Metropol di Mosca fra Gianluca Savoini (presidente dell’associazione Lombardia-Russia ed ex portavoce di Matteo Salvini), Gianluca Meranda (avvocato), Francesco Vannucci (ex banchiere) e alcuni esponenti russi. Già l’Espresso aveva avviato un’inchiesta su dei presunti finanziamenti che la Lega avrebbe ricevuto dalla Russia. Il ministro Salvini ha negato che Savoini facesse parte del suo staff, tuttavia sono spuntate una serie di foto che li immortalano insieme, anche durante incontri ufficiali. La procura di Milano ha indagato i tre presenti al Metropol per corruzione internazionale. Lo scandalo ha un peso che va oltre la dimensione italiana per due motivi: la nuova presidente della Commissione Ursula Von der Leyen non è mai stata filorussa, così come non lo sono neanche gli alleati di Salvini del gruppo di Visegrad. Ci pare opportuno segnalare che, per un caso simile, cadde il governo austriaco di Kurz, quando il vicecancelliere Strache (espressione della destra del FPO) era stato immortalato in un video con la nipote di un oligarca russo mentre discuteva di appalti pubblici.

Helsinki, mini-vertice sui migranti. La capitale finlandese ha ospitato un incontro fra i ministri degli interni di Francia, Italia, Germania e Malta per provare a risolvere le questioni più spinose sulle migrazioni. Italia e Malta hanno fatto fronte comune opponendosi alla regola che prevede lo sbarco nel primo porto sicuro, ma Francia e Germania vorrebbero approvare un documento che preveda questo principio. La paura dei Paesi mediterranei sarebbe basata sul fatto che in questo modo Berlino e Parigi dovrebbero farsi carico solo dei profughi, mentre gli altri migranti resterebbero nel Paese di primo approdo. I ministri hanno provato ad avvicinare le posizioni con incontri personali, senza arrivare ad un’intesa.

Unione Europea, Ursula Von der Leyen eletta presidente della Commissione. La politica tedesca, appartenente ai cristiano-democratici di Angela Merkel, ha ottenuto una maggioranza di 383 voti nella sessione plenaria del Parlamento Europeo. L’ex ministra della difesa tedesca è divenuta Presidente della Commissione con uno scarto di soli 9 voti, una quarantina in meno rispetto al suo predecessore Jean-Claude Juncker. La maggioranza è composta dai popolari, i liberali, una parte dei socialisti e gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle e costringerà la tedesca a politiche di compromesso. Nelle prossime settimane la Von der Leyen dovrà presentare la propria squadra di Commissari che dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento Europeo.

Leonardo Cherici



Europa Centro-Orientale

Russia e Unione europea, la parola a Ursula von der Leyen. La neoeletta Presidente della Commissione europea ha rilasciato già le prime interviste ai giornalisti provenienti da diversi paesi comunitari. Uno dei punti su cui la nuova Presidente intende concentrarsi di più, e uno dei più delicati, è la postura dell’Unione verso la Russia. Von der Leyen ha ribadito la volontà di mantenere un dialogo aperto con Mosca, riconosciuta come uno dei vicini europei, ma senza cedere terreno di fronte a una politica estera assertiva e instabile. Da ciò che si evince fino ad ora, la linea rimane propositiva verso il dialogo con la Russia, ma senza nascondere il bastone, rappresentato dalle sanzioni economiche e da una forte campagna contro le fake news.

Cybersecurity, il rischio FaceApp. Una bufera si sta riversando sulla ormai virale applicazione FaceApp, conosciuta grazie alle features estetiche che essa può applicare sui volti delle persone tramite smartphone. Negli Stati Uniti, dove l’app ha conosciuto un successo istantaneo, si è scatenato il panico per via di possibili collegamenti con l’industria sviluppatrice WirelessLab, con sede a San Pietroburgo, e il Cremlino. La privacy degli utenti sembra essere compromessa dal momento che FaceApp si riserva di utilizzare le immagini salvate nei server in maniera quasi indiscriminata. Con il precedente di Cambridge Analytica, il servizio gratuito offerto dall’applicazione potrebbe invece costare in termini di dati personali. Tuttavia, un diretto coinvolgimento del governo russo sembra escluso.

Ucraina, occhi puntati sulle elezioni parlamentari. Grande attenzione sulle elezioni parlamentari ucraine, che si sono tenute domenica scorsa. Queste elezioni metteranno alla prova il mandato presidenziale di Zelensky, dopo la sua decisione di sciogliere anticipatamente la Rada il 20 maggio 2019. Per formare la maggioranza, saranno necessari 226 seggi su 450, obiettivo del partito di Zelensky “Servo del popolo”. Sarà un passo decisivo per una salda presidenza nei futuri anni dell’Ucraina, e per poter portare a compimento il tentativo di una maggior integrazione euro-atlantica del paese, non scontato nella competizione con le altre forze politiche di orientamento differente. In gioco anche i futuri rapporti con la Russia e una auspicabile normalizzazione del conflitto nel Donbass.

Zelensky e Putin, primo confronto sul conflitto in Ucraina. L’11 luglio, il Presidente ucraino Zelensky ha contattato telefonicamente il Presidente russo Vladimir Putin per discutere, per la prima volta dalla nuova presidenza ucraina, sul conflitto nell’est del territorio del paese. Come riporta AP (Associated Press), al centro della discussione c’è stata la questione dei marinai ucraini sequestrati dopo l’incidente navale con la Russia, insieme a un proseguimento del dialogo sul conflitto seguendo la forma “Normandia”, ovvero coinvolgendo anche Francia e Germania. I dialoghi sulla normalizzazione del conflitto potrebbero continuare nella città di Minsk, dove i due Presidenti dovrebbero incontrarsi per discutere nuovamente sull’argomento.

Tallin, la città nei Baltici che scommette sull’innovazione. La città di Tallin, capitale dell’Estonia, potrebbe diventare la prossima “città del futuro”. A suggerirlo è l’importante investimento sull’innovazione promosso grazie alla Tallinn University of Technology (TalTech), il cui obiettivo è creare un ambiente che unisca innovazione, tecnologia e imprenditorialità. Attraverso un connubio di industria e accademia, Tallin punta a creare un punto di riferimento per lo sviluppo di soluzioni adatte a una vita più sostenibile nel prossimo futuro, coinvolgendo esperti e rappresentanti di diversi settori disciplinari e industriali.

Lituania, ricorso contro il sito di informazione Sputnik. Si tratta di un ricorso alla Corte di Giustizia europea dopo la decisione di un tribunale lituano di oscurare Sputnik, agenzia di informazione russa con ampio respiro internazionale, per violazioni sulle norme del copyright; l’accusa è di aver utilizzato contenuti prodotti da agenzie di stampa e d'informazione nazionali senza richiederne il consenso. La Corte di Giustizia europea aveva già accettato un precedente ricorso lituano, risalente al 2016, sull’oscuramento temporaneo di un altro media (NTV Mir Lithuania), con l’accusa di incitamento all’odio contro le nazioni baltiche.

Croazia, tensioni all’interno dell’esecutivo portano al rimpasto del governo. Il 17 luglio, il Primo ministro croato Andrej Plenković ha presentato il suo nuovo esecutivo. Dopo settimane di sconvolgimenti politici che avevano portato alle dimissioni due ministri, il governo di Plenković ha cambiato sei elementi del proprio esecutivo. Tale drastico cambiamento avviene a sei mesi dall’inizio della presidenza croata del Consiglio dell’Unione europea (gennaio 2020). Il rimpasto deciso dal governo di Zagabria serve ufficialmente a dare un nuovo corso all’esecutivo. Nonostante le parole tranquillizzanti del Primo ministro, il rimpasto mostra maggiormente l’agitazione interna all’Hdz (partito del Primo ministro), sempre più diviso tra moderati e nazionalisti.

La Grecia svolta verso il centro-destra. Come ampiamente previsto dai sondaggi, il centrodestra di Kyriakos Mitsotakis ha vinto nettamente le elezioni anticipate in Grecia. Il suo partito Nea Demokratia ha sfiorato il 40% dei consensi e avrà la maggioranza assoluta in parlamento. Alle 20.45 il premier uscente Alexis Tsipras ha telefonato al rivale ammettendo la sconfitta. Il paese è tornato alle urne in anticipo dopo che il premier aveva dato le dimissioni in seguito alla sconfitta patita alle consultazioni europee di maggio. I sondaggi della vigilia vedevano in vantaggio con un margine abbastanza netto Nea Demokratia sulla formazione Syriza di Tsipras. Con la vittoria del centrodestra, il paese ellenico torna al passato: Nea Demokratia era infatti il partito alla guida del governo di Atene prima che esplodesse la crisi del debito e comparisse sulla scena Tsipras.

Andrea Maria Vassallo e Mario Ghioldi



Medio Oriente e Nord Africa (MENA)

Iran, nello Stretto di Hormuz si accende il conflitto delle petroliere. Nel circolo vizioso dei contrasti tra Iran e Stati Uniti, è ora entrata a far parte una nuova protagonista: la Gran Bretagna. L’Iran ha infatti lanciato una seria provocazione a Londra annunciando di aver sequestrato una petroliera britannica - la “Stena Impero” - nello Stretto di Hormuz. Il sequestro sarebbe stato eseguito su richiesta delle autorità di Hormozgan, che hanno accusato la petroliera di non aver rispettato il codice internazionale marittimo. A partire dalla confisca, si sono persi i contatti con l’equipaggio a bordo della petroliera (23 persone) che risulta ferma fuori dal porto iraniano di Bandar Abbas. In più, una seconda petroliera sarebbe stata fermata per un controllo da parte dei Pasdaran, continuando in seguito la navigazione. La “Stena Impero” era inizialmente diretta verso l’Arabia Saudita e sono tuttora sconosciute le ragioni che l’hanno portata improvvisamente a cambiare rotta, uscendo dalle acque internazionali. Inoltre, l’autorità di Gibilterra ha annunciato di aver prolungato il fermo di una nave iraniana - in vigore da circa due settimane – con l’accusa di aver contravvenuto alle sanzioni Ue nei confronti della Siria. Un dato è certo: le parole e i fatti verificatisi in queste ore acquisiscono, di minuto in minuto, un peso maggiore. Washington e Londra intimano il rilascio della petroliera minacciando serie conseguenze: un attacco militare è divenuta un’opzione possibile.

Turchia, fuori dal programma dei caccia Usa F-35 Nato. In seguito all’acquisto da parte di Ankara del sistema di difesa aerea russo S-400, Washington ha negato all’alleato turco l’acquisizione dei caccia da guerra statunitensi F-35 nell’ambito del programma della Nato. La decisione, ha specificato la Casa Bianca, non va a ledere però l’ampia partnership esistente tra i due paesi. La necessità di negare alla Turchia la partecipazione deriva dal fatto che, secondo gli Usa, gli F-35 non possono coesistere con una piattaforma russa (che potrebbe acquisirne le capacità avanzate). La consegna alle autorità turche del sistema missilistico di difesa antiaerea, da parte della russa “Rosoboronexport”, è iniziata a partire dal 12 luglio. Il dicastero della difesa turco ha specificato che saranno le autorità competenti a decidere come verrà impiegato il sistema.

Emirati Arabi, il ritiro dal conflitto nello Yemen. Dopo alcuni giorni di indiscrezioni, gli Emirati Arabi hanno confermato il ritiro delle loro truppe dallo Yemen. Gli EAU dal 2015 sono coinvolti nella coalizione araba (a guida saudita) impegnata militarmente contro gli houthi. La conseguenza più immediata ha visto regnare il caos: in assenza di un coordinamento deciso e autorevole, le milizie yemenite anti-houthi hanno iniziato ad utilizzare le armi le une contro le altre. Secondo alcune fonti diplomatiche, l’Arabia Saudita è rimasta profondamente delusa dalla decisione degli Emirati. Per Riad proseguire la guerra in Yemen sta diventando sempre più problematico; finora tra le vittime si contano migliaia di civili e, nonostante la superiorità militare dei sauditi, i ribelli houthi continuano – con l’appoggio dell’Iran – a controllare una buona parte del territorio yemenita.

Afghanistan, i negoziati per il processo di pace. Il 7 e 8 luglio si è tenuta a Doha una conferenza intra-afghana, promossa da Germania e Qatar, che ha visto confrontarsi da una parte una delegazione di talebani e dall’altra alcuni rappresentanti della società afghana e del governo. Nel documento finale, non vincolante, le due parti hanno definito alcuni punti salienti, nonché una road map che conduca: a una pace sostenibile, dignitosa e prolungata; all’istituzionalizzazione di un sistema islamico; a una riduzione della violenza e devastazione minimizzando le vittime civili fino allo zero. Intanto, il 29 giugno è iniziato il settimo incontro tra negoziatori americani e talebani, interrotto il 7 luglio proprio per permettere l’incontro intra-afghano (e ripreso il 9 luglio). Khalilzad, inviato statunitense per i negoziati di pace, ha dichiarato che l’ultimo round di colloqui “è stato il più produttivo di tutti quelli avuti finora”. Nonostante le trattative in corso, i talebani continuano a perpetrare attentati in Afghanistan, incrementando il livello di instabilità (vedi la sezione Terrorismo e sicurezza internazionale).

Vincenzo Battaglia e Federica Sulpizio

Organizzazioni Internazionali

Nazioni Unite, le crisi umanitarie e i conflitti armati.Con il passare degli anni la realtà internazionale è sempre più complicata; da un lato i contesti di emergenza umanitaria o di salute pubblica che dilagano in Africa, Asia e America latina; dall’altro contesti di conflitti armati o crisi sociali di cui non si riesce a programmare una fine. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale nella Repubblica Democratica del Congo toccata dall’Ebola, in seguito ai recenti casi in Uganda (tuttavia non confermati). La situazione è critica anche in Rwanda e si teme il peggio, poiché in questi paesi i gruppi armati impediscono spesso la consegna, già di per sé complessa, delle poche risorse mediche accessibili nei paesi. Intanto, sempre in Africa, al confine tra il Sudan e il Sud Sudan, in un’area ricca di petrolio contesa tra i due paesi, si verificano scontri armati e azioni contro le forze di pace delle NazioniUnite - che hanno portato, nell’ultimo caso, alla morte di un peacekeeper. La situazione in Libia, invece, avrà una fine? Continua l’attività delle Nazioni Unite, ma ancora non si intravedono soluzioni efficaci.

NATO - Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord. La Nato sta attraversando un momento difficile. La Turchia ha acquistato i missili S-400 russi, avvicinandosi di fatto alla Russia in un contesto geo-strategico complesso che la vede schierata al fianco del Cremlino e dell’Iran sul dossier siriano. Gli Stati Uniti hanno prontamente annullato la consegna degli F-35, impossibilitando di fatto, l’integrazione dei sistemi di intelligence russi insieme a quelli della Nato. Intanto dall’altra parte dell’Europa, la Germania, ha avviato la prima esercitazione congiunta di un paese Nato con la Cina, simbolo di un’apertura strategica mai avvenuta. Non si tratta di un’esercitazione strategico-operativa, trattandosi di risposta rapida ad un terremoto. Tuttavia, è comunque qualcosa con una chiara valenza simbolica. I segnali positivi arrivano invece dalla Macedonia del Nord, sempre più vicina alla Nato, in seguito all’accordo raggiunto con la Grecia in merito al nome del Paese; già quattordici membri della Nato hanno ratificato l’adesione.

Michele Pavan



Framing The World un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Andrea Maria Vassallo: Europa Orientale e Federazione Russa

Federica Sulpizio: Medio Oriente e Nord Africa

Laura Vaccaro Senna: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Leonardo Cherici: Europa occidentale e Unione europea

Marcello Alberizzi: Africa Sub-Sahariana

Mario Ghioldi: America del Sud, Europa Orientale e Federazione Russa

Marta Stroppa: Diritti Umani

Michele Pavan: America del Nord, America del Sud, Oceania e Organizzazioni Internazionali

Stefano Sartorio: Asia ed Estremo Oriente

Vincenzo Battaglia: Medio Oriente e Nord Africa; Terrorismo e Sicurezza Internazionale


Indirizzo postale dell'editore: Via Marco Polo, 31, Gallarate (VA) 21013

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Redazione

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