Framing The World, Numero LXXIV

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  Redazione
  20 dicembre 2021
  37 minuti, 9 secondi

Framing The World, Numero LXXIV

Nel nuovo numero di FtW ci occupiamo degli ultimi eventi in Indonesia, Iran, Regno Unito e USA. Rimanendo negli Stati Uniti, importante è il cambiamento della politica monetaria della FED, il quale provocherà un aumento dei tassi di interesse. Sul piano dei diritti umani invece, in Cile è stato approvato il “matrimonio egualitario” su pressione della comunità LGBTQ+ e negli USA sono state implementate nuove sanzioni contro le violenze sugli Uiguri. Spostandoci in Africa, dedichiamo particolare attenzione a due fronti caldi, il fermento elettorale (e militare) in Libia e il summit Turchia-Africa. Per finire descriviamo l’attività diplomatica volta a ridimensionare le tensioni sul fronte ucraino da parte di Russia, USA, NATO e Unione Europea.

Tutto questo e molto altro nel 74° numero di Framing the World!


DIRITTI UMANI

Myanmar, la repressione della giunta militare continua. I militari, fin dal colpo di stato dello scorso 1 febbraio, si sono distinti per l’oppressione e la violenza contro ogni forma di dissenso. Oggi la situazione è gravemente peggiorata dal punto di vista umanitario: secondo le stime delle Nazioni Unite, sono almeno 284.700 gli sfollati interni e circa 2 milioni di cittadini necessitano di assistenza umanitaria. Tali numeri aumenteranno nel 2022, a causa della strategia intrapresa dalla giunta: non solo repressione violenta e arresti delle frange di resistenza, ma un vero e proprio blocco all’accesso ai servizi essenziali come quello alimentare e sanitario. Sono stati riscontrati continui blocchi alle infrastrutture, soprattutto nelle aree in cui sono presenti organizzazioni di ribelli su base etnica, e un invasivo controllo sia dei prodotti sia del personale delle ONG operanti sul territorio. Con la situazione pandemica, inoltre, la limitazione di medicinali e dispositivi ad hoc, rende le condizioni dei cittadini più vulnerabili (in primis donne e bambini) più a rischio.

Thailandia, mancato riconoscimento dei diritti alle persone transgender. Secondo l’ultimo report pubblicato da Human Rights Watch, i thailandesi transgender non hanno accesso a vie legali per il riconoscimento della loro identità di genere e non godono di una vera protezione legislativa da forme di discriminazione e aggressione. Il rapporto, mostra le implicazioni di una mancata implementazione delle esigue leggi dello Stato thailandese in materia di identità di genere: le persone transgender subiscono violenze verbali e non in ambito scolastico, lavorativo e sanitario, in quanto in ciascuno di questi campi si devono adeguare al genere indicato sulla carta di identità e non a quello che sentono proprio. La legislazione in materia è molto scarna, di fatti esiste il Persons’ Name Act (2007) che permette di modificare il nome, ma non il genere e inoltre è subordinato alla discrezione dell’amministrazione locale competente. Il Gender Equality Act (2015) invece vieta ogni forma di discriminazione sulla base dell’espressione di genere, ma non sono state attuate misure concrete a riguardo dalla commissione preposta.

Camerun, i gruppi armati separatisti minacciano l’istruzione. Dal 2017 ad oggi si riscontrano numerosi attacchi da parte delle forze separatiste nella regione anglofona del Camerun, con danni inestimabili dal punto di vista fisico e psicologico per studenti, insegnanti e le loro famiglie. Nel 2017 erano state organizzate delle manifestazioni pacifiche nelle regioni anglofone per protestare contro il sistema scolastico assimilazionista francese, imposto dal governo centrale. La situazione è però degenerata con l’organizzazione e in seguito la radicalizzazione di alcuni gruppi armati, i quali richiedono non solo l’indipendenza, ma promuovono con la forza il boicottaggio delle scuole in cui dal 2017 in poi si insegna la lingua francese. Bambini e insegnanti vengono frequentemente rapiti, mutilati, uccisi solo per essersi recati negli edifici scolastici, i quali molto spesso vengono usati come magazzino per le armi o come centro di torture. Il governo centrale da parte sua non sta gestendo la situazione né a livello di polizia né di giustizia.

Sara Oldani


ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Wall Street, in calo la tecnologia. La diffusione della variante omicron porta la prima settimana di scambi di dicembre a chiudersi in rosso per wall street, la seconda consecutiva per S&P500 e Nasdaq, la quarta per il Dow Jones (non accadeva da settembre 2020). Le successive rassicurazioni sull’efficacia dei vaccini e l’apparente lievità dei sintomi hanno però determinato tre giorni di rialzi sostenuti, con i mercati trainati da compagnie aeree e settore turistico. L’inflazione arrivata a novembre al 9.6%, ai massimi dal 1982, non ha poi comportato particolari reazioni nei mercati, con anzi l’S&P500 che ha chiuso sui massimi storici. La scorsa settimana, però, le decisioni della FED (vedi sotto) hanno prima dato vita ad un rally di breve durata e poi ad un calo consistente dei titoli tecnologici, con nomi come Apple, Nvidia e Adobe in calo rispettivamente del 4%, del 7% e del 10%.

Cina, dati preoccupanti. Se in Occidente l’economia sembra andare molto bene con Pil in forte crescita e disoccupazione in calo, seppur con i timori legati alle varianti e all’inflazione, le cose vanno meno bene in Cina, da dove arrivano alcuni segnali di rallentamento. A ottobre, infatti, i consumi sono cresciuti del 3.9%, in ribasso dal 4.9% di ottobre e sotto le attese, un dato rallentato dalle restrizioni legate alla pandemia. Gran parte del rallentamento economico è dovuto però alla ‘crisi’ del settore immobiliare scatenata dalle misure restrittive imposte dal governo per sgonfiare la bolla speculativa, che oltre a condurre al default Evergrande e altri gruppi immobiliari, ha causato il calo delle vendite di alloggi del 20% rispetto al 2020.

FED, si cambia rotta. In risposta agli alti livelli di inflazione, arrivata a novembre a 9.6% (annualizzato), e supportata dalla robustezza della crescita economica americana, la Federal Reserve ha annunciato mercoledì scorso un netto cambiamento delle proprie politiche monetarie. Da gennaio, la Fed ridurrà gli acquisti di bond di 30 miliardi al mese, un tasso doppio rispetto a quanto deciso a novembre, terminando il programma di acquisto a marzo invece che a giugno, per poi iniziare ad alzare i tassi di interesse, con la possibilità concreta che ciò avvenga per tre volte nel corso del 2022. Al contrario della Bank of England, la Federal Reserve non ritiene che la diffusione della variante Omicron ponga un rischio concreto all’economia nazionale.

UK, tassi in rialzo. Anche in Gran Bretagna l’inflazione è a livelli elevati. A novembre, i prezzi sono cresciuti del 5.1%, in forte rialzo rispetto al 4.2% di ottobre e al di sopra delle previsioni, e anche la core inflation, cresciuta del 4%, è ai massimi dal 1992. Inoltre, la Bank of England ha avvertito che il tasso potrebbe arrivare al 6% entro aprile, il triplo del proprio target. La BoE ha quindi deciso di aumentare i tassi di interesse, seppur solo di +0.15%, per iniziare a riportare l’inflazione sotto controllo (la prima tra le grandi banche centrali a farlo), e nei prossimi mesi interverrà con altri aumenti. La BCE, invece, pur trovandosi nelle stesse condizioni (inflazione a +4.9%), ridurrà solo gli acquisto di titoli di stato, dimezzandoli, e non prevede di alzare i tassi per tutto il 2022, visto che per Lagarde l’inflazione calerà nel corso del prossimo anno.

Amazon, multa miliardaria. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato una serie di società legate ad Amazon per una somma complessiva di €1.12 miliardi, oltre ad aver imposto delle misure correttive. Amazon avrebbe sfruttato la propria posizione di mercato per favorire il proprio servizio di logistica presso i venditori attivi sulla piattaforma di e-commerce ai danni degli operatori concorrenti. In particolare, problematici sono i vantaggi esclusivi legati ad Amazon Prime, la stessa etichetta visibile vicino ai prodotti in vendita e l’aver impedito ai venditori terzi di associare l'etichetta Prime alle offerte non gestite dalla logistica di Amazon. Amazon ha respinto le accuse ​​e ha annunciato l’intenzione di fare ricorso.

Leonardo Aldeghi


AFRICA SUB SAHARIANA

Coppa d’Africa, polemiche e smentite. Da giorni si rincorrono varie notizie riguardanti la possibile cancellazione del torneo continentale africano di calcio, che è in programma per il prossimo gennaio. A causa infatti dei numeri preoccupanti della pandemia di Covid in Africa, e del basso tasso di vaccinazione locale, è stata avanzata l’ipotesi che la coppa possa essere rinviata. A queste indiscrezioni ha però risposto un comunicato della CAF, la federazione continentale africana, e del comitato organizzatore. È stato sottolineato come siano state adottate misure ad hoc, efficaci e affidabili, per affrontare la sfida posta da questa pandemia. I tifosi potranno accedere agli stadi solo se saranno completamente vaccinati e presenteranno un test Pcr negativo inferiore a 72 ore o un Rdt antigene negativo inferiore a 24 ore. Inoltre, per motivi di neutralità e per garantire maggiore sicurezza, un laboratorio indipendente riconosciuto a livello internazionale testerà i giocatori delle varie nazionali. Il messaggio è dunque chiaro: Coppa d’Africa deve essere giocata.

(Andrea Ghilardi)

Mozambico, Total torna a Cabo Delgado. La multinazionale francese TotalEnergies ha riaperto un ufficio della sua filiale mozambicana nella provincia settentrionale di Cabo Delgado. Questa mossa arriva dopo a nove mesi di distanza dalla decisione di sospendere le proprie attività per l'insicurezza nella regione a seguito di un attacco jihadista lo scorso marzo nella vicina città di Palma, in cui sono state uccise decine di persone. Con questo ufficio Total vuole facilitare la comunicazione tra le varie parti coinvolte nel progetto di esplorazione del gas naturale liquefatto nella regione del bacino di Rovina. Il governatore locale ha accolto con grande favore il ritorno della multinazionale.

(Andrea Ghilardi)

Madagascar, aperto nuovo aeroporto internazionale. È stato inaugurato un nuovo grande aeroporto internazionale in Madagascar. La peculiarità di questo scalo internazionale è che è stato finanziato interamente da imprese francese. Méridiam, Bouygues Bâtiments International, Colas e ADP ('Aéroports de Paris') hanno infatti investito insieme 220 milioni di euro nelle strutture. L’aeroporto è stato edificato secondo i più recenti standard ambientali internazionali e sarà in grado di ospitare fino a 1,5 milioni di passeggeri all’anno. La concessione aeroportuale durerà ventotto anni. L’obiettivo dichiarato dalle imprese investitrici è quello di far diventare l’aeroporto un importante riferimento nella regione e in tutto l’Oceano Indiano."Speriamo che questo nuovo terminal non serva solo allo sviluppo economico e turistico del paese, ma diventi anche un luogo di vita e una vetrina per la flora e la cultura del Madagascar", ha dichiarato Julien Coffinier, CEO di Ravinala Airports.

(Andrea Ghilardi)

Camerun, in due settimane più di 100.000 persone in fuga per gli scontri intercomunali. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha affermato che almeno 100.000 persone sono fuggite dalle proprie abitazioni nell’arco delle ultime due settimane a seguito degli scontri intercomunali che stanno attraversando la regione settentrionale del Camerun. Secondo l’Agenzia 85.000 camerunensi sarebbero scappati verso il vicino Ciad mentre ancora 15.000 persone si trovano sfollate ancora all’interno del paese; ad ogni modo dato l’accesso difficile agli aiuti umanitari è estremamente possibile che le cifre possano essere molto più alte rispetto a quelle indicate. Gli scontri, cominciati il 5 dicembre ad Ouloumsa sarebbero legati alla crisi idrica e all’emergenza climatica che sta attraversando la regione ed il paese, causando così una vera e propria competizione per le risorse, in particolare l’acqua.

(Giulio Ciofini)

Africa, al via il terzo summit Turchia-Africa a Istanbul. Il terzo summit della partnership Turchia-Africa si sta tenendo dal 17 dicembre a Istanbul assieme a numerosi incontri a margine tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il Ministro degli Esteri Turco Mevlut Cavusoglu e le controparti di diversi paesi africani, tra cui Senegal, Nigeria, Burundi, Costa d’Avorio e Zimbabwe. Ad ogni modo al summit si trovano membri di governo e ministri di 39 paesi inclusi 13 presidenti. All’incontro si trovano anche Félix Tshisekedi, presidente dell’Unione Africana e Nana Akufo-Addo, in rappresentanza di ECOWAS. Il tema del summit è il “Partenariato potenziato per lo sviluppo e la prosperità” a cui seguono le parole del Ministro degli esteri turco che ha affermato che questo vertice deve segnare un momento di svolta per le relazioni turco-africane.

(Giulio Ciofini)

Andrea Ghilardi e Giulio Ciofini


AMERICA DEL NORD

USA, Biden alza il tetto del debito nazionale. Il presidente Joe Biden ha appena firmato un emendamento con il quale permette di alzare il tetto del debito pubblico statunitense di 2.500 miliardi di dollari. Questo “tetto” rappresenta la cifra che il governo può prendere in prestito per finanziare le proprie politiche interne ed estere. Tuttavia, essendo regolamentato tramite legge, per l’approvazione è necessario il via libera del Congresso. Tramite questa manovra il presidente evita il rischio di default dell’intera sistemo economico nazionale. Tuttavia, non si tratta della prima volta: negli ultimi 50 anni le varie amministrazioni che si sono succedute hanno costantemente fatto ricorso ad aggiustamenti del tetto per evitare la paralisi dell’economia nazionale.

USA, il rientro di Blinken dal Sud Est asiatico. Il segretario di Stato Blinken si trovava coinvolto in un tour diplomatico del Sud Est asiatico quando ha dovuto fare rientro negli Stati Uniti. La causa è la positività di uno dei membri del suo staff, riscontrata all’arrivo della delegazione statunitense a Kuala Lumpur. Nonostante l’imprevisto, il segretario non ha perso l’occasione per complimentarsi con il governo malese per l'efficiente campagna vaccinale che sta svolgendo. Inoltre, le delegazioni hanno parlato anche dell’emergenza legata a nuove varianti del Covid-19 e all’esportazione di vaccini tramite il programma Covid-19 Vaccines Global Access, di cui proprio la Malaysia è uno dei principali attori coinvolti.

Canada, nuovo piano di riforestazione. Il ministro per le Risorse Naturali Jonathan Wilkinson ha annunciato alla CBC News che il governo ha approvato un piano di riforestazione che prevede di piantare 2 miliardi di alberi entro il 2030. Secondo le proiezioni ufficiali fornite dall’azienda Natural Resources Canada (NRCAN) a cui è stato affidato il lavoro, entro il 2025 si raggiungeranno i 200 milioni di alberi piantati annualmente con un picco di 300 milioni a partire dal 2027. Il progetto si inserisce nel programma dei Liberali che nel 2019 avevano annunciato una serie di misure per combattere il cambiamento climatico e migliorare la biodiversità nel paese. Tramite la riforestazione, secondo le stime, un’area pari a due volte l’isola di Prince Edward verrà coinvolta.

Emanuele Volpini


AMERICA LATINA

Cile, matrimonio egualitario: approvato. Il Presidente cileno Sebastian Piñera ha approvato il disegno di legge che legalizza il matrimonio egualitario: una svolta storica che porta il Paese al compimento di un importante passo in materia di diritti. Se dal 2015 il dibattito in materia di diritti trovò il suo timido spazio di vigore, culminando nel 2017 con la presentazione del progetto da parte del Governo di Michelle Bachelet e con l’approvazione delle unioni civili, fu (in verità) solo nel 2019 che si aprirono importanti scenari di rivoluzione: le potenti ondate di proteste e la forte spinta della comunità LGBTQ+, in particolare del Movimiento de Integración y Liberación Homosexual (Movilh), hanno costretto lo stesso Piñera non solo ad invertire la rotta ma anche ad accelerare i tempi in materia di diritti. Il disegno di legge è stato approvato grazie a una larga maggioranza composta da membri della sinistra e in parte dalla Democrazia Cristiana.

Colombia, attacco presso l’aeroporto Camilo Daza di Cucuta. A nord-est della Colombia, vicino al confine con il Venezuela, si è consumato “l'atto terroristico” (così definito dal presidente Duque e dal ministro della difesa Molano) che ha provocato la morte del presunto terrorista (durante la prima esplosione) e quella di due agenti del corpo degli artificieri che tentavano di far brillare il secondo ordigno. Il terminal dei passeggeri non è stato colpito. Secondo Molano l’attacco è stato coordinato dai guerriglieri colombiani attivi in Venezuela, specificando che i ribelli dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e i combattenti dissidenti del gruppo ribelle disarmato delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC), “spesso pianificano, finanziano e sviluppano i loro attacchi dal suolo venezuelano e, sfortunatamente, cercano di perpetrarli in territorio colombiano”. Cucuta recentemente è testimone di un aumento dei combattimenti tra gruppi ribelli e bande di trafficanti di droga che si contendono il controllo delle coltivazioni di coca e delle rotte del traffico.

Ecuador, i ritmi e le canzoni tradizionali dell’Arrullo per una conversazione sulla violenza di genere. Olaise Cortéz è la fondatrice del collettivo Tía Gachita, istituito nel 1986, nella regione di San Lorenzo, quasi al confine con la Colombia. Ne fanno parte donne proveniente dalla comunità locale ma anche rifugiate afro-colombiane: “donne guerriere determinate” (come le definisce Olaise) impegnate a far rivivere un’antica tradizione, a lungo usata dalle loro comunità come un modo per educare le nuove generazioni. Nonostante l’America Latina si caratterizzi per essere una delle regioni con i più alti tassi di violenza di genere a livello globale, e testimone di violenza diffusa, comunque raramente sono attivi dialoghi di contrasto o prevenzione. Per questo motivo il messaggio del collettivo è fondamentale: per i membri del gruppo, gli arrullos sono uno strumento fondamentale per l’avviamento del dialogo, necessario nelle comunità di pianura e in quelle costiere.

Elisa Maggiore


ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, nuove sanzioni USA contro il trattamento degli Uiguri. Lo scorso 16 dicembre, il Senato degli Stati Uniti ha approvato una nuova legge che impone il blocco totale delle importazioni di prodotti e servizi provenienti dalla regione dello Xinjiang, a meno che non vengano fornite prove che essi non siano stati prodotti o forniti tramite lavoro forzato. Questa legge costituirebbe la più recente tra le sanzioni imposte dagli Stati Uniti verso la Cina relative al suo presunto abuso sistematico e diffuso nei confronti delle minoranze etniche e religiose nella sua estrema regione occidentale nei confronti degli Uiguri. Ci si aspetta che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, promulgherà la legge nei prossimi giorni, nonostante l’esitazione di diversi senatori e l’opposizione delle grandi corporations. Il Ministero degli Affari Esteri cinese ha riferito che prenderà tutte le misure necessarie per la salvaguardia delle sue istituzioni e imprese nella regione.

Vietnam, al via la prima esercitazione congiunta con l’Esercito Popolare di Liberazione. Lunedì 20 dicembre ha avuto inizio il primo addestramento congiunto tra alcuni elementi dell’Esercito Popolare di Liberazione e altri appartenenti all’Esercito Popolare Vietnamita. Questa esercitazione di tipo medico-militare coinvolgerà 84 medici dell’Esercito Popolare di Liberazione che si uniranno alle loro controparti dell’Esercito Popolare Vietnamita durante i prossimi sette giorni. L’esercitazione, denominata Peace Rescue 2021, si terrà a Mong Cai, una città vietnamita che confina con la regione sud-occidentale cinese Guangxi. Tale evento si costituirebbe come la prima esercitazione militare estera da parte del corpo medico militare dell’esercito cinese. L’esercitazione congiunta rientrerebbe in uno sforzo più ampio da parte di Pechino di intensificare il suo impegno con i membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN).

Giappone, incendio in una clinica a Osaka: 27 i morti. Lo scorso 17 dicembre almeno 27 persone sono rimaste vittime di un incendio presso il 4° piano di una clinica per la salute mentale nella città di Osaka. Secondo un medico locale, che ha fornito assistenza durante l’emergenza, la maggior parte delle vittime sarebbe deceduta per inalazione di monossido di carbonio. L’incendio è stato trattato dalle autorità come possibile incendio doloso. Secondo fonti di polizia, infatti, un uomo sui 60 anni sarebbe stato visto portare un sacchetto di carta che perdeva un liquido non identificato. Sempre secondo una testimonianza, sembra che l’incendio sia scoppiato poco dopo che l’uomo ha lasciato il sacchetto vicino alla reception del 4° piano. L’incendio è stato spento dopo mezz’ora e la maggior parte delle persone presenti su altri piani dell’edificio è stata evacuata.

Taiwan, alla ricerca di una maggiore cooperazione con la Lituania. Successivamente al ritiro dell’ambasciatore lituano da Pechino lo scorso 15 dicembre, causato da un deterioramento dei rapporti diplomatici con la Cina per aver permesso a Taiwan di aprire una sede di rappresentanza a Vilnius, il governo di Taipei ha affermato la sua volontà di approfondire la cooperazione economica con il Paese baltico. Il ministro degli Esteri di Taipei ha infatti lodato la fermezza di posizione del governo lituano nei confronti della crescente pressione da parte della Cina. Il ministro ha inoltre affermato che Taipei “inviterà le imprese e il pubblico dell’isola a sostenere pienamente una cooperazione più stretta e reciprocamente vantaggiosa con la Lituania in settori quali l’economia, il commercio, la scienza, la tecnologia, la cultura, l’istruzione e altri domini in modo che le nostre due parti possano approfondire la nostra partnership, la prosperità e il benessere pubblico”.

Indonesia, erutta il vulcano Semeru: circa 50 le vittime. Lo scorso 4 dicembre, gli abitanti del distretto di Lumajang, nella zona orientale dell’isola Java, hanno ricevuto un brusco risveglio quando la mattina di sabato il vulcano Semeru (un monte alto circa 3600 m) è improvvisamente eruttato, scatenando una pioggia di detriti, gas e una lingua di lava che è scesa per più di 800 m dal crinale del monte colpendo diverse case e intrappolando molte famiglie al loro interno. Nei giorni immediatamente successivi all’eruzione, i soccorritori hanno rinvenuto almeno 48 vittime e soccorso centinaia di feriti intrappolati, la maggior parte dei quali affetti da gravi ustioni. Almeno 300 le famiglie sfollate, costrette a rifugiarsi in altri villaggi locali, anche loro colpiti dalle piogge di detriti. Gli abitanti dei paesi limitrofi sono stati informati dalle autorità di rimanere a una distanza di almeno 5 chilometri dalla zona colpita, essendo ancora oggi molto alto il rischio di una seconda eruzione. Secondo l’agenzia geologica indonesiana, l’eruzione sarebbe stata causata da una frana all’interno del cratere del monte Semeru, verificatasi a causa delle forti piogge monsoniche. Lo scorso 18 dicembre, infatti, il governo ha elevato il livello di allerta a causa di una nuova possibile frana che potrebbe causare una nuova eruzione simile a quella di inizio dicembre.

Francesco Ancona


EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Unione Europea, Consiglio europeo del 16 dicembre. È durato oltre 14 ore il vertice europeo di fine anno che si è tenuto giovedì 16 dicembre a Bruxelles. Diversi i temi trattati: dai modi con cui affrontare le minacce russe in Ucraina fino alle prossime scelte in campo energetico e all’adozione di restrizioni alla libera circolazione per via della pandemia. Unico tema che ha trovato una pressoché totale unità d’intenti è la questione dell’Ucraina: la difesa della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina è infatti una priorità per l’Unione, perciò qualsiasi azione aggressiva avrà un alto costo politico ed economico. Divisioni invece sulle altre tematiche: in tema energetico i Ventisette non si sono accordati sul modo in cui rispondere al forte aumento dei prezzi; riguardo alle limitazioni alla libera circolazione all’interno dell’UE si sono invece formati due schieramenti, da un lato chi, come Italia, Portogallo, Grecia e Irlanda , ha deciso di chiedere un test anche ai vaccinati per entrare nel territorio nazionale, mentre dall’altro la coalizione guidata da Germania e Francia, che non vogliono complicare ulteriormente gli spostamenti all’interno dell’Unione, vuole preservare, a detta loro, il corretto funzionamento dello spazio comune.

Unione Europea, Breton a favore del nucleare. In un periodo come quello attuale, durante il quale i temi legati all’approvvigionamento di energia e transizione ecologica sono al centro di numerosi dibattiti, le parole del commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, risuonano forti. Le sue dichiarazioni evidenziano una strada da percorrere, contestata e non da tutti accettata, ma che secondo il suo punto di vista è inevitabile: “Noi abbiamo bisogno del nucleare e chiunque dica il contrario mente”. Così si espone Breton in un’intervista a Bloomberg Tv, sottolineando anche che a oggi “abbiamo bisogno di raddoppiare la produzione di elettricità, e non c’è modo di farlo senza nucleare”. Una posizione chiara la sua, che riapre un dibattito sull’energia nucleare mai del tutto terminato.

Regno Unito, il Paese ripiomba nell’incubo. Situazione fuori controllo nel Paese d’oltremanica. Per il terzo giorno consecutivo, infatti, nel Regno Unito si registra un record assoluto di contagi da Covid. Venerdì 17 dicembre sono stati 93.045 i nuovi contagiati, con 111 decessi. A spaventare più di tutto è la nuova variante Omicron, che ha raggiunto quota 3.201 nuovi contagi giornalieri, raddoppiando i numeri del giorno precedente e raggiungendo così un totale di 14.909 infetti. Il capo dell’agenzia britannica Jenny Harries, per la sicurezza sanitaria, ha sottolineato come Omicron sia probabilmente la minaccia più grande dall’inizio della pandemia. Harries ha evidenziato come il vero rischio potenziale legato a questa variante sia la sua gravità clinica. Anche Amanda Pritchard, direttrice dell’NHS, parlando con i deputati ha dichiarato che i ricoveri di quest’anno potrebbero superare quelli dello scorso inverno. L’ondata pandemica legata a Omicron potrebbe quindi essere più grave di quella che aveva colpito l’Europa nello stesso periodo dell’anno scorso.

Andrea Ghilardi


EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Albania e Kosovo, pronti a fornire supporto militare agli Stati Uniti per le missioni in Ucraina. I due Paesi si sono esplicitamente schierati a fianco degli Stati Uniti in caso di necessità di supporto militare per contrastare le mire espansionistiche russe in Ucraina. Il fronte antirusso raccoglie quindi nuovi sostenitori. Le tensioni nei Balcani stanno aumentando e un’esplicita offerta di aiuto non si è fatta attendere. Il presidente del Kosovo è pronto a scendere in campo insieme agli Stati Uniti poiché vi è un forte legame di amicizia. “Gli Stati Uniti, come nostro principale e insostituibile alleato strategico, conoscono meglio le capacità operative e le capacità delle forze di sicurezza del Kosovo, e se valuteranno che le nostre capacità possono essere impegnate, come abbiamo sempre promesso, saremo pronti ad essere al loro fianco in qualsiasi operazione al servizio della pace, della sicurezza e della stabilità regionali” - ha dichiarato il colonnello Sefer Isufi, Capo della Comunicazione Strategica presso il Ministero della difesa del Kosovo. L’Albania fa sapere che “le forze armate albanesi sosterranno qualsiasi decisione presa dagli Stati Uniti e dalla NATO” - nella figura del colonnello delle forze armate Ardian Lulaj.

Moldavia, senza gas: la Romania soccorre il paese. Viste le recenti tensioni con la società russa Gazprom verificatesi in Ottobre e considerando che la Moldavia dipende interamente dal gas russo, Andrei Spinu - Vice Primo Ministro della Moldavia - ha stipulato un accordo con il suo collega rumeno affinché si immagazzinino riserve di gas anche per la Moldavia, così da scongiurare eventuali crisi energetiche. Attualmente, la vigente legislazione moldava non consente al Paese lo stoccaggio del gas al di fuori dei propri confini. Pertanto, è prevista una modifica in tempi celeri. La richiesta di aiuto poteva essere rivolta solo alla Romania poiché ha un’elevata capacità di stoccaggio. A ciò si aggiunge anche il nuovo gasdotto Iași - Chișinău che permette di trasportare fino a due miliardi di metri cubi all’anno. Il capo della società rumena Transgaz - Petru Văduva - ha dichiarato che i loro magazzini non hanno raggiunto la piena capacità e, pertanto, la compagnia può riservarne una parte per accogliere le scorte per la Moldavia. Spinu ritiene che la nuova legge prevederà scorte per almeno due mesi in inverno.

Repubblica Ceca, nasce un governo di centrodestra. Il Primo Ministro ceco Petr Fiala si trova davanti a sfide insidiose, tra le quali l’inflazione e la gestione della pandemia di Covid-19. Fiala, ex professore di 57 anni, presiede un governo formato da cinque partiti; per la prima volta infatti vengono eletti rappresentanti del Partito dei Pirati liberali che dovranno governare insieme ai democratici civici, l’ala conservatrice di cui è rappresentante. L’Unione Europea prevede l’ingresso di una coalizione più filo - occidentale, chiamata a gestire sfide profondamente impegnative per le famiglie, legate all’impennata del costo della vita. Fiala eredita una potenziale gara con grandi finanziamenti per investire nella costruzione di nuove centrali nucleari, per un valore di miliardi di euro. Una coalizione così ampia dà a Fiala 108 seggi sui 200 della Camera Bassa del Parlamento. Tuttavia, il Partito di Andrej Babis - il Primo Ministro uscente - è quello che, da singolo, è più numeroso, a cui si aggiunge l’Estrema Destra. Le sfide che lo attendono sono enormi: ridurre l’inflazione e portarla sotto valori di tredici anni fa e vincere la crisi energetica.

Albania, Kosovo e Macedonia del Nord, rifugiati afgani in transito. Dopo alcuni mesi di stallo temporaneo nei Balcani, i rifugiati afgani lasciano lentamente Albania, Kosovo e Macedonia del Nord per l’Europa Occidentale, per soggiorni di durata maggiore. Dopo mesi di attesa, controlli di sicurezza, i paesi occidentali iniziano a spostare le migliaia di afgani in lotti. L’Albania si è fatta carico del numero di afgani più alto: 2.400, di cui 150 hanno appena lasciato il Paese grazie ai collegamenti aerei preposti dagli Stati Uniti e dagli stati dell’Unione Europea. Gli altri sono ancora a Durazzo e Shengjin sotto la protezione albanese, che ha validità di un anno. Il ministro non aspetta più rifugiati in Albania; progressivamente quelli presenti saranno smistati in altri Stati e la situazione tornerà alla normalità. La Macedonia del Nord ne ospita 407. 76 destinati a Francia, Irlanda e Grecia. In Kosovo non ci sono stime ufficiali e gli osservatori per i Diritti Umani protestano la mancanza di dati attendibili. Probabilmente i rifugiati sono 971, divisi in due campi profughi. Sembra che 265 siano stati accolti in Canada, inoltre un primo gruppo di 54 e un secondo di 79 in Dicembre hanno lasciato il Kosovo per gli Stati Uniti.

Russia, chiesto un colloquio esclusivo con gli Stati Uniti. La Russia nega di prepararsi all’invasione ma pretende che l’Ucraina e altri Stati posti in prossimità dei loro confini - come la Georgia - non entrino nella NATO. La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki esclude che ci sarà un tavolo sulla sicurezza europea con la Russia senza i partner ed alleati europei presenti. Il Viceministro degli Esteri Sergej Rjabkov ha dichiarato che la Russia ha redatto e sottoposto al vaglio due bozze di trattati destinati alla NATO e agli Stati Uniti. Secondo Rjabkov, la Russia è stata costretta a proporre tali misure a causa della totale mancanza di fiducia dimostratale dalla NATO e dall’Occidente. Le rivendicazioni proposte sono inaccettabili per la controparte. La Russia chiede il diritto di veto verso i Paesi che potrebbero entrare nella NATO in futuro. Vorrebbe, inoltre, che i paesi entrati nella NATO dal 1997 in poi non abbiano armi o truppe NATO stabilmente stanziate. Richiesta inaccettabile, soprattutto perché dovrebbero essere rimosse dalle Repubbliche Baltiche e dalla Polonia. Il vertice del Consiglio Europeo ha ribadito che qualsiasi aggressione porterebbe “conseguenze enormi e costi gravi” . La diplomazia si dovrà quindi concentrare su quattro vie tra Parigi, Berlino, Kiev e Mosca, denominate “Format Normandia”. La Russia preferisce un colloquio esclusivo con gli Stati Uniti. Il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg afferma che la Russia sta aumentando, non riducendo, le sue truppe al confine con “truppe pronte al combattimento, carri armati, artiglieria, unità corazzate, droni [e] sistemi di guerra elettronica”.

Russia e Ucraina, tensioni: diffuse le condizioni russe alla NATO. In un comunicato ufficiale diffuso dal Ministero degli Esteri Russo, il Presidente Putin chiede un colloquio urgente ed esclusivo con gli Stati Uniti e pone le sue condizioni indiscutibili per interrompere la crescente presenza militare russa nella regione ucraina del Donec, che preoccupa non poco Stati Uniti, Unione Europea e NATO. Durante la riunione del 15 dicembre, il Ministero degli Esteri russo ha approvato la diffusione di un trattato, articolato in otto punti, da consegnare agli Stati Uniti all’interno del quale pone le sue rivendicazioni per procedere al disarmo delle truppe posizionate in prossimità del confine con l’Ucraina. Nel primo articolo si legge: “la Parte [...] non attua misure di sicurezza adottate da ciascuna Parte individualmente o nel quadro di un'organizzazione internazionale, un'alleanza militare o una coalizione che potrebbero minare gli interessi di sicurezza fondamentali dell'altra Parte.” Il terzo: “le Parti non utilizzeranno i territori di altri Stati al fine di preparare o eseguire un attacco armato contro l'altra Parte o altre azioni che ledano i principali interessi di sicurezza dell'altra Parte.” Il quarto riguarda il rapporto con gli Stati Uniti, che dovranno impegnarsi a prevenire espansioni verso est e l’adesione degli ex Stati URSS e non potranno stabilire basi militari in quei territori se essi non sono membri NATO.

Giulia Patrizi


MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Libia, l’eterno ritorno dell’instabilità. A fronte di una situazione sempre più incerta, il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha deciso di inviare in Libia Stephanie Williams, che aveva già contribuito all’ottenimento del cessate il fuoco di Ginevra nell’ottobre del 2020. Nel mentre, il paese sembra scivolare inesorabilmente verso un nuovo ciclo di caos e tensioni. Vi sono stati scontri armati a Sebha, nella regione meridionale del Fezzan, tra milizie appartenenti al LNA di Haftar e altri gruppi legati al precedente governo tripolino. Successivamente le forze di Haftar sono entrate nella città. Anche in Tripolitania sono scoppiate le tensioni, alcune milizie hanno assediato le sedi del governo, del Consiglio presidenziale e del ministero della difesa, per poi ritirarsi successivamente. Infine, le decisioni della Corte d’Appello di Misurata riguardo alcune candidature hanno minato ulteriormente il cammino per lo svolgimento delle elezioni.

(Michele Magistretti)

Iraq, fine della “missione di combattimento” guidata dagli USA. Qassim al-Araji, consigliere della sicurezza nazionale dell’Iraq, ha dichiarato che lo scorso giovedì si è tenuto l’ultimo round dei colloqui tecnici per porre formalmente fine alla missione della coalizione a guida americana. Lo scopo della missione era stato lo sradicamento dello Stato Islamico (ISIS) nella regione; dopo i pesanti combattimenti avvenuti tra il 2014 e il 2017 (in Iraq) e il 2019 (in Siria), ora l’ISIS risulta sconfitto a livello di dimensione territoriale, ma sono ancora presenti delle cellule jihadiste soprattutto al confine con la Siria e nel Kurdistan Iracheno. Dal 2020 comunque le truppe statunitensi, scese a 2500 uomini, svolgono funzioni di assistenza e di training delle truppe irachene, dal punto di vista sia operativo che di intelligence. La fine della missione è da leggersi anche nella pressione da parte delle forze politiche sciite e delle milizie filo-iraniane che hanno chiesto a gran voce in Parlamento (e attraverso attacchi armati) la riduzione della presenza militare degli USA nel Paese.

(Sara Oldani)

Tunisia, Kais Saied domina l’impasse politica e istituzionale. Il Presidente della Repubblica, durante un discorso trasmesso dalla TV di Stato, ha annunciato la nuova road map democratica del Paese per sbloccare la situazione ferma dal 25 luglio scorso. A seguito dell’annuncio di una nuova fase di transizione, i poteri dell’Assemblea dei rappresentanti rimangono sospesi fino alle prossime elezioni legislative previste per il 17 dicembre 2022 (ricorrenza dello scoppio della rivolta tunisina); prima di esse, precisamente il 25 luglio, si terrà un referendum costituzionale che porterà ad una revisione della Costituzione del 2014 teoricamente ancora in vigore. I lavori per la stesura di una prima bozza costituzionale cominceranno a gennaio 2022, per cui verranno contattati esperti e inviati suggerimenti tramite un’apposita piattaforma online. L’opinione pubblica tunisina si è ancora di più spaccata in due, come dimostrano le continue manifestazioni di piazza dei pro e contro Saied.

(Sara Oldani)

Turchia, un solo venerdì nero? In seguito all’ennesimo taglio dei tassi d’interesse per il quarto mese consecutivo, il 17 dicembre la Borsa di Istanbul ha segnato un ulteriore tonfo per la lira turca, scesa ancora del 7% rispetto al dollaro. Il presidente turco sostiene che una valuta meno forte possa “aiutare il Paese a godere del boom delle esportazioni, degli investimenti e di nuova occupazione”, ma i malumori cominciano a emergere dentro e fuori la compagine di governo. In opposizioni a tali politiche monetarie, il ministro del Tesoro e delle finanze Lütfi Elva ha lasciato il posto al “fedelissimo” Nureddin Nebati. Inoltre, se alcune aziende legate al governo e quotate in borsa sembrano ora beneficiare di tali svalutazioni, le associazioni industriali e commerciali lamentano una mancanza di competitività sui mercati. Tra queste anche le compagnie edilizie e tessili, ossia la tradizionale base elettorale del partito AKP, unite nel discontento e nelle fatiche alle classi sociali medio-basse ora impoveritesi. Quindi, campanello d'allarme per la tenuta politica.

(Samuele Abrami)

Iran, passi (falsi) in avanti sul nucleare. Dopo cinque mesi di impasse, sono tornati in scena a Vienna i colloqui tra Teheran e i cinque paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, più la Germania. Le voci trapelate negli ultimi giorni fanno però nuovamente eco alle dinamiche più classiche. Da un lato, l’Iran continua a chiedere come precondizione la rimozione totale delle sanzioni che stanno ora strangolando l’economia del paese. Dall’altro, gli Stati Uniti rimangono fedeli alla “linea della prudenza” rispetto l’espansionismo regionale della controparte. In generale, oltre alle difficoltà di un colloquio per interposta persona, sorgono ora domande sull’effettivo ruolo dei Paesi negoziatori, in quanto grandi assenti come Qatar, EAU e l’Italia stessa sono paradossalmente i più legati commercialmente con Teheran. Pertanto, se lo spirito negoziale è macchiato di un “peccato originale” marchio statunitense, un nuovo viatico d’uscita potrebbe arrivare da una revisione pragmatica del blocco negoziale. Pena, un percepito rafforzamento della leadership iraniana.

(Samuele Abrami)

Samuele Abrami, Michele Magistretti e Sara Oldani


TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Mozambico, jihadisti decapitano un pastore evangelico. Presunti jihadisti legati all’ISIS hanno decapitato un pastore evangelico nel distretto di Macomia, nella provincia settentrionale di Capo-Delgado. Secondo le fonti locali, la moglie della vittima si è recata al comando della polizia locale con una borsa contenente la testa del marito. Gli assalitori avrebbero ucciso il pastore evangelico mentre si trovava in un campo, e poi ordinato alla moglie di informare le autorità dell’assassinio di suo marito per mano di militanti vicini allo Stato Islamico. Come noto, la provincia di Cabo-Delgado, ricca di giacimenti petroliferi, è teatro di un’insurrezione islamista che ha causato sinora oltre 3000 morti e più di 800.000 sfollati.

(Vincenzo Battaglia)

Francia, arrestati due terroristi che progettavano attacchi durante le feste. Due giovani di 23 anni sono stati arrestati dalle autorità francesi, accusati di aver preparato un piano che prevedeva una serie di attentati durante le festività. Gli arrestati avevano l’intenzione di colpire i passanti in luoghi particolarmente frequentati durante le feste, quali centri commerciali, università, strade affollate. Secondo le autorità investigative, nei messaggi scambiati tra i due terroristi sono emerse frasi preoccupanti come quella di “morire da martiri” per mano delle forze di polizia francesi. Uno dei due, già monitorato dai servizi francesi per la sua radicalizzazione, avrebbe ammesso il piano, mentre l’altro ha negato il suo coinvolgimento.

(Vincenzo Battaglia)

Bruxelles, i leader europei avvertono Mosca: enormi conseguenze in caso di invasione dell’Ucraina. In occasione del vertice del Consiglio europeo, i capi di Stato e di governo dei 27 paesi membri hanno optato per la linea dura nei confronti di Mosca sulla questione ucraina, preannunciando al Cremlino il ricorso a una risposta senza precedenti in caso di aggressione militare nei confronti di Kiev. La dichiarazione del Consiglio europeo fa seguito all’inasprimento delle tensioni nel Donbass delle ultime settimane. L’incremento dei soldati russi nell’area - circa 114 mila secondo fonti ucraine – così come le accuse mosse dal segretario di Stato americano Blinken riguardo ai piani segreti di Mosca per destabilizzare dall’interno l’Ucraina, hanno riportato la questione al centro degli interessi di Bruxelles in materia di difesa e sicurezza.

(Davide Shahhosseini)

Cisgiordania, attentato contro un collegio rabbinico. L’attacco è avvenuto presso la scuola ebraica di Homesh a pochi km dalla città di Jenin, nel nord della regione. Secondo le autorità israeliane, l’attentato, nel quale è rimasto vittima uno studente di 20 anni, sarebbe stato condotto da un commando di poche persone. Tel Aviv ha già mobilitato reparti dell’esercito al fine di perlustrare i villaggi palestinesi circostanti, dove, secondo fonti dell’intelligence, potrebbero aver trovato riparo gli assalitori.

(Davide Shahhosseini)

Vincenzo Battaglia e Davide Shahhosseini


ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

UNHRC, approvata l’apertura di un’indagine per crimini di guerra in Etiopia. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) si è riunito lo scorso 17 dicembre per votare sull’apertura di un’inchiesta e la creazione di un panel di esperti indipendenti sulla possibile violazione di diritti umani commessi dalle forze in gioco durante conflitto in Etiopia. La risoluzione è stata portata al voto dall'UE, ed è passata con 21 voti a favore e 15 contrari - su 47 membri totali del Consiglio, tra cui Russia e Cina - e 11 astensioni. In particolare, tra gli astenuti, hanno fatto capo diverse nazioni africane, indicazione questa della loro preoccupazione relativa alla situazione in Etiopia, la quale ha definito la risoluzione sponsorizzata dalla UE come caratterizzata da una mentalità neocolonialista. Nada al-Nashif, Vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha riferito durante la sessione di venerdì che “il nostro ufficio continua a ricevere rapporti credibili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani da tutte le parti, e che l'impatto umanitario è sempre più drammatico.”

(Francesco Ancona)

IAEA, raggiunto accordo parziale con Iran sulla supervisione del programma nucleare. Lo scorso mercoledì 15 dicembre, il Presidente dell’IAEA, Rafael Grossi, ed il governo iraniano hanno raggiunto un accordo parziale sul monitoraggio e la sorveglianza degli impianti nucleari iraniani. In particolare, le autorità hanno concordato l’installazione di nuove telecamere di sorveglianza presso l’ala centrifughe del complesso nucleare di Tesa Karaj, dove, lo scorso giugno - a seguito di un attacco ancora non identificato alla centrale - l’Iran aveva rimosso le telecamere di sorveglianza dell’IAEA per “motivi di sicurezza”, rifiutandosi di mostrare le riprese salvate in memoria. In un comunicato stampa, l'IAEA riferisce che l'accordo "ci permetterà di riprendere la necessaria continuità delle conoscenze in questo impianto" e che le nuove telecamere saranno installate "nei prossimi giorni".

(Francesco Ancona)

UNICEF, almeno un milione di bambini a rischio in Libano. L'agenzia delle Nazioni Unite per l'Infanzia ha chiesto al Libano di intraprendere azioni urgenti per proteggere i bambini, dopo aver documentato un picco nei tassi di lavoro minorile e nell'insicurezza alimentare tra aprile e ottobre. I bambini in particolare sono stati colpiti duramente dalla profonda crisi economica del paese, esacerbata dalla pandemia globale del coronavirus, che lascia circa otto persone su dieci povere e minaccia l'istruzione di circa 700.000 bambini - tra cui 260.000 libanesi - come riferisce il recente rapporto dell'UNICEF. Sempre secondo il rapporto, quasi la metà delle famiglie aveva acqua potabile insufficiente ad ottobre; per un terzo accusando l’elevato costo come fattore principale. Il rapporto dell'UNICEF ha anche evidenziato come meno di tre famiglie su 10 ricevono assistenza sociale, il che le porta spesso a prendere "misure disperate", tra le quali appoggiarsi sul lavoro minorile. Infatti, la proporzione di famiglie libanesi che mandano i bambini a lavorare è aumentata di sette volte fino al sette per cento tra aprile e ottobre.

(Francesco Ancona)

Unione Europea, Stallo al vertice europeo del 16 dicembre. Gli scontri interni sulla validità del Green Pass, le tensioni con la Russia e quelle sull’energia sono perdurati lungo le 14 ore di summit europeo del 16 dicembre. La Commissione ha annunciato una revisione del Green Pass per attualizzarlo alla luce della terza dose booster, in modo da ottenere un approccio comune e comunitario. Le tensioni con la Russia sono state un punto focale all’ordine del giorno e la solidarietà a Kiev non ha tardato a giungere dai leader europei. Il gasdotto Nord Stream 2 è già ultimato ma non ha ancora ricevuto l’ok dall’UE. Infatti, le questioni Russia e Nord Stream 2 sono strettamente connesse con i negoziati sull’energia e non si è ancora raggiunta una intesa in questo senso tra i leader europei. Lo stallo porta con sé posizioni inconciliabili di diversi Paesi europei.

(Valeria Lavano)

WFP, nel 2021 in Afghanistan aiutate 15 milioni di persone. Il World Food Programme (WFP) ha potenziato durante il 2021 le operazioni umanitarie in Afghanistan, con l’obiettivo di raggiungere nel prossimo anno oltre 23 milioni di persone in condizioni estreme di fame. Nel 2021 il WFP ha assistito 15 milioni di persone con oltre 200.000 tonnellate di cibo, di cui 7 milioni solo nel mese di novembre; un incremento notevole rispetto ai quattro milioni di persone di settembre, trasportando più di 50.000 tonnellate di cibo. Si stima infatti che il 98% della popolazione afghana non consumi cibo a sufficienza, con un incremento del 17% rispetto ad agosto.

(Valeria Lavano)

Francesco Ancona e Valeria Lavano



Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.


Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana, Europa occidentale e Unione Europea

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Edoardo Cappelli: Diritti Umani, America del Nord

Elisa Maggiore: America Latina

Emanuele Volpini: America del Nord

Federico Brignacca: Diritti Umani

Francesco Ancona: Asia ed Estremo Oriente, Organizzazioni Internazionali

Giulia Patrizi: America Latina, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Valeria Lavano: Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

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