Framing The World, Numero LXXI

Le principali notizie da un mondo in continua evoluzione

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  Redazione
  08 novembre 2021
  36 minuti, 29 secondi

Nel nuovo numero di Framing the World ci occupiamo, in primis, degli ultimi eventi in Sudan, Venezuela, Taiwan e Polonia. Con riferimento all’economia, veniamo un netto miglioramento con le Borse mondiali in rialzo, mentre in ambito sanitario, la situazione continua ad essere critica, specialmente in Europa. Rimanendo nel continente europeo, analizziamo la COP26 di Glasgow e gli impegni assunti per contrastare la crisi climatica. Ci spostiamo poi in Etiopia, dove continua senza sosta l’offensiva tigrina e in Colombia dove l’arresto di Usuga ha inferto un colpo importante al narcotraffico.

Tutto questo e molto altro nel 71° numero di Framing the World!


DIRITTI UMANI

Ginevra, il capo della FAO rivendica la necessità di porre fine al lavoro minorile nel mondo entro il 2050. Circa 160 milioni di ragazzi e ragazze in tutto il mondo (circa il 10% del totale) sono costretti a lavorare. Circa il 70% di loro lavora nella produzione agricola, nell’allevamento, nella silvicoltura, nella pesca e nell’acquacoltura. Il lavoro minorile costituisce una grave violazione dei diritti umani, ha spiegato la FAO attraverso il suo capo Qu Dongyu, il quale si è speso vedendo avvicinarsi la scadenza del 2025, data posta come limite per la dissoluzione del fenomeno. Sebbene non tutto il lavoro svolto dai bambini sia considerato lavoro minorile, gran parte di esso non è adatto all’età, ha affermato l’agenzia, e molte famiglie vulnerabili, specialmente nelle aree rurali, si ritrovano prive di scelta.

(Edoardo Cappelli)

Pechino, l’attivista Zhang Zhan ancora in sciopero della fame. Condannata a quattro anni di carcere nel dicembre 2020 per aver indagato sullo scoppio della pandemia da Covid-19 nella città di Wuhan, Zhan è in sciopero della fame dall’estate dello stesso anno. Ex avvocato, poi cittadina-giornalista, nel febbraio 2020 Zhan si è recata a Wuhan per indagare su cosa ha portato alla diffusione del virus. Ha poi denunciato sui social le autorità che hanno arrestato giornalisti indipendenti e intimidito le famiglie dei pazienti contagiati a rimanere in silenzio. Il 31 luglio, a causa della gravità delle sue condizioni di salute, è stata ricoverata in ospedale ma poi rimandata in carcere, dove ha continuato la protesta. Dalla fine del processo, non ha potuto parlare con l’avvocato né incontrare i suoi familiari, con i quali le sono consentiti solo rari contatti telefonici sotto sorveglianza. Da quando è stata imprigionata, è stata unicamente nutrita a forza.

(Edoardo Cappelli)

Consiglio dei diritti umani, chiesto il ripristino dell’esame sul Sudan. Human Rights Watch, in un lungo comunicato per la trentaduesima sessione speciale del Consiglio dei diritti umani, ha evidenziato come la transizione del Sudan abbia dovuto affrontare diverse sfide. Tra queste la più allarmante è la recente presa del potere da parte dei militari che “rischia di minare i piccoli ma importanti risultati ottenuti” riporta il comunicato. È un appello al Consiglio, quello che esprime Human Rights Watch, perché venga istituito un meccanismo di monitoraggio e controllo delle violazioni di diritti umani nel Paese.

(Federico Brignacca)

Egitto, le misure emergenziali diventano permanenti. All’indomani della fine dello stato di emergenza dell’Egitto, conclusosi lo scorso 25 ottobre, il presidente al-Sisi ha invitato il parlamento ad approvare numerosi emendamenti ad alcune leggi per mantenere in essere diverse disposizioni fino ad oggi previste solo in stato di emergenza. “L’approvazione di questi emendamenti dimostra la mancanza di un autentico impegno del governo egiziano a porre fine alle indebite restrizioni sui diritti umani fondamentali” ha affermato Amr Magdi, come riporta Human Rights Watch. La richiesta dell’Organizzazione è che venga posta, quanto prima, fine a tutte le restrizioni previste per lo stato di emergenza e non ne vengano implementate di nuove.

(Federico Brignacca)

Singapore, l’esecuzione di Dharmalingam violerebbe il diritto internazionale. Le autorità di Singapore” - afferma Human Rights Watch - “dovrebbero fermare l’esecuzione di un uomo con disabilità intellettiva”. Nagaenthran è cittadino malese, ha 33 anni, ed è stato condannato alla pena capitale per aver portato nel Paese circa 42 grammi di diamorfina. “L’esecuzione di un uomo con disabilità, viola il diritto internazionale. Singapore dovrebbe commutare la sentenza e modificare le sue leggi per garantire che nessuno sia soggetto alla pena di morte” dichiara Semina Cerimovic, ricercatrice senior per i diritti dei disabili per Human Rights Watch. È la Misuse of Drugs Act a fare da base giurisprudenziale alla condanna, secondo questa legge infatti la pena di morte è obbligatoria per chiunque importi nel Paese più di 15 grammi di diamorfina.

(Federico Brignacca)

Edoardo Cappelli e Federico Brignacca

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Borse, di nuovo ai massimi. Spinti dai dati trimestrali e dai dati economici positivi e generalmente non preoccupati dai rischi di inflazione, i principali indici di Wall Street tornano in positivo dopo un brutto mese di settembre, e tra fine mese e l’inizio di novembre mettono a segno diversi nuovi record storici. L’entusiasmo è iniziato con i risultati di giganti come Google, Microsoft (ora la società con la maggiore quotazione, pari a $2.5 trilioni) ed Apple, capace di fatturare un miliardo al giorno nonostante le difficoltà nell’approvvigionamento dei chip. La notizia poi che la FED non alzerà i tassi d’interesse (vedi sotto) e che a ottobre gli USA hanno creato 531.000 posti di lavoro (194.000 a settembre) e che la disoccupazione è calata al 4.6% ha catapultato il Nasdaq sopra quota 16.000 e l’S&P sopra i 4,700 punti per la prima volta. A mercati chiusi, infine, il Congresso ha approvato il piano infrastrutturale bipartisan da $550 miliardi

Banche centrali, decisioni importanti. Per la sorpresa di analisti ed investitori, la Bank of England non alzerà i tassi di interesse, almeno per questo mese, deludendo le aspettative di un rialzo che il comunicato del mese scorso aveva creato. La BOE, infatti, pur aspettandosi un’inflazione del 5% entro aprile 2022, ha notato che i consumi nel Regno Unito potrebbero essere in calo, sia per la fine dei programmi di sostegno governativo sia per le carenze di prodotti sugli scaffali, e un aumento dei tassi ridurrebbe ulteriormente gli incentivi al consumo. Anche negli USA la Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi (come previsto), ma ha accompagnato la decisione con una riduzione di $15 miliardi al mese del programma di acquisto di bond. I tassi saliranno solo quando la disoccupazione scenderà ulteriormente.

UE, un ottimo trimestre. I dati del terzo trimestre mostrano che l’economia europea è cresciuta del 2.2% rispetto al trimestre precedente, un risultato superiore alle aspettative e che batte anche il dato statunitense (+2.0%), anche se gli USA hanno già recuperato i livelli pre-covid. L’Europa è stata sospinta dagli ottimi risultati francesi (grazie ai consumi) e italiani (grazie ai settori industriali e dei servizi). Non sono tutte rose e fiori, però, visto che l’inflazione, misurata ad ottobre al 4.1%, rischia di diventare un segnale d’allarme se non calerà nei prossimi mesi. La BCE ha però confermato che non alzerà i tassi d’interesse nemmeno il prossimo dicembre. Ciò nondimeno gli economisti hanno anticipato di due mesi le previsioni di un rialzo dei tassi, comunque previsto non prima del 2024.

Hertz e Tesla, affare miliardario. Quando ci sono di mezzo Tesla e Elon Musk, le normali regole finanziarie hanno un valore relativo. L’ordine di 100.000 vetture che il produttore di auto elettriche ha ottenuto da Hertz, la società di autonoleggio in uscita dalla bancarotta del 2020, ha infatti un valore previsto di $4.2 miliardi, ma ha generato un aumento del valore di capitalizzazione pari a $118 miliardi per Tesla (+12%) e $1.17 miliardi per Hertz. Tesla ha così superato la quota di $1 trilione di capitalizzazione, la quinta società più “ricca” negli States. Musk ha poi twittato che il contratto non era ancora stato firmato, mandando il titolo a -4.6%, ma Hertz ha ribattuto che l’accordo è valido e che le consegne sono già iniziate. In totale, dall’annuncio Tesla è cresciuta del 35%.

Big tech, tra dolori e record. Il cambiamento che Apple ha apportato ad iOS per dare agli utenti la possibilità di non ricevere pubblicità mirate ha iniziato a mostrare gli effetti negativi sui ricavi delle aziende tecnologiche che offrono prodotti gratuiti e che si finanziano tramite i ricavi pubblicitari. Snap è stata la prima a pagare, con i ricavi del terzo trimestre e i ricavi per utente inferiori alle previsioni, e una crescita prevista in calo al 19% per il quarto trimestre, ed in borsa ha perso circa il 30%. Anche Facebook dimostra una certa debolezza, con utenti in crescita solo del 6% e utilizzo in calo fra gli under-30. Google, invece, potendo fare affidamento su un proprio sistema operativo mobile e su attività più diversificate, non ne risente particolarmente e mette a segno un trimestre da record con $65 miliardi di ricavi.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Repubblica Democratica del Congo, diverse vittime a seguito di un blitz. Un gruppo armato ha attaccato, nella mattina di mercoledì 3 novembre, la città di Bukavu, situata nella zona orientale del paese africano. L’attacco ha causato la morte di tre membri delle forze dell’ordine, nello specifico di due poliziotti e di un soldato. Inoltre, tra gli attaccanti, 6 sono le vittime registrate. Poche ore dopo lo scontro a fuoco sono stati condotti diversi arresti, che hanno portato al fermo di un totale di 36 persone legate al gruppo ribelle. La notizia dell’attacco è stata data alla stampa da Theo Ngwabidje Kasi, governatore della provincia del Kivu Sud.

(Andrea Ghilardi)

Nigeria, grattacielo crollato a Lagos. Lunedì scorso, nel lussuoso quartiere di Ikoyi, un grattacielo di 21 piani in fase di costruzione è crollato. Decine di operai che erano al lavoro in quel momento nel cantiere sono finiti sotto le macerie. I superstiti estratti vivi dalle macerie sono per ora 9, ai quali si deve aggiungere purtroppo un numero di vittime che si assesta a 36 persone, tra cui 3 donne. Più passa il tempo più si affievoliscono le possibilità di trovare altri superstiti, ciononostante la Protezione civile nigeriana ha affermato che non si arrenderanno finché non si raggiungerà la base dell’edificio crollato. Le cause di questo cedimento sono ancora da accertare attraverso un’inchiesta.

(Andrea Ghilardi)

Etiopia, infuria l’offensiva tigrina. Da mesi ormai l’Etiopia è alle prese con una vera e propria guerra civile, che non si limita più solo alla regione settentrionale del Tigray. Al contrario si sta diffondendo in diverse regioni della nazione, arrivando a lambire persino la periferia della capitale Addis Abeba. Negli ultimi giorni infatti le forze tigrine sono avanzate di oltre 150 km verso la parte centrale del paese. La preoccupazione internazionale per quanto sta avvenendo in Etiopia è veramente alta, con le Nazioni Unite che sottolineano la gravità delle violazioni e degli abusi che si stanno verificando sistematicamente nel paese.

(Andrea Ghilardi)

Sudan: urgente sessione del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU sul colpo di stato. Dopo il colpo di stato avvenuto in Sudan di due settimane fa, non si è fatta tardare la condanna dell’ONU nei confronti dei militari assieme alla richiesta di ripristino di un governo civile a Khartoum. L’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU Michelle Bachelet che ha parlato durante una sessione urgente in merito al colpo di stato delle scorse settimane, ha denunciato l’uso eccessivo della forza da parte dei militari che ha portato alla morte di 13 persone e al ferimento di più di 300. Gran Bretagna, Norvegia, Stati Uniti e Germania hanno inoltre spinto per la nomina di un esperto per monitorare la situazione del paese africano.

(Giulio Ciofini)

Sudafrica: sconfitta storica dell’ANC alle elezioni municipali. Giovedì scorso si sono tenute le elezioni municipali in Sudafrica e il risultato ha evidenziato la sconfitta storica dell’African National Congress (ANC), il più importante partito politico del paese da sempre al governo dopo la caduta dell’Apartheid. L’esito del voto conferma il trend calante dalla forza politica guidata dall’attuale presidente sudafricano Cyril Ramaphosa che totalizzando il 46%, per la prima volta nella sua storia non è riuscito ad ottenere più del 50% dei voti ad un’elezione. Il principale partito d’opposizione, ha infatti ottenuto il 22% dei voti, mentre il terzo circa il 10%. Le elezioni municipali hanno mostrato come l’ANC sta stabilmente perdendo terreno nelle maggiori città del paese, mentre rimane stabile il supporto nelle aree periferiche.

(Giulio Ciofini)

Andrea Ghilardi e Giulio Ciofini



AMERICA DEL NORD

Glasgow, gli Stati Uniti e l'UE hanno annunciato una partnership globale per ridurre le emissioni di gas serra metano entro il 2030. Lo hanno annunciato martedì al vertice COP26 il capo della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il Global Methane Pledge mira a limitare le emissioni di metano del 30% rispetto ai livelli del 2020. È uno dei gas serra più potenti e responsabile di un terzo dell'attuale riscaldamento causato dalle attività umane. Più di 100 Paesi hanno aderito all'iniziativa, proposta per la prima volta dagli Stati Uniti e dall'UE a settembre. L'obiettivo principale degli sforzi per frenare il riscaldamento globale è l'anidride carbonica (CO2), che viene emessa a seguito di attività umane come la generazione di energia e il disboscamento delle foreste.

(Edoardo Cappelli)

Virginia: sconfitta per i democratici nella giornata di martedì 2 novembre. In settimana si è votato in alcuni Stati per la carica di governatore e in alcune città per la carica di Sindaco. Se nei centri della costa orientale - come Boston e New York - i democratici hanno mantenuto le aspettative di vittoria, un grande smacco è arrivato dalla Virginia. Il candidato Terry McAuliffe è stato sconfitto dal rivale repubblicano Glenn Youngkin. A destare sorpresa ci sono molti elementi. In primis la Virginia è stata negli ultimi anni uno Stato a tendenza democratica. Inoltre il candidato democratico - già governatore tra il 2014 e il 2018 - ha ricevuto un forte sostegno dalla presidenza Biden. Questa sconfitta invece mostra come il partito e di conseguenza l’amministrazione presidenziale stiano perdendo consensi in tutto il Paese. E in ottica delle elezioni di midterm dell’anno prossimo, questo è un pessimo segnale.

(Emanuele Volpini)

USA: approvato il piano per le infrastrutture di Biden. La Camera del Congresso ha approvato il piano per le infrastrutture del presidente Joe Biden. Il piano prevede una spesa di oltre mille miliardi di dollari, di cui 550 miliardi destinati alla modernizzazione della rete dei trasporti, la diffusione della banda larga e il miglioramento dei servizi pubblici. La restante parte sarebbe dedicata a progetti per il clima e per il sociale. Se venisse ratificato, questo piano rappresenterebbe un incredibile successo per la presidenza, soprattutto se si considera il calo di consenso dell’amministrazione attuale. Dopo il pacchetto da oltre 1800 miliardi approvato per combattere l’epidemia e le sue conseguenze, questa iniziativa punta a rilanciare un’economia interna estremamente colpita durante la prima fase della pandemia.

(Emanuele Volpini)

Canada: aiuti economici ai Paesi in via di sviluppo per la transizione energetica. Nella giornata di lunedì 1 novembre, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha fatto un annuncio molto importante. Il governo canadese ha deciso di stanziare un miliardo di dollari per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad abbandonare la produzione elettrica ricavata dall’uso del carbone. L’intento del premier canadese è di far sì che entro il 2030 - come concordato dalla maggior parte dei Paesi presenti a Glasgow per il COP26 - l’utilizzo del carbone venga ridotto a zero.

(Emanuele Volpini)

Ottawa, gli organi di giustizia militare trasferiranno i casi di violenza sessuale alla giustizia civile. In una dichiarazione, il colonnello Dylan Kerr, il direttore dei procedimenti militari, e Simon Trudeau, il maresciallo delle forze armate canadesi, hanno difeso la professionalità, la dedizione e la competenza dei pubblici ministeri militari e degli ufficiali di polizia sotto il loro comando, pur riconoscendo anche l'attuale "crisi di fiducia" nel sistema giudiziario militare, specialmente quando si tratta di accuse di violenza sessuale. Trudeau e Kerr affermano di aver già iniziato a lavorare su tale trasferimento di responsabilità, impegnandosi a sviluppare delle direttive per i suoi ufficiali e la creazione di un piano che darà la "precedenza" alla polizia civile sulle indagini sulle aggressioni sessuali e sui reati ad esse correlati.

(Edoardo Cappelli)

Edoardo Cappelli e Emanuele Volpini



AMERICA LATINA

Colombia, Arrestato Usuga, il capo del clan del Golfo. Cinque milioni di dollari è il valore della taglia stabilita, da parte del governo degli Stati Uniti, per il boss del clan del Golfo, il più potente e temuto gruppo di narcotraffico mondiale di cocaina. Dairo Antonio Usuga è stato catturato a Necocli, vicino al confine con Panama. Per il Presidente Ivan Duque è stata “la più grande spedizione nella giungla mai realizzata nella storia militare del nostro Paese”, avvenuta con l’aiuto di mezzi e intelligence americana e britannica. Usuga dovrà rispondere, in 120 processi, di una serie di reati tra i quali omicidi plurimi e l’esportazione verso il Centro America, gli Stati Uniti e l’Europa di svariate tonnellate di cocaina provenienti dalla regione di Uraba del dipartimento di Antioquia. Per il presidente Duque l’arresto di Usuga è un successo straordinario paragonabile alla caduta di Pablo Escobar: un colpo durissimo inflitto al traffico di droga in Colombia.

(Elisa Maggiore)

Cuba, Biden respinge le proposte di distensione. Il Presidente ha scelto la linea dura contro l’isola caraibica ma un approccio morbido con la popolazione cubana, anche ascoltando i pareri dei tanti esuli cubani negli Stati Uniti, soprattutto in Florida. L’antefatto: ad agosto il governo americano aveva creato dei gruppi di lavoro per regolamentare la circolazione di dollari americani a Cuba inviati sull’isola dagli esuli riusciti ad emigrare entro i confini americani. La preoccupazione di Biden è nota; garantire il sostentamento di chi ha parenti sull’isola ma privare il governo cubano di quei soldi. Le rimesse sono un mezzo di sostentamento di vitale importanza per molti cubani e, per questo, Biden aveva interrogato il Tesoro e il dipartimento di Stato su come poter garantire il loro pagamento. Parallelamente ha imposto sanzioni ai funzionari e agli organi di sicurezza cubani.

(Giulia Patrizi)

Haiti, il capo delle milizie chiede di cessare il sostegno al governo. Jimmy Cherizier, soprannominato Barbecue e capo di una confederazione di milizie violente che controllano gran parte della capitale, la G9 Family and Allies, ha reiteratamente richiesto le dimissioni del primo ministro Ariel Henry così da poter “liberare gli haitiani”, durante una conferenza stampa svoltasi in uno dei quartieri più poveri di Port-au-Prince, “La Saline”. Ha espressamente invitato le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e “tutti gli Stati amici di Haiti” a scrivere una nuova pagina di storia nazionale. Cherizier è un personaggio controverso: la G9 è accusata di brutali esecuzioni di massa e di aver ucciso dei bambini, di aver distrutto intere aree abitative e danneggiato le imprese, di acuire i problemi del Paese, di aver bloccato l’accesso al porto e, di conseguenza, aver provocato una grave crisi legata alla mancanza di carburante, ma egli disconosce tutte le accuse.

(Giulia Patrizi)

Migliaia di esuli nicaraguensi in Costa Rica a causa delle repressioni politiche. L'attivista Jesús Tefel è uno dei tanti esuli nicaraguensi che sono scappati dal proprio Paese. Fu uno dei membri della banda dei portatori d'acqua” che rifocillò di acqua un gruppo di madri assetate che facevano lo sciopero della fame per protestare contro il presidente Daniel Ortega ed erano assediate dalla polizia, durante gli scontri del 2019. Il gruppo venne accusato di detenzione irregolare di armi e imprigionato. Gli Stati Uniti sono il Paese dove la presenza di esuli dal Nicaragua è più massiccia. Negli ultimi mesi la situazione è peggiorata. Il Costa Rica non è da meno con le sue 30.000 unità nel 2021. Le migrazioni si erano mantenute stabili da gennaio a maggio (con un valore di 1.000 unità), dopodiché hanno subito una drastica impennata che non accenna a diminuire, superando le 7.000 a settembre. Già nel 2011 rappresentavano il 75% degli stranieri, facendo primeggiare il Costa Rica come stato latinoamericano con la più alta percentuale di immigrati (9%).

(Giulia Patrizi)

Perù, Fiducia al governo di Vásquez. Il Congresso del Perù ha concesso la fiducia al governo delle premier Mirtha Vásquez: 68 voti a favore, 56 contrari e un’astensione. Durante l’invito finale rivolto ai parlamentari, Vásquez ha sottolineato l’importanza dell’accordo tra le parti, aggiungendo che “la gente là fuori con il suo dolore sta aspettando che la sua rappresentanza politica, tanto l'organo legislativo come quello esecutivo, si facciano avanti con responsabilità per rispondere a un momento storico senza precedenti". Il presidente Castillo, via Twitter, ha comunicato che con la fiducia del Congresso, continueranno a lavorare senza sosta per il raggiungimento dei cambiamenti di cui il popolo necessita. Ancora Castillo: "Siamo il governo che vuole rispondere alle rivendicazioni sociali e che scommette sullo sviluppo delle nostre regioni. Con unità e consenso, lo faremo".

(Elisa Maggiore)

Venezuela, La repressione delle proteste antigovernative del 2017 e l’indagine della Corte penale internazionale. Recap: nel 2017, nel Paese, scoppiarono proteste antigovernative a seguito delle decisioni del presidente Maduro di creare l’Assemblea costituente, alla quale voleva delegare la nuova stesura della Costituzione, e di sostituire l’Assemblea nazionale, ovvero, il parlamento controllato dalle opposizioni. Durante le proteste, i manifestanti chiesero elezioni anticipate, libere e democratiche, così come la fine della presidenza di Maduro. Centinaia di feriti e almeno 130 persone vennero uccise nella violentissima repressione. Dunque, con l'obiettivo di verificare se il governo del presidente Maduro abbia commesso crimini contro l’umanità durante la repressione delle proteste, la Corte penale internazionale avvierà un’indagine sui fatti. Già nel 2018 la Corte aveva iniziato un’indagine preliminare, ma l’opposizione di Maduro, così come alcuni membri del governo, e svariate organizzazioni di attivisti per i diritti umani chiedevano da tempo l’avvio di un’indagine formale.

(Elisa Maggiore)

Elisa Maggiore e Giulia Patrizi



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, cittadini esortati a fare scorte di alimentari. Il governo cinese ha esortato le famiglie a fare scorta di forniture essenziali in caso di emergenze. Non è stata data alcuna ragione per l’avviso del Ministero del Commercio, ma è arrivato in un periodo di nuove chiusure a causa della pandemia, e a causa di preoccupazioni per le forniture di verdura dopo che le piogge insolitamente pesanti degli ultimi mesi hanno danneggiato i raccolti. Il Ministero ha anche chiesto alle autorità locali di mantenere senza problemi le catene di approvvigionamento e stabili i prezzi. Tradizionalmente in Cina i prezzi degli alimenti aumentano con l’avvicinarsi dell’inverno, ma nelle ultime settimane il prezzo delle verdure è aumentato a causa del tempo estremo. Nel frattempo, il Paese sta continuando a usare severe chiusure per affrontare il Coronavirus. La Cina spera di raggiungere zero infezioni prima di ospitare le Olimpiadi invernali, le quali inizieranno a febbraio.

Corea del Nord, Cina e Russia a favore dell’allentamento sulle sanzioni. Cina e Russia vorrebbero spingere il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad allentare le sanzioni sulla Corea del Nord, rilanciando un tentativo del 2019 di rimuovere un divieto sulle esportazioni di Pyongyang di statue, frutti di mare e prodotti tessili, e ampliandolo per includere la rimozione di un limite alle importazioni di petrolio raffinato. In una bozza di risoluzione rielaborata, Cina e Russia vogliono che il Consiglio rimuova quelle sanzioni “con l’intento di migliorare il sostentamento della popolazione civile” nello Stato asiatico isolato. Il progetto di risoluzione include anche altre misure proposte per la prima volta dalle due nazioni quasi due anni fa, tra cui l’eliminazione del divieto per i nordcoreani di lavorare all’estero e l’esenzione dalle sanzioni per i progetti di cooperazione ferroviaria e stradale inter-coreano. Lo scorso lunedì le delegazioni hanno riferito che Cina e Russia non hanno ancora programmato alcun colloquio sul loro nuovo progetto di risoluzione.

Vietnam, riapertura contingentata dei voli internazionali. La scorsa settimana il governo di Hanoi ha annunciato che intende riaprire gli aeroporti per i voli internazionali in entrata e in uscita dal Paese. Il governo prevede di riattivare i voli commerciali internazionali con 15 Paesi a partire da gennaio dell’anno prossimo, puntando a una ripresa completa entro luglio. Il piano di ripresa sarà strutturato in quattro fasi – la prima forse in questo trimestre –, e si concentrerà soprattutto sul rimpatrio dei vietnamiti bloccati dalla pandemia e dei turisti internazionali in viaggi approvati dal governo verso destinazioni specifiche.

Taiwan, Biden: “Difenderemo Taiwan in caso di attacco”. Lo scorso 22 ottobre, il presidente Joe Biden ha annunciato durante un’intervista che gli Stati Uniti hanno un “impegno” di difendere Taiwan mentre l’isola affronta la crescente pressione militare e politica di Pechino. Mentre Washington è tenuta per le sue leggi a fornire Taiwan di mezzi per difendersi, ha da lungo seguito una politica di “ambiguità strategica” sul fatto di intervenire militarmente in caso di un attacco cinese. “Non voglio una guerra fredda con la Cina. Voglio solo che la Cina capisca che non faremo un passo indietro, che non cambieremo nessuna delle nostre opinioni”, ha riferito il presidente. La Casa Bianca ha poi chiarito che non c’è stato alcun cambiamento nella politica, ribadendo una dichiarazione simile di un funzionario statunitense nell’agosto 2021.

Francesco Ancona

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

L’Europa è nuovamente l’epicentro mondiale della pandemia. La ripresa dei contagi da COVID-19 preoccupa tutta l’Europa: per la quinta settimana consecutiva i casi sono aumentati, e in alcuni Paesi anche in modo esponenziale. Il dato sui nuovi malati ha fatto registrare un aumento del 6% in una settimana, il dato più alto a livello globale. L’Europa, con 192 casi ogni 100mila persone, è oggi la regione con il più alto tasso di contagi al mondo. L’OMS ha infatti manifestato preoccupazione per il ritmo con cui ha ripreso a diffondersi la pandemia, stimando che da qui a febbraio si potrebbe registrare un altro mezzo milione di vittime nel continente. Hans Kluge, direttore per l’Europa dell’OMS, ha sottolineato come il Vecchio Continente sia ora, di nuovo, l’epicentro mondiale della pandemia. In Germania è stato registrato il record assoluto di contagi (33.949) dall’inizio della pandemia. In UK si è stabilmente sopra i 40 mila contagi giornalieri. Nell’Est Europeo la situazione è tragica. Anche in Francia, Belgio e Paesi Bassi i casi sono aumentati significativamente, mentre per ora in Italia la situazione resta meno allarmante.

Portogallo, sciolto il Parlamento. Una bocciatura sofferta – più di principio che di sostanza – alla legge Finanziaria per il 2022 chiude un’alleanza che durava dal 2015: la sinistra portoghese si “suicida”, ponendo fine alla geringonça, ovvero il patto di governo tra varie forze di sinistra con António Costa come premier. Con 118 contrari, 5 astenuti e 108 favorevoli la legge di bilancio si blocca, così come il governo portoghese. Il presidente Marcelo Rebelo de Sousa ha infatti annunciato il parere positivo del Consiglio di Stato allo scioglimento del Parlamento dopo la crisi di governo innescata dalla bocciatura del piano di bilancio. Le elezioni sono previste per fine gennaio o inizio febbraio.

CoP26 Glasgow, avviata la EU-Catalyst partnership. Il 2 novembre 2021 la Commissione europea, la Banca europea per gli investimenti e Bill Gates, il fondatore di Breakthrough Energy, hanno ufficialmente avviato la partnership EU-Catalyst. Questa mira a stimolare investimenti importanti e tecnologie innovative per il clima. L’obiettivo del partenariato è quello di mobilitare fino a 820 milioni di euro (1 miliardo di dollari) tra il 2022-2026 per accelerare la diffusione e la rapida commercializzazione di nuove tecnologie che contribuiranno a realizzare le ambizioni del Green Deal europeo e gli obiettivi climatici 2030 dell’UE. L’aspettativa è che ogni euro di fondi pubblici farà leva su tre euro di fondi privati. Gli investimenti saranno diretti verso un portafoglio di progetti in quattro settori: l’idrogeno pulito, carburanti sostenibili per l’aviazione, cattura diretta dell’aria e, infine, stoccaggio di energia a lunga durata.

Andrea Ghilardi



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Grecia, alleanza con la Francia per armamenti e politica estera. La politica estera di Macron punta alla Grecia promettendo nuovi armamenti e sostegno logistico e diplomatico. Il 28 settembre 2021 Macron e il Primo ministro Kyriakos Mitsotakis hanno siglato un accordo che ha come oggetto le politiche di difesa. La Turchia si sente minacciata da questo nuovo asse franco - greco e in particolare dal rinnovato assetto navale greco. Grazie al sostegno francese, la Grecia punta ad un corposo ammodernamento del suo arsenale militare. Un ulteriore accordo è stato siglato il 7 ottobre e avrebbe riguardato la cooperazione in materia di sicurezza e difesa, consentendo all’altro Stato di soccorrere l’alleato in caso di minaccia esterna. La clausola di mutua assistenza, che implica un tempestivo soccorso militare contro qualsiasi Stato terzo, è una mossa inedita di Macron. Il Mar Egeo e il Mediterraneo Orientale sono oggetto di contesa geopolitica, soprattutto per motivi energetici. Gli altri membri NATO - primi tra tutti gli Stati Uniti - accusano la Francia di adottare un comportamento che esuli dal suo ruolo e dalle clausole della stessa NATO. Macron ha sfidato la NATO a viso aperto, dichiarando che questa alleanza costituirebbe un primo passo per una crescente autonomia strategica dell’UE.

Polonia, proteste in seguito alla morte di una donna in ospedale dopo aver abortito. L’avvocato Jolanta Budzowska ha ricevuto l’incarico di rappresentare una famiglia dopo un improvviso lutto avvenuto il 22 settembre. L’avvocato è riuscito a risalire alle cause della morte e solo pochi giorni fa ha collegato l’accaduto ad un aborto. La donna avrebbe mandato un messaggio ai suoi cari preoccupata della febbre in crescita e temendo per la sua incolumità. La Polonia è uno degli Stati con le leggi più severe e restrittive in materia: l'aborto può essere praticato solo in caso di stupro o incesto o quando la gravidanza minaccia la salute o la vita della madre. L’avvocato sostiene che l’ospedale non è intervenuto in tempo e che, contestualmente, le restrizioni troppo severe hanno impedito ai medici di agire poiché avrebbero atteso la morte del feto. I commentatori filogovernativi e l'organizzazione legale conservatrice Ordo Iuris hanno affermato che la legge era molto semplice e che il primo dovere dei medici era quello di salvare il paziente. Il 1° novembre Danzica, Varsavia e Cracovia hanno visto nascere manifestazioni silenziose contro la legge vigente.

Russia, nuovo lockdown e casi in vertiginoso aumento. La situazione Covid-19 in Russia è estremamente grave. A causa dell’impennata dei contagi che si sarebbero acuiti in modo critico negli scorsi giorni, il presidente Putin ha imposto delle nuove restrizioni. I nuovi contagi si attestano intorno alle 40.443 unità, con 8,6 milioni di positivi da inizio pandemia e 242.060 vittime verificate. Le città più colpite sono, come prevedibile, Mosca e Pietroburgo. Putin ha indetto un lockdown parziale dal 30 ottobre fino al 7 novembre. Gli studenti russi di tutti i cicli scolastici sono confinati in casa, così come quelli universitari e sono state disposte le chiusure di tutte quelle attività non essenziali. La Russia ha uno dei tassi di vaccinazione tra i più bassi del mondo. All’interno del suo territorio sono reperibili solo dosi di Sputnik ma solo una parte irrisoria della popolazione si è sottoposta alla vaccinazione. La restante parte non intende vaccinarsi poiché non si fida del vaccino. Inefficaci gli inviti del presidente alle vaccinazioni. Chi può affronta piuttosto viaggi verso diversi stati europei così da ricevere uno di quelli approvati dall’EMA.

Russia - Ucraina, tensioni: immagini satellitari evidenziano armi russe al confine con l’Ucraina. In queste ore nuove immagini satellitari - scattate da Maxar Technologies - starebbero diventando virali. Il soggetto è oramai noto: armamenti russi al confine con l’Ucraina e, nello specifico, unità corazzate, carri armati, artiglieria semovente e truppe di terra vicine ad El'nja, città della Russia europea al confine con la Bielorussia. Gli spostamenti di equipaggiamenti e soldati russi sarebbero iniziati lo scorso settembre e proverrebbero da tutto il territorio. La quarta divisione russa sarebbe stata assegnata alle aree di Kursk e Brjansk che sono quelle in prossimità del confine settentrionale ucraino. Il rapporto tra NATO e Russia è fortemente deteriorato soprattutto a causa della proposta all’Ucraina di entrare nella NATO mentre Putin era ad Austin. In un discorso a Sochi, Putin ha dichiarato: “l'adesione formale alla NATO potrebbe non avvenire mai”, per l'Ucraina, “ma l'espansione militare sul territorio è già in corso, e questo rappresenta davvero una minaccia per la Federazione Russa, noi ne siamo consapevoli”.

Giulia Patrizi

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Libia, i preparativi per le elezioni di dicembre proseguono. La missione onusiana per la Libia, UNSMIL, è riuscita a trovare un accordo con i Paesi limitrofi per gestire il ritiro delle varie milizie mercenarie presenti sul suolo libico. Il capo della missione, Jan Kubis, ha espresso soddisfazione per l’approccio collaborativo di Ciad, Niger e Sudan. Nel mentre, anche il Comitato militare congiunto 5+5 si appresta ad aumentare la collaborazione e le pressioni sui due grandi player esterni dello scenario libico: Turchia e Russia. L’attuale premier del governo di transizione si prepara a correre alle elezioni presidenziali di dicembre anche perché sembra debba definitivamente decadere la norma riguardo lo svolgimento delle elezioni che gli impedirebbe di correre. Rimangono comunque vive, anche se latenti, le tensioni tra Tripolitania e Cirenaica e continuano gli scontri tra alcune milizie locali nella parte occidentale del Paese.

(Michele Magistretti)

Israele, il governo supera un grande prova ma il futuro è incerto. Nonostante le tensioni che animano la politica israeliana e l'estrema eterogeneità della coalizione di governo, la Knesset ha approvato la legge finanziaria. Con 61 voti a favore il parlamento ha approvato sia il bilancio del 2021 che quello del prossimo anno. Sono così scongiurate, nel breve periodo, la caduta del governo e le elezioni anticipate. Molti analisti sono però convinti che nel 2023 sarà difficile assistere alla turnazione come Primo Ministro di Yair Lapid, il leader del blocco di centro-sinistra della coalizione. Nell’ultimo periodo i partiti di sinistra hanno più volte espresso contrarietà per alcune decisioni prese dal governo riguardo la politica degli insediamenti e la designazione di alcune ONG palestinesi come organizzazioni terroristiche.

(Michele Magistretti)

Libano, crisi diplomatica con i Paesi del Golfo. Da frizioni interne a regionali è un attimo nel Paese dei cedri. Ulteriore elemento di instabilità è appunto la recente crisi diplomatica (e conseguentemente economico-commerciale) tra Beirut e le monarchie del Golfo, innescata da alcune dichiarazioni critiche dell’attuale Ministro dell’Informazione libanese, Kordahi, sul ruolo dell’Arabia Saudita e della coalizione contro gli Houthi nella guerra in Yemen. Non è tardata la reazione dell’Arabia Saudita che ha deciso di ritirare il suo ambasciatore a Beirut e di rimpatriare l’ambasciatore libanese (ufficialmente “per consultazioni”), seguita poi dal divieto di beni importati dal Libano finché non rientrerà la crisi. Altri Paesi del Golfo hanno seguito l’esempio saudita, come Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Kuwait. Dal suo canto, Mikati, PM libanese, ha affermato che le dichiarazioni di Kordahi sono personali e non rappresentano l’orientamento del governo libanese.

(Sara Oldani)

Turchia, il piede in due scarpe. A lungo assente dalle cronache, il teatro bellico della Siria è tornato al centro dell’agenda turca. Nelle ultime settimane, infatti, lo stesso Presidente Erdoğan ha rimarcato la necessità di adottare “qualsiasi misura” per rimuovere le minacce al confine turco-siriano. Tra le righe, si legge quindi l’intenzione – se non la possibilità – di un deciso re-intervento dei militari della Turchia nello scacchiere, come testimoniano le mobilitazioni di numerosi apparati dell’esercito e delle forze alleate, tra tutti le SDF dei c.d. ribelli siriani. L'obiettivo dichiarato è prevenire i sempre più frequenti attentati e violenze transfrontaliere, ma Ankara mira soprattutto a impedire il consolidarsi di forze curde nel nord-est del Paese. Tuttavia, sorgono due impedimenti rispetto al passato: il pieno sostegno dell’amministrazione Biden al YPG curdo rende difficile per la Turchia continuare a giostrarsi tra gli interessi siriani (e non) dei propri nemici-amici: USA e Russia.

(Samuele Abrami)

Iran, quel filo di seta non troppo sottile. Che la lunga mano cinese si (es)tenda ai rivali regionali degli Stati Uniti è tautologia, ma i recenti rapporti tra Pechino e Teheran aprono a prospettive del tutto peculiari. Seppur stretto tra le sanzioni statunitensi e un buon grado di isolamento internazionale, l’Iran continua a trovare ossigeno grazie a un’aumentata esportazione di petrolio verso Siria, Emirati Arabi, Venezuela e, soprattutto, Cina. Gli acquisti di greggio e il trasporto con “navi invisibili” sono quasi impossibili da tracciare, mentre le critiche alle “sanzioni disumane e illegali” sono un’arma tangibile nelle mani di Pechino e Teheran. Proprio in tal senso sembra ragionare Washington, conscia di dover accettare una situazione ormai consolidata per non compromettere i propri obiettivi di lungo periodo: non destabilizzare ulteriormente l’Iran e farlo tornare al tavolo degli accordi sul nucleare, magari con beneplacito dello stesso gigante asiatico.

(Samuele Abrami)

Samuele Abrami, Michele Magistretti e Sara Oldani



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Francia, sventata una rete clandestina in procinto di compiere un colpo di stato. Secondo quanto riportato dal quotidiano Le Parisien, il gruppo di sovversivi -in larga parte gendarmi ed ex militari– aveva addirittura pianificato l’occupazione di vari punti nevralgici del paese: l’Assemblea Nazionale, il Senato e il ministero della Difesa. A capo dell’organizzazione vi sarebbe il guru complottista Rémy Daillet-Wiedemann. Quest’ultimo, ex dirigente regionale dell’Udf, era stato estradato dalla Malesia nel giugno scorso, con l’accusa di associazione criminale a scopo terroristico. Secondo la Direzione generale della sicurezza interna (DGSI), il piano era giunto alla sua fase pratica, dove gli assalitori, organizzati come un vero e proprio esercito e divisi in unità operative, si apprestavano a colpire centri di somministrazione e di stoccaggio dei vaccini, antenne del 5G, giornalisti e personalità in vista.

(Davide Shahhosseini)

Sudan, colpo di stato da parte dei militari: arrestato il primo ministro Abdalla Hamdok. Il golpe è avvenuto ai danni della fazione civile del Consiglio Sovrano, l’organo collettivo a partecipazione civile e militare che dalla destituzione di Al-Bashir nel 2019 stava guidando la transizione democratica del Sudan dopo decenni di dittatura. L’esercito, attraverso le parole del generale Abdel Fattah al Burhan, quest’ultimo artefice del golpe e membro del Consiglio Sovrano stesso, ha legittimato l’arresto di Hamdok, con conseguente scioglimento dell’Esecutivo, a fronte dell’instabilità politica in cui riversa il paese. La Comunità internazionale sembra orientata verso una condanna unanime per quanto sta avvenendo. Mentre il Segretario generale ONU, Antonio Guterres, ha sollecitato l’immediato rilascio di Hamdok e di tutti gli altri funzionari in arresto, Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera UE, in un comunicato ufficiale ha definito le azioni dei militari un tradimento della rivoluzione e delle speranze stesse del popolo sudanese.

(Davide Shahhosseini)

Afghanistan, attentato in un ospedale militare a Kabul. Il 2 novembre, è stato perpetrato un attacco nei pressi di un ospedale militare nella capitale afghana, il cui bilancio è di una ventina di morti e oltre 50 feriti. Secondo le ricostruzioni dell’attentato, un kamikaze si è fatto esplodere all’ingresso della struttura ospedaliera e, subito dopo, un gruppo di uomini armati ha iniziato a sparare sulla folla presente. Nell’assalto è deceduto Maulvi Hamdullah, detto Mokhlis, un membro del braccio armato di Haqqani nonché ufficiale delle forze speciali Badri Corps. L’attacco è stato rivendicato dall’ISIS-K, branca locale dello Stato Islamico, che continua a condurre attentati in Afghanistan, mettendo sempre più in dubbio la reale capacità dei talebani di garantire la sicurezza del Paese.

(Vincenzo Battaglia)

Niger, imboscata vicino al confine con il Mali. Le autorità del Niger hanno annunciato due giorni di lutto nazionale a seguito di un attacco perpetrato nella regione di Tillabéri, nell’ovest del Paese confinante con il Mali. Nell’imboscata sarebbero morte almeno 69 milizie di autodifesa locali, e tra le vittime risulta anche il sindaco della località di Banibangou. Nessun gruppo ha finora rivendicato l’agguato, sebbene sia molto probabile la matrice jihadista. Difatti, l’area è contrassegnata dalla presenza di gruppi terroristici (affiliati all’ISIS o ad al Qaeda) e il Niger sta affrontando una pericolosa insurgenza jihadista nei suoi confini con il Mali e Burkina Faso. Nel 2021, oltre 500 persone sono morte in attacchi terroristici nel sud-ovest del Paese.

(Vincenzo Battaglia)

Iraq, attacco contro la residenza del primo ministro. Domenica 8 novembre, la residenza del primo ministro iracheno, Moustafa al-Kadhimi, è stata teatro di un attacco condotto con l’utilizzo di droni. Il premier è rimasto illeso e ha subito dichiarato di “star bene”, invitando alla “calma e alla moderazione”. Secondo le fonti locali, sono stati utilizzati tre droni, due dei quali abbattuti dalle forze di sicurezza irachene, mentre uno è riuscito ad esplodere presso la residenza di al-Khademi (ferendo due guardie). L’offensiva è avvenuta mentre centinaia di manifestanti pro-iraniani stavano manifestando a Baghdad contro il risultato delle elezioni parlamentari del 10 ottobre, a detta loro condizionate da brogli. L’attentato è stato prontamente condannato dagli USA e dalla NATO.

(Vincenzo Battaglia)

Vincenzo Battaglia e Davide Shahhosseini

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

MERCOSUR, riduzione della tariffa esterna comune. Il Mercado Común del Sur, organizzazione internazionale fondata da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, ha raggiunto a marzo i suoi primi 30 anni. L'obiettivo principale del MERCOSUR è quello di dare vita ad un mercato unico di libera circolazione di beni, servizi e fattori produttivi ed originare una politica commerciale esterna comune. Dopo 30 anni, si può affermare che l'obiettivo si può dichiarare che non sia stato ottenuto. Dalla creazione del Mercosur si sono conclusi accordi di libero scambio solo con Egitto e Israele. Recentemente Argentina, Brasile e Paraguay hanno però prospettato di ridurre del 10% della tariffa esterna comune (TEC) che viene applicata negli scambi con i Paesi terzi.

COP 26, gli obiettivi ambiziosi da raggiungere. I leader di tutto il mondo, riuniti a Glasgow per la 26° Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, si incontrano per negoziare le regole sull'operatività dell'Accordo di Parigi e porre le basi per il processo politico che dovrebbe portare ad ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030, allineati all'obiettivo di raggiungere emissioni zero nette entro il 2050. Un punto da sottolineare in questo senso è la mancata firma dell'accordo per fermare entro la fine del 2022 nuovi investimenti all’estero legati all’energia da carbone, petrolio e gas. Non viene firmato neanche l'impegno comune per l'uscita dal carbone entro il decennio del 2030 da Pechino. Non ci sono tra gli osteggiatori solo Cina e India, ma anche Stati Uniti e Australia. Nel contempo la Cina ha incrementato notevolmente la produzione quotidiana di carbone di oltre un milione di tonnellate. Di questo passo non è chiaro quando e se si riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati.

UNICEF, A rischio la salute dei bambini. L'UNICEF mette in luce un nuovo allarme durante la COP26 nella nuova analisi "Making Climate and Environment Policies for & with Children and Young People". Il report evidenzia che solo 35 piani nazionali su 103 - un terzo del totale - siano sensibili ai bambini. Solamente il 12% degli Stati ha dichiarato che i bambini hanno effettivamente preso parte allo sviluppo dei propri piani nazionali. Già ad agosto, l'organizzazione internazionale aveva pubblicato l'Indice di Rischio Climatico per i Bambini, il quale sottolinea che 99% dei 2,2 miliardi di bambini sono esposti ad almeno una minaccia ambientale. Pertanto, l'UNICEF, in occasione della COP26, esorta ad incrementare i finanziamenti per il clima, superando i parametri del 2009, mobilitando 100 miliardi di dollari l'anno e riducendo le emissioni del 45%.

Valeria Lavano




Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.


Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana, Europa occidentale e Unione Europea

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Edoardo Cappelli: Diritti Umani, America del Nord

Elisa Maggiore: America Latina

Emanuele Volpini: America del Nord

Federico Brignacca: Diritti Umani

Francesco Ancona: Asia ed Estremo Oriente, Organizzazioni Internazionali

Giorgia Avola: Europa Occidentale e Unione Europea

Giulia Patrizi: America Latina, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Valeria Lavano: Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale


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Redazione

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Framing the World