Framing The World, Numero LXII

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  Redazione
  21 giugno 2021
  39 minuti, 29 secondi

DIRITTI UMANI

Ginevra, UNHCR pubblica il nuovo rapporto “2020 Global Trend”: l’1% della popolazione mondiale è costretta a sfollare. Nell’ultimo anno, milioni di rifugiati e non solo sono stati costretti a lasciare la propria casa e il proprio paese a causa di conflitti, persecuzioni o eventi che rappresentano un grave pericolo per la sicurezza pubblica. Il fenomeno sta interessando ormai più dell’uno per cento dell’umanità, con sempre meno persone in fuga che riescono a tornare a casa. Il rapporto mostra un numero senza precedenti di 79,5 milioni di sfollati entro la fine del 2019. Un totale così alto non è mai stato visto prima. Il rapporto sottolinea anche come le prospettive per i rifugiati riguardo la possibilità di terminare il loro viaggio di sopravvivenza siano più esigue. “Negli anni ‘90, ogni anno in media 1,5 milioni di rifugiati riuscivano a tornare a casa. Negli ultimi dieci anni quel numero è sceso a circa 385.000, il che significa che la crescita degli sfollati è oggi di gran lunga superiore alle soluzioni”, dichiara l’UNHCR.

(Edoardo Cappelli)

Hong Kong, la polizia arresta l’editore di “Apple Daily” seguendo la legge cinese sulla sicurezza nazionale. Le autorità di Hong Kong sono intervenute per arrestare alcuni membri chiave di diverse importanti trasmissioni mediatiche del Paese. In particolare, la polizia ha arrestato il caporedattore di un popolare quotidiano, “Apple Daily”, fondato dal dissidente Jimmy Lai. L’editore arrestato si chiama Ryan Law e gli agenti di polizia hanno sequestrato i suoi computer e perquisito le scrivanie. Le autorità cittadine hanno anche proclamato che chiunque osasse sfidare la sicurezza nazionale attraverso la diffusione di notizie e accuse subirà dure conseguenze. Questo ambiente repressivo è ovviamente una conseguenza dell’imposizione della legge cinese sulla sicurezza sul territorio di Hong Kong. La legge è ufficialmente un modo per evitare problemi di sicurezza, ma è usata come mezzo di repressione del dissenso, in una città dove gli attivisti negli ultimi anni hanno lottato (aspramente ma inutilmente) per ottenere piena indipendenza e democrazia.

(Edoardo Cappelli)

Budapest, il Parlamento ungherese approva una legge che vieta “la diffusione di materiale omosessuale” ai minori. La classe dirigente ungherese ha adottato una proposta di legge dichiaratamente anti-Lgbti che vieta la diffusione di materiali divulgativi ed educativi ritenuti “promozionali” o che meramente raffigurino relazioni consensuali tra persone omosessuali, così come contenuti che possano incoraggiare il cambiamento di genere dei minorenni. Stupisce la radicalità della manovra, ma non è motivo di meraviglia che qualcosa del genere sia stata portata avanti. Si tratta dell’ennesima riprova che in Europa esistono realtà diverse, le quali viaggiano in direzioni opposte riguardo i diritti umani sebbene le linee guida ideologiche dell’Unione Europea siano molto chiare.

(Edoardo Cappelli)

Ghana, alcuni passi avanti nei confronti degli attivisti arrestati. Dovrebbero essere ritirate le accuse di “assemblea illegale” di 21 attivisti per aver partecipato ad un incontro per denunciare le violazioni dei diritti umani contro la comunità LGBT. L’Alta Corte ha rilasciato gli attivisti dopo circa venti giorni di detenzione, lo scorso 11 giugno, ma cinque giorni dopo c’è stato un rinvio a giudizio per esaminare meglio la documentazione a sostegno delle accuse. “L’arresto e la detenzione illegali di difensori dei diritti umani semplicemente per aver partecipato ad una sessione di formazione sui diritti umani, è una macchia sulla reputazione del Ghana” ha dichiarato Wendy Isaack, ricercatrice LGBT presso Human Rights Watch. La richiesta che Human Rights Watch presenta nel suo comunicato è indirizzata al pubblico ministero perché abbandoni il tentativo di punire gli attivisti.

(Federico Brignacca)

Canada, violazione dei diritti umani nella detenzione di immigrati. Sono nell’ordine delle migliaia le persone, anche con disabilità, che vengono incarcerate ogni anno per immigrazione e detenute in condizioni abusive. Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto di cento pagine “I Didn’t feel like a human in there: immigration detention in Canada and its impact on mental health” nel quale ha documentato dettagliatamente questa denuncia di cui si fa portavoce. “Il sistema abusivo di detenzione per immigrati in Canada è in netto contrasto con la ricca diversità e i valori di uguaglianza e giustizia per i quali il Paese è noto a livello globale” ha affermato Ketty Nivyabandi, segretaria generale di Amnesty International Canada rimarcando il lavoro che con Human Rights Watch stanno portando avanti per migliorare il trattamento degli immigrati detenuti.

(Federico Brignacca)

Egitto, le condanne a morte per i manifestanti di Rab’a dovrebbero essere commutate. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi dovrebbe procedere presto nel commutare le condanne a morte di 12 manifestanti che erano stati arrestati e processati ingiustamente per aver partecipato, nel 2013, al sit-in di Rab’a nel quale le forze di sicurezza uccisero più di 817 manifestanti. Le condanne erano state emesse per terrorismo nel 2018 dopo circa tre anni di processo. “Il processo Rab’a è stato una presa in giro della giustizia, quindi è scandaloso che la Corte Suprema abbia confermato le condanne a morte” dichiara Joe Stork, vicedirettore per il Medio Oriente e il Nord Africa di Human Rights Watch.

(Federico Brignacca)

Edoardo Cappelli e Federico Brignacca


ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

USA-UE, un accordo storico. Dopo 17 anni di polemiche, contrasti e dazi punitivi, Stati Uniti ed Unione Europea hanno raggiunto un accordo per risolvere la contesa relativa ai sussidi all’industria aeronautica e ai rispettivi campioni “nazionali”, Boeing ed Airbus. L’accordo prevede l’estensione della tregua negoziata a marzo per altri 5 anni, periodo in cui saranno sospesi sia gli aiuti statali ai due produttori sia i dazi punitivi (del valore di $11.5 miliardi) imposti dalle due parti, in attesa di accordo definitivo che metta la parola fine ad uno dei maggiori punti di attrito tra le due sponde dell’Atlantico; un accordo uguale è stato raggiunto due giorni dopo con il Regno Unito. L’accordo prevede anche una collaborazione contro le pratiche non di mercato di Stati terzi, leggasi Cina, che danneggiano l’aviazione civile e si inserisce nel riavvicinamento strategico in funzione anti-cinese che i vertici G7 e NATO hanno delineato.

Inflazione, un maggio “costoso”. I segnali di inflazione si moltiplicano e arrivano da tutte le principali aree economiche mondiali. In Cina, il Producer Price Index (PPI), che traccia i prezzi dei beni industriali, è salito a maggio del 9%, il valore più elevato dal 2008 e oltre le previsioni di un +8.5%, principalmente a causa del rialzo delle materie prime, anche se il confronto annuale è parzialmente condizionato dal declino dei prezzi osservato nei mesi peggiori della pandemia. Anche in Germania i prezzi sono in rialzo, +2.5% per l’indice CPI (Consumer Price Inflation) e +7.2% per quello PPI, così come negli Stati Uniti (+5% per il CPI), dove si rileva un forte rialzo (+3.8%, record dal 1992) anche se si escludono cibo e consumi energetici (“core inflation”). Tuttavia, le banche centrali non si dicono preoccupate (vedi sotto) e di conseguenza i mercati non registrano effetti particolari.

Banche centrali, l’inflazione non preoccupa. La Federal Reserve e la BCE ritengono che l’inflazione di questi mesi sia dovuta, da una parte, al confronto con gli effetti deflativi delle restrizioni pandemiche della primavera/estate 2020 e, dall’altra, all’effetto delle riaperture e dell’aumento della domanda di determinati beni come petrolio e materie prime minerarie e agricole. Se il primo effetto logicamente sparirà quando il confronto annuale avverrà con mesi che nel 2020 sono stati più normali (per gli Stati Uniti da luglio in poi), il secondo si risolverà quando domanda e offerta si ri-equilibreranno. Perciò, la FED ha confermato l’acquisto di $120 miliardi di bond al mese e i tassi tra lo 0 e il 0.25%, anche se adesso prevede di alzarli due volte anziché una entro la fine del 2023, una mossa che ha innervosito i mercati, rafforzato il dollaro (+2% verso l’Euro), aumentato, temporaneamente, il rendimento dei titoli di stato e portato il Dow Jones alla peggior settimana dallo scorso ottobre (-3.45%).

Materie prime, inizia la discesa? Se, come sostengono le banche centrali, i segnali di inflazione attualmente visibili sono principalmente dovuti ai forti aumenti che i prezzi delle materie prime hanno sperimentato negli ultimi mesi e non a cause più strutturali, il più recente trend sui mercati sembrerebbe confermare che la fiammata inflativa abbia vita breve. Settimana scorsa, infatti, quasi tutte le materie prime, petrolio escluso, hanno subito dei cali, in alcuni casi considerevoli: palladio -14%, rame -6%, mais -5%. La causa è da ricercarsi nelle decisioni della Fed che, rafforzando il valore del dollaro, hanno messo pressione sui prezzi, e in Cina, il cui governo ha ordinato la vendita di parte del rame, zinco e alluminio conservato nelle riserve strategiche proprio al fine di temperare l’inflazione in questo segmento di mercato.

Cina, il partito è preoccupato. Se i mercati americani ed europei (Parigi e Francoforte in particolare) oscillano sui massimi storici, le borse cinesi di Shanghai e Shenzhen rimangono piuttosto deboli nonostante la rapida ripresa economica in Cina sia iniziata già nell’estate 2020 (PIL 2021 stimato a +8.5%). A pesare sono gli aumenti delle materie prime, che hanno portato l’indice PPI ai massimi dal 2008, ma non meno importanti sono i rischi legati ad un settore finanziario sempre più sotto l’attenta vigilanza del Partito Comunista per alcune presunte vulnerabilità sistemiche. Nelle ultime settimane, le autorità hanno preso delle decisioni che limitano la libertà dei mercati - in contrasto con la promessa di maggior libertà dello stesso Xi - come per esempio obbligare le banche domestiche a mantenere maggiori riserve di valute estere, censurare le ricerche online di piattaforme di criptovalute e impedire la pubblicazione di target ottimistici sugli indici di borsa.

Leonardo Aldeghi


AFRICA SUB SAHARIANA

Costa d’Avorio, rientrato nel paese l’ex presidente. Dopo esser stato assolto, in appello, dai giudici della Corte Penale Internazionale dalle accuse di crimini contro l’umanità per il suo presunto ruolo nella violenza post-elettorale in Costa d’Avorio tra il 2010 e 2011, l’ex presidente del paese africano, Laurent Gbagbo, è rientrato giovedì 17 Giugno in patria. L'aereo sul quale ha viaggiato l’ex presidente è partito da Bruxelles ed è atterrato alle 16.30 locali presso l’ex capitale dello stato, la città di Abidjan. Nei pressi dell’aeroporto la Polizia ha dovuto disperdere, usando anche lacrimogeni, una piccola folla di suoi sostenitori intenzionati ad accogliere Gbagbo. Il rientro in Costa D’Avorio dell’ex presidente dopo dieci anni è stato però accompagnato principalmente da un’atmosfera tesa.

Zambia, morto il “padre della patria” KK. Kenneth Kaunda, primo presidente dello Zambia, è morto a 97 anni nella giornata di giovedì 17 giugno. Kaunda era ricoverato da giorni in un ospedale della capitale Lusaka per una polmonite, non legata al Covid. Negli anni Cinquanta, Kenneth Kaunda, popolarmente conosciuto come KK, fu una figura chiave in quello che allora era il movimento per l'indipendenza della Rhodesia Settentrionale dalla dominazione britannica. Nel 1964 - dopo l’indipendenza - divenne presidente e, in quanto capo del Partito Indipendentista Nazionale Unito, guidò poi il Paese per ben 27 anni. Si dimise solamente nel 1991, dopo aver perso le elezioni. KK è inoltre ricordato per aver supportato i tentativi di porre fine all'apartheid in Sudafrica e per essere stato uno dei principali sostenitori dei movimenti di liberazione in Mozambico e nell'attuale Zimbabwe.

Andrea Ghilardi



AMERICA DEL NORD

Ginevra, vertice tra Joe Biden e Vladimir Putin si risolve senza alcuna particolare novità. Il vertice che ha visto coinvolti il presidente americano e quello russo, lo scorso 16 giugno, è arrivato dopo varie provocazioni che hanno portato i due Paesi ad avere uno dei rapporti più malconci degli ultimi anni. Il tentativo di Biden è stato quello di presentare gli Stati Uniti come un paese che ha ripreso la sua vocazione di protagonista sulla scena mondiale, cancellando quindi l’isolazionismo trumpiano. È stata anche un’ottima occasione per mostrarsi come grande alleato dell’Europa nel contenzioso con la Cina. Putin, dal canto suo, non ha rischiato praticamente nulla a livello di tenuta del proprio potere domestico. Non sono stati affrontati di petto i grandi argomenti (come la cyber-sicurezza o il caso Naval’nyj), se non con qualche allusione più o meno evidente.

New York, il Governatore Cuomo annuncia la revoca delle restrizioni COVID-19 poiché il 70% degli adulti è stato vaccinato. Le direzioni guida della guida sanitaria dello Stato, che includono limiti di aggregazione sociale, restrizioni di capacità, distanziamento sociale, pulizia e disinfezione, screening sanitario e informazioni di contatto per il tracciamento, sono ora tornate ad essere facoltative per le persone che accedono alle strutture commerciali. Inoltre, negli spazi all’aperto non esiste più l’obbligo della mascherina. Gli individui non vaccinati continuano ad essere responsabili dell’uso di maschere, in conformità con le linee guida federali del CDC. Tuttavia, le restrizioni COVID dello Stato rimangono in vigore per i luoghi di eventi al coperto su larga scala, definiti come luoghi al coperto che ospitano più di 5.000 partecipanti. È un risultato notevole, considerando il passato prossimo della città, che all’inizio della pandemia era una delle regioni più colpite del mondo intero.

Edoardo Cappelli



AMERICA LATINA

Cile. Il paese investe nelle rinnovabili. Il deserto di Atacama diventa una centrale a cielo aperto. Inaugurata la prima centrale solare a concentrazione dell’America Latina. I numeri sono impressionanti. Con un investimento di 1.300 milioni di dollari, l’impianto ha una torre centrale di 250 metri di altezza dove si trova il dissipatore di calore e verso cui convergeranno migliaia di eliostati. Il Power Concentration Solar Plant (CSP) della multinazionale EIG occupa un'area di 1.000 ettari e si trova a Cerro Dominador, uno dei luoghi in cui si concentra uno dei livelli maggiori al mondo di radiazioni solari. Questo impianto è progettato affinché possa immagazzinare anche durante la notte calore ed energia. Nel 2017 è entrato in funzione un impianto fotovoltaico da 100 MW. L’8 giugno si è aggiunto un innovativo impianto solare termico, con potenza 110 MW. L’impianto sarà responsabile di una riduzione di 630.000 tonnellate all'anno di CO2.

Colombia. HRW accusa la polizia di abuso di potere contro i manifestanti. Gli abusi gravissimi di potere si riferiscono alle proteste dello scorso aprile. La ONG ha condotto interviste e inchieste in 25 città della Colombia. Il Presidente Duque è il diretto accusato. Per frenare le polemiche aveva dichiarato l’entrata in vigore di riforme per la Polizia Nazionale e la modernizzazione del Ministero della Difesa. HRW, tuttavia, afferma la necessità di un’educazione ai diritti, l’insufficienza di tali misure, la necessità di separare Polizia e Difesa e l’esigenza di costituire un'istituzione di natura civile affinché possa reagire in modo consono alle manifestazioni, evitando così inutili spargimenti di sangue e reiterata violenza. La polizia ha sparato contro i manifestanti a distanza ravvicinata, uccidendone almeno 16 in modo intenzionale. In altre occasioni ha fatto un uso smodato della violenza: percosse ed almeno 17 pestaggi di brutale violenza. Nel documento sono riportati anche gli atti di violenza di manifestanti contro le divise. "Le violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia in Colombia non sono episodi isolati di agenti indisciplinati, ma il risultato di profondi cedimenti strutturali", ha affermato José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di HRW.

El Salvador: i Bitcoin diventano una valuta legale. Il presidente Nayib Bukele ha proposto al Congresso di approvare una legge affinché la criptovaluta diventi una valuta valida all’interno del Paese. La legge è stata approvata senza grosse difficoltà, grazie all’ampia maggioranza su cui poteva fare affidamento Bukele. El Salvador diventa così il primo paese al mondo che legalizza l’uso della criptomoneta, equiparandola all’altra regolarmente usata dalla popolazione: il dollaro americano. Gli investitori e la popolazione sono in preda all’incertezza. Non sono state rese note analisi pubbliche in merito all’impiego del Bitcoin come valuta ufficiale. Il Paese mancherebbe di trasparenza di analisi e dati comprovati. Le società, gli investitori stranieri che hanno interessi economici e legami commerciali con lo Stato panamericano sono in agitazione.

Nicaragua. Ondata di arresti negli ultimi giorni. La Comunità internazionale degli Stati Americani e quella Europea mostrano forte agitazione per gli ultimi avvenimenti provenienti dal Nicaragua. Il Presidente Daniel Ortega e il suo vice, sua moglie Rosario Murillo, donna di enorme ambizione e vera detentrice del potere, stanno compiendo incessantemente decine di arresti. Per paura di non ottenere la vittoria alle prossime elezioni, previste per novembre, la polizia sta arrestando potenziali sfidanti di Ortega. Ad essi si aggiungono quelli incriminati di "minare l'indipendenza, la sovranità e l'autodeterminazione del Paese o incitare a ingerenze straniere negli affari interni”. L’OAS (Organizzazione degli Stati americani) ha votato un provvedimento contro il Nicaragua a piena maggioranza (26 stati su 34) chiedendo l’immediata scarcerazione dei prigionieri politici e di garantire elezioni libere. Anche gli USA si sono schierati a favore, essendo uno degli Stati membri. Nel documento si nota infatti la firma del Segretario di Stato Antony Blinken.

Perù: trovato l’ecosistema più antico del mondo. La foresta di Putumayo è un vero gioiello incontaminato che si situa a sud della Colombia al confine tra l’Ecuador e il Perù, a ridosso della Cordigliera delle Ande. Vanta uno storico primato: avrebbe cinquemila anni e non è stata mai soggetta a disboscamento o altre dannose pratiche dell’uomo. Il bosco è prospero e pieno di vita. Oltre a un’infinità di specie animali e vegetali sconosciute e non classificate ci sono 330.000 abitanti, circa 50.000 sono indigeni dell’Amazzonia o appartenenti a gruppi non separati dai confini imposti dagli Stati. La zona è selvaggia e solo gli indigeni sono in grado di orientarsi. Solo recentemente un gruppo di studiosi ha deciso di andare laggiù e vedere cosa c’era. Hanno iniziato classificando specie vegetali e hanno fatto una scoperta sconvolgente: alcuni risalirebbero a più di 5000 anni fa, come si può leggere in una ricerca appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica “Science”. Lo stato in cui gli alberi sono stati trovati denota che qualcuno vivesse lì ma in modo armonioso con l’ambiente circostante e soprattutto in un modo assolutamente sostenibile, senza modificarne la conformazione. Preservandola.

Giulia Patrizi



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, prima missione con equipaggio all’interno della nuova stazione spaziale cinese. Questo venerdì, 18 giugno, l’agenzia spaziale cinese ha lanciato la prima missione con equipaggio. L'obiettivo è condurre dei test tecnici sul modulo centrale della stazione spaziale cinese, il Tianhe, lanciato lo scorso aprile. Oltre a essere la prima missione con equipaggio sulla nuova stazione, si tratterà anche della missione più lunga per l’agenzia spaziale cinese, della durata prevista di 6 mesi. Il lancio è avvenuto alle 9:22 ore locali (1:22 GMT) utilizzando il razzo March 2F; poche ore dopo, la capsula Shenzhou-12 ha effettuato con successo la procedura di attracco sul modulo Tianhe. L’equipaggio, composto da 3 piloti dell’aeronautica cinese (Nie Haisheng, Liu Boming e Tang Hongbo), avrà il compito di trasportare e installare materiali ed equipaggiamento tecnico e scientifico al fine di rendere operativo il nuovo modulo.

Corea del Nord, un nuovo piano economico - e più “green” - per far fronte alla crisi. La settimana scorsa, durante un incontro con i leader del partito, Kim Jong-un ha presentato un nuovo piano economico per far fronte alla crisi alimentare e ai disagi causati dall’effetto combinato delle sanzioni degli Stati Uniti e del Covid-19. L’entità e i dettagli di questo ambizioso progetto non sono stati specificati, tuttavia si tratterebbe di “cambiamenti tangibili”, volti a garantire l'autosufficienza della Corea del Nord. Una delle peculiarità di questo nuovo piano sarebbe una maggiore attenzione ed enfasi nei confronti del riciclaggio, in particolare della plastica, che la Corea del Nord importa in larga parte dalla Cina. Il riutilizzo e riciclaggio di risorse da parte della Corea del Nord sarebbero rilevanti nell'ottica dell'autosufficienza, oltre che da un punto di vista ecologico. L’import di plastica dalla Cina, infatti, è crollato più del 80% nel solo 2020 a causa del Covid-19. Questo avrebbe obbligato il governo ad attuare una politica di riutilizzo di strumenti e oggetti di uso quotidiano, al fine di alleviare la necessità di importare plastica.

Taiwan, numero record di caccia cinesi nello spazio aereo taiwanese. Martedì 15 giugno, il Ministero della Difesa di Taiwan ha confermato l’avvistamento di diversi aerei militari appartenenti all’aviazione dell’Esercito Popolare cinese all’interno dello spazio aereo militare di Taiwan: zona al di fuori del territorio nazionale, dove gli aerei stranieri vengono identificati e monitorati per motivi di sicurezza nazionale. Quest’ultima incursione è stata caratterizzata da un nuovo record di avvistamenti. Da quanto riportato da Taipei, la missione cinese nello spazio aereo di Taiwan era composta da un totale di 28 aerei - di cui 20 caccia (14 del modello J-16, e 6 del modello J-11), 4 bombardieri nucleari (modello H-6) e altri 4 aerei ricognitori e anti-sommergibili. Lo squadrone cinese ha sorvolato l’arcipelago delle isole Pratas, controllate da Taiwan, e la parte meridionale dell’isola di Taiwan stessa.

Francesco Ancona



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Regno Unito, la variante Delta fa paura. Nonostante l’80% della popolazione nazionale abbia già ricevuto almeno una dose di vaccino, nel Regno Unito la variante Delta - precedentemente nota come variante indiana - si sta diffondendo velocemente. I dati delle ultime settimane hanno infatti evidenziato un rimbalzo dei contagi. Tra mercoledì e giovedì si sono registrati 11.007 nuovi casi di Covid-19, evidenziando così una crescita che, nelle ultime due settimane, ha accelerato notevolmente. Per ora resta più contenuto l’aumento dei morti e dei ricoveri in ospedale. Il governo britannico però predica cautela, mentre si pone l’obiettivo di accelerare i richiami con la seconda dose di vaccino. A oggi in molti si chiedono se la strategia di coprire la più larga parte della popolazione con una sola dose, prima di completare l’immunizzazione con la seconda, sia in parte un elemento che facilita la diffusione della variante Delta.

(Andrea Ghilardi)

Unione Europea, siglata la pace con gli Stati Uniti sulla disputa Airbus-Boeing. Dopo oltre 17 anni l’UE e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo relativo alla disputa sulle sovvenzioni alle rispettive società di fabbricazione di aeromobili. Lo scontro tra Washington e Bruxelles verteva su accuse reciproche di sussidi pubblici illeciti, volti ad agevolare rispettivamente Boeing e Airbus. L’intesa annunciata martedì 15 giugno prevede la sospensione di reciproci dazi per i prossimi 5 anni. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dopo l’incontro con il presidente statunitense Joe Biden, ha sottolineato quanto questo accordo apra davvero un importante nuovo capitolo delle relazioni tre UE e USA, poiché tale intesa ha l’obiettivo di trasformare un settore finora contraddistinto da uno scontro in un nuovo campo di cooperazione.

(Andrea Ghilardi)

Germania, guerriglia urbana a Berlino. Giovedì 17 giugno il quartiere Friedrichshain della capitale tedesca è stato teatro di aspri scontri tra le forze dell’ordine e un gruppo di occupanti. Secondo quanto ricostruito, la polizia doveva effettuare un controllo di sicurezza in uno stabile occupato abusivamente, ma gli occupanti, temendo uno sfratto, hanno reagito violentemente. Sassi e oggetti vari lanciati contro le forze dell’ordine, trincee improvvisate con cassonetti, pneumatici dati alle fiamme e lacrimogeni. Questa la sintesi di una vera e propria guerriglia urbana. Il tutto si è concluso con circa 60 poliziotti feriti.

(Andrea Ghilardi)

Regno Unito, il G7 in Cornovaglia. I membri del G7 si sono riuniti in Inghilterra per affrontare varie questioni che vanno oltre l’emergenza pandemica. Al centro degli incontri c’è stato sicuramente il rapporto dell’Occidente con la Cina, con una linea più morbida europea e una più dura americana. Il documento finale rappresenta un compromesso: si chiede a Pechino il rispetto dei diritti umani e di fare chiarezza sull’origine del Covid-19. Molto importante, però, è stata la proposta di realizzare un progetto infrastrutturale nei Paesi a basso reddito come un’alternativa alla Nuova Via della Seta cinese, testimonianza del fatto che l’Occidente vuole impegnarsi attivamente nel contenere l’espansione di Pechino. Nel corso del vertice, poi, sono state affrontate altre questioni come i cambiamenti climatici, la prevenzione delle pandemie e il rapporto fra Regno Unito e Unione Europea.

(Leonardo Cherici)

Italia, visita di Draghi in Spagna. Il presidente del Consiglio è volato in Spagna per ricevere un prestigioso premio per la “costruzione europea” e per un bilaterale con il premier Sánchez. Nel suo discorso al Cercle d’Economia, Draghi ha ribadito l’importanza di politiche economiche espansive per rilanciare la crescita e contrastare la recessione economica, ma sempre nell’ottica di aumentare gli investimenti produttivi. Con Sánchez, invece, al centro dell’incontro c’è stata la questione migratoria: nelle ultime settimane gli sbarchi sono notevolmente aumentati e Draghi sta cercando di costruire una rete di alleanze in vista del prossimo Consiglio europeo per strappare un’intesa sul tema dei ricollocamenti. I due premier hanno inoltre ribadito l’intenzione di lavorare affinché Madrid e Roma siano protagoniste nel rilancio di un’Unione Europea che riesca a ridurre le differenze tra Nord e Sud.

(Leonardo Cherici)

Leonardo Cherici e Andrea Ghilardi



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Bosnia-Erzegovina, Srebrenica: Ratko Mladić condannato all’ergastolo per genocidio. Dopo 26 anni di attesa, l’8 giugno 2021 la corte dell’Aja segna la conclusione dei terribili avvenimenti di Srebrenica. La condanna è inequivocabile: ergastolo. Confermata quella del 2017. Il generale serbo-bosniaco Mladić, chiamato dai media “Il boia di Srebrenica” - colui che guidò i militari serbi contro i bosniaci - è stato ritenuto responsabile di atroci crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati nel luglio ‘95: 8.372 musulmani (in maggioranza uomini). Le stime sarebbero parziali. Molte fosse non sono state trovate, molti corpi mancano. Undici i capi d’accusa: genocidio, assassinio, sterminio, persecuzione e terrorismo tra gli altri. Il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja fu creato per processare i crimini commessi nell’ex Jugoslavia, comunemente chiamato «Meccanismo residuale». Si chiude così il più terribile eccidio dopo la Seconda Guerra mondiale.

Lettonia, Riga: accordo di cooperazione parlamentare con la Mongolia. Alla fine di maggio 2021, la vicepresidente Dagmāra Beitnere-Le Galla del partito conservatore lettone JKB ha incontrato ufficialmente Barkhas Dorj, nuovo ambasciatore mongolo. I principali punti del meeting sono stati: sancire il legame di amicizia tra i due Paesi, sfruttare la cooperazione parlamentare così da creare una collaborazione che possa interessare economia ed educazione ed investire nel trasporto lettone-mongolo. L’ambasciatore plaude alla crescente presenza di giovani mongoli che studiano nelle università lettoni e all’accordo sul trasporto. La Beitnere-Le Galla vuole potenziare le infrastrutture per creare un sistema lettone-mongolo grazie alla posizione privilegiata della Lettonia come collegamento con il Nord Europa. I due Paesi festeggiano i 30 anni di relazioni e cooperazione culturale e auspicano una proficua collaborazione basata su valori democratici condivisi.

Polonia, il Consiglio europeo preme affinché il paese revochi le leggi anti LGBT. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa esprime forti preoccupazioni per i provvedimenti contro la libertà individuale e contro i diritti umani che già da tempo sono diventati legge in Polonia. Il Paese non è nuovo a leggi che hanno lo scopo di favorire la “famiglia tradizionale”; nonché parallelamente cancellare ciò che non è conforme ad essa, portate avanti da movimenti pro-vita, di estrema destra o di propaganda cattolica. Il Consiglio chiede alle regioni e città polacche il ritiro immediato delle risoluzioni in cui dichiarano di essere "libere dall'ideologia LGBT" e sostiene che "i diritti e il riconoscimento delle persone LGBTI sono sotto pressione in Europa e che l'aumento del discorso d'odio nei loro confronti sta creando divisioni tra i cittadini, le città e le regioni". Inoltre, gli enti locali e regionali sono invitati a sostenere con maggiore vigore i diritti e il benessere dei cittadini LGBT e a favorire il dialogo tra le parti.

Russia, l’ambasciatore russo tornerà negli States. Alla domanda se Biden ritenesse Putin un killer e alla conseguente risposta affermativa, Putin aveva deciso di riportare in patria l’ambasciatore Anatolij Antonov perché necessario per alcune consultazioni a seguito della spiacevole dichiarazione. Era il 17 marzo. Il caso: il caporedattore della ABC News, George Stephanopolous, aveva fatto la fatale domanda al Presidente Biden ed egli aveva così replicato riferendosi al sospetto uso russo di armi chimiche e biologiche. In particolar modo si faceva riferimento all’uso del gas nervino ai danni di Naval'nyj e Skripal’. I rapporti bilaterali si erano drasticamente ridotti. Dopo l’incontro a Ginevra tra i due presidenti, Putin ha dichiarato di aver ricevuto una spiegazione adeguata in merito a quell’episodio e che il suo collega fosse una persona di grande esperienza. Successivamente Maria Zakharova - portavoce del Ministero degli Esteri - ha affermato che l’ambasciatore dovrebbe essere a Washington per riprendere il suo mandato già dalla prossima settimana.

Russia - Polonia, tensioni: Hacker russi responsabili di un cyberattacco in Polonia. Il 18 giugno, il Presidente del Partito “Diritto e Giustizia”, nonché vice Primo Ministro Jaroslaw Kaczynski, ha denunciato un attacco informatico proveniente dalla Federazione Russa, ai danni di funzionari, ministri, deputati di diversi partiti. Ad una prima verifica dei fatti moltissimi account istituzionali di alte cariche sarebbero stati violati. Tra i nomi più noti figurerebbe Michal Dworczyk, membro della Camera dei deputati e capo dell’ufficio del primo ministro, il quale avrebbe già smentito la presenza di file top secret nella sua casella di posta. Alcune mail sono però apparse su Telegram in merito alla gestione del COVID-19, riguardanti le restrizioni e le relazioni diplomatiche con l’Ucraina e la Bielorussia. I file risulterebbero modificati da qualcuno sito in Russia, che usa software in lingua russa.

Slovenia, dichiarazione congiunta con l’Italia su Europa e Balcani. Il 14 giugno si è svolto un incontro in cui si è parlato del futuro dell’Europa e sul comune desiderio di ampliare la sfera d’influenza comunitaria ai Balcani occidentali. Oggetto della Cooperazione bilaterale sono sicurezza, migrazioni, infrastrutture e mobilità sostenibili, industria e transizione ecologica, agricoltura e pesca, scienza e università. “Entrambi i Paesi ritengono necessaria la ripresa dei negoziati per l’ingresso di Albania e Macedonia del Nord”: ha affermato Anže Logar, Ministro degli Affari Esteri sloveni. Luigi Di Maio avrebbe ribadito che Italia e Slovenia hanno “opinioni comuni” e vorrebbero che già nel prossimo semestre si accelerasse il processo di adesione. Inoltre, la penisola balcanica è ancora geopoliticamente instabile e solo le istituzioni europee potrebbero aiutarla nel percorso di stabilità e democrazia di cui la zona ha bisogno. "Solo una prospettiva europea tangibile e credibile è in grado di ancorare saldamente i Balcani occidentali all'Europa, ai suoi valori, ed evitare un ritorno ai sentimenti nazionalisti nella regione", ha aggiunto Di Maio.

Giulia Patrizi

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Libia, nuove tensioni e minacce. Il 6 giugno L’ISIS è tornato a rivendicare un attacco suicida al nord della città di Sebha, nella Libia meridionale. Il Fezzan, tra le tre regioni libiche, soffre ancora la mancanza di un controllo capillare da parte delle forze governative. La regione del sud è ancora in mano ai vari poteri locali e crocevia di numerosi traffici illeciti, data la porosità del confine meridionale del paese. Non a caso il generale Khalifa Haftar ha compiuto una visita nella zona per provare a promuovere la propria immagine, nel tentativo di influenzare gli equilibri di potere interni alla Libia in vista delle elezioni di questo novembre. Nel mentre, si conclude finalmente la permanenza forzata dei militari italiani a Misurata, l’ambasciata libica pare abbia deciso di rilasciare i visti alle unità di sostituzione.

(Michele Magistretti)

Turchia, i piani di Erdogan. Prima del summit NATO il presidente turco annuncia una aumento del currency swap con la Cina, da circa 2.5 miliardi a 6. All’incontro dell’Alleanza Atlantica invece Erdogan pare assumere un atteggiamento maggiormente conciliante. Addirittura sostiene il ritiro dei proxies stranieri su suolo libico congiuntamente al presidente francese. Rimane la volontà turca di incidere nei vari scenari regionali in cui è coinvolta, dalle Medio Oriente sino alle steppe eurasiatiche. Su queste direttrici infatti i policy maker turchi stanno lavorando per mantenere una testa di ponte in Afghanistan come elementi pacificatori. Inoltre, il presidente ha annunciato la volontà turca di costruire una propria base in Azerbaigian, sarebbe la prima base militare di un paese NATO sul suolo di un ex repubblica sovietica.

(Michele Magistretti)

Egitto, la strategia multidirezionale del Cairo. Il presidente Al Sisi ha invitato l’emiro di Doha per una visita nella capitale del paese. Questa mossa va letta in un contesto di scongelamento dei rapporti intra arabi conseguenti al summit di Al-Ula, che ha posto fine all’embargo nei confronti del piccolo emirato da parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo e del Cairo. Nel mentre l’Egitto rafforza i rapporti con la Francia siglando accordi per circa due miliardi di dollari in vari settori. Inoltre, il paese arabo ha recentemente firmato alcuni Memorandum of Understanding con il Sud Sudan nel tentativo di approfondire la propria impronta in nuovo corridoio economico e commerciale lungo l’Africa orientale.

(Michele Magistretti)

Libano, aiuti internazionali per salvare l’esercito. Venti Stati hanno stipulato un memorandum d’intesa lo scorso giovedì per distribuire aiuti internazionali alle Lebanese Armed Forces (LAF), in ristrettezze finanziarie e materiali a causa della gravissima crisi economico-finanziaria che il Paese dei cedri vive dal 2019. L’esercito nazionale libanese non necessita di armamenti, ma di beni di prima necessità come cibo e medicinali. Il memorandum d’intesa, stipulato tra Stati Uniti, Paesi del Golfo, Cina, Russia e diversi Stati dell’UE, ha per oggetto la gestione dei fondi da destinare alle LAF in via diretta (non attraverso canali governativi) per permettere ai soldati di ricevere stipendi dignitosi ed evitare il collasso delle forze armate. Come affermato dal Ministro degli Esteri francese, le LAF sono una colonna portante dello Stato libanese e hanno un ruolo cruciale nel garantire e mantenere la stabilità e la sicurezza interna e della regione. Gli aiuti però non bastano, in quanto è necessario superare lo stallo governativo e riformare il sistema economico-produttivo del Libano, completamente al collasso.

(Sara Oldani)

Iraq, continuano i lavori della Commissione governativa sulle sparizioni forzate. Le autorità irachene hanno recuperato 123 corpi da una fossa comune vicino al villaggio di Badush e procederanno all’identificazione delle vittime tramite analisi del DNA. Badush, situato nella provincia di Ninive (corrispondente all’attuale Mosul), è tristemente noto per il massacro perpetrato dalle milizie di Daesh durante la campagna militare per ottenere il controllo del nord dell’Iraq. Nello specifico, nell’estate 2014, Daesh ha fatto incursione nella prigione di Badush e ha liberato alcuni “compagni” sunniti, mentre ha deportato e poi ucciso almeno 583 cittadini a maggioranza sciita. Solo nel 2017 le forze irachene sono riuscite a riconquistare l’area e hanno scoperto la fossa comune, conseguenza di quello che l’ONU ha classificato come un vero e proprio atto di genocidio.

(Sara Oldani)

Algeria, in parlamento ancora i “partiti del sistema”. La scorsa settimana la commissione elettorale algerina ha annunciato gli esiti delle elezioni legislative tenutesi il 12 giugno. I seggi sono così ripartiti: 105 del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), 57 del Rassemblement Nationale Démocratique (RND), 64 islamisti e 78 appartenenti a liste indipendenti, novità valutata positivamente dal regime, la cui propaganda è orientata a dipingere l’Algeria come Paese “nuovo” e “all’avanguardia”. FNL e RND, partiti tradizionali, molto probabilmente avranno un’influenza maggiore in parlamento per cui non ne deriveranno particolari cambiamenti in seno allo spettro politico. La vittoria dei “partiti del sistema” è stata anche favorita dal bassissimo tasso di partecipazione, crollato del 23% a seguito della campagna di astensione lanciata dal movimento Hirak. Tebboune, capo di Stato, non si è però mostrato preoccupato da questo dato.

(Sara Oldani)

Iran, Ebrahim Raisi eletto nuovo presidente. Raisi, come pronosticato dai recenti sondaggi, ha vinto le elezioni presidenziali del 18 giugno, ottenendo il 62% delle preferenze, pari a circa 17,8 milioni di voti. Ben distanti sono gli altri candidati rimasti, i quali hanno ottenuto rispettivamente 3,3 milioni di preferenze per il moderato Hemmati, ex governatore della Banca Centrale e 2,4 milioni per Rezaei, ex comandante dei Guardiani della Rivoluzione. La vittoria di E. Raisi determina un consolidamento della linea conservatrice e dura già presente in parlamento e il prototipo della nuova organizzazione della giustizia. Raisi, capo della magistratura, ha diverse sfide che lo vedranno impegnato a partire da agosto, mese del suo insediamento ufficiale alla presidenza: il superamento della crisi economico-finanziaria, irrigidita dalle sanzioni statunitensi e dalle conseguenze della pandemia e la questione del riavvio dei negoziati sul nucleare. Nonostante l’elevato consenso del candidato, favorito anche implicitamente dal Consiglio dei Guardiani, rilevante è notare il peso del “partito dell’astensione”: l’affluenza alle urne è la più bassa dalla fondazione della Repubblica Islamica nel 1979.

(Sara Oldani)

Michele Magistretti e Sara Oldani



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Somalia, attacco suicida contro militari. Il 15 giugno, un terrorista si è fatto esplodere in un campo di addestramento militare a Mogadiscio, la capitale somala. Il bilancio delle vittime è di almeno quindici morti, con diversi feriti che versano in gravi condizioni. Secondo le fonti locali, l’attentatore si sarebbe travestito da recluta per passare inosservato e perpetrare l’attacco. La responsabilità dell’accaduto è del gruppo jihadista di al-Shabaab, che mira al rovesciamento del governo somalo e all’imposizione della sharia. La cellula terroristica, tra i suoi target principali, ha proprio le strutture militari nazionali.

(Vincenzo Battaglia)

Nigeria, Boko Haram conferma la morte del suo storico leader Shekau. La morte di Shekau era già stata annunciata diversi giorni fa dal gruppo rivale ISWAP, affiliato all’ISIS e nato da una scissione da Boko Haram. Shekau si sarebbe fatto esplodere durante i combattimenti tra le due cellule rivali, secondo quanto riportato dalle fonti di ISWAP. Boko Haram ha confermato la morte del suo capo con un video, che è stato consegnato all’Afp il 15 giugno. Il protagonista del filmato è Bakura Modo, noto come Sahaba, uno dei comandanti più importanti del gruppo qaedista nigeriano. Egli ha accusato duramente Al-Barnawi, leader di ISWAP, definendolo un “perverso aggressore” e responsabile dell’uccisione di Shekau.

(Vincenzo Battaglia)

Sahel, Macron annuncia fine di Barkhane. Il numero di soldati francesi presenti nella regione sarà progressivamente ridotto, ha annunciato il 17 giugno il ministero della difesa. Il generale L. Michon, appena nominato come sostituto di M. Conruyt, dovrà guidare la fine dell’operazione e la transizione verso un nuovo quadro antiterrorismo che, secondo le intenzioni di Macron, vedrà un aumento della cooperazione con i partner europei della forza Takouba e con gli USA, permettendo il parziale disimpegno dell’esercito francese. Sia in Francia che nei paesi saheliani, Barkhane è stata criticata per diverse ragioni: il supporto ai governi locali implicati in stragi di civili, le accuse di ingerenze neocoloniali nella politica locale, la morte di circa 50 soldati francesi dall’inizio dell’operazione, difficilmente giustificabile, in patria, a fronte degli scarsi progressi. La decisione del nuovo governo militare in Mali di aprire un tavolo di discussione con le formazioni terroristiche ha provocato malumori all’Eliseo, che ha sempre osteggiato questa ipotesi.

(Laura Morreale)

Canada, presunto killer di London (Ontario) accusato di terrorismo. L’uomo, principale accusato dell’attacco del 6 giugno, in cui una famiglia di origine pakistana è stata investita da un camion, affronterà l’accusa di terrorismo, oltre che di omicidio. Questo non aggraverà molto la sua posizione legale, dato che rischia già l’ergastolo per la morte dei quattro familiari, ma è un segnale di condanna forte. È la prima volta infatti che un atto di matrice razzista islamofoba viene trattato sotto la legislazione antiterrorismo: il colpevole della sparatoria all’interno di una moschea di Québec City nel 2017, era stato condannato soltanto per gli omicidi. Di solito, le accuse di terrorismo riguardano sospetti affiliati a organizzazioni jihadiste transnazionali, raramente episodi di violenza interna. Il primo ministro Trudeau aveva subito definito l’atto come un attacco terroristico, così come la vice primo ministro, Chrystia Freeland. La decisione legale è arrivata finalmente il 14 giugno: si tratta di un passo importante per mobilitare l’opinione pubblica.

(Laura Morreale)

Italia, smantellata una rete di contraffazione in Lombardia: fornivano documenti falsi ai foreign fighters. Sono 7 le persone arrestate nell’ambito dell’operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura di Milano, denominata “Caucasian job”. Tra coloro che hanno usufruito dei “servizi” di contraffazione offerti da Turko Arismekov - capo dell’organizzazione - vi è anche Kujtim Fejzullai, il terrorista di origine macedone autore degli attentati di Vienna del novembre scorso. L’organizzazione faceva ricorso all’uso di piattaforme online - in particolare Instagram - per pubblicizzare i propri prodotti, e di circuiti internazionali come Money Transfer per la remunerazione di quest’ultimi: 800 euro per i permessi di soggiorno, 400 per i documenti quali carta d'identità e patenti di guida, 1600-2000 euro per un passaporto. Il capo del pool Antiterrorismo del tribunale di Milano, Alberto Nobili, ha affermato che con l’arresto di Arismekov è stata debellata la più grande organizzazione criminale d'Europa per la produzione di documenti falsi.

(Davide Shahhosseini)

Burkina Faso, nuovo attacco jihadista nel nord del paese: oltre 160 le vittime. Si tratta del peggior attentato da quando, nel 2015, diversi gruppi jihadisti hanno iniziato ad operare nel territorio, contendendosi e controllandone porzioni sempre più considerevoli. Secondo le autorità locali, l’attentato ha preso di mira dapprima gli ausiliari dell'esercito e poi le case degli abitanti che sono stati assassinati, tra questi ultimi c’erano anche dei bambini. Il Burkina Faso sembra essere entrato in una nuova spirale di violenza. L'attacco è stato sferrato una settimana dopo altri due attentati compiuti nella stessa zona, in cui erano rimaste uccise quattro persone. Il 17 e il 18 maggio, 15 abitanti di un villaggio e un soldato sono stati uccisi in due assalti a un piccolo centro rurale e a una pattuglia nel nord-est del Paese. Dal 2015, il Paese vive una profonda fase di instabilità politica, la quale ha dato, e continua a dare, manforte alle organizzazioni terroristiche operanti nella regione.

(Davide Shahhosseini)

Davide Shahhosseini, Laura Morreale e Vincenzo Battaglia



ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

NATO, approvata la nuova agenda 2030. Si è concluso il 14 giugno il summit dei leader della NATO a Bruxelles, al termine del quale è stata approvata la riforma della nuova agenda di difesa per il 2030. I leader NATO hanno riaffermato il loro supporto per l’Ucraina e la Georgia, e allo stesso tempo hanno confermato l’approccio di difesa e dialogo con la Russia. Tuttavia al centro dell’attenzione del summit è stata la Cina, identificata come una sfida per l’ordine internazionale e per la sicurezza della NATO. Al summit è stato inoltre riaffermato dalla Segretaria Generale Jens Stoltenberg il dovere di ciascun membro ad incrementare in maniera continuativa gli investimenti nel settore della difesa: “per fare di più, gli alleati sono d’accordo sul fatto che ci sia la necessità di investire di più tutti insieme all’interno della NATO”, ha affermato il Segretario Generale.

(Francesco Ancona)

OHCRC, 10° anniversario dei Principi guida sulle Imprese e i Diritti umani. Per il decimo anniversario dall’approvazione da parte del Consiglio dei Diritti Umani dei Principi guida sulle Imprese e i Diritti Umani - avvenuto a Ginevra lo scorso 16 giugno - il gruppo di lavoro dei Principi guida ha rilasciato un breve studio sui progressi fatti nell’ultimo decennio nell’implementazione delle linee guida. Secondo il comunicato, negli ultimi dieci anni ci sono stati “progressi significativi” nel rispetto dei diritti umani, merito dell’implementazione di piani d’azione da parte di un numero sempre più elevato di imprese e stati miranti al miglioramento delle condizioni lavorative e all’eliminazione di pratiche dannose delle aziende nei confronti dei lavoratori. Nonostante ci sia oggi una maggiore consapevolezza relativa ai diritti umani, in molte regioni del mondo persistono ancora abusi da parte di imprese nei confronti dei loro lavoratori, i quali molto spesso non hanno né gli strumenti, né la forza politica per vedere i propri diritti rispettati e garantiti.

(Francesco Ancona)

ONU, Giornata internazionale delle rimesse familiari - il messaggio del Segretario Generale. Il 16 giugno si è celebrata la Giornata internazionale delle rimesse familiari, istituita dall'Assemblea Generale ONU (Ris. 72/281) nel 2018, quando il ruolo delle rimesse dei migranti lavoratori fu incluso nell'Obiettivo n.20 del Patto globale per le migrazioni (GCM). Il Segretario Generale Guterres, in occasione della celebrazione, ha riportato la diminuzione minima delle rimesse inviate nel 2020, il che esprime l'enorme sforzo che i lavoratori migranti hanno fatto per sostenere le loro famiglie nell'anno della pandemia. Sottolineando l'importante ruolo che i lavoratori migranti hanno nell'economia di molte aree del mondo, Guterres ha ricordato la necessità di lavorare per il raggiungimento dell'Obiettivo di sviluppo sostenibile 10.c: "Entro il 2030, ridurre a meno del 3% i costi di transazione delle rimesse dei migranti ed eliminare i corridoi di rimesse con costi oltre il 5%".

(Sara Squadrani)

Consiglio d’Europa, 40esima sessione del Congresso dei poteri locali e regionali. Tenutasi dal 15 al 17 giugno, la seconda parte della 40esima sessione del Congresso ha discusso della questione della protezione delle persone LGBT nonché del ruolo e delle responsabilità delle autorità locali e regionali in merito ai diritti di queste persone, del monitoraggio sulla Carta europea dell'autonomia locale e sulle missioni di osservazione elettorale, e infine delle questioni di solidarietà territoriale e delle sfide e opportunità presentate dalle piattaforme di home-sharing per i comuni. In tema di diritti LGBTI, sono stati adottati rapporti di monitoraggio riguardanti Armenia, Azerbaigian e Bulgaria, e una risoluzione sul ruolo delle autorità locali e regionali riguardo alla situazione delle persone LGBTI in Polonia, date le pressioni crescenti su queste, riscontrate nel Paese a partire dal 2019.

(Sara Squadrani)

Unione Africana, avviata indagine per violazioni del diritto internazionale nel Tigray. La Commissione d’Inchiesta - operativa dal 17 giugno - indagherà sulle accuse di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario nel conflitto che si protrae da sette mesi nella regione etiope. Il suo mandato durerà tre mesi, eventualmente prorogabili, e partirà da Banjul, in Gambia. Secondo il comunicato stampa dell’UA, la Commissione svolgerà le sue attività nei paesi limitrofi e in Etiopia, se ci saranno le condizioni. L’Etiopia avrebbe reagito invitando l’organizzazione a sospendere immediatamente le attività di indagine e proponendo un’inchiesta congiunta. Ma il coinvolgimento del governo etiope -

già presente nella parallela indagine dell’ONU - metterebbe a rischio l’imparzialità e indipendenza della nuova commissione.

(Laura Morreale)

Myanmar, necessaria azione internazionale: l’appello al Consiglio di Sicurezza. L’inviata speciale dell’ONU per il Myanmar, C. Burgener, ha avuto un incontro a porte chiuse con i membri del CdS. Secondo quanto ha dichiarato successivamente ai giornalisti, durante l’incontro avrebbe chiesto al Consiglio di agire per rispondere alla situazione, definita “molto preoccupante”. Il sistema sanitario e la sicurezza alimentare nel paese sono a rischio, mentre gli arresti, le uccisioni e le sparizioni continuano nel paese. Secondo Burgener, la violenza si è diffusa anche in territori normalmente meno esposti. Per trovare un punto d’incontro in seno al CdS, dove le posizioni sul Myanmar non sono unanimi, l’inviata speciale ha avviato un dialogo bilaterale con i vari membri. Il suo auspicio è che l’ONU possa mostrarsi unita e avviare un’azione concreta contro le gravi violazioni dei diritti umani nel paese.

(Laura Morreale)

Laura Morreale, Sara Squadrani e Francesco Ancona



Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.


Andrea Ghilardi: Europa occidentale e Unione Europea

Arianna Giannino: Europa Centro-Orientale e Russia

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, America Latina

Edoardo Cappelli: Diritti Umani, America del Nord

Elisa Maggiore: America Latina

Federica Sulpizio: Medio Oriente e Nord Africa

Federico Brignacca: Diritti Umani

Francesco Ancona: Asia ed Estremo Oriente, Organizzazioni Internazionali

Ginevra Ricca: America Latina

Giulia Patrizi: America Latina, Europa Centro-Orientale e Russia

Laura Morreale: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, Organizzazioni Internazionali

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Leonardo Cherici: Europa occidentale e Unione Europea

Lorenzo Bonaguro: America del Nord

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Squadrani: Africa Sub-Sahariana e Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale



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