Framing The World, Numero LX

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  Redazione
  24 maggio 2021
  42 minuti, 36 secondi

DIRITTI UMANI

Pretoria, il caso “Deadly Air” evidenzia gli impatti negativi sulla salute del carbone e dell’inquinamento atmosferico. Una sfida legale da parte di due organizzazioni sudafricane per la giustizia ambientale presso l’Alta Corte di Pretoria è partita il 17 maggio. Il governo sudafricano è accusato di aver violato il diritto costituzionale a un ambiente sano. Il caso fa riferimento alla situazione disperata della città di Mpumalanga, nella Sudafrica orientale, dove si ritiene che le industrie del carbone stiano causando un forte aumento dei decessi e delle malattie legate all’inquinamento atmosferico. Si chiede al governo di compiere progressi concreti verso l’abbandono del carbone e un miglioramento della qualità complessiva dell’aria, attraverso politiche che contrastino i grandi inquinatori del carbone. “I gruppi sudafricani per la giustizia ambientale sperano che una sentenza favorevole sul caso costringa il governo e l’industria del carbone a fare i conti con i suoi devastanti impatti sulla salute e ad accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, riferisce Human Rights Watch.

(Edoardo Cappelli)

Brasilia, uno studio evidenzia le sfide affrontate dai venezuelani che tentano di farsi una nuova vita in Brasile. Più di duecentocinquantamila venezuelani vivono in Brasile come conseguenza della fuga dal pericoloso contesto del loro paese d'origine. Il Brasile fornisce un'assistenza legale favorevole e un sistema di servizi di welfare concesso ai migranti di qualsiasi status. Ciò vale anche per il periodo della pandemia, ma i venezuelani in particolare soffrono di gravi difficoltà nell’accesso a tali servizi sociali, nonché per quanto riguarda l’ingresso nel mercato del lavoro e nel sistema educativo. Il 64% dei venezuelani ha minori possibilità di essere occupati rispetto ai brasiliani, lo stesso vale per il 53% dei loro figli che vanno a scuola. Per i venezuelani è anche molto più difficile essere registrati per questi tipi di assistenza rispetto ai brasiliani. Inoltre, i migranti che riescono a godere di tale aiuto da parte dello Stato sono quelli con un livello di istruzione e competenze professionali più elevati.

(Edoardo Cappelli)

Bogotà, la rabbia nelle strade non sembra accennare a finire presto. Il presidente colombiano di centrodestra Ivan Duque ha introdotto una riforma fiscale un mese fa. Molti hanno studiato questa riforma e hanno affermato che le classi lavoratrici e medie ne avrebbero sofferto in maniera più evidente. Da allora, e considerando anche i danni economici della pandemia da COVID-19, la rabbia dei colombiani è esplosa. Le proteste sono state segnate dalla violenza, ma è impossibile definire il numero corretto di morti. “L'ufficio del procuratore generale ha confermato 15 morti legate alle proteste, mentre un gruppo per i diritti umani afferma che il conteggio è di oltre 40”, afferma la CNN. Duque ha incolpato i gruppi armati per la maggior parte delle violenze, ma le Nazioni Unite e diversi gruppi per i diritti umani hanno condannato la polizia colombiana per l’uso sproporzionato della forza.

(Edoardo Cappelli)

Sudan, prime udienze sui crimini del Darfur. Iniziano oggi le prime udienze della Corte penale internazionale sul caso Ali Kosheib e i crimini commessi in Darfur. Kosheib, il cui nome di battaglia è Ali Mohammed Ali, è stato leader della milizia “Janjaweed”, venne arrestato nel 2007 con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità. Tra i circa cinquanta capi d’accusa figurano stupri, distruzione di proprietà, atti disumani e attacchi e uccisioni di civili. “I progressi nel caso di Kosheib sono importanti per la giustizia delle vittime di atrocità commesse in tutto il Darfur” afferma Elise Keppler, direttore della giustizia internazionale di Human Rights Watch. “Mentre quindi c’è grande attesa per le prime udienze, allo stesso tempo preoccupa l’assenza di alcuni sospettati come l’ex presidente Omar al-Bashir”.

(Federico Brignacca)

Ucraina, nuova legge sui crimini internazionali. Il 20 maggio scorso il Parlamento ucraino ha adottato un disegno di legge che dovrebbe poter aiutare le autorità nelle indagini e nel perseguire i crimini di guerra e contro l’umanità. “La nuova legge colmerà una lacuna – commenta Liz Evenson, direttore associato per la giustizia internazionale di Human Rights Watch – nella legislazione ucraina”. Le autorità ucraine avranno quindi alcuni ulteriori strumenti legali per poter agire in modo più efficace nel perseguire questi crimini. “Allineare la legislazione nazionale al diritto penale internazionale e al diritto internazionale umanitario potrebbe aiutare a portare giustizia alle vittime” ha continuato la Evenson. “Questo rappresenta un nuovo e ulteriore passo verso l’impegno dell’Ucraina nel garantire lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani”.

(Federico Brignacca)

Bangladesh, giornalisti arrestati dopo indagini sulla corruzione. Human Rights Watch chiede al governo del Bangladesh che vengano ritirate tutte le accuse nei confronti della giornalista Rozina Islam, accusata di aver raccolto documenti governativi sensibili e aver scattato foto presso il Ministero della Salute. Qualora venisse condannata potrebbe rischiare fino a 14 anni di detenzione e la pena di morte. “Le autorità del Bangladesh dovrebbero produrre prove di illeciti o rilasciare immediatamente la giornalista e smettere di arrestare i giornalisti per aver fatto il loro lavoro” ha dichiarato Brad Adams, direttore per l’Asia. Il richiamo alla libertà di stampa e alla necessità di incoraggiare questa arriva anche dagli altri giornalisti che da giorni in tutto il Paese protestano per il rilascio di Islam.

(Federico Brignacca)

Federico Brignacca ed Edoardo Cappelli



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Europa, finalmente buone notizie. La Commissione ha alzato le stime di crescita sia per il 2021 (da +3.7 a +4.2%) che per il 2022 (da 3.9% a + 4.4%), soprattutto grazie alla concreta prospettiva di una stagione turistica all'insegna di una ritrovata "normalità" e dal conseguente miglioramento delle prospettive per i Paesi del mediterraneo come Grecia, Spagna e Italia. Inoltre, è stato raggiunto un accordo con gli USA per sospendere per 6 mesi i dazi su Harley-Davidson, whiskey e motoscafi prodotti in America, nell’attesa di una soluzione negoziale da trovare entro la fine dell’anno, anche se gli Stati Uniti manterranno per il momento le proprie tariffe su alluminio e acciaio. Ulteriori passi in avanti sono attesi per il mese prossimo, quando Biden si recherà in visita a Brussels nel suo primo viaggio all’estero come presidente.

USA, c’è lavoro per tutti (?) Ancora in miglioramento i dati del mercato del lavoro americano, con le richieste di disoccupazione che raggiungono il livello minimo dall’inizio della pandemia a quota 440,000. Tuttavia, i disoccupati sono ancora 9.8 milioni, un dato sorprendente se si considera che sono almeno 8.12 milioni i posti di lavoro attualmente vacanti. Le spiegazioni per questa discrepanza sono varie: la U.S. Chamber of Commerce e i Repubblicani accusano i generosi sussidi federali e statali (oltre $100/giorno) di incoraggiare la disoccupazione e chiedono di terminare in anticipo i programmi di assistenza federali (come già fatto da molti governatori Repubblicani per i programmi statali), mentre dal campo Democratico si sottolinea l’impossibilità di molti genitori di tornare al lavoro fintantoché asili e scuole non siano completamente aperti.

FED, forse si cambia. Nonostante le condizioni economiche in continuo e sostenuto miglioramento da una parte, e il tasso di inflazione annuo arrivato ad aprile al +4.2% (anche se misurato rispetto ad un aprile 2020 pesantemente colpito dagli effetti della pandemia) e quello, più significativo, mensile a +0.8%, la Federal Reserve ha confermato la politica di quantitative easing da $120 miliardi al mese, anche se da più parti si sollevano dubbi in merito all’adeguatezza di questa politica, soprattutto per il rischio di scatenare un’inflazione fuori controllo. La FED risponde facendo notare che gli aumenti di prezzo sono limitati a determinate categorie di beni e sono causati da sbilanciamenti transitori nella domanda/offerta. Nell’ultimo meeting, tuttavia, la Fed ha accennato alla possibilità di rimodulare le proprie politiche nel caso di ulteriori rapidi progressi nelle condizioni economiche del Paese.

Bitcoin, periodo da dimenticare. Sono giorni molto tormentati per gli investitori che credono nel Bitcoin e che hanno visto crollare i prezzi della criptovaluta fino ad un minimo di $32,000 (rispetto ad un massimo di oltre $63,000 ad aprile) per poi risalire a quota $40,000. Sono tre gli eventi che hanno determinato questo calo repentino. Il primo è l’annuncio di Elon Musk che Tesla non accetterà più i bitcoin come metodo di pagamento per l’acquisto delle proprie auto, preoccupato per il suo impatto ambientale; il secondo proviene dalla banca centrale cinese, che ha ricordato come i Bitcoin e le altre criptovalute non siano vere monete e non possono essere usate per i pagamenti; il terzo, infine, giunge dagli Stati Uniti, dove la SEC ha espresso preoccupazione per l’uso di bitcoin in attività illecite e dove il Tesoro ha proposto che le transazioni superiori a $10,000 debbano essere dichiarate al fisco.

IEA, il 2050 è già qui. Martedì scorso, l’Agenzia internazionale dell'energia (IEA) ha avvisato le compagnie petrolifere che per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 esse dovrebbero sospendere immediatamente i progetti di esplorazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas naturale. Questo avviso - già sorprendente di per sé- stupisce ancor più se si considera che l’IEA è stata tradizionalmente molto vicina agli interessi del settore energetico, e contrasta con i piani delle compagnie che sostengono di dover pianificare nuovi investimenti per rispondere alla domanda proveniente dai paesi emergenti. L’IEA sostiene però che entro il 2050 la domanda di carbone calerà del 90%, quella di petrolio del 75% e quella di gas del 50%, mentre solare ed eolico rappresenteranno il 70% della produzione energetica. A tal fine, entro il 2030 serviranno investimenti annui per $5 trilioni, ben più dei 2 trilioni spesi attualmente.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Ciad, manifestazioni contro il Consiglio Militare di Transizione. Quest’ultimo ha preso il controllo del Paese in seguito alla morte del Presidente neoeletto Idriss Déby, il 20 aprile. Il governo militare, senza consultazioni popolari, non è quindi tollerato da molti. Tra questi ci sono gli esponenti dell’opposizione del defunto Presidente e altri membri della società civile. Il Consiglio Militare di Transizione ha ricevuto il sostegno del Presidente della Repubblica Democratica del Congo, nonché presidente dell’Unione Africana (UA), e di Emmanuel Macron. Il suo ruolo dovrebbe essere quello di istituire nuove elezioni e riportare la stabilità, ma c’è diffidenza sulle reali capacità del Consiglio. Il 12 maggio circa 200 persone sono scese in piazza a N’Djamena per sostenere il governo militare, mentre il 19 maggio proteste di opposizione hanno fatto scattare violenze e arresti.

(Sara Squadrani)

Nigeria, presunta morte del leader di Boko Haram. Abubakar Shekau, leader di Boko Haram, sarebbe rimasto ucciso durante uno scontro armato tra i suoi uomini e le milizie dello Stato Islamico avvenuto nei pressi della foresta di Sambisa, in una regione nord-orientale del Paese che è la roccaforte di Boko Haram in Nigeria. Questa è la notizia che i media nigeriani hanno diffuso nelle scorse ore, citando delle fonti d’intelligence. In seguito a questa indiscrezione il Ministero della Difesa nigeriano ha messo in allerta le sue forze, specialmente quelle dispiegate nella regione nord-orientale del Paese, nella quale si teme potrebbero aggravarsi gli scontri tra le milizie fedeli al deceduto Shekau e gli uomini dello Stato Islamico.

(Andrea Ghilardi)

Malawi, distrutte 2omila dosi del vaccino AstraZeneca. Dopo che il Centro africano di prevenzione e controllo delle malattie ha confermato che le dosi di vaccino scadute sono prive di efficacia, il governo del Malawi ha ordinato la distruzione di quasi 20mila dosi di vaccino AstraZeneca ormai scadute. I vaccini scaduti fanno parte di un lotto arrivato alla fine dello scorso marzo, il quale è stato utilizzato per quasi l'80 per cento. La scadenza delle dosi, la quale era il 13 aprile, era infatti troppo a ridosso della consegna e dunque non ha permesso un uso totale del lotto vaccinale. L'inutilizzo dei vaccini ricevuti riguarda anche il Sud Sudan, che lo scorso mese, a causa di una campagna di immunizzazione rimandata per problemi logistici, ha lasciato scadere circa 60 mila dosi di AstraZeneca.

(Andrea Ghilardi)

Sara Squadrani e Andrea Ghilardi



AMERICA LATINA

Cile, i primi risultati elettorali. Il centrodestra di Sebastián Piñera ha subito una forte sconfitta alle elezioni per la Costituente, le regioni e i municipi che si sono svolte tra il 15 e il 16 maggio. La popolazione ha punito le forze politiche classiche e ha dato fiducia ai partiti indipendenti. La destra di Piñera non è riuscita ad ottenere neanche un terzo dei seggi dell’Assemblea Costituente, necessari per detenere potere negoziale e di veto, mentre nelle elezioni municipali ha perso molti importanti comuni. Nonostante si tratti di un evento di portata storica, purtroppo la partecipazione è stata molto più bassa rispetto a quella raggiunta nel referendum di ottobre 2020. Una delle ragioni che spiegano l’astensionismo è lo scetticismo di molte persone che non credono che la modifica della Costituzione andrà a buon fine. Le liste di sinistra e centrosinistra - in particolare la Lista del Pueblo, Apruebo Dignidad e Lista de Apruebo - sembrano dominare lo scenario della Costituente con più di due terzi dei seggi nell’Assemblea. Questo risultato potrebbe influire sull’esito delle elezioni presidenziali che si terranno a novembre 2021. Tuttavia, è possibile che nel frattempo la destra riesca a risorgere dalle proprie ceneri stipulando accordi con le altre coalizioni.

(Ginevra Ricca)

Cuba, la Perla delle Antille dà il via a manovre economiche. A causa delle 240 sanzioni approvate da Trump durante il suo mandato che Biden non ha revocato, della pandemia in corso e le inefficaci politiche cubane, l’isola manca di prodotti essenziali come cibo e medicine ed è al collasso economico. Il PIL nel 2020 è sceso dell’11%. Il prezzo delle merci è aumentato anche di 5 volte. Le code fuori i negozi sono lunghissime. Sembra di essere tornati agli anni ’90 (periodo di crisi con l’URSS). Il Paese ha bisogno di drastiche riforme e di un cambio della guardia. Dopo 62 anni, Raúl Castro (fratello del Líder Máximo) durante l’VIII Congresso del PCC annuncia la sua uscita di scena e consegna il Partito, lo Stato e il popolo al nuovo Presidente Miguel Díaz-Canel. Quest'ultimo dovrà introdurre le riforme, garantendo la “continuità storica” del potere. “Se non si interviene subito l’economia cubana crollerà” avvertono gli economisti. Rhodes (vice consigliere per la sicurezza nazionale di Obama) afferma che Biden sta agendo come il suo predecessore. Il Paese ha eliminato la doppia valuta (CUC e peso) e ridotto i sussidi a imprese e aziende. Inoltre, sta lentamente aprendo al lavoro autonomo (ossia il settore privato).

(Giulia Patrizi)

Cocaina del mare. Un altro rischio per l’ecosistema messicano. Il narcotraffico e la lotta contro di esso sono due fenomeni molto noti in Messico. Purtroppo la conquista delle piazze di spaccio provoca quel fenomeno complesso e spesso erroneamente identificativo del continente, noto come guerriglia urbana, soprattutto da quando sta prendendo piede nelle classi elevate brasiliane la marijuana gourmet della Colombia, facendo perdere fette di mercato alle rivali messicane e paraguayane. A ciò, si aggiunge un altro problema per il Messico. C’è un altro tipo di cocaina nota come la c. di mare. Questa espressione rimanda all’industria fiorita con la pesca illegale della totoaba, pesce molto ambito dai cinesi che usano la vescica in medicina. Con l’aiuto dei pescatori locali e sfruttando la loro povertà, i cinesi usano reti a strascico, lunghe centinaia di metri che stanno distruggendo l’ecosistema e catturando anche la vaquita (una focena), principale fonte alimentare dei poveri pescatori locali, comprati per pochi dollari dai cinesi.

(Giulia Patrizi)

Perù, prosegue lo scontro elettorale. Prosegue lo scontro tra Keiko Fujimori, esponente dell’estrema destra e Pedro Castillo, rappresentante della sinistra. L’esponente di Fuerza Popular cerca di portare acqua al proprio mulino marcando la differenza tra il proprio partito, difensore della proprietà privata e di tutti coloro che possiedono un’attività commerciale, e il rivale Perù Libre, in quanto comunista e, secondo la Fujimori, inadeguato alla guida del Paese a causa del caos presente nell’equipe del partito di sinistra. Il discorso politico di Pedro Castillo, invece, si fonda soprattutto sulla difesa dei diritti fondamentali, come quello all’educazione o alla salute, sulla tutela dell’agricoltura e dell’ambiente. Secondo i sondaggi attuali, Castillo presenta un indice di preferenza del 34,4%, seguito da Keiko Fujimori con il 32,6%. Tuttavia, secondo i media peruviani c’è ancora un 15% di elettori indecisi che potrebbe fare la differenza. Lo scontro è ancora aperto e si chiuderà solo il 6 giugno. È certo quindi che gli indici di preferenza continueranno ad oscillare a favore di un candidato o dell’altro. Intanto, il 30 maggio si realizzerà un dibattito tra le due forze politiche voluto dal Jurado Nacional de Elecciones (JNE).

(Ginevra Ricca)

Venezuela, uno Stato senza futuro. Parole dure quelle pronunciate dall’ex Presidente spagnolo Felipe González in un’intervista rilasciata mercoledì 19 maggio alla tv colombiana NTN24. Muove aspre critiche a Maduro poiché detiene un governo "illegittimo" e ha poco controllo del suo territorio. "La stampa ha poca libertà, le libertà pubbliche, l’autonomia, la capacità di azione, tutto è stato liquidato", prosegue. Maduro si è schierato esplicitamente a favore di Iván Márquez e Santrich (guerrigliero della FARC morto il 17 maggio) davanti ai dissidenti che non accettavano i trattati di pace con la Colombia. Maduro gode del consenso di helenos e paracas del narcotraffico. Secondo González i dissidenti si sono ribellati al Venezuela e hanno iniziato (marzo ‘21) uno scontro armato nello stato di Apure (confine colombiano). Non affrontandoli, Maduro è corresponsabile della morte dei soldati venezuelani catturati dai dissidenti. In virtù di queste situazione, chiede agli altri Paesi UE e alla Comunità Internazionale un immediato ristabilimento della libertà e della democrazia e l’invio di urgenti aiuti umanitari e sanitari.

(Giulia Patrizi)

Giulia Patrizi e Ginevra Ricca

AMERICA DEL NORD

Austin, il governatore del Texas, firma una legge che vieta l'aborto già da sei settimane. Mercoledì scorso, il governatore Greg Abbott ha firmato una legge che segna l’ultimo tempo disponibile per abortire con il momento del “battito cardiaco fetale”, termine usato dagli attivisti anti-aborto, ma rifiutato da scienziati e medici. La legge è particolare anche perché è il primo caso in cui un paziente può ha la possibilità di citare in giudizio un medico per aver applicato tale procedura. Medici e gruppi per i diritti delle donne hanno pesantemente criticato la legge, che entrerà in vigore nelle elezioni di settembre se non sarà fermata per vie legali. Il Texas è l'ultimo e il più grande stato degli Stati Uniti ad aver approvato delle restrizioni sul diritto all’aborto.

Washington, l'amministrazione di Joe Biden aumenta la pressione sul governo del primo ministro Abiy Ahmed per porre fine alle violazioni dei diritti umani. Alti funzionari etiopi potrebbero subire restrizioni ai loro viaggi negli Stati Uniti, in quanto Washington aumenterà la pressione sul governo del primo ministro Abiy Ahmed, mentre cresce la preoccupazione mondiale per le atrocità e la carestia causate dal conflitto nella regione settentrionale del Tigray. Sebbene sia probabile che le restrizioni sui visti riguardino solo un piccolo numero di individui, l'atteggiamento simbolico dell'amministrazione del presidente Joe Biden è significativo, poiché si sposta verso una strategia più diretta per costringere Ahmed a porre fine alle continue violazioni dei diritti umani nel Tigray e consentire il libero flusso di aiuti umanitari, mai così preziosi come oggi.

Edoardo Cappelli



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

India, costa occidentale travolta dal ciclone Tauktae. La scorsa settimana, le coste indiane del Gujarat e di Mumbai sono state coinvolte nel violento passaggio di un ciclone tropicale di categoria 4, soprannominato “Tauktae”, definito dagli esperti come uno dei cicloni più forti e distruttivi degli ultimi 20 anni. Nella sua fase più attiva, il ciclone ha fatto registrare raffiche di vento superiori a 200 km/h, provocando forti maree con onde alte quasi 10 metri. Le forti piogge e raffiche hanno causato enormi danni e disagi durante tutta la settimana: almeno 2.500 villaggi sono stati completamente distrutti, 40.000 alberi sono stati sradicati dal vento causando danni a strade e case, diversi centri vaccinali sono stati temporaneamente chiusi e più di 200.000 persone sono state costrette ad evacuare. Ad oggi, le vittime confermate sono più di 100. Ci sono ancora diversi dispersi, tra i quali 50 operai della chiatta P305, appartenente alla Afcon Infrastructure, capovolta in mare dalle forti onde.

(Francesco Ancona)

Coree, tra minaccia nucleare e vaccini: una ricca agenda per il summit tra Stati Uniti e Corea del Sud. Tra le giornate di giovedì 20 e domenica 23, il presidente coreano Moon Jae-in incontrerà il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il vice-presidente, Kamala Harris, in una serie di incontri presso la Casa Bianca. Sono due i temi principali sul tavolo: la ripresa dei negoziati sulla denuclearizzazione nordcoreana e la lotta contro il Covid-19. Il primo punto è un obiettivo cruciale per il presidente Moon, ormai al suo ultimo anno di mandato, che spera di poter cogliere l’occasione di questo summit per convincere la sua controparte statunitense a riconsiderare con più urgenza la situazione nucleare nord coreana. Dal canto suo, l’amministrazione Biden, pur avendo come obiettivo la denuclearizzazione della penisola, non sembra essere troppo interessata a riprendere i colloqui diplomatici. Ne è dimostrazione il fatto che non sia ancora stato eletto un inviato speciale statunitense in Corea. Nonostante ciò, l’amministrazione sud coreana è ottimista: “gli Stati Uniti hanno detto che avrebbero perseguito una soluzione diplomatica e un dialogo bilaterale, e sono stati pronti a offrire concessioni se la Corea del Nord fa passi significativi, che è un approccio molto pratico e flessibile”, ha affermato un funzionario del presidente Moon. Altro punto prioritario per il presidente coreano sono i vaccini anti-Covid. Con meno del 3% della popolazione vaccinata, a causa dei forti ritardi nella produzione dei vaccini, è probabile che l’amministrazione Moon possa sfruttare l’occasione per proporre uno scambio di vaccini: gli Stati Uniti consegnerebbero una parte delle loro scorte di vaccini inutilizzati (300 milioni di dosi in eccesso sono state stimate per la fine di luglio) alla Corea del Sud, mentre quest’ultima si impegnerà a restituire le sue dosi in eccesso nei mesi successivi alla vaccinazione nazionale.

(Francesco Ancona)

Cina, la corsa allo spazio. La scorsa settimana la Cina è riuscita a fare atterrare con successo un veicolo spaziale su Marte, diventando il secondo paese dopo gli Stati Uniti a raggiungere questo difficile traguardo. Il presidente Xi Jinping si è congratulato con la squadra incaricata della missione per il “risultato eccezionale”. Questa missione è solo una delle tante iniziative del programma spaziale cinese, che negli ultimi anni ha cominciato a competere con gli Stati Uniti e la Russia nella corsa allo spazio. Per esempio, nel 2018, la Cina ha lanciato nello spazio più veicoli di qualsiasi altro paese e, più recentemente, è stata ultimata la rete di navigazione satellitare Beidou (rivale del GPS americano) e sono stati annunciati piani per la costruzione di una base lunare permanente.

(Margherita Camurri)

Taiwan, l’improvviso picco di contagi di Covid-19. Taipei ha imposto diverse misure restrittive in risposta al più alto picco di contagi di Covid-19 mai registrato nel paese dall’inizio dell’emergenza sanitaria. L’improvviso picco di contagi sembra essere stato causato da un focolaio nato tra i dipendenti della compagnia aerea nazionale. Anche se il numero di casi non sembra alto se confrontato con i dati di altri paesi vicini, la nuova ondata ha allarmato Taiwan, che fino ad ora era riuscito a distinguersi per il suo successo nell’affrontare la pandemia. Un altro fattore che allarma il governo taiwanese e che ha spinto all’adozione di severe misure restrittive è il fatto che il paese presenta uno dei tassi di vaccinazione più bassi al mondo (1%).

(Margherita Camurri)

Giappone, l’emergenza causata dal Covid-19. Dopo essere arrivato a registrare quasi 700 mila contagi e oltre diecimila morti di Covid-19, Tokyo ha annunciato per la terza settimana consecutiva l’estensione dello stato di emergenza a nuove province. Con i Giochi Olimpici di Tokyo programmati per Luglio 2021, il governo giapponese ha urgenza di ridurre il numero di contagi e di accelerare la campagna di vaccinazione, di cui per ora ha beneficiato solo il 4,1% della popolazione. Per questo motivo, sono stati recentemente approvati i vaccini Moderna e AstraZeneca, anche se quest’ultimo non verrà immediatamente utilizzato a causa delle preoccupazioni per la manifestazione di alcuni casi di trombosi.

(Margherita Camurri)

Margherita Camurri e Francesco Ancona



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Unione Europea, sì al Green Pass per viaggiare in Europa. Nella serata di giovedì 20 maggio la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo riguardo al tanto discusso Green Pass. L’intesa tra le tre istituzioni europee ha portato alla conferma della creazione di un certificato, che sarà disponibile sia cartaceo che in forma digitale e che permetterà di spostarsi all’interno dell’Unione Europea senza essere soggetti a restrizioni di viaggio quali la quarantena e l'autoisolamento. Questo certificato attesterà infatti se una persona è stata vaccinata contro il Covid-19 o se è recentemente risultato negativo ad un tampone o, infine, se è già guarita dalla malattia. Questo accordo è considerato come un importante passo verso il ripristino della libera circolazione dei cittadini nella massima sicurezza possibile. Per entrare ufficialmente in vigore, tuttavia, l’intesa sul Green Pass dovrà superare la votazione del Parlamento europeo.

(Andrea Ghilardi)

Spagna, dure risposte alla crisi migratoria di Ceuta e Melilla. Dopo che tra martedì 18 e mercoledì 19 maggio migliaia di persone sono entrate nei territori spagnoli in Nord Africa, non si è fatta attendere la dura risposta del governo di Madrid. La Spagna ha immediatamente schierato l’esercito, bloccando così l’arrivo di nuovi migranti. Lo stesso premier spagnolo Sànchez dopo aver visitato d’urgenza l’enclave di Melilla ha ribadito la necessità di bloccare gli sbarchi irregolari e di ripristinare al più presto una situazione di normalità. Sulla vicenda giungono delle prese di posizioni dure anche da Bruxelles, il vicepresidente della Commissione Europea Schinas ha voluto sottolineare come l’Europa non intenda farsi intimidire da nessun paese sulla questione migratoria, sottolineando che l’Unione Europea non cederà ai ricatti provenienti da quei paesi che utilizzano e strumentalizzano i migranti per ottenere favori politici. Anche Josep Borrel, Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione, ha espresso la sua vicinanza al governo spagnolo, affermando tuttavia anche la necessità di mantenere uno spirito di cooperazione e dialogo con paesi, come il Marocco, con cui l’UE deve fronteggiare la questione migratoria.

(Andrea Ghilardi)

Francia e Austria, è tempo di riaperture. In Francia, dopo 6 mesi di chiusura, riaprono bar e ristoranti, attirando fin da subito molti clienti che da mesi attendevano questo momento. Il Presidente Macron ha tuttavia sottolineato alla popolazione la necessità di continuare ad essere prudenti, pur affermando però che le cifre dei contagi vanno nella direzione giusta. Anche l’Austria, dopo sette mesi di lockdown più o meno rigido, riapre ristoranti, alberghi, palestre, campi sportivi, teatri e cinema. Resta però necessario, per quasi la totalità dei settori, munirsi di un test negativo. Per la parte di popolazione che invece ha già ricevuto la vaccinazione il “lasciapassare” scatta dopo 22 giorni dalla prima dose e ha una durata di tre mesi. Per chi ha già ricevuto anche la seconda dose invece la validità è di nove mesi. Francia e Austria si aggiungono quindi alla lista di paesi che, grazie a rigide misure contenitive e al piano vaccinale, sono in grado di incamminarsi lentamente verso una normalità che sembrava ormai lontana.

(Andrea Ghilardi)

Italia, verso la riapertura totale. Il governo ha presentato nelle settimane appena passate un ulteriore cronoprogramma per tornare ad una specie di normalità. Il coprifuoco è stato spostato alle 23, all’inizio di giugno sarà alle 24 e verrà definitivamente eliminato il 21 di giugno. Nel frattempo, sono state previste delle riaperture per quelle attività che sono ormai chiuse da tempo, comprese le categorie dello spettacolo. La campagna vaccinale viaggia a ritmo serrato e sembra sortire l’effetto sperato: i dati continuano a migliorare, nonostante le riaperture della fine di aprile. Il governo, però, ha varato un ulteriore scostamento di bilancio da 40 miliardi per sostenere le categorie che sono state costrette a fermarsi e che non hanno beneficiato di queste prime settimane di maggio.

(Leonardo Cherici)

Italia, visita di Kerry. John Kerry, l’uomo che si occupa di clima per l’amministrazione americana e fortemente voluto da Biden, ha compiuto un viaggio in Italia durante il quale ha incontrato il ministro Cingolani, il ministro Giorgetti e il ministro Di Maio, quest’ultimo già conosciuto a Washington. La sua impressione del governo italiano è stata molto positiva, tant’è che, in varie interviste, ha dichiarato di essere convinto che l’Italia sarà un Paese guida nella transizione ecologica e che, grazie allo spessore di Mario Draghi, potrà riprendere anche un ruolo di primo piano in Europa. Kerry ha ricordato l’importanza di ridurre le emissioni direttamente in questo decennio e che non basta avere come obiettivo zero emissioni entro il 2050. La sua visita è stata importante in vista del G20 presieduto dal governo italiano e in cui il clima sarà un argomento centrale.

(Leonardo Cherici)

Leonardo Cherici e Andrea Ghilardi



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Albania, l’ex premier Berisha e la famiglia nella black list USA. Il 19 maggio il Segretario di Stato Antony Blinken posta su Twitter un comunicato: "Gli atti di corruzione dell'ex presidente albanese Sali Berisha hanno minato la democrazia in Albania. Dichiaro pubblicamente Berisha e la sua famiglia come non idonei per l'ingresso negli Stati Uniti. Restiamo #UnitedAgainstCorruption con i nostri partner in Albania”. L’accusa a Berisha (ex Presidente e Primo ministro) non lascia dubbi: corruzione grave e interferenza nel sistema giudiziario. Nello specifico è accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici e di aver interferito nei processi, aver usato il proprio potere per proteggere sé stesso, la sua famiglia e i suoi alleati. Ecco perché gli Stati Uniti confermano la vicinanza e il loro supporto al popolo e alle istituzioni albanesi, invece che a Belisha.

(Giulia Patrizi)

Montenegro, tra Indipendenza, voglia di UE e debito cinese. Il 26 giugno 2006, con un referendum, il Montenegro afferma la sua indipendenza dalla Serbia. Nel 2014 il Premier Milo Djukanovic (ora Presidente della Repubblica) stipula un debito con la Cina. Egli voleva costruire un'autostrada tra Boljare e Bar per 165 km, che è diventata la più costosa al mondo: 20 milioni di euro al km. L’UE e il FMI avevano dato pareri negativi e temevano una crescita del debito pubblico che oggi ammonta al 103% del PIL. Inoltre, il contratto stipulato mancava di trasparenza e si sospettavano casi di corruzione. Podgorica chiede aiuto (ma invano) a Bruxelles per ripagare il debito con l’EXIM (la banca cinese) che ne detiene un quarto. L'eurodeputato Butikofer ritiene irresponsabile non intervenire in questa situazione, lasciando in balia cinese un Paese al confine con l’UE che stava facendo significativi progressi nella procedura di entrata. La situazione è fragile sia da un punto di vista geopolitico che finanziario.

(Giulia Patrizi)

Slovenia, problemi d’acqua? Nel dicembre 2020 il PE ha approvato una risoluzione per tutelare l’acqua, promosso dai cittadini UE, proprio perché l’acqua è un bene fondamentale. La Slovenia aveva inserito da tempo nella sua Costituzione delle normative per preservarla. Inoltre, nel 2002 aveva approvato una Legge per la sua tutela che il governo di destra di Janez Janša sta provando a modificare. Il ministro per l’ambiente Andrej Vizjak vuole sacrificare il bene comune per lo sviluppo economico. La legge approvata a marzo prevede due modifiche per “l'installazione di strutture semplici e ad uso comune”, permettendo così la costruzione di edifici e dighe nei pressi di bacini idrici (anche cimiteri, bar, serre, hotel galleggianti che difficilmente saranno a basso impatto ambientale, tuonano gli ambientalisti). Vizjak vuole investire in idroelettrico e nucleare. Opposizioni e attivisti lo accusano di conflitto d’interessi e sostengono che l’iter legislativo sia viziato. Per abrogare le modifiche devono raccogliere 40.000 firme entro il 25 maggio così da indire un referendum. Sono già a 53.000.

(Giulia Patrizi)

Cina e Russia: un futuro florido Nonostante le scelte poste in essere dagli Stati Uniti e dall’UE nei confronti sia della Cina che della Russia, i due Paesi stanno rafforzando entrambe la loro cooperazione sia nel settore nucleare che verosimilmente nel settore delle infrastrutture ferroviarie. Per quanto riguarda il primo aspetto, si fa riferimento alla cerimonia in remoto che si è svolta il 19 maggio tra il presidente russo e il suo omologo cinese per celebrare la costruzione di quattro nuovi reattori nucleari, siti rispettivamente a Tianwan e di Xudapu in Cina, reattori progettati dalla “Rosatom” in collaborazione con la cinese “China State Nuclear Industry Corporation”. Per quanto concerne la cooperazione nel settore infrastrutturale ci sono buone premesse affinché venga implementata la linea ferroviaria Cina-Kirghizistan-Uzbekistan, lunga 500 km, implementazione che consentirebbe di collegare i Paesi del Golfo Persico e la Turchia, attraversando il Caucaso. Anche se la problematica principale per tale implementazione è legata al debito di 4,8 miliardi di dollari che il Kirghizistan ha contratto con Pechino e, sebbene la Cina abbia già un accesso al Golfo Persico — alludiamo al corridoio di 10.000 km che collega direttamente la Cina all’Iran passando attraverso il Kazakistan, l’Uzbekistan e il Turkmenistan — questa nuova linea infrastrutturale consentirebbe di accorciare i tempi di percorrenza e quindi di scambio commerciale.

(Arianna Giannino)

Russia e USA: un dialogo “di ghiaccio” Il capo della diplomazia del Cremlino, Sergej Lavrov e il segretario di Stato dell’amministrazione Biden, Antony Blinken, si sono incontrati a margine dell’ultimo vertice del Consiglio Artico, organizzato a Reykjavik (Islanda) il 20 maggio e che ha consacrato l’inizio della presidenza russa dell’organizzazione. Il faccia a faccia tra i rappresentanti di Cremlino e Casa Bianca è durato due ore ed è stato descritto come “costruttivo” da Lavrov, che ha spiegato di aver percepito una volontà da parte americana di superare lo stallo venutosi a creare negli anni recenti. I due, del resto, nel corso delle due ore hanno discusso di una grande varietà di argomenti, tra i quali il perseguimento della “cooperazione attiva” nella stabilità strategica, nella non-proliferazione nucleare, nel cambiamento climatico, nel contrasto alla pandemia e nella questione nordcoreana. Blinken, inoltre, ha presentato all’omologo russo il punto di vista degli Stati Uniti per quanto concerne Ucraina e Donbass. Altre tematiche, non meno importanti, che sono state affrontate da Blinken e Lavrov sono il fascicolo Afghanistan, la Siria e l’accordo sul nucleare iraniano.

(Arianna Giannino)

Giulia Patrizi e Arianna Giannino

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Turchia, moltiplicatori e divisori. Di fronte al riaccendersi delle tensioni tra Israele e i vari fronti palestinesi nelle ultime settimane, Ankara continua a mostrarsi desiderosa di capitalizzare a proprio favore l’instabilità mediorientale. La retorica a difesa del mondo arabo-mussulmano non è cosa nuova per il presidente Erdoğan e i legami tra Ankara e Hamas non sono segreto assoluto. A ricevere attenzione sono però due particolari. Primo, la clamorosa proposta dei circoli della marina vicini alla “Patria Blu” per un accordo turco-palestinese per la giurisdizione marittima sul “modello libico”. Secondo, un rinnovato iperattivismo diplomatico in cerca di sponde tanto nel mondo musulmano quanto in quello cattolico, con una telefonata al Papa. Se un certo supporto interno alla causa è trasversale, il fronte domestico rimane altresì polarizzato da economia e scelte socio-politiche. In tale contesto si inseriscono le azioni dell’UE, che vanno sostanziandosi in un congelamento ufficiale dei negoziati d’adesione e in maggiori richiami sul fronte dello stato di diritto.

(Samuele Abrami)

Iran, rush finale sul nucleare? Dai negoziati di Vienna per un nuovo accordo JCPOA, sono emersi importanti passi in avanti. I mediatori dell’UE si dicono “abbastanza fiduciosi” per una conclusione soddisfacente, mentre la parte russa prevede tempi rapidi in tale direzione. L’ipotesi è che il canale informale e indiretto tra Washington e Teheran stia dando i propri frutti, soprattutto per la speranza americana che una graduale rimozione delle sanzioni possa scongiurare o limitare una eventuale salita al potere degli ultraconservatori alle imminenti elezioni iraniane di giugno. Pertanto, il tempo stringe anche per l’attuale capo di governo Rouhani, il quale vede nel negoziato e nel sostegno della Guida Suprema un possibile perno per rilanciare il proprio consenso. Certamente, dare nuovo “ossigeno economico” alla popolazione gioverebbe al fronte moderato, ma l’attuale escalation mediorientale e il ruolo sempre più pesante dei Pasdaran rimangono ostacoli di tutto peso.

(Samuele Abrami)

Israele, il ritorno dell’eterno conflitto. Dopo 11 giorni di reciproci bombardamenti arriva la tregua mediata dal Cairo tra Hamas ed Israele. Nel corso del conflitto l’organizzazione terroristica che controlla la striscia di Gaza, insieme al Jihad islamico palestinese, ha lanciato su Israele più di 4.000 razzi, alcuni dei quali caduti nella striscia causando la morte una ventina di residenti. Israele ha riposto con l’operazione “Guardiano dei Muri” che ha compreso un massiccio bombardamento sulla striscia con l'obiettivo di distruggere vari tunnel e neutralizzare il maggior numero possibile di unità delle varie sigle terroristiche. Nel mentre, il sistema Iron Dome difendeva i cieli di Israele con un’efficacia di intercettazione del 90%. Il numero dei decessi in Israele ammonta a 13, mentre i palestinesi morti sono 232, tra i quali molte donne e bambini.

(Michele Magistretti)

Libia, prosegue il cammino della transizione con alcune incognite. Il premier del governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah, ha reiterato il proprio appoggio nei confronti del Memorandum of Understanding (MoU) con la Turchia riguardo la delimitazione delle rispettive Zone Economiche Esclusive. Inoltre, Dbeibah dovrebbe compiere il suo primo viaggio in Italia per la fine di gennaio. Rimane ancora causa di tensioni il nodo della presenza di mercenari stranieri sul suolo libico e la ritrosia ad una piena collaborazione da parte di alcune frange di entrambi gli schieramenti del paese. Lo stesso Segretario generale dell’ONU, il portoghese Antonio Guterres, ha confermato il proprio sostegno al ministro degli Esteri, Najla al-Mangoush, una delle figure maggiormente impegnate nel tentativo di smobilitazioni delle unità paramilitari straniere

(Michele Magistretti)

Egitto, il softpower del Cairo nel conflitto israelo-palestinese. Anche grazie ad una consolidata relazione con Israele, con il quale intrattiene un proficuo legame di collaborazione nel contrasto al terrorismo, l’Egitto è riuscito a mediare la recente tregua tra Tel Aviv e Hamas. Con questo momentaneo successo, il presidente egiziano Al-Sisi incassa una vittoria diplomatica che gli permette di ergersi a leader pacificatore e conciliatore, in particolare agli occhi della nuova amministrazione americana, in un Medio Oriente che è tornato a scaldarsi proprio alla luce dello scoppio del conflitto tra il vicino e l’organizzazione terroristica. Inoltre, l’Egitto, durante i giorni del conflitto, ha permesso di curare i feriti palestinesi nei propri ospedali e il presidente Al Sisi ha promesso aiuti finanziari per circa mezzo miliardo di dollari da destinare alla ricostruzione di Gaza.

(Michele Magistretti)

Libano, manifestazioni e proteste al confine con Israele. Centinaia di manifestanti, in primis rifugiati palestinesi e anche alcuni cittadini libanesi, hanno marciato fino al muro che divide Israele dal sud del Libano per mostrare solidarietà nei confronti dei palestinesi residenti in Israele, Cisgiordania e Gaza in seguito all’escalation di violenze interne allo Stato di Israele e tra Hamas e Israele stesso. Sotto sorveglianza dei reparti UNIFIL e dell’esercito libanese, i manifestanti hanno issato sul muro di confine la bandiera della Palestina, ma anche striscioni rappresentanti Hezbollah e il movimento sciita Amal, i quali hanno particolare influenza nel sud del Libano. Dalla zona di Tiro sono partiti inoltre 6 razzi indirizzati verso il nord di Israele, ma sono caduti in mare; Israele ha risposto con dei colpi d’artiglieria in direzione dei razzi libanesi. Il Patriarca maronita Bechara al-Rahi ha richiamato le parti alla pace: il Libano non può permettersi un’altra guerra.

(Sara Oldani)

Libano, i rifugiati siriani al voto. Il Paese dei cedri, dimora di almeno un milione di rifugiati siriani, è scosso dalla campagna elettorale della vicina Siria. Infatti il Libano ha permesso a rifugiati e stranieri aventi la cittadinanza siriana di votare per le elezioni presidenziali che si terranno per i residenti in Siria il 26 maggio. Al luogo del voto, l’ambasciata siriana presso Beirut, si sono riversate masse di votanti inneggianti l’attuale Presidente Bashar al-Assad. La Syrian Worker Association, gruppo libanese a favore dell’attuale governo siriano, ha organizzato dei transfert per permettere a più siriani possibile di partecipare al voto. Presenti in minor misura anche i sostenitori del Syrian Social Nationalist Party, unico partito di opposizione tollerato dal regime.

(Sara Oldani)

Tunisia, continuano i naufragi nel Mediterraneo. Almeno 57 migranti partiti da Sfax, sulle coste tunisine, sono morti per annegamento. Così ha dichiarato in un comunicato stampa il Ministro della Difesa tunisino, Mohamed Zekri. 33 migranti salpati dalla Libia sono stati invece portati in salvo grazie all’aiuto di alcuni lavoratori di una piattaforma petrolifera. Nell’ultimo mese è avvenuto un sostanziale rilancio del fenomeno migratorio, causato dal peggioramento delle condizioni economiche delle fasce più svantaggiate sia della popolazione locale che dei migranti provenienti dall’Africa Subsahariana, a seguito di nuove restrizioni dovute all’aumento dei casi di COVID-19 nel Paese.

(Sara Oldani)

Samuele Abrami, Michele Magistretti e Sara Oldani



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Afghanistan, preoccupa l’avanzata dei Talebani in alcuni territori. Mentre gli Stati Uniti si preparano a lasciare il Paese asiatico entro settembre, i Talebani continuano a guadagnare terreno. Il 20 maggio, gli studenti coranici hanno lanciato un’offensiva nel distretto di Alingar, nella provincia orientale di Laghman, assumendo il controllo della zona. Due mesi fa, il gruppo islamico aveva conquistato altri territori della provincia, come quello di Dawlat Shah. La situazione è complessa anche nei dintorni di Kabul, in particolare nella provincia di Maidan Wardak - a sud-ovest della capitale afghana. Qui, nelle ultime settimane, diversi distretti strategici sono stati occupati dai Talebani. Pertanto, si accrescono le preoccupazioni per la sicurezza di Kabul.

(Vincenzo Battaglia)

Germania, al via il processo contro militare sospettato di pianificare attentati contro obiettivi politici. La storia di Franco A., ufficiale membro delle forze congiunte franco-tedesche, che era riuscito a ottenere l’asilo politico spacciandosi per un rifugiato siriano, aveva fatto molto discutere in Germania. Secondo le ricostruzioni, l’uomo avrebbe pianificato di colpire obiettivi politici, tra cui il ministro degli esteri, la vice-presidente del Parlamento e un’attivista ebrea antirazzista. L’identità falsa avrebbe depistato le indagini e indotto l’opinione pubblica a riversare la propria rabbia contro un rifugiato. Al momento dell’arresto, A. era in possesso di munizioni e di una copia del Mein Kampf. I servizi segreti tedeschi considerano la minaccia del terrorismo di estrema destra particolarmente allarmante. La presenza di estremisti nelle forze dell’ordine ha destato, negli ultimi anni, crescenti preoccupazioni in Germania, tanto da portare allo scioglimento del corpo speciale KSK lo scorso giugno.

(Laura Morreale)

Consiglio d’Europa, sesta riunione della Commissione anti-terrorismo. Svoltasi in videoconferenza tra il 18 e il 20 maggio, la riunione ha portato all’approvazione di due nuove proposte di raccomandazione su due temi chiave nella cooperazione contro il terrorismo. La prima riguarda la prevenzione contro la radicalizzazione nei confronti dei minori, un target particolarmente vulnerabile alla propaganda estremista. La seconda, invece, propone una regolamentazione dell’utilizzo di informazioni provenienti da contesti di guerra nei procedimenti penali per terrorismo. Altri argomenti discussi al meeting mirano a rafforzare gli strumenti già esistenti per il monitoraggio dei foreign terrorist fighters e per la difesa legale delle vittime del terrorismo.

(Laura Morreale)

Italia, condanna a 4 anni per la foreign fighter Alice Brignoli. Fuggita nel 2015 assieme al marito e ai suoi figli per unirsi alla causa del Califfato in Siria, Alice Brignoli era stata rintracciata nel settembre dello scorso anno dai Carabinieri del Ros, mentre era ospite di un campo profughi in territorio siriano. Rimasta vedova, la 42enne di origini lecchesi era finita nella struttura assieme ai suoi 4 figli. Quest’ultimi, una volta rimpatriati, erano stati affidati a una casa famiglia, mentre per la donna era scattato l’arresto con l’accusa di “associazione con finalità di terrorismo internazionale”. La sentenza, avvenuta con rito abbreviato, ha condannato l’ex miliziana a una pena reclusiva di 4 anni, durante i quali – come sottolineato dal capo del pool dell’Antiterorrismo – la stessa continuerà a seguire un processo di de-radicalizzazione.

(Davide Shahhosseini)

Olanda, sospetto attacco terroristico ad Amsterdam. Il bilancio è di un morto e quattro persone ferite, dopo un attacco individuale condotto da un uomo di 29 anni nel quartiere De Pijp. L’attentatore, in stato confusionale, è stato arrestato subito dopo gli avvenimenti. La polizia ha dichiarato di aver perquisito la casa dell’uomo e di aver raccolto dispositivi di archiviazione dati. "La squadra investigativa guidata dalla Procura sta tenendo aperte tutte le opzioni, ma al momento non ha indicazioni dirette che ci sia un movente terroristico", ha aggiunto Marike Stor, portavoce della polizia di Amsterdam.

(Davide Shahhosseini)

Davide Shahhosseini, Laura Morreale e Vincenzo Battaglia




ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

EASO, nuove prospettive per il sistema di accoglienza spagnolo. Si è discusso di questo dal 10 al 14 maggio in una serie di incontri condotti dal Direttore Esecutivo dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) Nina Gregori. Questi hanno visto la partecipazione dei Ministri per l'inclusione, la sicurezza sociale e la migrazione e dell'interno spagnoli e portoghesi, la rappresentante dell'UNHCR e la direttrice dell'IOM in Spagna e autorità locali come la delegata del governo spagnolo nella Comunità Autonoma delle Isole Canarie. Le discussioni sono state incentrate sulla necessità di implementare sinergie tra l'EASO e i Paesi membri. In particolare l'EASO mobiliterà risorse e personale per migliorare la capacità di accoglienza nelle Isole Canarie, supportare la transizione verso un nuovo modello di accoglienza, facilitare riforme strutturali allo stesso scopo, fornire formazione e strumenti ad hoc, e supportare le autorità spagnole nella fase di trasferimento dei richiedenti asilo.

(Sara Squadrani)

UNDESA, quale il ruolo di Internet nello sviluppo rurale? Martedì 18 maggio è stato pubblicato il “World Social Report” dal Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite (UNDESA). Questo ha analizzato il ruolo delle nuove tecnologie nella riduzione della povertà rurale e le diseguaglianze rispetto alle aree urbane, anche alla luce degli effetti sociali della pandemia. L'accesso alla connessione Internet è considerato tra i fattori che possono migliorare gli standard di vita di circa 3,4 miliardi di persone. Le tecnologie digitali possono fornire lavori da remoto e collegare i produttori locali ai mercati e alle catene di valore globale. Accanto a questo aspetto, il “World Social Report” enfatizza la necessità di implementare riforme agrarie, espandere la protezione sociale e abolire le leggi che discriminano, all'interno delle comunità rurali, le minoranze che le compongono.

(Sara Squadrani)

FAO, nuovo panel di esperti per lo studio e la lotta contro le malattie zoonotiche. Il 20 maggio, i direttori generali di diverse Organizzazioni internazionali (FAO, OMS, OIE, e UNEP), insieme ai Ministri degli esteri di Francia e Germania, si sono riuniti, per dare il via al nuovo panel di esperti internazionali denominato “One Health”. Lo scopo principale del nuovo organismo sarà quello di analizzare e studiare i fattori principali legati alla trasmissione delle malattie dagli animali all’uomo. Il lavoro di ricerca del gruppo, basato in gran parte su raccomandazioni fondate su ricerche svolte a livello globale, regionale e locale, si concentrerà principalmente su fattori quali: l’impatto ambientale dell’attività umana, la produzione e distribuzione di cibo, l’urbanizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture, il commercio e trasporto internazionale ed infine tutte quelle attività legate al cambiamento climatico. Il metodo di ricerca si fonderà su un approccio interamente multisettoriale, ed è proprio questa sua natura multidisciplinare che è stata definita come “assolutamente critica per la salute mondiale”, e in grado di “anticipare al meglio tutte le possibili minacce alla salute, e controllare i loro rischi derivanti dagli animali”, ha sottolineato la dottoressa Monique Eloit, Direttore Generale dell’OIE.

(Francesco Ancona)

ICAO, si esplorano nuovi orizzonti per i trasporti aerei dopo la pandemia. Durante il summit dell’International Transport Forum (ITF), svoltosi a Montreal lo scorso 17 maggio, il Segretario Generale dell’ICAO, dott.ssa Fang Liu, il Segretario Generale dell’ITF, Young Tae Kim, e i Ministri dei Trasporti di diversi Paesi si sono confrontati sugli impatti di lungo periodo che il post-pandemia potrebbe avere sui trasporti aerei. Secondo la dott.ssa Liu, gli effetti sui trasporti aerei causati dal Covid-19 saranno destinati a persistere nel tempo, in quello che molti definiscono ormai come la “nuova normalità”. Il Segretario Generale ha sottolineato che nel breve futuro ci sarà un’evoluzione delle esigenze dei consumatori per il settore dei trasporti. In particolare, la dott.ssa Liu ha affermato che “i viaggiatori vorranno che la loro esperienza di viaggio venga adattata per difendersi meglio contro la trasmissione delle malattie infettive, includendo soluzioni di prenotazione e imbarco senza contatto, nuovi tipi di screening combinato, e cabine meglio equipaggiate”. Questa evoluzione, ha continuato il Segretario Generale, dovrà fondarsi principalmente sulle soluzioni innovative offerte dal settore digitale relativo ad un migliore, e più sicuro, scambio di dati e documenti.

(Francesco Ancona)

OHCHR: auspicabili indagini su crimini di guerra e violazioni dei diritti umani in Israele e a Gaza. Lo afferma una dichiarazione congiunta di nove Relatori Speciali, esperti indipendenti che lavorano in contatto con il Consiglio ONU per i Diritti Umani, pubblicata sul sito dell’OHCHR. Invitando le parti a rispettare il cessate il fuoco, i Relatori Speciali invitano la Corte Penale Internazionale ad avviare indagini sugli attacchi contro i civili e altri crimini internazionali, tra cui la distruzione di ospedali, infrastrutture idriche e uffici dei mezzi di informazione nella Striscia di Gaza. Ma gli eventi e le politiche che hanno portato all’escalation dei giorni scorsi dovrebbero essere oggetto di indagini internazionali, afferma il comunicato, riferendosi esplicitamente alla costruzione di insediamenti israeliani nei territori occupati e agli sgomberi della popolazione residente. Infine, la dichiarazione invita gli Stati terzi a sospendere rifornimento di materiale bellico alle parti coinvolte nel conflitto.

(Laura Morreale)

“Global Health Summit”, una nuova strategia sanitaria multilaterale? Al termine dell’evento per i Paesi del G20, organizzato dal governo italiano con supporto della Commissione Europea, è stata approvata la “Dichiarazione di Roma”, un documento che traccia le linee guida per risposte multilaterali alle emergenze sanitarie. La proposta di Draghi è quella di giungere in un secondo momento a un trattato internazionale sulla cooperazione sanitaria. Tra i temi trattati, centrale quello della sospensione dei brevetti vaccinali, da attuare però soltanto in maniera temporanea e volontaria da parte delle case farmaceutiche. Un piano attuativo con i dettagli dovrebbe essere presentato al WTO entro giugno dalla Commissione europea. Per supportare i Paesi più poveri nella risposta all’emergenza, gli Stati si sono impegnati a destinare ulteriori quote di vaccini al programma “Covax”, oltre a dei fondi in aiuti.

(Laura Morreale)

Laura Morreale, Sara Squadrani e Francesco Ancona



Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.


Andrea Ghilardi: Europa occidentale e Unione Europea

Arianna Giannino: Europa Centro-Orientale e Russia

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, America Latina

Edoardo Cappelli: Diritti Umani, America del Nord

Elisa Maggiore: America Latina

Federica Sulpizio: Medio Oriente e Nord Africa

Federico Brignacca: Diritti Umani

Francesco Ancona: Asia ed Estremo Oriente, Organizzazioni Internazionali

Ginevra Ricca: America Latina

Giulia Patrizi: America Latina, Europa Centro-Orientale e Russia

Laura Morreale: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, Organizzazioni Internazionali

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Leonardo Cherici: Europa occidentale e Unione Europea

Lorenzo Bonaguro: America del Nord

Margherita Camurri: Asia ed Estremo Oriente

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Squadrani: Africa Sub-Sahariana e Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale



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