Framing The World, Numero LVIII

Un ampio sguardo rivolto alla realtà internazionale

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  Redazione
  26 aprile 2021
  35 minuti

Nel nuovo numero di FtW troverete le notizie dal mondo delle ultime due settimane: in occasione della Giornata Mondiale della Terra, raccontiamo l'impegno "verde" del Messico, il ruolo della finanza nella politica ambientale americana, il nuovo accordo sul clima proposto dall'UE, nonché le raccomandazioni delle organizzazioni internazionali riguardanti il tema della sostenibilità. Dalla regione MENA arrivano molte notizie di rilevanza internazionale: dal naufragio a largo della Libia e la cooperazione di quest’ultima con l'Italia, alle elezioni in vista in Siria e Algeria e al ricordo del genocidio in Armenia che influisce sui rapporti tra Turchia e Stati Uniti.

Per leggere di tutto questo e molto altro ecco a voi il 58° numero di Framing the World!

DIRITTI UMANI

Messico, legalizzazione dell’uso personale di marijuana prossima all'attuazione. Il 10 marzo scorso, la Camera dei Deputati messicana ha approvato il disegno di legge che regolerebbe la produzione e la distribuzione di marijuana, depenalizzando l’uso personale. Ora la palla è nelle mani del Senato, che dovrà definitivamente approvare la legge il prossimo 30 aprile. La legge prevede anche il rilascio retroattivo per chiunque sia stato accusato o condannato per un reato riguardante il possesso di tali sostanze. Il governo di Obrador sostiene l’iniziativa, sottolineando l’importanza economica e sociale che una tale liberalizzazione potrebbe provocare nel Paese. Fra le preoccupazioni maggiori c’è ovviamente il contrasto alla criminalità organizzata, ma anche la voglia di diminuire gli abusi degli agenti di polizia sui detenuti e un alleggerimento sulle carceri.

(Edoardo Cappelli)

Yerevan, migliaia di armeni riuniti per commemorare i morti del genocidio. Migliaia di armeni si sono radunati per ricordare le uccisioni di massa subite da parte dei turchi ottomani a partire dal 1915. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dovrebbe a breve definire formalmente l’evento come genocidio. Nessun presidente americano prima aveva preso una tale posizione. Ci si aspetta che la Turchia, alleata NATO, non rimarrà a guardare senza reagire. Gli armeni hanno a lungo fatto pressione sulla comunità internazionale per riconoscere il genocidio, pretendendo anche risarcimento finanziario ad Ankara e l’assegnazione delle proprietà per i discendenti delle vittime. La Turchia ha sempre negato le accuse, definendo le morti come parte inevitabile di un conflitto combattuto alla pari.

(Edoardo Cappelli)

Tripoli, ennesimo naufragio a largo della Libia: 130 morti e accuse di soccorsi negati. L’organizzazione non governativa Sea Watch ha accusato le autorità dell’Unione Europea e Frontex di aver ritardato e ostacolato i salvataggi di un barcone nel Mediterraneo con 130 persone a bordo. La nave Ocean Viking è arrivata troppo tardi sul luogo da cui sono partite le richieste di aiuto, trovando di fronte a sé decine di cadaveri. Dopo la ricostruzione effettuata da Alarm Phone, contatto d’emergenza a supporto delle operazioni di salvataggio, è iniziato un rimpallo di responsabilità tra l’UE, Frontex e le guardie costiere coinvolte. Il dramma ha riportato in auge il dibattito sui poteri a disposizione dell’Unione Europea nell’affrontare il problema, che ad oggi è in gran parte nelle mani degli Stati nazionali.

(Edoardo Cappelli)

Thailandia, attivisti per la democrazia detenuti ingiustamente. Due studenti della Thammasat University stanno facendo uno sciopero della fame per protestare per il loro arresto con l’accusa di insulto alla monarchia. “Le autorità thailandesi dovrebbero archiviare immediatamente i casi contro gli attivisti accusati ingiustamente per le loro proteste pacifiche a favore della democrazia, dovrebbero essere rilasciati su cauzione” ha dichiarato Brad Adams, direttore di Human Rights Watch Asia. La detenzione preventiva a cui sono sottoposti prima di un processo e di una condanna sembra avere principalmente l’obiettivo di essere una punizione ingiusta più che la tutela legittima di un interesse nazionale. È un appello al governo del Paese perché fermi “la caccia alle streghe contro dissidenti pacifici” quello che esprime Human Rights Watch tramite le parole di Adams, con la richiesta del rilascio immediato degli attivisti detenuti.

(Federico Brignacca)

Kurdistan iracheno, giornalisti e attivisti a processo. Tre giornalisti e due attivisti, nel febbraio scorso, sono stati condannati a sei anni di carcere in un processo viziato. Ancora oggi le autorità, riferisce Human Rights Watch, trattengono altre due persone nonostante una sentenza che ha dichiarato la non sufficienza di prove per un processo. “I processi viziati nella regione del Kurdistan non sono una novità” ha affermato Belkis Willie, ricercatore senior di crisi e conflitti per Human Rights Watch. “C’è una legge che garantisce il diritto a manifestare […] Questo processo alla fine dimostra quanto siano diminuite le protezione alla libertà di espressione nella regione” ha commentato Asos Hardi, giornalista e attivista per i diritti dei media.

(Federico Brignacca)

Federico Brignacca e Edoardo Cappelli



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Wall Street, tra record e preoccupazioni. Dopo che a metà mese l’S&P 500 ha segnato il 22esimo record annuale, il Dow Jones ha superato quota 34,000 e l’indice europeo Stoxx 600 ha chiuso la settima settimana consecutiva in positivo (nuovo record), è iniziato un periodo di oscillazioni - anche repentine e intra-giornaliere - che però ha mantenuto i listini sui massimi storici. Diverse sono le fonti della volatilità: tra le buone notizie, il mercato del lavoro americano, gli ottimi risultati trimestrali delle società quotate, l’inflazione che rimane contenuta e la campagna vaccinale che finalmente accelera anche in Europa. Tra quelle negative, invece, troviamo la sospensione (ora rimossa) al vaccino J&J, il peggioramento del COVID in India, e le nuove tasse proposte da Biden (vedi sotto).

Biden, nuove tasse in vista. È sempre stato evidente che l’ambizioso piano di spese di Biden - del valore di almeno 2 trilioni - sarebbe stato finanziato dal rialzo delle tasse. Dopo aver annunciato l’intenzione di aumentare la tassazione sulle imprese, la scorsa settimana è stato il turno del capital gain, che uno scoop di Bloomberg prevede in rialzo dal livello attuale del 20% ad un massimo del 43% per chi guadagna più di 1 milione all’anno (il livello più alto di sempre), ma con rialzi previsti anche per la soglia sopra i $400.000 annui. I dettagli delle misure verranno presentati al Congresso mercoledì 28 aprile, in un intervento che dovrebbe includere anche un piano di spese sociali destinate a famiglie e scuole da circa 1 trilione, ma è difficile che queste tasse (e queste spese) vengano approvate senza modifiche sostanziali. Ciò vale quantomeno al Senato, dove per l’approvazione servirà il voto di 10 repubblicani.

Clima, la finanza aiuta? Gli Stati Uniti di Biden hanno colto la ricorrenza del giorno della terra per tenere un summit mondiale e annunciare la loro nuova politica ambientale, i cui obiettivi sono estremamente ambiziosi. La promessa del presidente è infatti di ridurre le emissioni di CO2 del 50% entro il 2030, e di farlo investendo centinaia di miliardi in nuove tecnologie e fonti energetiche rinnovabili. Ma una mano potrebbe arrivare anche dalla finanza, che ormai da diversi anni ha abbracciato il tema della sostenibilità con iniziative come il SRI (Socially Responsible Investing), Impact investing, e ESG (Environmental, Social & Governance), che hanno avuto un’ottima accoglienza: 700 nuovi fondi ESG lanciati solo nel 2020, con una raccolta di 152 miliardi solo nel q4 2020 (+88% sul 2019). Il timore è però che ciò non sia altro che un "greenwashing", e proprio per questo motivo la Commissione europea ha presentato un sistema di classificazione che metterà ordine agli investimenti green.

Cina, buoni dati ma... Il Pil cinese del primo trimestre è cresciuto del 18.3% rispetto allo stesso periodo del 2020, ma questa cifra non ha impressionato gli economisti per diversi motivi. Innanzitutto il confronto è sul disastroso primo trimestre 2020, segnato dallo scoppio della pandemia, e il ritorno a condizioni più normali ha portato di per sé ad una forte crescita percentuale. Inoltre, il dato è inferiore alle stime e per di più rappresenta una crescita del solo 0.6% rispetto al Q4 2020, rispetto al +3.2% dell’ultimo trimestre dell’anno passato e al +1.5% atteso. Anche la produzione industriale è più debole del previsto, cresciuta anno su anno solo del 14%, contro il +35% dei mesi precedenti, così come la disoccupazione giovanile, che è in lieve rialzo al 3.6%.

Cina/2, la finanza è fragile. In aggiunta alle dinamiche interne, il rallentamento dell’economia cinese è ascrivibile ad alcuni fattori che stanno interessando l’economia globale. I prezzi crescenti delle materie prime e i costi di spedizione molto elevati, causati dall’enorme domanda di beni che assorbe il potere di acquisto di consumatori che non possono ancora acquistare i servizi che desidererebbero (viaggi, cene, concerti,…), stanno colpendo duramente i profitti delle aziende esportatrici, che per il momento non vogliono (o non possono) alzare i prezzi. A preoccupare, inoltre, è il sistema finanziario cinese: il collasso di Huarong Asset Management, una società parastatale (il cui presidente è stato recentemente giustiziato) che non è stata in grado di pubblicare il bilancio trimestrale e i cui bond sono crollati, è un chiaro sintomo della fragilità della finanza cinese.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Ciad, presidente deceduto subito dopo la sua rielezione. Il maresciallo e capo di Stato Idriss Déby Itno è morto martedì 20 aprile in seguito a delle ferite riportate a nord del Paese, dove i ribelli del “Fronte per l’alleanza e la concordia in Ciad” (Fact) avevano fatto incursione dalla Libia l’11 aprile, il giorno delle elezioni. Rieletto per il sesto mandato con il 79,39% dei voti, Idriss Déby si era infatti recato nell’area per guidare la difesa dell’esercito ciadiano. Ora il figlio Mahamat Idriss Deby Itno è a capo del consiglio militare costituito per operare nei prossimi 18 mesi, mentre il Parlamento sembra essere stato sciolto e la Costituzione dovrebbe rimanere sospesa. Sarà lutto nazionale per 14 giorni. L’adozione di una carta di transizione e la convocazione di nuove elezioni dovrebbero costituire i prossimi passi per il Paese.

(Sara Squadrani)

Sud Africa, incendio a Città del Capo. Domenica 18 aprile è divampato un incendio alle pendici della Table Mountain. Le fiamme sono state domate gradualmente nei giorni a seguire, ma hanno comunque provocato la distruzione di edifici storici, tra cui la biblioteca dell’Università di Città del Capo, il danneggiamento di circa 600 ettari di terra e l'evacuazione di edifici residenziali. Non è stata ancora accertata l’origine dell’incendio, che al momento sembra essere un atto doloso.

(Sara Squadrani)

Nigeria, studenti sequestrati dall’università. Nella giornata di mercoledì un gruppo di uomini armati hanno attaccato l’università privata di “Greenfield”, nello Stato di Kaduna, nel nord della Nigeria. I banditi durante l’assalto hanno ucciso un membro del personale. Inoltre la polizia ha fatto sapere che il gruppo armato ha rapito un numero imprecisato di studenti. Questo fatto purtroppo non è un episodio isolato, nel Paese infatti già da diverso tempo le bande criminali hanno concentrato le loro attenzioni sulle scuole e sui collegi, incrementando notevolmente i sequestri di giovani studenti a scopo di estorsione. Da dicembre 2020, infatti, circa 730 studenti sono stati rapiti. Questo ulteriore episodio ha portato sei Stati nigeriani del nord a chiudere le scuole pubbliche con il fine di prevenire ulteriori attacchi rivolti contro gli studenti. Secondo le stime dell'Unicef questo ha di fatto interrotto gli studi di oltre cinque milioni di bambini.

(Andrea Ghilardi)

Sara Squadrani e Andrea Ghilardi



AMERICA DEL NORD

Minneapolis, Derek Chauvin colpevole di tutti e tre i capi d’accusa. L’ex agente di polizia Derek Chauvin è stato dichiarato colpevole per la morte di George Floyd avvenuta lo scorso 25 maggio. I tre capi d’accusa sono rispettivamente: omicidio involontario di secondo grado; omicidio di terzo grado; omicidio colposo. La pena definitiva che decreterà il futuro di Chauvin verrà stabilità il prossimo giugno, mentre gli agenti presenti al momento dei fatti verranno processati per concorso in omicidio ad agosto. Caduto quindi ogni tentativo da parte della difesa dell’agente, che premeva su tre punti: la ragionevolezza delle azioni di Chauvin; la resistenza attiva di Floyd all’arresto; la correttezza dei gesti in rapporto all’istruzione ricevuta.

Washington, il distretto della capitale pronto per eleggere rappresentanti. La mozione è stata approvata alla Camera il 22 aprile e stabilisce l’elezione di due senatori e un deputato per il District of Columbia, la regione dove si trova la capitale federale Washington. Fino ad ora, gli abitanti della zona non potevano godere di alcuna rappresentanza alle Camere, in quanto ricadevano in tutto e per tutto sotto l’egida del governo federale. I repubblicani si sono opposti a questa manovra, accusando i democratici di portare avanti un calcolo politico. La capitale è infatti una città con una forte maggioranza dem, perciò l’invio di due senatori e un deputato al Parlamento potrebbe spostare i precari equilibri a favore del partito di Biden.

Edoardo Cappelli



AMERICA LATINA

Colombia, Strategie reiterate. Vent’anni fa, le irrorazioni con il glifosato rappresentavano uno degli strumenti istituzionali di politica coattiva colombiana contro il narcotraffico e servivano a distruggere i raccolti di coca. Nel 2015, le irrorazioni vennero sospese dal Consiglio nazionale degli stupefacenti dopo l’allarme dell’OMS sugli effetti potenzialmente cancerogeni dell’erbicida, per poi successivamente vincolarne la ripresa ad una serie di requisiti a tutela dell’ambiente e delle comunità. Quest’anno si è verificato un cambio di rotta: il Presidente Duque, infatti, ha firmato il Decreto 380 per dare via libera alle irrorazioni su 26mila ettari di coca, nonché su campi di papavero e di marijuana. Quindici senatori dell’opposizione hanno espresso il loro rifiuto alle fumigazioni con il glifosato - visto il costo e l’inefficacia della strategia - esprimendo la loro preferenza per la sostituzione volontaria delle coltivazioni prevista dall’Accordo di pace e per la quale sollecitano il sostegno degli USA.

Messico, un albero per un soldo. “Sembrando vida” è il progetto governativo proposto dal Presidente Obrador per convertire le zone rurali del Messico in un settore strategico per lo sviluppo della terra e della sua produttività. Nel vertice mondiale per il clima, tenutosi il 22 Aprile, Obrador ha confermato il suo impegno nel progetto e l’intenzione di estenderlo ai Paesi che sorgono a sud, ma in cambio ha chiesto agli Stati Uniti la loro partecipazione finanziaria. Dal fronte ecologista arrivano accuse nei confronti del Presidente messicano di voler “incassare denaro ufficiale attraverso la più grande deforestazione dell’ultimo decennio”. Gli ambientalisti spiegano che alcuni proprietari terrieri stanno spiantando la foresta umida per sostituirla con alberi economicamente più redditizi, con la diretta conseguenza di impiantare massicciamente alberi di altre specie in aree protette.

Venezuela, “Sistema Patria”. Il regime venezuelano, in una tenace corsa alla digitalizzazione, ha creato una piattaforma digitale per gestire il pagamento degli stipendi dei funzionari pubblici, i sussidi economici e, da poco, anche il programma di vaccinazione anti-Covid. Il modello, ideato dall’azienda cinese ZTE, si ispira proprio a quello sinico, il quale monitora azioni e abitudini dei cittadini. Infatti, come in Cina, anche nella piattaforma venezolana i cittadini sono costretti a logiche panottiche che misurano il grado di affidabilità “patriottica” del cittadino, esempio: l’obbligo di rispondere a domande di carattere politico. Ma l’atto coattivo e pratico sta proprio nell’iscrizione a Sistema Patria, la quale può essere determinante sulla possibilità dei cittadini di poter accedere ai vari servizi. Secondo César Batiz, giornalista esperto di inchieste, l’annuncio della campagna di vaccinazione tramite il Sistema Patria ha palesato l’intento di ricatto e controllo sociale.

Elisa Maggiore

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

India, un drammatico aumento di casi di Covid-19. Negli scorsi giorni, il paese ha registrato un drammatico e improvviso aumento di casi di Covid-19 che ha portato ad un sovraffollamento degli ospedali, molti dei quali sono a corto di ossigeno. Tra le cause di questo nuovo picco, vi è la partecipazione di milioni di persone ai festeggiamenti per il festival Hindu Kumbh Mela, in cui la folla si riunisce per compiere un tuffo sacro nel fiume Gange. Secondo i testimoni, milioni di persone si sono riunite noncuranti del rispetto delle norme sanitarie di distanziamento sociale o dell’uso della mascherina. La nuova ondata ha portato il paese a registrare un totale di oltre 16 milioni di casi di Covid-19.

Corea del Sud, no al rilascio dell’acqua radioattiva e la decisione controversa della corte sudcoreana. Dopo la decisione di Tokyo di rilasciare oltre 1,25 milioni tonnellate di acqua radioattiva di Fukushima nell’oceano Pacifico, il ministro degli esteri sudcoreano ha convocato l’ambasciatore giapponese per esprimere formalmente la propria opposizione. La scorsa settimana, invece, una corte sudcoreana ha respinto le richieste di risarcimento da parte di alcune donne, che erano state vittime di schiavitù sessuale per mano di militari giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Gli attivisti stanno denunciando la decisione, affermando che ignora l’onore e la dignità di queste donne.

Corea del Nord, le nuove mosse diplomatiche. Nell’ultimo periodo, la Corea del Nord sembra aver compiuto diversi tentativi diplomatici, specialmente nei confronti di paesi guidati dal partito comunista. A Marzo, Kim aveva lanciato un messaggio di “unità e cooperazione” a Pechino, e aveva anche contattato il Vietnam e il Laos. Inoltre, più recentemente, Kim si è congratulato con il nuovo leader del Partito Comunista di Cuba per la vittoria alle elezioni, assicurandogli “fermo sostegno e solidarietà”. Secondo molti studiosi, le recenti mosse potrebbero rispecchiare la volontà nordcoreana di assicurarsi dei partner prima che gli Stati Uniti rivelino la loro nuova politica nei confronti di Pyongyang.

Margherita Camurri



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Irlanda, le scuse del Sinn Féin. La leader del Partito irlandese Sinn Féin, Mary Lou McDonald, ha sfruttato l’occasione del funerale di Filippo di Edimburgo per scusarsi per l’attentato che uccise Lord Mountbatten e altre tre persone nel 1979, pianificato dall’IRA. Nell’intervista rilasciata alla Britain’s Times Radio, la McDonald ha ribadito l’importanza di mantenere il confronto con gli unionisti su un piano politico per evitare che si ripetano i tragici avvenimenti del passato. Le parole della leader del Sinn Féin assumono particolare rilevanza in questo momento delicato nel quale la luce della protesta si è riaccesa a Belfast e in altre città nordirlandesi. Nel frattempo, la polizia della contea di Derry (Irlanda del Nord) ha fermato due uomini sospettati di aver provato a far esplodere la macchina di un'agente delle forze dell’ordine, su indicazione del New IRA.

(Leonardo Cherici)

Unione Europea, sale la tensione con la Russia. Il caso Navalny continua ad essere al centro dei rapporti fra Mosca e Bruxelles. Attualmente l’oppositore politico russo si trova in gravi condizioni di salute e, secondo alcune fonti, rischia anche la morte. Borrell, l’Alto Rappresentante per la politica estera europea, ha rilasciato una dichiarazione nella quale invita il governo russo a fornire tutta l’assistenza medica a Navalny e a terminare la sua detenzione. Bruxelles incita Mosca a rispettare la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. La questione è stata trattata anche alla riunione dei Ministri degli esteri europei, dove sono emerse preoccupazioni simili a quelle di Borrell. Le relazioni fra Mosca e l’Unione Europea continuano ad essere tese. Un’eventuale precipitazione del caso Navalny costringerebbe Bruxelles a intraprendere una reazione.

(Leonardo Cherici)

Italia, la lenta uscita dalla pandemia. Il Presidente del Consiglio Draghi ha presentato in conferenza stampa il piano del governo per riaprire gradualmente il Paese. A partire dal prossimo 26 aprile ritorneranno le zone gialle con il ritorno a scuola di gran parte degli studenti e la riapertura di bar e ristoranti a cena fino alle 22, ma solo all’aperto. È stato questo uno dei punti di scontri fra il governo e le associazioni di categoria, consapevoli del fatto che non tante attività hanno spazio all’esterno. Altro terreno di scontro all’interno del governo rimane il coprifuoco, fissato ancora alle 22. Questo ha portato al voto di astensione da parte della Lega all’interno del Consiglio dei ministri. Una voce contraria è arrivata anche dai Presidenti di regione che temono che un uso prolungato del coprifuoco possa incentivare i turisti a prenotare le vacanze all’estero invece che in Italia.

(Leonardo Cherici)

Unione Europea, nuovo accordo per i vaccini. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, insieme al CEO di Pfizer Albert Bourla e al Primo Ministro del Belgio De Croo, ha annunciato nel corso di una conferenza stampa presso lo stabilimento di Puurs che l'Unione europea sta lavorando per un nuovo contratto con Pfizer-Biontech per 1,8 miliardi di dosi per il 2021-2023 del vaccino covid-19. Ha inoltre affermato che Grazie a partner forti e affidabili come Pfizer e BioNTech, la vaccinazione in UE sta accelerando", aggiungendo inoltre "Sono fiduciosa che avremo dosi sufficienti per vaccinare il 70% di tutti gli adulti europei già entro luglio".

(Andrea Ghilardi)

Unione Europea, nuovo accordo sul clima. “Un punto di svolta”. Così il parlamentare europeo Pascal Canfin ha definito il nuovo accordo sulle politiche climatiche dell’Unione Europea. Mercoledì 21 Aprile è stato infatti annunciato che le tre principali istituzioni dell'UE - la Commissione europea, la quale che ha proposto il disegno di legge, il Parlamento europeo e i governi nazionali rappresentati dal Consiglio dell'Unione Europea - hanno raggiunto un accordo, dopo 14 ore di negoziati, riguardo agli obiettivi dettati dalla nuova legge riguardante le politiche europee rivolte alla lotta ai cambiamenti climatici. Questo accordo si pone l'obiettivo di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto al 1990. La legge inoltre punta a far ridurre completamente le emissioni, con l'obiettivo di far diventare l’Unione neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Per verificare se i vari paesi sono all'altezza di questi standard, l'Unione Europea creerà un gruppo indipendente di 15 scienziati che valuteranno i progressi verso la neutralità climatica.

(Andrea Ghilardi)

SuperLeague Europea: una rivoluzione fallita in 48 ore. Lunedì 19, 12 tra i più ricchi e famosi club calcistici europei hanno annunciato l’intenzione di creare una SuperLeague composta da 20 squadre selezionate tra vari campionati nazionali europei con l’intenzione di rivoluzionare il calcio europeo, creando un campionato internazionale che coinvolga solo le squadre più blasonate, cioè quelle in grado di generare i maggiori introiti. Tra i 20 partecipanti 15 sarebbero membri permanenti della competizione, con i restanti 5 posti assegnati sulla base del merito sportivo. Questo annuncio ha immediatamente causato le reazioni avverse della UEFA, dei club non coinvolti, di milioni di tifosi in tutto il mondo, nonché della politica. I governi di Italia, Francia e Regno Unito hanno infatti espresso la loro contrarietà ad un progetto che snatura l’essenza dello sport, ponendo le possibilità economiche al di sopra dei meriti sportivi. Questa tentata rivoluzione sportiva ha tuttavia portato diverse squadre coinvolte a ritirarsi a sole poche ore di distanza dal lancio di questa iniziativa. Per questo, il 21 aprile Andrea Agnelli, dirigente della Juventus e uno dei principali promotori della SuperLeague, ha affermato che il progetto non può proseguire. Una rivoluzione fallita quindi, almeno per ora, che ha però portato alla ribalta la tematica di come un’imprenditoria milionaria stia trasformando il mondo del calcio, arrivando persino a mettere in discussione i valori stessi intrinsechi nella competizione sportiva.

(Andrea Ghilardi)

Leonardo Cherici e Andrea Ghilardi



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Russia, ancora detenzioni arbitrarie tra i manifestanti pro-Navalny. Più di 1.600 persone sono state arrestate nelle proteste dei giorni scorsi contro la carcerazione di Alex Navalny. Alcune proteste hanno avuto luogo durante il discorso sullo stato della nazione del presidente Putin al Parlamento. “C’è stata meno violenza e brutalità della polizia, ma il continuo ostacolare la libertà di riunione è del tutto ingiustificato” ha detto Damelya Aitkhozhina, ricercatrice russa di Human Rights Watch. La ricercatrice ha poi aggiunto come gli interventi della polizia siano giustificati dalla paura che i raduni “non autorizzati” diventino violenti, nonostante le proteste che hanno avuto luogo il 21 aprile scorso hanno dimostrato l’infondatezza di questa accusa.

(Federico Brignacca)

Tensioni in Albania. Domenica 25 aprile si sono tenute le elezioni nazionali in Albania per la formazione di un nuovo parlamento. Le elezioni sono arrivate dopo anni di tensioni crescenti a causa del malessere diffuso tra la popolazione, esasperata da una crescita economica che stenta ad arrivare e dalla crisi pandemica. La rabbia popolare è montata in questi anni anche contro il capo del governo Edi Rama il cui partito, il Partito Socialista d’Albania, è stato travolto da numerosi scandali di corruzione. Le tensioni sono salite al punto da esplodere in atti di violenza: nella città di Elbasan il socialista Pjerin Xhuvani è stato ucciso a marzo. La settimana scorsa un membro del Partito Democratico è stato gambizzato. Lo stesso presidente Meta è stato coinvolto in una colluttazione durante una discussione sull’organizzazione dei seggi con tutele anticovid.

(Lorenzo Bonaguro)

Lorenzo Bonaguro e Federico Brignacca

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Tunisia, timori per la tenuta democratica del sistema. Dubbi sull’esistenza di un “colpo di Stato morbido” in atto si stanno sollevando nello Stato nordafricano per via di alcuni comportamenti del presidente Saied, ritenuti potenzialmente “autoritari”. Si tratta, in particolare, dell’autoproclamazione dello stesso a capo delle forze sia militari che civili avvenuta in occasione del 65° anniversario delle forze di sicurezza tunisine. Tale presa di posizione riflette una profonda faglia interna alla scena politica tunisina, la quale si riflette– per ora – in una sottile rivalità tra l'esecutivo e il Capo dello Stato. Per quanto concerne le relazioni esterne della giovane democrazia, il rappresentante tunisino alle Nazioni Unite spinge per denunciare le ingiustizie perpetrate da Israele a danno dei palestinesi, mentre il Ministro della Difesa tunisino accoglie in patria l’ambasciatore saudita con la volontà di approfondire il livello di cooperazione, soprattutto militare, tra il proprio Paese e la monarchia saudita.

(Federica Sulpizio)

Egitto, la Ever Given è nuovamente intrappolata: questa volta in una disputa legale. Dopo aver bloccato il Canale di Suez per diversi giorni per via di una manovra errata – provocando perdite ingenti in termini economici – ora è la stessa Ever Given ad essersi impantanata in una battaglia legale inaugurata dall’autorità del Canale. La nave container è infatti ancora detenuta da parte delle autorità egiziane, le quali hanno chiesto un risarcimento di 916 dollari al proprietario giapponese della stessa in cambio del rilascio. L’assicuratore di protezione e indennizzo della nave, l’UK Club, ha presentato ricorso contro le richieste egiziane, ritenute sproporzionate in mancanza di prove convincenti in tal senso. Intanto, il Presidente al-Sisi ha espresso nuovamente in maniera formale la disponibilità del suo Paese nel sostenere la Libia attraverso il lavoro prestato delle aziende egiziane che, attraverso la propria manodopera, aiuterebbero i due Paesi a stringere legami bilaterali ancora più profondi.

(Federica Sulpizio)

Algeria, i partiti islamisti puntano alla conquista dei seggi nelle prossime elezioni. Le elezioni parlamentari di giugno si configurano come un’occasione ghiotta agli occhi degli islamisti i quali, dopo decenni di politica improntata sull’ambito militare/secolare, hanno fame di rivalsa. Tali ambizioni si scontrano in parte con quelle del movimento di protesta Hirak – in gran parte laico – che guarda con estremo interesse al prossimo momento elettorale. Dal punto di vista economico, con la fine dell’era del “petrolio costoso” il bilancio dell’Algeria – dove quelle del petrolio e del gas rappresentano il 95% delle esportazioni – è messo a dura prova. Il governo sta optando risolutamente per una politica di contenimento della spesa pubblica, provocando dirette conseguenze negative sulla sua popolazione. La scelta governativa si concretizza in una politica commerciale che impedisce le importazioni di prodotti alimentari di prima necessità mentre, allo stesso tempo, Algeri si tiene alla larga dal debito estero.

(Federica Sulpizio)

Israele, tra ripresa e nuovi accordi. Il paese ormai è definitivamente fuori dalla crisi sanitaria, ormai più di cinque milioni di cittadini hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino ed è stato eliminato anche l'obbligo di mascherina all’aperto. Nel mentre, il paese ha siglato uno storico accordo con la Grecia nel comparto della Difesa del valore di circa 1,3 miliardi di euro. Il nucleo dell’accordo prevede il sostegno israeliano nell’addestramento tramite una decina di velivoli M-346, aerei di addestramento prodotti da Leonardo. Tale accordo segue il recente incontro tra i ministri degli esteri di Cipro, Grecia, Israele ed Emirati svoltosi a Pafo. L’incontro rientra nella cornice di cooperazione ristretta che i quattro paesi portano avanti da ormai alcuni anni, in particolare con lo scopo di contenere le mire iraniane e turche nella regione.

(Michele Magistretti)

Libia, tra flebili speranze e nodi irrisolti. Il governo di transizione e quello greco hanno raggiunto un’intesa per discutere riguardo la delimitazione delle rispettive Zone Economiche Esclusive. Inoltre, il primo ministro egiziano, Mostafa Madbouly, si è recato a Tripoli per incontrare il suo omologo libico, Abdelhamid Dabaiba. La sigla di 11 MoU tra i due governi va letta alla luce del nuovo percorso di riavvicinamento tra i due paesi. Inoltre, anche il ministro dell’Interno italiano, Silvana Lamorgese, ha visitato il paese nordafricano nella volontà di ampliare la cooperazione in vari ambiti della sicurezza. A dimostrazione del rinnovato legame tra l’Italia e la Libia rileva il recente viaggio del ministro degli esteri libico, Najla Mangoush, a Roma. Al termine dell’incontro il ministro libico ha ribadito la necessità del ritiro dei mercenari stranieri dal proprio paese.

(Michele Magistretti)

Siria, preparativi elettorali. Il 26 maggio si terranno le elezioni presidenziali, come dichiarato dal Parlamento siriano in questi giorni. La procedura di candidatura sarà aperta per circa 10 giorni, mentre i cittadini siriani residenti all’estero potranno votare il 20 maggio. In base all’attuale costituzione siriana, i requisiti essere eletto come Presidente sono assai restrittivi, in quanto i candidati devono aver vissuto in Siria stabilmente negli ultimi 10 anni, a discapito degli oppositori politici del regime in carica che si trovano in esilio. Proprio per questo motivo pare certa la vittoria di Bashar al-Assad il quale, al potere dal 2000, vede queste elezioni come il simbolo del consolidamento del suo governo a 10 anni dallo scoppio delle proteste di piazza e dall’inizio del conflitto siriano.

(Sara Oldani)

Iraq, la rinascita di Mosul. Un gruppo di architetti egiziani ha vinto la competizione internazionale promossa dalle Nazioni Unite per la ricostruzione della Grande Moschea di al-Nuri, presso Mosul. La moschea, prima usata come sede della proclamazione dello Stato Islamico (ISIS) nel 2014 e in seguito distrutta dallo stesso nel 2017, verrà riedificata nell’ambito del progetto “Fare rivivere lo spirito di Mosul” promosso dall’UNESCO proprio per l’aspetto simbolico che ha la città dell'Iraq post-conflitto. I lavori di ricostruzione inizieranno intorno a novembre sotto la supervisione delle autorità irachene, nello specifico il Fondo sunnita iracheno e grazie ai finanziamenti di Emirati Arabi Uniti.

(Sara Oldani)

Turchia, incertezze d’amicizia. Che assuma toni formali o meno, l’annuncio degli Stati Uniti di voler riconoscere la questione armena come “genocidio” è una chiara presa di posizione verso Ankara, nonché evidenza di una “geopolitica dei valori” che mira a calmierare potenziali minacce e incognite. Dal proprio canto, già irritata per divergenti interessi su più fronti, la Turchia ha immediatamente alzato i toni e comunicato possibili dure reazioni. Se certamente da parte turca la questione presenta un tema identitario-esistenziale, sono le dinamiche geopolitiche a muovere il tutto. In primis, il precedente colloquio telefonico tra i due Presidenti conferma la consapevolezza degli USA di non poter alienare del tutto la Turchia, ancora fondamentale in ottica anti-russa e anti-iraniana. Dall’altro, la mossa della Casa Bianca mira però a frenare e delegittimare l’attivismo turco, anche proprio verso Armenia e Caucaso, con una rinnovata pluralità di strumenti. Paradossalmente, il tutto mentre la Turchia tenta di frenare il proprio isolamento smorzando i toni con l’Egitto.

(Samuele Abrami)

Iran, frutto della discordia. Nelle ultime settimane, i round negoziali di Vienna sul dossier del nucleare iraniano hanno riportato in auge il dibattito e le divergenze di interessi nel merito. Senza dubbio, l’Iran guardo di buon occhio alla possibilità che gli Stati Uniti possano allentare la precedente strategia della massima pressione, da leggersi come imperativo per controbilanciare l’influenza turca nella regione. Questo però rischia di scontentare il più prezioso alleato di Washington: Israele. Infatti, il sospetto della mano di Tel-Aviv dietro l’esplosione del sito nucleare iraniano di Natanz e gli attacchi alle postazioni filo-sciite in Siria sono indicativi dei timori di Tel-Aviv per il proprio interesse nazionale. A margine, Teheran vive però con le incognite delle prossime elezioni e continuare a guardare con sospetto al prezzo di lungo che potrebbero richiedere gli Stati Uniti, attenti a non frustrare eccessivamente gli israeliani e a non facilitare un rinnovato manovrismo iraniano.

(Samuele Abrami)

Federica Sulpizio, Samuele Abrami, Michele Magistretti e Sara Oldani



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Pakistan, attentato nei pressi dell'hotel che ospitava l’Ambasciatore cinese. Il 21 aprile, l’esplosione di un’autobomba ha provocato quattro vittime nella città di Quetta, nella provincia sud-occidentale del Balochistan. L’ordigno era collocato all’interno di un’autovettura lasciata nel parcheggio dell’hotel “Serena”, dove stava alloggiando una delegazione cinese guidata dall’Ambasciatore. Nel momento della deflagrazione, i diplomatici di Pechino non si trovavano nella struttura ricettiva e, pertanto, tra questi non risultano vittime. L’attentato è stato rivendicato da Tehrik-i-Taliban Pakistan, la cellula dei talebani pakistani. Il Balochistan, oltre ad essere popolato da gruppi islamici radicali, è caratterizzato dalla presenza di gruppi separatisti di etnia baloch. Questi, negli ultimi anni, si sono resi protagonisti di azioni contro la presenza cinese nella regione, considerata dal Dragone un luogo fortemente strategico nell’ambito della Via della Seta.

(Vincenzo Battaglia)

Francia, poliziotta uccisa a coltellate. Il 23 aprile, a Rambouillet, cittadina che dista una quarantina di km da Parigi, una funzionaria di polizia è stata uccisa a colpi di coltello. La donna, che non era in divisa, è stata aggredita mentre rientrava in commissariato dopo la pausa pranzo. L'attentatore, ucciso dalla polizia, è un uomo di nazionalità tunisina che si trovava in Francia dal 2009. Egli era incensurato e il suo nome non risultava nella lista di radicalizzati islamici monitorati dall’intelligence francese. Un testimone ha riferito che l’assalitore, al momento dell’attacco, avrebbe urlato “Allah Akbar”. Tuttavia, le autorità transalpine non hanno ancora confermato il movente terroristico e sono in corso le indagini.

(Vincenzo Battaglia)

Italia, arrestato l’armiere della strage di Nizza. Si tratta di un cittadino albanese di 28 anni, l’uomo arrestato durante l’operazione antiterrorismo condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. L'accusa è quella di aver fornito, nel luglio del 2016, supporto logistico agli attentatori di Nizza. Il giovane, su cui pendeva un mandato di arresto europeo, emesso dalle autorità francesi, è stato individuato nella località di Sparanise, nel casertano, dove viveva assieme alla compagna e al figlio. Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha espresso il suo encomio per l’avvenuta operazione, rimarcando l’importanza della cooperazione internazionale tra procure nella lotta al terrorismo.

(Davide Shahhosseini)

Ciad, il paese è nel caos dopo l’assassinio del presidente Déby. Durante uno scontro con i ribelli del Fronte per l’Alternanza e la Concordia (Fact), avvenuto nella provincia occidentale di Kanem, ha perso la vita il presidente Idriss Déby, a guida del Ciad dal 1990. Le tensioni erano divampate a seguito delle elezioni presidenziali dell’11 aprile, che hanno visto la rielezione di Déby per il sesto mandato consecutivo. L’ennesimo trionfo della stessa figura, a guida del paese da più di 30 anni, ha scatenato una violenta reazione da parte delle coalizioni anti-governative. Queste hanno iniziato a marciare verso la capitale, con l’obiettivo dichiarato di spodestare il presidente. Il vuoto di potere lasciato da quest’ultimo ha consegnato il paese nelle mani di una giunta militare, i cui primi passi sono stati sciogliere l’assemblea nazionale e nominare presidente ad interim il figlio di Déby, Mahamat Idriss. Così facendo, i militari hanno bypassato l’iter previsto in questi casi dalla costituzione – sospendendola de facto – fomentando così la frustrazione dei ribelli, i quali hanno annunciato che non cesseranno la loro avanzata verso N’Djamena.

(Davide Shahhosseini)

OSCE, conferenza sul contrasto al terrorismo: il punto sulla cooperazione a livello regionale. Tenutasi in modalità virtuale il 21 e 22 aprile, la conferenza ha trattato non soltanto il tema del contrasto al terrorismo, ma anche delle strategie di prevenzione e deradicalizzazione. L’evento ha visto la partecipazione di più di 500 persone tra rappresentanti degli Stati membri, di agenzie ONU, del mondo accademico e della società civile. Riconoscendo l’importanza della cooperazione interstatale, i vari interventi hanno sollevato le questioni più cruciali per programmare le politiche di counterterrorism nei prossimi anni: il ricorso, da parte di organizzazioni terroristiche, a piattaforme difficilmente controllabili, l’ascesa delle ideologie violente di estrema destra, il mancato rimpatrio di foreign fighters in Siria e Iraq e l’importanza di conciliare sicurezza collettiva e rispetto dei diritti umani.

(Laura Morreale)

USA, continuano gli arresti legati all’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio. Secondo John Carlin, procuratore generale ad interim del Dipartimento di Giustizia (sostituito il 21 aprile da Lisa Monaco), dal 6 gennaio l’FBI ha effettuato in media 4 arresti al giorno in relazione ai fatti di Capitol Hill. Questi numeri testimoniano la diffusione delle ideologie di estrema destra negli Stati Uniti, un fenomeno in crescita su cui anche la commissione del contrasto al terrorismo in seno al Consiglio di Sicurezza ONU si era espressa già lo scorso anno. Tra gli arrestati, membri di organizzazioni estremiste come Proud Boys e Oath Keepers.

(Laura Morreale)

Davide Shahhosseini, Laura Morreale e Vincenzo Battaglia



ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

UNICEF, “Nove volte più bambini migranti in Messico negli ultimi tre mesi”. Questo è quello che ha annunciato Jean Gough, il Direttore Regionale dell'UNICEF per l'America Latina e i Caraibi il 19 aprile. Nei numeri, dall'inizio del 2021 il numero dei bambini migranti dal Messico è salito da 380 a circa 3.500. Il Messico, diventato paese di origine, transito e ritorno, si trova quindi ad avere centri sovraffollati di bambini e famiglie che stanno cercando di spostarsi verso nord. Perciò l'UNICEF sottolinea l'alta percentuale di minori accompagnati e non tra la popolazione migrante, richiamando la necessità di migliorare i centri di assistenza, dato anche l'alto rischio di cadere vittima di estorsione, abusi sessuali, rapimenti e tratta.

(Sara Squadrani)

OIL, quella dal 19 al 23 aprile è la “Settimana Verde”. La ILO Green Week 2021 è una settimana dedicata allo sviluppo verde, e quindi sostenibile, che quest'anno si è posta l'obiettivo di rispondere alla domanda "come possiamo ricostruire e ricominciare meglio e in maniera più verde?". Il contesto è quello di un mondo che cerca di riprendersi dalle devastanti conseguenze economiche e sociali della pandemia di Covid-19. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro ha proposto una serie di eventi per trovare soluzioni sostenibili per l'ambiente e le nostre società, con la partecipazione di innovatori, imprenditori, esperti di politica e operatori ambientali provenienti da tutto il mondo.

(Sara Squadrani)

Giornata della Terra, il messaggio di A. Guterres. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha rilasciato il suo messaggio alla Comunità Internazionale il 22 aprile, in occasione della Giornata Internazionale della Terra. Il messaggio esorta ad impegnarsi per riportare il pianeta ad un nuovo equilibrio e a fare pace con la natura abbandonando il nostro atteggiamento "suicida" nei suoi confronti. Inoltre, Guterres ha ricordato che la ripresa dalla pandemia da Covid-19 è un'occasione per rendere il pianeta più pulito, più verde e più sostenibile. Il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) ha evidenziato la necessità di agire per contrastare il cambiamento climatico, in particolare attenendosi agli standard previsti dall'Accordo di Parigi.

(Sara Squadrani)

UNHCR, innegabile il legame tra cambiamento climatico e profughi. In occasione della Giornata della Terra, UNHCR ha sottolineato l’impatto dei disastri naturali legati alla crisi climatica sui flussi di rifugiati e di sfollati interni. Oltre a produrre nuovi profughi, eventi come alluvioni, siccità e cicloni colpiscono in modo più duro quelle popolazioni già sfollate, che vivono in condizioni precarie dal punto di vista abitativo e di accesso alle risorse. La capacità di prevenzione e adattamento nei confronti di potenziali disastri naturali in zone ad alta concentrazione di rifugiati e IDPs (internally displaced people) è uno dei settori a cui l’UNHCR sta prestando crescente attenzione. Si tratta di un riconoscimento importante, dato che ad oggi non esiste una legislazione internazionale sul riconoscimento di forme di protezione per i migranti climatici.

(Laura Morreale)

OMS, bilancio a un anno dal lancio di ACT-Accelerator. In occasione dell’anniversario, l’OMS ha pubblicato un rapporto per tracciare un quadro generale delle attività di ACT-Accelerator, il programma di cooperazione internazionale inaugurato il 24 aprile 2020 per sviluppare rapidamente dispositivi sanitari, cure e vaccini contro il COVID-19. L’obiettivo dell’alleanza era evitare che i trattamenti arrivassero troppo tardi per avere un impatto visibile sull’andamento della pandemia, come avvenuto durante precedenti emergenze sanitarie. Secondo il rapporto, questo traguardo è stato raggiunto, ma il suo effetto è oggi ridimensionato dalle disuguaglianze nell’accesso ai vaccini a livello globale, che colpisce particolarmente i paesi più poveri. Come ribadito dal Direttore Generale Tedros Adhanom Ghebreysus, “non possiamo sconfiggere il virus un paese o una regione alla volta”: l’immunizzazione collettiva è l’unico modo per prevenire la formazione di nuove varianti.

(Laura Morreale)

ITU, 24 aprile Giornata internazionale delle donne nel settore ICT. L’agenzia ONU per le telecomunicazioni internazionali (ITU) ha lanciato 10 anni fa l’iniziativa, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale all’importanza dell’educazione femminile nelle discipline scientifiche e tecnologiche. La rappresentanza femminile nel settore è ancora molto inferiore a quella maschile in tutto il mondo, con i gap più gravi nei contesti in cui l’accesso a internet e alla tecnologia è ancora molto basso. L’evento digitale organizzato dall’ITU è stato accompagnato da iniziative formative nella regione dell’Africa occidentale, che hanno coinvolto l’UNESCO, ma anche diverse aziende private, come Google e Sonatel.

(Laura Morreale)

Laura Morreale e Sara Squadrani

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Andrea Ghilardi: Europa occidentale e Unione Europea

Arianna Giannino: Europa Centro-Orientale e Russia

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, America Latina

Edoardo Cappelli: Diritti Umani, America del Nord

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Federico Brignacca: Diritti Umani

Ginevra Ricca: America Latina

Laura Morreale: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, Organizzazioni Internazionali

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

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Margherita Camurri: Asia ed Estremo Oriente

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Sara Squadrani: Africa Sub-Sahariana e Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

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