Framing The World, Numero LVI

  Articoli (Articles)
  Redazione
  29 marzo 2021
  38 minuti, 25 secondi

DIRITTI UMANI

Turchia, uscita dalla Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. È stata annunciata dal presidente Erdogan il 20 marzo e ha immediatamente suscitato lo sdegno delle donne turche, scese in piazza per manifestare, e dei governi di vari Paesi. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, la segretaria generale del Consiglio d’Europa, i governi tedesco, francese e italiano, tra gli altri, hanno criticato la decisione per cui una definita motivazione non è stata data. La Convenzione era stata firmata proprio ad Istanbul nel 2011 ed era entrata in vigore nel 2014, e rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante atto a proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza, nonché a prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica.

(Sara Squadrani)

Cina, “Rapporto del 2020 sulle violazioni dei diritti umani negli USA”. È stato pubblicato il 24 marzo dall'Ufficio per l'Informazione del Consiglio di Stato cinese. Pochi giorni prima, l'UE, USA e Canada avevano sanzionato vari funzionari cinesi responsabili della persecuzione dei musulmani uiguri dello Xinjiang. La Cina ha, in risposta, sanzionato dieci funzionari europei, oltre a pubblicare questo rapporto che intende mettere in luce debolezze e fallimenti degli USA nel suo compito di proteggere i cittadini, trattando “I drammi provocati dalla grave perdita di controllo dell’epidemia”, “Il caos politico causato dai disordini della democrazia all’americana”, “Il deterioramento delle condizioni di vita delle minoranze etniche a causa della discriminazione razziale”, “Le minacce alla sicurezza pubblica generate dalla continua turbolenza sociale”, “L’ingiustizia sociale aggravata dal sempre maggiore divario tra ricchi e poveri”, “Il disastro dei diritti umani provocato dallo spregio delle regole internazionali” - questi i titoli delle varie parti del rapporto.

(Sara Squadrani)

Ginevra, lo UNHRC approva risoluzioni contro le repressioni in Bielorussia e Myanmar. Alla quarantaseiesima sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, conclusasi tra il 22 e il 23 marzo, i quarantasette stati membri si sono espressi a favore dell’implementazione di una risoluzione per contrastare le violazioni dei diritti umani in Bielorussia e in Myanmar. In particolare, la risoluzione fa riferimento alla repressione del dissenso scaturita in seguito alla rielezione (con sospetti di brogli) di Lukashenko ad Agosto 2020, e l’utilizzo della forza da parte delle milizie che hanno operato il colpo di stato nel paese asiatico il primo febbraio scorso. Si prevede inoltre la continuazione delle indagini sui territori interessati da parte di organi indipendenti che si occupano della difesa dei diritti umani. Il governo di Minsk ha respinto le accuse e non ha riconosciuto la risoluzione, accusando l’ONU di voler interferire con gli affari interni del Paese. La giunta militare che governa in Myanmar, che rischia anche una futura azione giudiziaria presso la Corte Penale Internazionale, ha fatto lo stesso.

(Edoardo Cappelli)

Bangladesh, a cinquant’anni dall’indipendenza si rischia una deriva autoritaria a partito unico. Dall’indipendenza del 1971, il Bangladesh si è proposto (non senza fatica) come baluardo democratico della sua zona negli ultimi decenni. Con la pandemia da Coronavirus, però, molti intellettuali, giornalisti e artisti satirici sono stati detenuti in condizioni disumane per aver criticato le azioni del governo. Le istituzioni bengalesi hanno inoltre promulgato il Digital Security Act, che per molti attivisti è solo un mezzo per reprimere il consenso espresso online dai cittadini. In Bangladesh governa la Lega Popolare Bengalese di Sheikh Hasina da ormai 13 anni. Da allora, il Paese è cresciuto economicamente a ritmi esponenziali. Tuttavia, il governo Hasina è accusato da molteplici organizzazioni, tra le quali Amnesty International, di arresti fraudolenti, abusi di potere, omicidi e sparizioni. Nelle ultime due elezioni, nel 2014 e nel 2018, Hasina ha trionfato, ma il principale partito di opposizione (il Partito Nazionalista) non ne ha riconosciuto i risultati elettorali.

(Edoardo Cappelli)

Libano, negato l’accesso all’apprendimento a numerosi studenti rifugiati siriani. La crisi dell’istruzione si somma all’emergenza sanitaria globale e desta preoccupazione la situazione in Libano dove numerosi bambini rifugiati siriani non hanno accesso all’istruzione. La chiusura delle scuole per la pandemia ha danneggiato pesantemente il settore dell’istruzione per questa parte di popolazione che è ospitata da Turchia, Giordania, Iraq ed Egitto. “Dopo anni di promesse dei donatori di sostenere un’istruzione di qualità per tutti i bambini rifugiati siriani, la maggior parte dei bambini siriani in Libano non ottiene nulla” commenta Lotte Leicht, direttore dell’Unione Europea presso Human Rights Watch. I dati rilevano come nell’anno scolastico 2018-2015 solo il 42% dei circa 660.000 bambini siriani in Libano andava a scuola. Il tema dell’accesso all’istruzione è quindi prioritario e vede un peggioramento costante acuito dalla situazione emergenziale che il mondo sta vivendo.

(Federico Brignacca)

Una sentenza storica delle Nazioni Unite per lo Sri Lanka. La recente risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite costituisce una grande vittoria per le vittime di abusi dello Sri Lanka. In particolare, la risoluzione 46/1 del 23 marzo 2021, prevede l’istituzione di un processo di responsabilità per la raccolta, analisi e conservazione di crimini internazionali commessi nel Paese e che possono essere utilizzati in procedimenti penali futuri. “La storica risoluzione – ha dichiarato John Fisher, direttore di Ginevra a Human Rights Watchmostra che se la giustizia viene negata, le Nazioni Unite agiranno per garantire la responsabilità per le atrocità”. Il provvedimento adottato è in risposta al rapporto consegnato a gennaio dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, su come il governo dello Sri Lanka non sia in grado di garantire giustizia nella nazione.

(Federico Brignacca)

Federico Brignacca, Sara Squadrani e Edoardo Cappelli



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Wall Street, nuovi record ma… Per la 13 volta dall’inizio dell’anno, l’S&P 500 ha registrato un nuovo record storico, mentre il Dow Jones Industrial Average ha superato i 33,000 punti per la prima volta nella storia grazie ad un vero e proprio boom economico post-covid, al rialzo delle stime di crescita (arrivate al +7%) e al mercato del lavoro, previsto in forte miglioramento nelle prossime settimane. Questi record nascondono però alcune insidie. Nella stessa Wall Street, il Nasdaq vive giorni di volatilità ed è sceso il 7% sotto i record di metà febbraio; in Europa, la terza ondata di Covid-19 e le polemiche su AstraZeneca rischiano di far deragliare la fragile ripresa che si stava delineando, con il rischio di spingere nel baratro i Paesi più deboli dell’eurozona; in Asia, infine, persiste la debolezza sui mercati cinesi, anche a causa delle tensioni geopolitiche.

USA, nuove spese in vista. Appena approvato il pacchetto da 1.9 trilioni, l’amministrazione Biden si è rimessa al lavoro per ideare un piano ancora più ambizioso del valore di oltre 3 trilioni, che dovrebbe contenere investimenti infrastrutturali e finanziamenti per la transizione energetica. Ma visto lo stato delle finanze americane (vedi scorso numero), il piano sarà necessariamente coperto da maggiori tasse. Dalle indiscrezioni circolate, Biden intenderebbe: approvare il primo aumento delle tasse federali dal 1993, che andrebbe a colpire chi guadagna più di $400.000; portare la tassazione sulle aziende dal 21 al 28%; estendere la tassazione sugli immobili; aumentare il prelievo sulle plusvalenze per i più ricchi. Alcune misure, come la gratuità dei community college, si annunciano molto controverse.

Commercio, nuovo ostacolo. Non è un periodo facile per il commercio internazionale che deve destreggiarsi tra guerre commerciali, pandemia e una portacontainer di 400 m che blocca il Canale di Suez, la principale via di comunicazione tra Europa ed Asia. Il risollevamento della Ever Given, infatti, potrebbe richiedere una settimana o più, e generare così ulteriore stress in delle supply chain che sono già state portate al limite dal boom del commercio di beni fisici causato dal Covid-19 e dalla ripresa economica. Già a febbraio i principali porti asiatici e americani registravano incrementi del traffico merci del 40/50% rispetto al 2020, con code chilometriche di navi in attesa di entrare in porto, container introvabili in Asia e tariffe di trasporto cresciute di oltre il 230%. La chiusura del Canale, attraverso il quale passa il 25% del greggio e il 12% del commercio mondiale (pari a $9.6 miliardi al giorno) non dovrebbe però causare scarsità energetica in Europa, viste le ampie scorte e la bassa domanda.

Cina, boicottaggio nel retail. Sono passate poche ore tra l’annuncio che alcuni dei più importanti marchi dell’abbigliamento, tra cui H&M, Nike, Adidas e Burberry, avrebbero smesso di acquistare il cotone prodotto nello Xinjiang (per le note accuse di genocidio), e la reazione degli utenti dei social media e delle piattaforme e-commerce cinesi, con il sospetto di un appoggio silente del partito comunista. Da mercoledì scorso è di fatto impossibile acquistare prodotti di H&M su Alibaba, JD.com e Pinduoduo, ma risulta anche impossibile cercare i negozi della società sulle app di navigazione o prenotare un taxi verso un negozio, anche se non ci sono state restrizioni agli acquisti “fisici” negli stores. Per il momento, la reazione cinese si è limitata solo al marchio svedese, ma inserendosi la vicenda nei sempre più tesi rapporti tra Cina e Occidente, si teme che questo sia solo un primo passo, prodromo di altre più incisive misure.

Turchia, nuovo cambio al vertice. Lo scorso weekend il presidente turco Erdogan ha licenziato il governatore della banca centrale turca Naci Agbal, causando un vero e proprio terremoto sui mercati finanziari. É il terzo cambio di leadership dal 2019 ad oggi, ma questa volta i mercati sembrano aver perso buona parte della fiducia che riponevano nel Paese mediorientale: la lira turca ha perso oltre il 12%, la borsa di Istanbul il 9.9%. La decisione di Erdogan arriva dopo che Agbal ha aumentato ancora una volta i tassi di interesse per provare a controllare un’inflazione superiore al 15%, una mossa da manuale di economia ma che secondo il governo è la causa dell’inflazione stessa. La situazione economica della Turchia, già attanagliata da una crisi iniziata nel 2013 che ha fatto quasi dimezzare il Pil pro-capite in dollari, appare sempre più precaria.

Europa, tra ripresa e lockdown. La campagna vaccinale condotta in modo tutt’altro che impeccabile rischia di causare nuove pesanti perdite economiche per le maggiori economie del Vecchio Continente. La ripresa economica, concretizzatasi solo nel mese di marzo e segnalata dal miglioramento record dell’indice manifatturiero PMI (Eurozona a 52.5 in marzo, +3.7 su febbraio, il miglior passo dal 1997) trascinato dall’ottima performance dell’industria tedesca è già rischio a causa delle nuove restrizioni imposte dai governi nazionali e dal loro impatto sulla vita economica quotidiana. A poco servono i fondi stanziati dai governi, largamente insufficienti: se l’italia di Draghi ha appena approvato un pacchetto da €32 miliardi, Bloomberg ritiene che già da questa settimana il governo dovrà cercare finanziamenti per ulteriori €15 miliardi per ogni mese di crisi, appesantendo ancora di più il già impressionante debito pubblico.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Repubblica del Congo, elezione di Denis Sassou Nguesso. Il 23 marzo è stato annunciato l'esito delle elezioni presidenziali dal ministro dell'interno, che hanno assegnato l'ennesima vittoria al presidente Denis Sassou Nguesso con l'88,57% dei voti. La sua prima vittoria risale al 1979 e, dopo aver perso le elezioni nel 1992, ha riaffermato la sua posizione dal 1997 in modo continuativo. La sua rielezione nel 2009 sarebbe dovuta essere l'ultima (per un altro termine di 7 anni), ma nel 2014 Nguesso promosse una riforma costituzionale che rimosse il limite di 70 anni (oggi, lui ne ha 77) per concorrere alla presidenza e rimosse il limite di due mandati di 7 anni ciascuno in favore di 3 mandati da 5 anni. La democraticità delle elezioni è stata messa in dubbio, data anche la morte dell'avversario politico di Nguesso il giorno dopo la chiusura delle urne, ma il risultato resta confermato.

(Sara Squadrani)

Etiopia, confermata la presenza di truppe eritree nel Tigray. Lo scorso martedì il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha confermato, davanti al parlamento di Addis Abeba, il coinvolgimento di truppe eritree nel conflitto che attanaglia la regione del Tigray. Da tempo diverse indiscrezioni suggerivano un ruolo attivo di Asmara negli scontri contro il Tigray People’s Liberation Front. Tuttavia, per mesi, sia il governo etiope che quello eritreo hanno smentito categoricamente queste indiscrezioni. Di fronte, però, alle crescenti denunce da parte di numerosi attori internazionali, il governo etiope non ha più potuto negare l’evidenza. Abiy Ahmed, oltre a confermare la presenza di truppe straniere in territorio etiope, ha anche fermamente condannato, di fatto quindi confermando, diverse atrocità che proprio le forze eritree avrebbero commesso nella regione. A tal proposito si sono espresse le Nazioni Unite, affermando la volontà di lavorare insieme al governo di Addis Abeba per indagare sulle gravi violazioni dei diritti umani occorse nel Tigray.

(Andrea Ghilardi)

Sara Squadrani e Andrea Ghilardi



AMERICA DEL NORD

Stati Uniti, la campagna vaccinale basata su criteri anagrafici rischia di ingigantire discriminazioni razziali già acuite dalla pandemia. Negli Stati Uniti la prima fase del piano di vaccinazione dà priorità alle persone di almeno 75 anni d’età. Tuttavia, secondo il sito ProPublica, i dati demografici provenienti da tutto il Paese rivelerebbero che la vaccinazione sino ad ora ha coinvolto solamente il 5% degli afroamericani, che di contro rappresentano il 12% della popolazione totale. Questa disparità deriverebbe da una serie combinata di fattori che affliggono le comunità afroamericane. Al di là dei problemi strutturali, i dati sulla vita mostrano che in media un afroamericano, al contrario dei suoi concittadini bianchi, difficilmente raggiunge i 75 anni di età. Il Covid-19 ha rafforzato tutto questo, uccidendo un numero elevato di afroamericani tra i 65 e i 74 anni. Con l’avanzare del piano vaccinale e la diminuzione della soglia d’età necessaria per accedere al siero, queste ineguaglianze verranno attenuate, ma difficilmente saranno sconfitte.

(Edoardo Cappelli)

Boulder, Colorado. Dieci persone uccise in una sparatoria in un mercato. Il 23 marzo scorso, un uomo armato ha ucciso dieci persone, di età compresa tra i 20 e i 65 anni, in un mercato nella cittadina di Boulder, in Colorado. La polizia ha fermato l’unico sospettato, un ventunenne di nome Ahmad Al Aliwi Al Issa. Il movente è tuttora ignoto e le indagini sono ancora in corso. La sparatoria ha avuto luogo a meno di una settimana da un altro evento tragico che ha coinvolto otto persone ad Atlanta, di cui sei erano donne di origine asiatica. La tragedia ha riacceso il dibattito sulle armi in America e la pericolosità del terrorismo. Il presidente Biden si è espresso a favore dell’introduzione di un controllo più severo sulla vendita delle armi d’assalto. La sparatoria al mercato di Boulder rappresenta la settima uccisione di massa avvenuta durante la pandemia, secondo i dati forniti da Associated Press, USA Today e la Northeastern University.

(Edoardo Cappelli)

Le varianti colpiscono il Canada. Dopo settimane di relativa stabilità la curva dei contagi ha ricominciato ad impennarsi negli ultimi giorni. Le stime concordano nel prevedere circa 12 mila nuovi contagi al giorno a partire da settimana prossima. La causa di questa nuova crescita è da ricercare nella diffusione delle nuove varianti fra la popolazione. Queste infatti si diffondono più facilmente, alzando ulteriormente il tasso di ospedalizzazione con gravi ripercussioni sugli ospedali. Una buona notizia viene invece dalla campagna vaccinale: dopo la falsa partenza dei primi mesi, le vaccinazioni procedono a ritmo sostenuto ma ancora troppo lento per permettere di vedere a breve la luce in fondo al tunnel. Una speranza arriva con l’annuncio dell’arrivo di 1.5 milioni di dosi di vaccino Astrazeneca dal vicino statunitense.

(Lorenzo Bonaguro)

Lorenzo Bonaguro e Edoardo Cappelli



AMERICA LATINA

Argentina, negoziazioni con la Banca Mondiale. Martín Guzmán, Ministro dell’Economia, si è recato a Washington per negoziare il debito argentino. Il 23 marzo è stato raggiunto un accordo con la Banca Mondiale per lo stanziamento di 2000 milioni di dollari che finanzieranno le infrastrutture, il sistema sanitario, d’impiego, di protezione sociale e alcune misure per far fronte al cambiamento climatico. Già 420 milioni erano stati approvati a febbraio di quest’anno. L’accordo nasce dalla volontà di superare i problemi scaturiti dalla pandemia, ma anche da una visione di lungo termine del sistema politico, sociale ed economico argentino. I finanziamenti saranno approvati durante tutto il 2021 in modo graduale.

(Ginevra Ricca)

Cile, attacco alla tenuta familiare del presidente della Camera. Il 19 marzo Diego Paulsen, presidente della Camera dei deputati cilena, ha denunciato un attacco incendiario ai danni della sua proprietà familiare nella regione dell’Araucanía. Sebastián Piñera ha dichiarato che si tratta di un atto di guerriglia. Paulsen ha accusato le forze di polizia di inerzia rispetto a quanto accaduto, per non aver arrestato le persone colte in flagrante. Inoltre, Paulsen e altri parlamentari, appartenenti alla coalizione Chile Vamos, hanno chiesto al presidente Piñera di instaurare lo stato d’emergenza nel sud del Paese e di risolvere con un accordo politico il contrasto con gli indigeni mapuche dovuto al possesso delle terre. Paulsen ha comunque precisato che chiedendo lo stato d’emergenza non intende accusare gli indigeni ma agire direttamente contro i terroristi.

(Ginevra Ricca)

Colombia, questioni di confine. Il governo colombiano si dice preoccupato sia per gli scontri al confine con il Venezuela, sia per l’afflusso di rifugiati dal Paese vicino. La Defensoría del Pueblo colombiana ha dichiarato che sono circa 600 le persone immigrate in Colombia dal Venezuela a causa del conflitto a fuoco che ha avuto luogo tra la guerriglia e l’esercito di Maduro. Le istituzioni colombiane si sono mobilitate per rispondere all’emergenza, mettendo a disposizione i servizi necessari per i rifugiati, e chiedendo allo stesso tempo aiuto alle organizzazioni internazionali. Julio Borges, ex-deputato dell’opposizione venezuelana accolto dalla Colombia, ha accusato Maduro di supportare attività criminali all’interno del suo territorio e ha sottolineato che per sconfiggere il narcotraffico è necessario avere un esercito e istituzioni forti, obiettivo che il presidente venezuelano non ha intenzione di raggiungere, ha precisato.

(Ginevra Ricca)

Messico, si aggrava il bilancio della crisi umanitaria al confine con gli Usa. La morte per annegamento di un bambino di 9 anni mentre attraversava il fiume Rio Grande - barriera naturale tra USA e Messico - segna uno dei punti più drammatici della crisi migratoria al confine tra i due Paesi. Una crisi che negli ultimi anni ha visto milioni di persone - in fuga dai rispettivi Paesi di origine lacerati da povertà, corruzione e violenze di ogni genere - riversarsi in massa lungo la frontiera. Il cambio di rotta che ci si aspettava con l’elezione di Biden stenta a prendere piede. Al contrario, nei primi mesi del 2021 il trend – in termini di espulsioni – non ha registrato alcuna discontinuità rispetto alla gestione passata. Nell’incontro virtuale tra il Presidente messicano Obrador e Biden tenutosi ad inizio marzo, i due leader hanno convenuto sull’importanza di un impegno comune volto a supportare la crescita economica di quei Paesi dove in ultimo ha origine la maggior parte dei flussi migratori irregolari verso il nord America.

(Davide Shahhosseini)

Nicaragua, la lista nera degli USA e i danni degli uragani. Gli Stati Uniti hanno incluso il Nicaragua nella lista dei Paesi maligni che minacciano la sicurezza stessa dello Stato nordamericano. Gli USA hanno infatti sottolineato che il Nicaragua, così come Cuba e il Venezuela, apre le porte ad attori statali esterni e al crimine organizzato. Questa decisione contribuisce ad allontanare gli investitori stranieri - intimoriti dalle cattive relazioni tra i due Paesi - ma, ancora prima, dalla linea adottata dallo stesso regime Ortega. Intanto, in Nicaragua ancora mezzo milione di persone non hanno accesso all’acqua a causa dei danni provocati dagli uragani che hanno avuto luogo alla fine dello scorso anno. Interi villaggi sulle coste sono stati rasi al suolo e tuttora sono ridotti a un deserto desolato di macerie. La popolazione sopravvissuta abita ancora in strutture alberghiere.

(Ginevra Ricca)

Venezuela, guerriglia al confine. Il 21 marzo l’esercito venezuelano è stato impegnato in un’azione militare al confine con la Colombia, nella zona di Apure. Le notizie riguardo l’operazione militare sono state molto contrastanti. Secondo alcune fonti, la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (l’esercito di Maduro) ha combattuto contro le FARC che cercavano di entrare in Venezuela, mentre altre fanno addirittura riferimento a un tentativo di invasione da parte della Colombia. Invece, secondo altre fonti - che dichiarano la falsità di queste interpretazioni dei fatti - Maduro sta combattendo una precisa fazione delle FARC per sostenerne un’altra, guidata da due simpatizzanti del suo regime: Jesús Santric e Iván Márquez. Sembra che, a causa dello scontro armato, parte della popolazione si stia spostando verso la Colombia, pronta ad accoglierla.

(Ginevra Ricca)

Ginevra Ricca e Davide Shahhosseini



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Corea del Nord, Pyongyang lancia due missili balistici verso il Giappone. Il giorno della partenza della fiaccola olimpica, la Corea del Nord ha lanciato due missili balistici nel Mar del Giappone, compiendo la prima violazione dall’elezione del Presidente Biden. Dopo il lancio dei missili, sia il Giappone che la Corea del Sud hanno convocato riunioni straordinarie dei consigli di sicurezza dei rispettivi paesi. La ripresa dei test balistici da Pyongyang mette a rischio "la pace e la sicurezza della regione", sostiene il Primo Ministro giapponese Yoshihide Suga. Il Neopresidente americano, invece, ha dichiarato di rimanere aperto alla diplomazia, ma di essere anche pronto a rispondere se la Corea del Nord dovesse incrementare le violazioni.

Corea del Sud, i rapporti con gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Nelle scorse settimane il Presidente Biden ha confermato l’impegno americano nella protezione di Seul dai programmi nucleari e missilistici nordcoreani. Inoltre, i due paesi hanno stipulato un accordo per aumentare il sostegno finanziario sudcoreano alle forze militari americane nel paese. La Corea del Sud e l’Unione Europea stanno anche gradualmente sviluppando un legame di cooperazione bilaterale in materia di sicurezza, concentrandosi su quattro aree: la non-proliferazione ed il disarmo, la sicurezza informatica, la tecnologia spaziale e la diplomazia preventiva e la gestione delle crisi.

India, la nuova ondata di Covid-19 e la sospensione delle esportazioni del vaccino. Dopo un periodo in cui la situazione dei contagi sembrava essere sotto controllo, è arrivata in India un’altra ondata di Covid-19, che ha portato il paese a registrare circa 40 mila casi al giorno. La causa di questo nuovo picco è probabilmente l’eccessivo allentamento delle misure di contenimento del Paese. Questa nuova emergenza ha costretto Nuova Delhi a sospendere le esportazioni del vaccino AstraZeneca, mettendo in difficoltà specialmente paesi a basso reddito che, come previsto dal programma Covax, avrebbero dovuto ricevere gratuitamente le dosi.

Margherita Camurri



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Germania, dietrofront della Merkel. Niente lockdown pasquale. “Scuse storiche” scrive la Bild in merito al sorprendente cambio di direzione della cancelliera Angela Merkel. Solo due giorni dopo la decisione di indire un super lockdown nazionale durante le festività per Pasqua la Germania cambia direzione. Tali decisioni infatti “non entreranno in vigore” poiché "non sono realizzabili in poco tempo”, ha affermato la stessa Merkel di fronte al Bundestag. La cancelliera si è pubblicamente scusata, addossandosi le responsabilità di questo errore compiuto però con le migliori intenzioni, quelle di frenare la terza ondata e di ridurre i contagi. Questo gesto è stato accolto molto positivamente dall’opinione pubblica e dalla stampa tedesca, che ha evidenziato come queste scuse confermino la grande capacità di autoriflessione e flessibilità della propria cancelliera.

(Andrea Ghilardi)

Unione Europea, varate nuove regole sull’export dei vaccini. Venerdì 26 marzo la Commissione Europea ha dato il via al meccanismo rafforzato per l'export dei vaccini prodotti nell’UE. Questo meccanismo introduce la “reciprocità” e la “proporzionalità” tra i criteri utilizzati per verificare che le esportazioni di stock vaccinali non rappresentino una minaccia per l’approvvigionamento dei vaccini nei paesi dell’Unione. Una casa farmaceutica, con un contratto già stipulato con l’UE, per esportare fuori dall’Unione dosi di vaccino prodotte in stabilimenti situati in paesi membri deve ora presentare domanda alle autorità nazionali, che esprimono un parere e lo notificano alla Commissione, a cui spetta la decisione finale. Tale provvedimento nasce dalle numerose richieste di maggiore fermezza nei confronti delle aziende inadempienti ai propri doveri contrattuali stipulati con l’UE.

(Andrea Ghilardi)

Germania, la Corte costituzionale tedesca blocca il Recovery Fund. La Corte Suprema tedesca ha sospeso la ratifica del Recovery Fund, già approvato in entrambe le camere del Parlamento tedesco, a causa di un ricorso d’urgenza presentato dall’economista Bernd Lucke, fondatore ed ex membro del partito di ultradestra AfD. Il presidente della repubblica Frank-Walter Steinmayer non può quindi procedere alla ratifica del Recovery Fund fino a quando la corte non avrà esaminato la legittimità costituzionale del provvedimento.

(Andrea Ghilardi)

Unione Europea, tornata elettorale in Olanda e Germania. Sono state settimane importanti per Angela Merkel e Mark Rutte. In Olanda, alle elezioni generali, il partito del premier uscente si è visto riconfermare la fiducia da parte dei cittadini, ottenendo due seggi in più rispetto alla scorsa legislatura. Sono partite le trattative per formare un governo di coalizione con i cristiano-democratici e con D-66, partito di centro-sinistra che ha raggiunto un ottimo risultato. Ad Angela Merkel è andata sicuramente peggio: nei due lander in cui si votava i cristiano-democratici hanno subito un netto calo di consensi. Sono stati premiati dai cittadini, invece, i verdi e l’SPD che hanno vinto rispettivamente in Baden Wuerttemberg e in Renania Palatinato.

(Leonardo Cherici)

Unione Europea, scambio di sanzioni con la Cina. L’Unione Europea, insieme a Stati Uniti, Canada e Regno Unito, hanno imposto sanzioni nei confronti di alcuni funzionari cinesi per le violazioni dei diritti umani attuate nei confronti della minoranza uigura nella regione dello Xinjiang. La risposta di Pechino non si è fatta attendere. Il governo cinese, infatti, ha sanzionato una decina di cittadini europei, compresi cinque europarlamentari. Borrell ha dichiarato che le sanzioni sono inaccettabili e che si tratta di una tattica adottata dalla Cina per non rispondere alle accuse che le vengono rivolte. Le relazioni fra le grandi potenze hanno subìto un netto peggioramento nel corso di questi primi mesi del 2021.

(Leonardo Cherici)

Unione Europea, si riunisce il Consiglio. Al Consiglio Europeo del 25 marzo l’atmosfera non è stata delle migliori. Nonostante i leader europei avessero in agenda numerose tematiche, la discussione si è concentrata quasi esclusivamente sulla campagna vaccinale che ancora procede a rilento. Mario Draghi ha espresso il proprio sostegno ad un eventuale meccanismo di blocco dell’export di vaccini, qualora le case farmaceutiche non rispettino gli impegni presi. La Commissione rischia di finire sul banco degli imputati per il modo in cui ha gestito la questione vaccini e questo potrebbe aver importanti ricadute a livello politico. Al vertice, ha partecipato per un breve momento anche il Presidente americano Joe Biden che, però, non si è sbilanciato sulle forniture di vaccini, deludendo coloro che si aspettavano già un diretto sostegno da parte di Washington.

(Leonardo Cherici)

Leonardo Cherici e Andrea Ghilardi



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Lesa maestà in Polonia. Dopo il caso del rapper catalano Pablo Hasel, incarcerato per insulti alla Corona spagnola, un altro caso simile è avvenuto in queste settimane in Polonia, riaccendendo il dibattito sulla libertà di parola all’interno dell’Unione Europea. A novembre il giornalista e scrittore Jakub Zulczyk ha postato un tweet dove definiva il presidente Duda “moron”. Questo potrebbe costargli una sentenza di tre anni di carcere. Al momento in Polonia sono vigenti sette leggi che criminalizzano gli insulti contro i simboli dello Stato, la religione e ovviamente le figure istituzionali e persino le bandiere di altre nazioni. Tutte queste leggi comportano anche la sentenza di condanna a pena detentiva. In un report OSCE del 2017 la Polonia figurava in cima a una lunga lista di Paesi classificati in base al numero di leggi di tale genere.

(Lorenzo Bonaguro)

Russia, nelle ultime ventiquattro ore sono stati registrati 9.221 nuovi contagi da Coronavirus. Ieri i nuovi contagi in Russia sono stati 9.221. Il totale dei contagi accertati in Russia da inizio pandemia viene ora aggiornato a 4.492.692, ha comunicato alla stampa stamane a Mosca il Centro per la lotta al Coronavirus della Federazione.“Nelle ultime ventiquattro ore in Russia sono stati registrati 9.221 nuovi casi di contagio da Coronavirus, di questi 1.173 risultano privi di manifestazioni cliniche al momento, per tanto asintomatici”, si legge nel bollettino. Il totale dei contagi accertati nella Federazione sale a 4.492.692, il tasso di incremento giornaliero è allo 0,21%. Nelle ultime ventiquattro ore vi sono stati 393 decessi per causa o concausa Covid-19. Sono 286.799 i casi attivi attualmente sotto osservazione. Mosca ieri ha registrato 49 decessi e 1.787 nuovi casi di contagio. San Pietroburgo è la seconda città più colpita – ieri ha registrato 804 nuovi casi e 37 decessi.

(Arianna Giannino)

EMA in Russia per testare il vaccino russo “Sputnik V”. L'Agenzia europea per il farmaco (EMA) sta pianificando una missione in Russia per ispezionare i siti di produzione del vaccino anti-Covid “Sputnik V” nell'ambito della sua valutazione relativa all'autorizzazione del farmaco nell'UE. Lo ha reso noto la responsabile dell'EMA, Emer Cooke, in un'audizione all'Europarlamento. "Stiamo attualmente preparando ispezioni nei siti dei test clinici e di produzione in Russia” - ha affermato - “Colgo questa opportunità per ribadire ancora una volta che siamo impegnati ad applicare gli stessi standard e controlli per questa valutazione come per qualsiasi altra valutazione scientifica". Cooke non ha precisato quando si terrà questa missione ma il Ministro della sanità russo Mikhail Murashko ha anticipato che dovrebbe tenersi il 10 aprile.

(Arianna Giannino)

Arianna Giannino e Lorenzo Bonaguro

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Egitto, il disastroso blocco del Canale di Suez. Le grandi opere sono notoriamente più suscettibili di provocare enormi problemi e ciò è ancor più vero se prendiamo ad esempio il Canale di Suez. Bloccato nella storia per guerre o pandemia, questa volta a ostruire la via che collega il Mar Rosso al Mediterraneo e dal quale transita all’incirca il 10% del commercio globale (soprattutto legato al petrolio) è stata una manovra azzardata di una gigantesca nave portacontainer giapponese. Così, da martedì 23 fino a lunedì 29 marzo la “MV Ever Given” è rimasta incastrata diagonalmente a nord dell’ingresso meridionale del Canale, vicino la città di Suez. Dopo il fallimento di diversi tentativi di rimettere a galla la nave arenata, nella giornata di lunedì la Ever Given è stata dapprima raddrizzata e poi disincagliata, permettendo finalmente la ripresa della navigazione nel Canale. La nave era finita fuori rotta in seguito ad una violenta tempesta di sabbia che ha avuto luogo martedì, compromettendo la visibilità del comandante. L’Autorità del Canale ha accolto con favore aiuti internazionali per risolvere la situazione che hanno sortito gli effetti sperati. In questo modo le navi dapprima in coda nel Canale non dovranno rivalutare la rotta più lunga, antica e non priva di pericoli per giungere al Mediterraneo: la circumnavigazione del Corno D’Africa.

(Federica Sulpizio)

Egitto, problemi interni nell’ambito dei trasporti e delle costruzioni. L’Egitto pare essere nell’occhio del ciclone per una serie di sfortunati eventi occorsi nel giro di pochi giorni. Venerdì 26 marzo due treni – uno proveniente da Assuan e diretto al Cairo, l’altro da Luxor ad Alessandria – si sono scontrati provocando la morte di 32 persone e ferendone ben 165. L’incidente è avvenuto nel governatorato di Sohag, dove sono state immediatamente inviate una settantina di ambulanze con diverse squadre mediche. Dalle prime indagini, le cause della collisione sarebbero da rintracciare in un errore umano: una persona non identificata avrebbe attivato un freno di emergenza che ha fatto sì che uno dei due treni si trovasse erroneamente bloccato sui binari che si apprestavano ad accogliere l’arrivo di un altro treno. C’è però da sottolineare che in molti invocano un ammodernamento del sistema ferroviario egiziano, ritenuto obsoleto e per questo teatro di molti incidenti negli ultimi anni. Ma non è l’unica tragedia di questa prima settimana di primavera: l’ennesimo crollo di un edificio residenziale al Cairo ha causato, il 27 marzo, la morte di almeno cinque persone e il ferimento di una trentina.

(Federica Sulpizio)

Tunisia, passi in avanti nello spazio e nel dialogo nazionale. Dopo tre anni di duro lavoro, è finalmente in orbita nello spazio il primo satellite sviluppato con esperienza e competenze tunisine dalla Talnat Company, situata nel governatorato di Sfax. La missione del satellite “Challenge One” durerà dai 5 ai 7 anni. Per quanto riguarda l’arena politica, il governo si è detto disposto ad intraprendere un programma di dialogo nazionale che preveda un’ampia partecipazione dei giovani attraverso i moderni strumenti di comunicazione. Inoltre, il 26 marzo la Banca Mondiale ha approvato un finanziamento aggiuntivo di 100 milioni di dollari per il “Tunisia Covid-19 Response Project” con il fine di consentire un accesso più economico ed equo ai vaccini nel Paese, così che Tunisi possa mettere in atto la strategia nazionale di vaccinazione che prevede l’iniezione del siero per almeno il 50% della popolazione entro la fine del 2021.

(Federica Sulpizio)

Turchia, ultimo tango a Bruxelles. Fanno sicuramente scalpore notizie come il ritiro di Ankara dalla Convenzione di Istanbul, ma tali mosse hanno ragioni più profonde. Il recente Consiglio Europeo ha confermato che l’UE necessità della Turchia per tenere aperti i canali commerciali e per fronteggiare pragmaticamente questioni come l’immigrazione. Parimenti, gli Stati Uniti non possono permettersi di alienare un, seppur ambiguo, bastione NATO in Medio Oriente. Se certamente tali posizionamenti arrecano potere contrattuale, la leadership turca vive però sonni poco tranquilli. Con una lira turca ai minimi storici e una pesante polarizzazione socio-politica, l’ultimo congresso del partito AKP ha segnalato come il Presidente Erdoğan debba sempre più soppesare ogni decisione con le pressioni degli alleati di governo ultranazionalisti. Emblematica in tal senso la prospettiva di ulteriori strette autoritarie, la proposta di chiudere il partito filo-curdo HDP e, per ultima, l’idea di indire elezioni anticipate rispetto al 2023.

(Samuele Abrami)

Iran, a proposito di “colli di bottiglia”. Proprio nei giorni in cui una nave incagliata nel canale di Suez mostra la crucialità degli snodi marittimi, le acque dello stretto di Hormuz minacciano nuove burrasche. Infatti, diverse fonti accusano l’Iran per il recente attacco missilistico avvenuto ai danni di una nave cargo israeliana. Se indubbiamente le schermaglie tra Teheran, Israele e paesi del Golfo non costituiscono un’assoluta novità, questa volta modalità e tempistiche potrebbero essere particolarmente rivelatrici. Da un lato, l’operazione iraniana potrebbe essere una risposta muscolare al report di Haretz, secondo cui i droni israeliani avrebbero negli ultimi tempi inflitto pesanti colpi ai canali di approvvigionamento della Repubblica Islamica verso Hezbollah e Siria. Dall’altro, aumentano le preoccupazioni del Golfo di vedere i propri interessi economici lesi da tale conflitto a bassa intensità. E dalla prospettiva degli USA, il delicato equilibrio rischia seriamente di compromettere ogni progresso nella questione del nucleare iraniano.

(Samuele Abrami)

Israele, nuove elezioni e nuovo stallo. Dopo uno spoglio durato più giorni e che non ha fatto mancare sorprese, il paese vede concretamente il rischio di tornare nuovamente a votare. Il partito di Bibi, il Likud, rimane in testa ma perde alcuni seggi. I suoi alleati ultra-ortodossi non vedono variare il proprio numero di scranni e fa la sua entrata nel parlamento israeliano, la Knesset, il partito di estrema destra di Bezalel Smotrich. Il blocco anti-Netanyahu, formato da partiti di centro-sinistra, liberal, arabi e nazionalisti laici sembra troppo eterogeneo per riuscire a governare e comunque non raggiunge quota 61 seggi. Diventano quindi determinanti gli islamisti di Ra’am ed i nazional-conservatori di Yamina. Il veto del partito di Smotrich riguardo la collaborazione con gli islamisti pone però alcune difficoltà a Netanyahu nella formazione del nuovo governo.

(Michele Magistretti)

Libia, la diplomazia internazionale sostiene il processo di transizione. Il primo capo di Stato straniero ad aver visitato il Paese dopo l’insediamento del nuovo governo è il presidente della Tunisia, Kais Saied. Il politico tunisino ha incontrato il capo del Consiglio presidenziale, Mohamed al-Menfi e ha sottolineato la necessità di continuare sulla via del dialogo interno, augurandosi l’espulsione di tutti i mercenari presenti nel Paese. Secondo alcune fonti ammonterebbero a 20 mila unità. Successivamente hanno visitato il Paese il ministro degli Esteri italiano ed i suoi omologhi francese e tedesco, i quali hanno ribadito il pieno sostegno al processo di transizione da parte delle nazioni europee. Al termine dell’incontro lo stesso ministro degli Esteri libico, Najla al-Mangoush ha esortato le potenze straniere coinvolte da anni nel conflitto libico a ritirare i propri mercenari.

(Michele Magistretti)

Federica Sulpizio, Samuele Abrami e Michele Magistretti



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Niger, attacco contro tre villaggi. Domenica 21 marzo, il Niger ha assistito alla pagina più sanguinosa della sua storia, in riferimento agli attentati di matrice jihadista. Un gruppo armato ha perpetrato tre attacchi coordinati nei villaggi di Intazayene, Bakorat e Akifakif, nella regione sud-occidentale di Tahoua, al confine con il Mali. Secondo il racconto di un funzionario locale, gli assalitori, arrivati in moto, hanno sparato “contro tutto ciò che si muoveva”. L’attacco, che ha provocato la morte di 137 persone, è sintomo del progressivo aggravarsi delle condizioni di sicurezza nel Paese africano, anzitutto nelle zone confinanti con il Mali, ove operano cellule terroristiche legate all’ISIS o ad al-Qaeda.

(Vincenzo Battaglia)

Italia, espulso cittadino tunisino che istigava alla jihad. A seguito delle indagini condotte dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri, il 17 marzo è stato espulso e rimpatriato in Tunisia il cittadino straniero Nasir Nairi, 28 anni e irregolare in Italia. Lo scorso ottobre, al termine di una funzione religiosa presso una moschea di Torino, Nairi si era avvicinato all’Imam elogiando l’attentatore parigino responsabile della morte del professore Samuel Paty. Successivamente, accolto in una centro di accoglienza straordinario perché positivo al Covid, ha minacciato di tagliare la gola ai sanitari. Una volta dimesso, il cittadino tunisino è stato associato ad un centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), dove ha più volte esternato la propria volontà di compiere attentati in Italia. Inoltre, ha anche istigato i suoi connazionali alla rivolta nel CPR e concorso al danneggiamento di alcuni mobili abitativi.

(Vincenzo Battaglia)

Mozambico, attacco jihadista a Capo Delgado. Mercoledì 24 marzo, un commando di terroristi ha attaccato la città di Palma, nella provincia settentrionale di Capo Delgado. Sono state prese di mira le aree residenziali e centrali e, secondo le fonti locali, circa 180 persone sono rimaste intrappolate in un hotel della città. Le forze armate locali hanno intrapreso un’offensiva contro le forze jihadiste e gli scontri si sono prolungati anche nei giorni successivi. L’attentato è avvenuto lo stesso giorno in cui la Total ha dato l’annuncio della ripresa dei lavori in un sito non distante dalla città assediata. Dal 2017, la provincia di Capo Delgado è alle prese con l’insorgenza di gruppi jihadisti vicini allo Stato Islamico, che, sino ad ora, ha provocato più di 2.500 vittime e costretto circa 700.000 persone alla fuga dalle proprie abitazioni.

(Vincenzo Battaglia)

Indonesia, attentato contro una chiesa cattolica. Nel giorno della Domenica delle Palme, due attentatori (un uomo e una donna), a bordo di una motocicletta, si sono fatti esplodere davanti ad una chiesa a Makassar, nell’isola indonesiana di Sulawesi. Il bilancio è di due vittime (i terroristi) e di circa venti feriti. Le autorità locali hanno accusato dell'attacco il gruppo Jamaah Ansharut Daulah, affiliato all’ISIS e autore degli attentati kamikaze contro tre chiese nella località di Surabaya nel 2018.

(Vincenzo Battaglia)

Iraq, continuano le operazioni antiterrorismo e incertezza su ritiro truppe USA. Fonti governative irachene hanno reso note le recenti operazioni antiterrorismo nel Paese, tra cui una serie di raid aerei nella notte tra il 25 e il 26 marzo, che hanno colpito presunti rifugi ISIS nell’area montuosa a nord di Tikrit, tra il governatorato di Kirkuk e Salah al-Din. Si discute intanto del possibile ritiro delle truppe statunitensi dal paese, già notevolmente ridotte nell’ultimo anno: il governo di Al-Kadhimi ha chiesto ufficialmente una riapertura dei negoziati bilaterali, dopo quelli della scorsa estate, per stabilire le modalità di evacuazione dei rimanenti militari USA. Quasi certamente, non si tratterà di un ritiro totale: alcuni contingenti rimarranno a supporto dell’esercito iracheno, per “evitare che l’ISIS si ricostituisca”.

(Laura Morreale)

Siria, nel campo di al-Hol l’allarme UNICEF sul deterioramento della situazione della sicurezza. La struttura nel nord-est siriano, dove sono detenute approssimativamente 70 mila persone (di cui circa 40mila siriani) precedentemente stanziate nei territori dello Stato islamico, è stata definita più volte un incubatore del terrorismo. Secondo un recente comunicato dell’UNICEF, la situazione securitaria nel campo è molto critica: soltanto nel 2021 ci sarebbero stati 40 omicidi, di cui 16 nel mese di marzo. I recenti episodi di violenza hanno coinvolto anche due detenuti minorenni. Le SDF curdo-siriane che controllano l’area starebbero organizzando una nuova operazione sicurezza nel campo, con il supporto militare degli alleati statunitensi, per rispondere all’aumento della violenza e dei tentativi di fuga.

(Laura Morreale)

USA, otto vittime in un assalto armato contro tre centri benessere di Atlanta. Non è ancora chiaro che cosa abbia innescato la furia omicida del 21enne Robert Aaron Long. Nella tarda serata di mercoledì 17 marzo, armato di pistola, ha fatto irruzione in tre differenti centri spa di Atlanta, uccidendo sette donne (sei di origine asiatica) e un uomo. Tuttavia, la Polizia di contea ha escluso al momento la pista dell’odio razziale come matrice alla base dell’attacco. Lo stesso assalitore avrebbe motivato il gesto come “metodo risolutivo” contro quella che lui ha definito essere una vera e propria dipendenza, che lo aveva trasformato in un frequentatore abituale dei diversi saloni di bellezza della città. Long, in passato, sarebbe stato ricoverato in una clinica di riabilitazione per cure legate al sesso. L’episodio ha scosso profondamente la comunità americana di origine asiatica, già provata da un considerevole incremento – dall’avvento della pandemia – di episodi di intolleranza, in merito ai quali anche il neo Presidente Biden si è espresso.

(Davide Shahhosseini)

USA, “esplosione” di Nashville: per l’FBI non si è trattato di un atto terroristico. Nel gesto suicida di Anthony Quinn Warner – l’uomo fattosi esplodere all’interno del suo camper lo scorso 25 dicembre nel Tennessee – l’indagine della Polizia federale non ha rinvenuto elementi sufficienti perché possa essere ritenuto un attentato terroristico. Sebbene l’esplosione abbia ferito una decina di persone, per i federali quello di Warner è stato un atto esclusivamente autolesivo, che ha avuto come unico obiettivo quello di mettere fine alla propria vita. Le indagini, infatti, non hanno rilevato motivazioni di carattere ideologico e/o politico alla base dell’atto estremo. Warner, secondo alcune indiscrezioni, era affetto da disturbi psichici che negli ultimi anni lo avevano portato ad isolarsi, fino a tagliare ogni legame con gli ambienti che frequentava.

(Davide Shahhosseini)

Davide Shahhosseini, Laura Morreale e Vincenzo Battaglia



ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

Consiglio d'Europa, conclusioni riguardo la Carta Sociale Europea. Il Comitato Europeo dei Diritti Sociali (ECSR) del Consiglio d'Europa è l'ente incaricato di supervisionare il rispetto dei diritti economici e sociali sanciti dalla Carta Sociale Europea. Il 24 marzo ha pubblicato le sue conclusioni sul rispetto delle disposizioni relative all'impiego, alla formazione e alle pari opportunità - in riferimento al periodo 1° gennaio 2015 - 31 dicembre 2018. Su 33 stati esaminati, 349 sono le conclusioni adottate, di cui 152 sono di non conformità, 97 di conformità e 100 contengono dei rinvii per impossibilità di valutazione. I principali progressi nell'applicazione della Carta sono stati riscontrati in Germania, Lituania, Repubblica Slovacca, Andorra, Lituania, Slovenia, Austria, Danimarca, Albania, Andorra, Montenegro, Romania.

(Sara Squadrani)

Consiglio ONU per i Diritti Umani, i risultati della 46esima sessione. Tenutasi tra il 22 febbraio e il 23 marzo, la prima delle sessioni regolari del 2021 si è conclusa con l'adozione di 76 documenti e 14 revisioni periodiche relative a 14 paesi presi in esame. Questa sessione del Consiglio per i Diritti Umani ha visto una rinnovata presenza degli Stati Uniti dopo due anni e mezzo di assenza, che hanno inoltre annunciato la loro candidatura per ottenere un seggio in seno al Consiglio per il mandato 2022-2024.

(Sara Squadrani)

Vertice NATO: USA rilanciano l’alleanza. I Ministri degli esteri dei paesi membri si sono incontrati a Bruxelles il 23 e 24 marzo, per discutere le future sfide dell’organizzazione, in linea con il programma Nato 2030. Le priorità della nuova amministrazione statunitense, decisa a consolidare le sinergie con gli alleati europei dopo la presidenza Trump, saranno il contrasto alla Russia, cui si oppone non solo sul fronte geopolitico ma anche della cybersecurity, e alla Cina, considerata la nuova minaccia agli interessi statunitensi. Ma le nazioni europee, pur condividendo la linea generale che le ha portate di recente ad adottare sanzioni contro la Russia e la Cina, sono un po’ meno rigide sulla possibilità di mantenere canali aperti con questi paesi: è il caso, ad esempio, del gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2, fortemente osteggiato prima da Trump e ora da Biden.

(Laura Morreale)

OMS: disuguaglianze sui vaccini, un “affronto morale”. Lo ha dichiarato il Direttore generale dell’organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in merito alle disparità nell’accesso ai vaccini a livello globale. Mentre alcuni paesi hanno già un programma vaccinale avanzato, molti altri contano sulle riserve messe a disposizione tramite il programma COVAX, che tuttavia ha subito diversi ritardi. Le disuguaglianze nei piani vaccinali potrebbero avere effetti sanitari controproducenti: immunizzare soltanto una parte della popolazione mondiale, lasciando indietro una consistente fetta di umanità, favorirebbe lo sviluppo di varianti, intaccando potenzialmente l’efficacia dei vaccini finora prodotti. Soltanto lo 0,1% dei vaccini somministrati ad oggi nel mondo è stato fatto nei paesi a basso reddito.

(Laura Morreale)

Laura Morreale e Sara Squadrani



Framing The World un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Andrea Ghilardi: Europa occidentale e Unione Europea

Arianna Giannino: Europa Centro-Orientale e Russia

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, America Latina

Edoardo Cappelli: Diritti Umani, America del Nord

Federica Sulpizio: Medio Oriente e Nord Africa

Federico Brignacca: Diritti Umani

Ginevra Ricca: America Latina

Laura Morreale: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, Organizzazioni Internazionali

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Leonardo Cherici: Europa occidentale e Unione Europea

Lorenzo Bonaguro: America del Nord, Europa Centro-Orientale e Russia

Margherita Camurri: Asia ed Estremo Oriente

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Squadrani: Diritti Umani e Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale



Condividi il post

L'Autore

Redazione

Categorie

Tag

FtW