Framing the World, Numero LV

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  Redazione
  15 marzo 2021
  35 minuti, 41 secondi

DIRITTI UMANI

Human Rights Watch, un report sul primo anno di pandemia. Dal titolo “Scelte future. Tracciare un'uscita equa dalla pandemia di Covid-19”, è il report di HRW pubblicato il 4 marzo, che racconta di come la pandemia da Covid-19 abbia provocato molteplici limitazioni dei diritti umani. Da un lato le misure restrittive varate dai governi hanno avuto ripercussioni sociali ed economiche, ma sono state anche impiegate come pretesto per acquisire più potere e limitare i diritti umani - argomenta il report. Dall’altro, l’emergenza sanitaria ha esposto i limiti strutturali dei sistemi di protezione dei diritti dei cittadini. A distanza di un anno dall’inizio della crisi, con la circolazione dei vaccini, si esortano le autorità statali a seguire i principi fondamentali da rispettare quando si attuano restrizioni dei diritti fondamentali: proporzionalità, necessità e legalità.

(Sara Squadrani)

Myanmar, la risposta contro le proteste anti-golpe continua ad essere violenta. Il 3 marzo, 39 manifestanti sono rimasti uccisi negli scontri con le forze dell'ordine, che hanno agito anche con detenzioni di civili, tra i quali compaiono rappresentanti della Lega Nazionale per la Democrazia. Due di questi sono in seguito deceduti in carcere per le ferite riportate: Khin Maung Latt e Zaw Myat Linn. In aggiunta, la junta militare ha revocato la licenza a 5 organi di stampa al fine di reprimere la diffusione di informazioni pro-proteste. Il 10 marzo il Consiglio di Sicurezza ONU ha condannato per la prima volta tali violenze contro i manifestanti pacifici. Il Consiglio ha infine riaffermato il suo supporto alla popolazione del Myanmar, e al loro impegno per la tutela della sovranità, dell'indipendenza politica, dell'integrità territoriale e dell'unità.

(Sara Squadrani)

Tunisia, naufragio di due imbarcazioni. Il 9 marzo le autorità tunisine hanno recuperato i corpi di 39 migranti, di cui 4 bambini, e soccorso 165 persone dal naufragio delle imbarcazioni a largo di Sfax, ad est della Tunisia. Ulteriori ricerche sono in corso. Le imbarcazioni erano partite la notte precedente, ma non è ancora chiaro come sia avvenuto il naufragio. Quel che è certo è che le due barche erano malmesse e sovraccariche, e che l'origine dei migranti a bordo sia sub-sahariana. La Tunisia si conferma quindi uno dei Paesi da cui i migranti partono per raggiungere l'Italia, mentre il loro numero si conferma in aumento.

(Sara Squadrani)

Algeria, declassificazione di documenti sulla guerra d’indipendenza. Il 9 marzo, il Presidente francese E. Macron ha accolto le richieste della comunità accademica circa l’accesso ai documenti attualmente secretati risalenti a più di 50 anni fa. Il processo di declassificazione riguarderà i documenti fino al 1970 incluso, tra i quali quelli relativi alla guerra d’Algeria. Questo passo si trova in continuità con il riconoscimento della responsabilità francese per episodi di tortura commessi in Algeria, riconoscimento avvenuto nel 2018 e nei primi giorni di marzo 2021. Accanto a questa azione del governo francese, verrà avviato un lavoro legislativo per riformare la coerenza tra il codice del patrimonio e il codice penale, al fine di tutelare sicurezza e difesa nazionali.

(Sara Squadrani)

L’Unione Europea è “LGBTIQ Freedom Zone”. In risposta alle azioni restrittive nei confronti della popolazione LGBTIQ in alcuni Paesi dell’Unione Europea, il Parlamento europeo ha dichiarato l’Unione una “LGBTIQ Freedom Zone”. Nella risoluzione approvata il riferimento è a Polonia e Ungheria, dove negli ultimi mesi si sono verificati episodi di discriminazione e attacchi anche da parte di autorità pubbliche, media e funzionari eletti. “Le persone LGBTIQ nell’Unione Europea dovrebbero godere ovunque della libertà di vivere e mostrare pubblicamente il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere senza timore di intolleranza, discriminazione o persecuzione” commentano i deputati. La presa di posizione del Parlamento europeo vuole richiamare ogni Stato membro a proteggere e promuovere l’uguaglianza e i principi fondamentali che sono diritti di tutti.

(Federico Brignacca)

Nagorno-Karabakh, i sopravvissuti alle detenzioni illegali raccontano cosa è accaduto. Nello scorso autunno si è verificata un conflitto tra Armenia e Azerbaigian relativamente all’area del Nagorno-Karabakh, dove risiede una maggioranza di popolazione armena. Le forze azere si sono infatti impadronite delle aree intorno e interne alla regione con la forza. La notizia di violenze e detenzioni illegali perpetrate ai civili dalle forze dell’Azerbaigian erano già state denunciate da Human Rights Watch, ma adesso con il racconto di alcuni sopravvissuti, si apre un nuovo capitolo su quanto è accaduto durante questo conflitto. Le loro testimonianze riportano violenze e ripetute violazioni dei diritti umani nei confronti dei detenuti, nonostante la Quarta Convenzione di Ginevra preveda la protezione dei civili in un conflitto armato internazionale, considerandoli “persone protette”.

(Federico Brignacca)

Egitto, ONG supportano la dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti umani. Le organizzazioni non governative di tutto il mondo – riporta Human Rights Watch – hanno deciso di esprimere il loro sostegno alla condanna per la situazione dei diritti umani in Egitto espressa dagli Stati membri delle Nazioni Unite in una dichiarazione congiunta. Questa dichiarazione evidenzia “le restrizioni alla libertà di espressione e al diritto di riunione pacifica” ma anche grandi limitazioni per l’opposizione politica e per la società civile e sembra essere un passo avanti dopo anni di mancate prese di posizione chiare e collettive del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. “I paesi dovrebbero continuare a chiarire al governo egiziano che non avrà più carta bianca per imprigionare, torturare o violare arbitrariamente il diritto alla vita e uccidere illegalmente le persone” ha dichiarato Bahey Hassan, direttore dell’Istituto del Cairo per gli studi sui diritti umani.

(Federico Brignacca)

Federico Brignacca e Sara Squadrani



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Stati Uniti, economia in ripresa. Gli indizi sempre più evidenti di un ritorno a condizioni economiche normali - almeno per gli Stati Uniti - e l’approvazione del pacchetto di aiuti per $1.9 trilioni hanno messo il turbo ai mercati, e il Dow Jones fa segnare un nuovo record storico. Il mercato del lavoro riprende a marciare verso la piena occupazione, e questa volta a dare segni di ripresa sono soprattutto i settori più colpiti dalle restrizioni anti-Covid (+ 355.000 posti per ospitalità e ristoranti), ma è tutta l’economia americana a correre. L’OECD ha infatti praticamente raddoppiato le stime di crescita del PIL 2021 al +6.5%, e gli Stati Uniti saranno l’unico paese a superare i livelli pre-Covid già nel quarto trimestre 2021, impresa che non dovrebbe riuscire nemmeno alla Cina. Queste notizie hanno però tolto slancio a tutte quelle aziende - principalmente tecnologiche - che hanno registrato fatturati record sfruttando la pandemia. La conseguenza? Nasdaq in territorio di correzione (-10.5% in 13 giorni), anche se il piano Biden ha riportato un certo ottimismo anche per questo listino.

Stimulus, spese eccessive? Il piano di aiuti per $1.9 trilioni è stato approvato dal Congresso senza modifiche sostanziali all’impianto proposto dai Democratici, eccezion fatta per l’esclusione dell’aumento del salario minimo a $15/h, giudicato eccessivo. Il punto più evidente è l’invio di assegni per $1.400 a ciascun individuo con reddito inferiore a $80.000, ovvero 280 milioni di americani, per una spesa totale di circa $400 miliardi. Altri $360 miliardi saranno inviati alle amministrazioni statali ma, criticano i Repubblicani, anche a quegli stati che hanno, per vari motivi, visto incrementare le proprie entrate nel 2020. $246 miliardi sono destinati ai sussidi di disoccupazione ($300/settimana) in aggiunta a quelli locali e statali, $176 miliardi al sistema scolastico e $55 miliardi per test Covid e vaccini. Molti economisti ritengono però la spesa eccessiva e foriera di fenomeni inflattivi, soprattutto in considerazione dei progressi - non solo economici - fatti dal paese negli ultimi mesi.

America, occhio al debito. L’avvertimento arriva dal Congressional Budget Office (CBO), un ufficio apolitico del Congresso. Il CBO ha constatato che nei primi 5 mesi dell’anno fiscale 2021 (iniziato ad ottobre) il deficit federale ha superato quota $1 trilione, oltre $420 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2020, trascinato da un aumento delle spese del 25% (la maggior parte dovute alla risposta al covid, ma è escluso l’ultimo stimolo da $1.9 trilioni) e solo parzialmente compensato dal +5% delle entrate. Il CBO ha avvertito che il deficit rientrerà solo in piccola parte alla fine dell’emergenza, toccando un minimo del 5.7% nel 2031, e che se si proseguirà sul sentiero attuale entro il 2051 il deficit salirà al 13.3%, con il debito pubblico che passerà dal 102% del 2021 al 202% nel 2051. Le principali voci di spesa sono la previdenza sociale e la spesa sanitaria e visto che tagliare queste spese è complicato anche negli USA, a Biden non resterà che aumentare le tasse, come in parte già promesso con il rialzo della pressione fiscale sulle imprese dal 21 al 28%.

Rapporti atlantici, torna la calma. In due annunci separati, l’amministrazione Biden ha annunciato di aver raggiunto un accordo con UK e UE per la sospensione di parte dei dazi doganali imposti dalla precedente amministrazione in relazione alla contesa Boeing-Airbus. Ciò segue la mossa unilaterale avviata da Boris Johnson a gennaio, quando aveva sospeso parte dei dazi nella speranza di distendere i rapporti con il nuovo presidente. Aumentano quindi le possibilità di una risoluzione pacifica della controversia e, parallelamente, migliorano le prospettive degli esportatori da ambo i lati dell’Atlantico, soprattutto dei due giganti aerospaziali, già pesantemente colpiti dalla pandemia. Tuttavia, questa sospensione dei dazi è solo temporanea e non riguarda altri prodotti rilevanti come acciaio e alluminio, che rimarranno tassati, così come lo saranno whiskey e le Harley-Davidson.

Cina, notizie contrastanti. Il paese asiatico è tra quelli usciti meglio dalla pandemia, ma questo non significa che il suo futuro immediato (e quello più remoto) sia roseo. Il partito comunista infatti predica cautela e prevede un PIL in crescita del 6% o più, ma sotto le aspettative degli analisti che vedono un +8% come più probabile, e ridurrà leggermente il rapporto deficit/pil al 3.2% per evitare bolle speculative ed eccessivo debito. Ciò si è tradotto in giornate molto negative per le borse cinesi, con l’indice CSI 300, ad esempio, in calo del 14% in sole tre settimane, un crollo che ha richiesto un intervento stabilizzante da parte alcuni fondi controllati dallo stato. A peggiorare la situazione è il crollo della natalità del 15% nel 2020, un dato che conferma il trend di rallentamento della crescita demografica iniziato nel 2005 e che già nel 2021 o 2022 dovrebbe tradursi in una diminuzione della forza lavoro, cosa che complicherebbe non poco l’aggancio con gli Stati Uniti come prima economia mondiale.

Uk, tasse più alte. Il Cancelliere dello Scacchiere (o ministro delle finanze) Rishi Sunak ha presentato il piano finanziario che il governo britannico intende attuare nei prossimi anni, e ciò che salta all’occhio sono due cifre: 100 e 25. La prima si riferisce ai miliardi che il governo destinerà al sostegno dell’economia nella fase di uscita dall’emergenza pandemica; la seconda è il livello di tassazione (%) applicato alle imprese più grandi dal 2023, in rialzo del 6% appunto per sostenere tutte le spese legate al Covid intercorse nell’ultimo anno. È una mossa certamente storica, visto che l’ultimo aumento della tassazione aziendale risaliva al 1974 e interrompe un trend di diminuzione iniziato con Margaret Thatcher. È previsto che il carico fiscale, nel suo complesso, arriverà a pesare per il 34-35% del PIL nel 2025, ai massimi dalla fine degli anni ’60.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Sudan, avanzamento sul fronte vaccini. Il Paese ha ricevuto le prime dosi del vaccino “AstraZeneca”- oltre 800.000 unità su un totale di 3.4 milioni previste - nella prima settimana di marzo grazie al programma COVAX. La seconda tranche di vaccini arriverà soltanto nel secondo trimestre del 2021. Nel frattempo, il Sudan si appresta a vaccinare il più velocemente possibile tutti gli operatori sanitari di strutture ospedaliere pubbliche e private. In totale le autorità sudanesi hanno richiesto l'invio di 17 milioni di dosi, così da essere in grado di vaccinare il 20% della popolazione.

Etiopia, dimissioni dell’alto diplomatico presso l’Ambasciata a Washington. Berhane Kidanemariam, vice capo missione della rappresentanza Etiope negli Stati Uniti si è dimesso dal suo incarico il 10 marzo come segno di protesta "contro la guerra genocida nel Tigrè e contro tutta la repressione e la distruzione che il governo sta infliggendo al resto dell’Etiopia”. B. Kidanemariam ha criticato l’attuale primo ministro Etiope, Abiy Ahmed, che sta guidando il Paese in una “strada di distruzione e disintegrazione”. L’azione del diplomatico può essere considerata come una pressione verso l’attuale governo, affinché cambi direzione nel conflitto dei Tigrai.

Sara Squadrani



AMERICA DEL NORD

Stati Uniti, il ritorno alla normalità entro il 4 luglio. Il Presidente statunitense Biden ha dichiarato che il 4 luglio, il “giorno di indipendenza dal virus” gli Stati Uniti saranno capaci di ritrovare la normalità. La campagna di vaccinazione sta infatti procedendo a ritmo sostenuto e l’approvazione definitiva dell’American Rescue Act è molto importante al fine di sostenere l’economia con un pacchetto di aiuti da 1900 miliardi di dollari. Christine Lagarde, a capo della BCE, ha affermato di ritenere che il piano di Biden avrà un impatto sulle previsioni economiche future.

(Marta Annalisa Savino)

Reddito minimo universale in Canada? L’idea di garantire un reddito universale di base ai cittadini si sta facendo largo in molti ambienti e il partito dei liberali non fa eccezione. I sostenitori sono un gruppo trasversale all’interno del partito e questo impedisce una polarizzazione. In più occasioni le commissioni governative - e non solo - hanno sottolineato i benefici per il sistema di welfare che tale misura comporterebbe. Il premier Trudeau si è dimostrato poco entusiasta sull’argomento, ma non ha mai chiuso definitivamente all’idea, neppure quando a novembre alcuni dei suoi deputati hanno portato la questione alla Camera. Questo sarà uno dei temi più caldi in vista della convention di partito del 9 e 10 aprile, soprattutto perché legato al problema dei sussidi necessari a sostenere le persone colpite dalla pandemia.

(Lorenzo Bonaguro)

Marta Annalisa Savino e Lorenzo Bonaguro




AMERICA LATINA

Argentina, proteste nella provincia di Formosa. Il 5 Marzo, nella provincia situata nell’Argentina nord-occidentale, ha avuto luogo una manifestazione in cui i cittadini - per la maggior parte commercianti - hanno protestato contro le misure restrittive adottate dal governatore locale Gildo Insfrán per contenere i contagi da Covid-19. Sembra che la manifestazione pacifica sia stata repressa dalla polizia in modo violento. Il ministro della sicurezza, Sabina Andrea Frederic, ha dichiarato che la manifestazione rappresentava un tentativo di provocare e screditare il governo provinciale. Questi fatti hanno spinto lo Human Rights Watch ad aprire un’inchiesta sia sul modo in cui sono state imposte le misure di contenimento della pandemia, sia su presunte violazioni della libertà di espressione dei media indipendenti.

Bolivia, elezioni locali. Il 7 Marzo hanno avuto luogo le elezioni locali ed il risultato potrebbe essere determinante per la stabilità del governo centrale di Luis Arce. La popolazione è stata chiamata ad eleggere nove governatori per le nove province, oltre ai 336 sindaci per i rispettivi comuni con i relativi assessori regionali e consiglieri municipali. Anche in questo caso l’OAS svolgeva il ruolo di osservatore, fatto non accettato dal MAS, viste anche le critiche che il partito aveva rivolto all’organizzazione per i risultati elettorali del 2019. Dai primi dati derivanti dal conteggio rapido, che non corrisponde però ai risultati ufficiali che saranno pubblicati nelle settimane a seguire, risulta che l’opposizione di centro e di destra è in vantaggio rispetto al MAS, il partito del presidente in carica.

Brasile, impennata di contagi e nuove forme di land grabbing. Nelle ultime settimane il Brasile ha raggiunto un nuovo record in termini di morti e casi positivi al Covid-19. Soltanto il 7 Marzo sono stati registrati 1054 decessi provocati dal virus. Se l’OMS ha avvertito il Paese della grave situazione, il 4 Marzo Bolsonaro ha nuovamente dichiarato la propria contrarietà rispetto alle misure di lockdown. Mentre il Covid continua a decimare anche la popolazione indigena in Amazzonia, il land grabbing prosegue indisturbato sotto nuove forme. Come riporta la BBC News Brasil, la Corte Suprema Federale del Brasile ha aperto un’inchiesta sulla vendita di aree protette dell’Amazzonia su Facebook Marketplace. Facebook si è detto disposto a collaborare con le autorità locali ma non a prendere provvedimenti contro questo tipo di annunci in modo indipendente.

Cile, proseguono le proteste. Il 6 Marzo i cittadini cileni hanno protestato nuovamente contro l’attuale governo, chiedendo a gran voce la liberazione dei manifestanti arrestati dalle forze dell’ordine nei precedenti scontri. Questa volta, i manifestanti hanno dato fuoco alla statua del generale Baquedano in Piazza Italia, azione duramente criticata dal governo come atto di vandalismo. L’esercito ha dichiarato che si è trattato di un vero e proprio atto terroristico e che gli autori sono anti cileni perché non conoscono la storia del Paese. Gli scontri tra civili e Carabineros hanno portato all’arresto di più di 60 manifestanti. Intanto, alcuni partiti politici e associazioni hanno chiesto lo smantellamento dei Carabineros a causa del coinvolgimento di questi ultimi nell’uccisione di alcuni civili.

Venezuela, aumenta la tensione con l’UE. In risposta alle sanzioni che alcuni membri del governo di Maduro hanno ricevuto dall’Unione Europea, il Venezuela ha espulso l'ambasciatore UE presente nel Paese, Isabel Brilhante Pedrosa. L’opposizione di Guaidó ha espresso solidarietà nei confronti dell’ambasciatore. Prima di lasciare Caracas il 4 marzo, il diplomatico ha ringraziato il popolo venezuelano per averla accolta calorosamente. L’ordine di espulsione era già stato dato il 24 febbraio ma, in seguito a varie problematiche, è stato eseguito in ritardo. In risposta a tale decisione l’UE ha dichiarato persona non grata l’ambasciatore venezuelano in Europa, Claudia Salerno.

Ginevra Ricca



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, il passaporto vaccinale e la nuova legge elettorale per Hong Kong. Il Ministro degli Esteri ha annunciato che la Cina sarà il primo paese a lanciare l’uso del passaporto vaccinale per “promuovere la ripresa dell’economia mondiale”. Il documento tuttavia non è ancora obbligatorio e, per adesso, non determinerà una riduzione delle limitazioni di spostamenti dal paese. Questa settimana, il parlamento cinese ha ratificato una legge elettorale per Hong Kong che prevede l’esaminazione di tutti i candidati da parte di un comitato elettorale, controllato da Pechino. Questa legge renderà sempre più difficile eleggere candidati pro-democratici ad Hong Kong.

(Margherita Camurri)

India, il premier Modi e il presidente dello Sri Lanka discutono della cooperazione nei forum multilaterali. Il primo ministro indiano, Narendra Modi, e il presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, hanno avuto una conversazione telefonica il 13 marzo, durante la quale hanno esaminato gli sviluppi attuali e la cooperazione in corso tra i due paesi nei forum bilaterali e multilaterali. Secondo una dichiarazione del Prime Minister's Office (PMO), i due leader hanno concordato di mantenere un contatto regolare tra i funzionari competenti, anche nel contesto delle continue sfide da Covid-19. Inoltre, hanno rivisto lo sviluppo dell'attualità e la cooperazione in corso tra i due paesi nei forum bilaterali e multilaterali. Durante la telefonata, il primo ministro Modi ha ribadito l'importanza dello Sri Lanka per la politica "Neighbourhood First" dell'India.

(Andrea Angelo Coldani)

Giappone, i leader del 'Quad' si impegnano a contrastare la Cina con un patto sui vaccini da un miliardo di dosi. Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il leader australiano Scott Morrison e il primo ministro indiano Narendra Modi, in una chiamata dello scorso 12 marzo, hanno concordato di lavorare per espandere la produzione del vaccino Covid-19 per i paesi in via di sviluppo. In mezzo alla crescente influenza della Cina, perseguono nella collaborazione verso un ordine marittimo basato su regole nelle acque contese. Per affrontare le carenze di approvvigionamento di vaccini nel sud-est asiatico e altrove, i quattro paesi sostengono di impegnarsi a consegnare fino a 1 miliardo di dosi entro la fine del 2022 attraverso veicoli di finanziamento che consentono un aumento sostanziale della capacità produttiva in India. La mossa è vista come un contrasto alla "diplomazia dei vaccini" della Cina, che ha offerto colpi gratuiti ai paesi in via di sviluppo.

(Andrea Angelo Coldani)

Taiwan, nuove tensioni con Pechino: no alle importazioni di ananas. Nei primi giorni di Marzo, il governo cinese ha vietato l’importazione di ananas da Taiwan apparentemente con l'obiettivo di tutelare la sicurezza agroalimentare. Tuttavia, secondo Taipei, la mossa di Pechino è di natura politica e mira ad aumentare ulteriormente le pressioni sull’isola. Le tensioni tra i due paesi infatti continuano ad essere alte. In particolare, la scorsa settimana, durante una conferenza stampa, il Ministro degli Esteri cinese ha sottolineato più volte come Taiwan sia una parte “inalienabile” della Cina e di come i due territori debbano essere unificati.

(Margherita Camurri)

Corea del Sud, lo SMA rafforza l'alleanza con gli Stati Uniti e il piano di difesa comune dei due paesi. Corea del Sud e Stati Uniti hanno finalmente raggiunto un accordo sulle misure contenute nello SMA. I due paesi hanno lo scopo di condividere i costi militari per le truppe americane di stanza in Corea del Sud. Mentre Trump, nell'ex amministrazione, chiedeva all'alleato di pagare più del 400% per garantire la presenza delle truppe in SK, Biden ha optato per un approccio più equilibrato. Questa strategia di condivisione dei costi rientra nel più ampio piano stabilito dall'amministrazione Biden per rafforzare le alleanze esistenti, riaffermando la necessità di accordi regolamentati e di formalità e trasparenza nei rapporti internazionali.

(Lydia Milly Certa)

Corea del Nord, l'amministrazione Biden ha cercato di contattare il governo del Paese senza successo. Alcuni funzionari riferiscono dei continui tentativi dell’amministrazione statunitense di raggiungere, attraverso molteplici canali, la Corea del Nord per ristabilire un dialogo con il paese, dopo oltre un anno di silenzio. La ragione principale è impedire un'escalation della minaccia rappresentata da NK per gli Stati Uniti, per la comunità internazionale in generale e anche per i paesi limitrofi alla Corea del Nord. Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno conducendo alcune attività diplomatiche con il Giappone e la Corea del Sud, gli altri due principali attori della regione.

(Lydia Milly Certa)

Lydia Milly Certa, Margherita Camurri e Andrea Angelo Coldani



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Unione Europea, Orbán lascia il PPE. Sono state settimane di intensi movimenti fra i gruppi politici al Parlamento Europeo. Il Partito Fidesz del premier ungherese ha deciso di abbandonare il gruppo del Partito Popolare Europeo dopo mesi di contrasti con le forze popolari degli altri Paesi membri. La decisione, quindi, non è stata inaspettata. Nel frattempo, Matteo Salvini ha fatto sapere di non essere intenzionato ad entrare nel PPE, ma di preferire la costituzione di un nuovo gruppo con le forze di destra ungheresi e polacche, deludendo coloro che auspicavano una piena svolta europeista della Lega. Anche il M5S non è rimasto a guardare e, in queste settimane, ci sono stati dei contatti per un eventuale ingresso nel gruppo dei Socialisti Democratici (S&D).

Finlandia, rifiutati investimenti cinesi. L’emittente di Stato finlandese, YLE Lappi, ha rivelato che il governo di Helsinki ha bloccato degli investimenti cinesi che avevano lo scopo di ampliare l’aeroporto di Kemijärvi, in Lapponia, per condurre ricerche e osservazioni nell’Artico. Negli ultimi anni, la parte più a nord d’Europa sta diventando un terreno di competizione fra le grandi potenze e gli Stati scandinavi si trovano in mezzo a questo gioco. Le motivazioni ufficiali fornite dal governo finlandese per bloccare questi investimenti sono da individuare nella presenza di una base militare vicino alla città in questione e nella recente direttiva europea che limita gli investimenti esteri in determinati settori o aree geografiche.

Unione Europea, revocata l’immunità per i leader catalani. Il Parlamento Europeo ha revocato l’immunità a tre leader catalani, fra cui Carles Puigdemont, con circa 400 voti a favore e 250 contrari. La ministra degli esteri spagnola ha accolto favorevolmente la decisione degli eurodeputati, sostenendo che in questo modo viene riaffermata la sovranità di Madrid. Un giudizio negativo, invece, è stato espresso dai leader catalani che da anni cercano di internazionalizzare la crisi della Catalogna per portarla fuori dai semplici confini statali. Adesso, la Spagna potrà presentare una nuova richiesta di estradizione per i tre eurodeputati sotto accusa.

Unione Europea, la campagna di vaccinazione procede a rilento. Mentre nel Regno Unito e negli Stati Uniti si procede spediti con la vaccinazione di massa, il Vecchio Continente è rimasto indietro, rischiando di dover prolungare l’emergenza coronavirus con tutte le problematiche del caso. Mario Draghi è stato il primo premier a bloccare 250.000 dosi di vaccino diretto in Australia, in linea con il regolamento sull’export approvato a gennaio 2021 e prolungato fino alla fine di giugno, ma l’approccio della Commissione Europea è rimasto debole. Il tema dei vaccini è ormai entrato a tutti gli effetti nella sfera geopolitica: l’UE, infatti, teme di innescare una spirale protezionistica che possa portare ad un peggioramento dei rapporti con UK e USA, dopo un primo entusiasmo iniziale per un ritrovato legame transatlantico con la presidenza Biden.

Leonardo Cherici

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

“CoviVac”: è il terzo vaccino russo contro il Covid-19. Realizzato dal Centro scientifico federale per la ricerca e lo sviluppo di farmaci di immunobiologia “Chumakov” di San Pietroburgo, le prime 120.000 dosi, a metà marzo, saranno distribuite tra la popolazione civile. “CoviVac” va ad aggiungersi dunque all' “EpiVacCorona”– del centro Vektor - ed al più noto “Sputnik”. Il target, entro questo primo semestre dell'anno, è la produzione complessiva di 88 milioni di “set di dosi”. Ad annunciarlo con entusiasmo è stato il premier Mikhail Mishutsin che sostiene fin da subito che entro la metà di marzo 2020 verranno distribuite le prime 120 mila dosi. Una splendida notizia non solo per la Russia, ma anche per tutti gli altri Stati che continuano nella ricerca di nuovi farmaci in grado di garantire rendimenti sempre più elevati nella campagna vaccinale contro il Coronavirus. Un altro passo importante che va a sommarsi agli altri vaccini già in circolazione in tutto il mondo.

(Arianna Giannino)

“Sputnik V”: tensioni in Russia. La Russia non vuole imporre lo “Sputnik V” a nessuno, non c'è alcuna "operazione diplomatico-propagandistica" in corso, semmai la volontà di condividere un vaccino ritenuto efficace perché qui si tratta "della vita e della salute dei cittadini" e "la lotta alla pandemia richiede convergenza e unione delle forze". L'ambasciatore della Federazione russa Sergey Razov, in un'intervista esclusiva all'ANSA, interviene dopo le polemiche seguite all'annuncio della prossima produzione dello “Sputnik” in Lombardia da parte dell'azienda italo-svizzera “Adienne Pharma&Biotech”.

(Arianna Giannino)

Il vaccino cinese nei Balcani. La “guerra dei vaccini” arriva in Serbia e la Cina segna una vittoria importante. Il presidente Vucic ha annunciato la creazione di un impianto in grado di produrre il vaccino made in China grazie a una cooperazione internazionale che vede coinvolti anche gli Emirati Arabi Uniti. Le quantità prodotte dovrebbero bastare ai bisogni della Serbia e dell’intera regione. In caso di successo si tratterebbe di un trionfo diplomatico rilevante per Belgrado e la Cina. Il perdente in questa corsa ai vaccini sarebbe l’Unione Europea. Negli ultimi mesi infatti gli stati balcanici hanno protestato molto contro la distribuzione stabilita a Bruxelles, giudicata inefficiente. I Balcani restano una questione spinosa per l’UE: molte sono le incognite sulla stabilità regionale nel prossimo futuro. Nel frattempo l’altro competitor, la Russia, non ha perso tempo e anche il vaccino “Sputnik” viene usato in maniera massiccia. Bruxelles rischia di perdere la “guerra”.

(Lorenzo Bonaguro)

Le repubbliche baltiche contro il nucleare. Negli ultimi anni le tre repubbliche baltiche Lituania, Lettonia ed Estonia hanno cercato di attirare l’attenzione della comunità europea sulla centrale nucleare “Astravyets”, costruita in Bielorussia a poche decine di chilometri dal confine con la Lituania e la stessa capitale Vilnius. Non a caso è la nazione più ostile a Lukashenko e che ospita la rifugiata politica Tikhanovskaya. Memori dell’inefficienza russa nella gestione nucleare, i tre governi hanno a più riprese cercato di boicottare la costruzione della centrale e il settore energetico bielorusso. I ministeri competenti hanno già iniziato a coordinare una linea politica comune per cercare di tagliare Minsk fuori dalla griglia energetica baltica. Questa settimana una delegazione della Commissione Europea è giunta a Vilnius per provare a creare un fronte comune più ampio.

(Lorenzo Bonaguro)

Arianna Giannino e Lorenzo Bonaguro

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Tunisia, al via la campagna di vaccinazione con Sputnik V. Il siero russo è finalmente iniziato a circolare negli ospedali tunisini a partire da sabato 13 marzo, con una prima consegna di 30.000 dosi riservate in primis al personale sanitario e alle forze di sicurezza. A fare da sfondo a questo importante passo in avanti rimane però una situazione economica e politica pressoché disastrosa, con stime economiche che prevedono un fabbisogno di prestiti del Paese da 7.2 miliardi di dollari, di cui almeno 5 esteri. Con un popolo disilluso da una democrazia che sta mettendo a nudo le proprie debolezze, ora la preminenza è data alla questione del rimpasto di governo, con la candidatura di alcuni nuovi potenziali ministri rifiutata dal Presidente Saied con l’accusa di “conflitto di interessi”. Ennahda – come molti altri attori politici – vuole porre l’accento sulla preminenza della stabilità politica diretta all’adozione di urgenti riforme economiche, al di là dei cambi di poltrona. Intanto, un big dell’opinione pubblica tunisina – nonché della scena politica – Nabil Karoui, ha lasciato dietro cauzione il carcere in cui era detenuto dal dicembre 2020 per l’accusa di evasione fiscale e riciclaggio di denaro.

(Federica Sulpizio)

Egitto, tragedia in una fabbrica tessile. Venti le vittime di un tremendo incendio divampato in una fabbrica tessile nella periferia del Cairo. mentre altrettanti risultano essere i feriti gravi. Purtroppo, storie di incendi dalle cause indefinite nelle fabbriche egiziane sono tristemente all’ordine del giorno: colpa di un’errata applicazione delle misure di sicurezza per gli apparati industriali. Intanto, riguardo le sue relazioni esterne, l’Egitto di al-Sisi incassa con soddisfazione il primo contatto diplomatico con la Turchia dal 2013. Infatti, i rapporti con Ankara si erano deteriorati in seguito all’ascesa del generale al-Sisi al potere nel 2013, attraverso quello che la Turchia ha definito un “colpo di stato militare” ai danni di Morsi. Si tratta di un timido passo in avanti, che acquisisce una certa rilevanza se rapportata alla linea di condotta adottata dai due Paesi negli ultimi anni: dal 2013 avevano rispettivamente espulso i loro ambasciatori e si sono ripetutamente scontrati su una serie di questioni regionali. Dall’altra parte, al-Sisi, in una telefonata con il primo ministro libico Dbeibeh, ha affermato che l’Egitto è pronto a realizzare progetti di sviluppo in loco per aiutare il popolo libico.

(Federica Sulpizio)

Turchia, l’altra faccia dell’assertivismo. Se negli ultimi tempi l’attivismo della Turchia è risultato soprattutto lampante con retoriche e pratiche muscolari, Ankara sembra voler ora capitalizzarne i dividendi proponendosi come mediatore in diversi scenari. Certamente, a pesare in questo senso è la necessità di trovare un posizionamento rispetto alla nuova amministrazione statunitense. A esempio, da qui è sorta l’idea, tanto tra gli ambienti turchi quanto tra quelli di Washington, di scegliere Istanbul come epicentro per nuovi colloqui di pace rispetto alla questione Afghanistan, dove la Turchia sembra godere della fiducia di entrambe le parti del negoziato. Nel mentre, però, l’asse più che consolidato con il Qatar e il matrimonio d’interesse con la Russia sono convogliati in un incontro a Doha nel merito del teatro siriano, dal quale è emersa la necessità di scongiurare un rinsaldamento dei rapporti tra curdi e USA. Segnali, questi, del fatto che il paese anatolico continuerà probabilmente a sfruttare reticenze e instabilità, nonché a destreggiarsi tra un fronte e l'altro per avanzare i propri interessi, come dimostrano la cooperazione nucleare con Mosca e un nuovo accordo economico con Tripoli.

(Samuele Abrami)

Iraq, è di nuovo competizione aperta. In un teatro che rimane dilaniato da settarismo, divisioni territoriali e fazionalismo nella gestione del potere, la fase due dell’operazione militare Artiglio Aquila della Turchia ha destabilizzato ulteriormente la situazione poiché, se teoricamente confinata a colpire le postazioni delle milizie curde del PKK nello Sinjar, altri attori influenti nell’area temono che gli interessi di Ankara possano avanzare verso Mosul e il cuore iracheno. Tra tutti, l’Iran, seppur talvolta cooperante proprio con la Turchia contro la comune minaccia curda, teme che un’accresciuta influenza turca possa scalfire la propria postura pragmaticamente accomodante verso il PKK, con conseguente riduzione del margine di manovra iraniano. Infatti, nell’area del Kurdistan iracheno Teheran mantiene da tempo forti legami sia con il partito PUK sia con le milizie iazide e filo-sciite (tra cui le PMU), che permettono una via privilegiata per muovere i propri proxies in tutto il quadrante mediorientale. Infine, il governo centrale di Baghdad e quello di Erbil sono fronte al medesimo dilemma: presenza iraniana-sciita o sogni ottomani del Misak-ı Milli?

(Samuele Abrami)

Libia, un nuovo passo verso la transizione: finalmente il nuovo governo ha ricevuto la fiducia della Camera dei Rappresentanti riunitasi per l’occasione a Sirte. A causa di alcuni dissensi tra le fazioni sono state sostituite alcune personalità designate per alcuni ministeri e posizioni chiave. La compagine governativa sarà composta da 35 figure ministeriali ed il premier stesso manterrà la guida del Ministero della Difesa ad interim. Questo nuovo passo è stato salutato con fiducia da tutti gli attori internazionali coinvolti nelle vicende del paese; tra questi il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ed il Segretario di Stato USA, Anthony Blinken. Tra le varie dichiarazioni, il neoeletto premier libico Abdul Dbeiba afferma che l’accordo riguardo la zona economica esclusiva (ZEE) con la Turchia, illegale secondo l’UNCLOS, è nell’interesse nazionale libico.

(Michele Magistretti)

Israele, ad un passo dalla fine dell’emergenza: il paese è ormai, a buon diritto, la punta di diamante ed invidia del mondo nelle gestione della crisi sanitaria. Israele ha infatti superato i 4 milioni di vaccinati con entrambe le dosi e superato i 5 con la prima. Inoltre, le Forze israeliane di difesa sono il primo esercito al mondo ad aver raggiunto l’immunità di gregge, avendo circa l’85% dei membri vaccinati o guariti. Il successo della campagna vaccinale ha permesso la riapertura di bar, ristoranti ed eventi di vario genere. Netanyahu ha dovuto cancellare la storica visita negli Emirati a causa del ricovero della moglie e dello scoppio di una crisi diplomatica con la Giordania, Amman ha rimproverato al governo israeliano di voler modificare l’accesso alla Spianata delle moschee di Gerusalemme, la cui custodia è affidata alla famiglia regnante.

(Michele Magistretti)

Federica Sulpizio, Samuele Abrami e Michele Magistretti



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Italia, arrestato cittadino algerino: legami diretti con la strage del Bataclan. Le accuse per Athmane Touami, 36enne di origine algerina residente a Bari, sono di partecipazione ad organizzazione terroristica. Stando a quanto riportato dalle indagini della DDA nel capoluogo pugliese, condotte in sinergia con l’Europol, l’uomo avrebbe svolto un ruolo chiave nel fornire supporto logistico – documenti falsi e luoghi di appoggio - ai membri del commando jihadista che la sera del 15 novembre 2015 ha trasformato Parigi in una zona di guerra, provocando 130 vittime.

(Davide Shahhosseini)

Spagna, 17esima “giornata europea del ricordo”, in memoria delle vittime di terrorismo. Giovedì 11 marzo, a Madrid si è tenuto il diciassettesimo evento – organizzato dalla Commissione Europea – volto a ricordare tutte le vittime di terrorismo in Europa. Proprio la capitale spagnola, nel 2004, fu teatro di uno degli attentati più violenti mai compiuti sul territorio europeo: 192 vittime e più di 2000 feriti. Non è un caso che, in un anno altrettanto critico per l’Europa, la Commissione abbia optato per la città che più di tutte rappresenta un simbolo di questa giornata. L’organo esecutivo dell’UE ha voluto sottolineare il suo impegno costante nella lotta al terrorismo, così come le sue attività di supporto alle vittime: nell’agosto scorso, per la prima volta, i lavori della Commissione alla “strategia quinquennale” hanno incluso un capitolo dedicato interamente alla protezione delle vittime di terrorismo.

(Davide Shahhosseini)

Siria-Iraq, l’ISIS è ancora una minaccia per i civili. In diverse zone dei due paesi sono presenti ancora cellule operative e gruppi di affiliati, che continuano a preoccupare le diverse forze che controllano le aree. In Iraq, un attacco di uomini armati che hanno fatto irruzione in un’abitazione civile uccidendo 8 persone nella località di Al-Bodor, vicino alla città di Tikrit, sarebbe stato rivendicato dall’ISIS. Le forze del governo di Baghdad e della coalizione alleata, recatesi sul luogo il 13 marzo per far luce sui fatti, sono propense ad attribuire all’ISIS l’attacco. Dall’altra parte del confine, nel villaggio di Jadid Ekedat nei pressi di Deir Ezzor, un comunicato diffuso dall’organizzazione terroristica riporta i nomi di 27 residenti, minacciati pubblicamente per il loro supporto al regime di Assad o alle SDF. Le rivalità degli attori internazionali continuano a rendere instabile l’area, con Iran e Russia che si contendono il controllo sulle risorse energetiche.

(Laura Morreale)

USA, ISIS Mozambico e Repubblica Democratica del Congo inseriti nella lista delle organizzazioni terroristiche. Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato statunitense il 10 marzo scorso, aggiungendo che, oltre a essere indicati come Foreign Terrorist Organizations (FTOs), i due gruppi saranno considerati anche “Specially Designated Global Terrorist”, misura rivolta sia alle organizzazioni nel loro insieme che ai loro leader, Abu Yasir Hassan e Seka Musa Baluku. Come spiega il comunicato, queste due classificazioni si traducono in effetti concreti: il divieto di propaganda o supporto, il blocco delle proprietà e degli asset finanziari sotto giurisdizione USA, riconducibili alle due organizzazioni, e il divieto per i cittadini statunitensi di effettuare transazioni in loro favore.

(Laura Morreale)

Afghanistan, autobomba esplode ad Herat. Venerdì 12 marzo, l’esplosione di un'autobomba nei pressi di una stazione di polizia, ha provocato almeno sette morti e oltre cinquanta feriti nella provincia occidentale di Herat. Nell’attacco è rimasto ucciso un esponente delle forze di sicurezza, mentre tutte le altre vittime sarebbero civili. Sebbene nessuno abbia rivendicato l’offensiva, le autorità locali hanno accusato le milizie talebane. Poche ore dopo l’attentato, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato l’allarmante incremento di attacchi contro i civili in Afghanistan, in particolar modo contro funzionari pubblici, giudici, media, operatori sanitari e umanitari, chi promuove i diritti umani e minoranze etnico-religiose.

(Vincenzo Battaglia)

Davide Shahhosseini, Laura Morreale e Vincenzo Battaglia



ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

ONU, dialogo ad alto livello sull’energia. Il 10 marzo è stato aperto virtualmente l’High-Level Dialogue on Energy 2021 con i saluti del Segretario Generale Guterres. Seguiranno le deliberazioni di cinque gruppi di lavoro tecnici, con lo scopo di ideare una tabella di marcia globale per ottenere energia pulita e accessibile per tutti (SDG 7) entro il 2030 e zero emissioni nette entro il 2050. I temi centrali saranno: accesso all'energia, transizione energetica giusta e inclusiva, implementare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), innovazione, tecnologia e dati. Durante il 2021, l’ONU condurrà una serie di vertici e conferenze, tra cui la Conferenza globale sui trasporti sostenibili, il Vertice sui sistemi alimentari e la COP della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow, che forniranno importanti opportunità per far avanzare gli SDG e l'accordo di Parigi sul clima.

(Sara Squadrani)

Consiglio d’Europa e Tunisia, una collaborazione per i diritti delle donne. L’8 marzo il Consiglio d’Europa ha annunciato la pubblicazione di un toolkit per tutelare “I diritti delle donne vittime di violenza”. Questo, che è anche il titolo dell’opuscolo, rappresenta l’attuazione della legge organica tunisina n. 2017-58 dell'11 agosto 2017 sull'eliminazione della violenza contro le donne. Il Ministero tunisino della donna, della famiglia, dell'infanzia e degli anziani ha ottenuto il sostegno del Consiglio d’Europa. L'opuscolo, scritto con un linguaggio semplice e chiaro (per ora solo in arabo) informa le donne dei loro diritti e presenta strutture e servizi a cui possono accedere.

(Sara Squadrani)

Consiglio d’Europa denuncia le politiche migratorie europee: violano i diritti umani. Un rapporto presentato dalla Commissaria per i Diritti Umani Dunja Mijatović incita i Paesi europei a rivedere le proprie politiche migratorie, che negli ultimi anni hanno provocato un “arretramento nella protezione della vita e dei diritti dei rifugiati e dei migranti”. Il documento, che sarà completamento con una Raccomandazione precedentemente resa nel 2019, produce ulteriori raccomandazioni relative a diverse lacune delle attuali politiche individuate dall’ente, tra cui l’inadeguatezza dei sistemi di monitoraggio nel Mediterraneo, la criminalizzazione delle ONG, la cooperazione con enti che commettono violazioni sistematiche dei diritti umani e la scarsità di vie legali per raggiungere l’Europa.

(Laura Morreale)

OMS: accertamenti in corso su vaccino AstraZeneca, ma è importante continuare la vaccinazione. Dopo che diversi paesi hanno sospeso la somministrazione del vaccino AstraZeneca a causa del verificarsi di coaguli sanguigni in alcuni pazienti, l’OMS ha dichiarato che sta studiando attentamente il caso e che renderà noto al più presto qualsiasi cambiamento delle disposizioni attuali. Continuare l’immunizzazione resta quindi attualmente la priorità: non vi è certezza di un nesso causale tra la somministrazione del vaccino e lo sviluppo dei coaguli. Secondo alcuni esperti, sia interni che esterni all’organizzazione, il numero di episodi di coaguli sarebbe in linea con l’incidenza media di questi nella popolazione: il fatto che siano occorsi in persone già sottoposte al vaccino non rende automatico il nesso causale. Al momento, dunque, i benefici nel continuare le vaccinazioni sarebbero superiori ai rischi. Secondo quanto noto, su circa 5 mln di persone che hanno ricevuto il vaccino in Europa, 30 hanno riscontrato un episodio di coagulo sanguigno.

(Laura Morreale)

OIL, al via la 341esima sessione del Consiglio di amministrazione. La prima sessione del 2021 per la storica organizzazione si svolgerà dal 15 al 27 marzo, con la partecipazione in modalità virtuale di membri e osservatori. Nel programma della sessione è inclusa naturalmente una discussione sull’impatto del Covid-19 nel mondo del lavoro, ma anche la valutazione della situazione dei lavoratori nel mondo in relazione alla Dichiarazione per il Futuro del Lavoro, emanata dall’organizzazione nel 2019 in occasione del suo centenario. Saranno oggetto di valutazione anche gli standard internazionali decisi dall’ILO nel 2017 e la loro implementazione da parte degli Stati membri. Alcuni panel saranno poi dedicati a questioni critiche, come quelle del Venezuela, del Myanmar e del Bangladesh, su cui l’ILO si era pronunciata negli scorsi anni tramite risoluzioni.

(Laura Morreale)

Laura Morreale e Sara Squadrani



Framing The World un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandra Fiorani: Europa occidentale e Unione Europea

Andrea Angelo Coldani: Asia ed Estremo Oriente

Arianna Giannino: Europa Centro-Orientale e Russia

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, America Latina

Federica Sulpizio: Medio Oriente e Nord Africa

Federico Brignacca: Diritti Umani

Ginevra Ricca: America Latina

Laura Morreale: Terrorismo e Sicurezza Internazionale, Organizzazioni Internazionali

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Leonardo Cherici: Europa occidentale e Unione Europea

Lorenzo Bonaguro: America del Nord, Europa Centro-Orientale e Russia

Lydia Milly Certa: Asia ed Estremo Oriente

Margherita Camurri: Asia ed Estremo Oriente

Marta Annalisa Savino: America del Nord

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Squadrani: Diritti Umani e Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale



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