Euro Digitale: perché?

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  Redazione
  20 febbraio 2021
  4 minuti, 55 secondi

Il 2021 potrebbe essere l’anno in cui verrà annunciato un altro metodo di pagamento introdotto dalla Banca Centrale Europea: l’euro digitale. A partire dal 2018, la BCE ha iniziato a valutare l’introduzione di questa forma di pagamento e l’attuale Presidentessa, Christine Lagarde, descriveva i vantaggi delle valute digitali già quando era direttrice del Fondo Monetario Internazionale.[i] Negli ultimi tre anni, l’idea ha preso piede sempre più concretamente fino ad arrivare ad essere il principale progetto sul quale la BCE sta investendo. Al momento si trova in fase preparatoria: si stanno svolgendo diverse sperimentazioni pratiche e delle continue consultazioni interne ed esterne alla BCE. Il 12 ottobre scorso è iniziata una consultazione pubblica, rivolta a cittadini ed enti europei, mirata a raccogliere domande, indicazioni ed esigenze in merito alla nascita di una possibile moneta digitale. Verso metà 2021 verrà deciso se avviare il progetto o meno. In ogni caso, Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo BCE, in un’intervista a Der Spiegel ha ribadito che la realizzazione di un euro digitale richiederebbe ancora 4 o 5 anni, in quanto la sua creazione dovrebbe soddisfare un importante numero di requisiti.

L’euro digitale sarebbe il CBDC (Central Bank Digital Currencies) dell’eurozona, cioè la vera e propria versione digitale del nostro euro[ii]. Un metodo di pagamento accessibile a tutti, sia a cittadini che ad enti o industrie, da usare nella zona euro e che garantirebbe pagamenti rapidi e sicuri. Non andrebbe a sostituire le banconote, sarebbe infatti un metodo di pagamento ulteriore, quasi il completamento di un cerchio composto dai sistemi già presenti. Nell’episodio del podcast della BCE dedicato all’euro digitale, l’intervistatore, Michael Steen, chiede a Ulrich Bindseil, responsabile delle infrastrutture di mercato e dei pagamenti alla BCE, di fare un esempio concreto dell’utilizzo di questa moneta. La risposta è che con uno smart-phone, o altri strumenti tecnologici, si potrebbe scegliere con quale tra i propri account bancari pagare, tra cui quello della BCE. Funzionerebbe attraverso l’utilizzo della Blockchain[iii], venendo conservato in portafogli, gli wallet (Money.it). Tuttavia, non si tratterebbe di una criptovaluta, infatti queste hanno un prezzo volatile, contrariamente all’euro digitale, che sarebbe vincolato al valore dell’euro. Inoltre, le criptovalute non sono garantite da un’istituzione, mentre l’euro digitale sarebbe garantito dalla BCE.

L’esigenza di introdurre una moneta digitale gestita da un ente pubblico ha diverse motivazioni, molte concatenate tra loro, tra cui la digitalizzazione dei metodi di pagamento e il rafforzamento del ruolo dell’euro nello scenario internazionale. Negli ultimi anni abbiamo vissuto una graduale riduzione dei pagamenti via cash: il rapporto SPACE del 2016 mostrava un utilizzo del pagamento in banconota per le transazioni quotidiane nell’area euro del 79%, mentre lo stesso rapporto nel 2019 ha registrato un utilizzo al 73%. Tuttavia, la pandemia da Covid-19 ha dato un’importante accelerata a questa riduzione: un sondaggio condotto dalla BCE a luglio 2020 ha visto il 40% degli intervistati ammettere di aver ridotto il numero di pagamenti con contante durante la pandemia e il 90% di questi ha mantenuto questa abitudine anche dopo il lockdown.[iv] Interessante il tentativo italiano, con la proposta del cash back, che mira a disincentivare il pagamento con banconote grazie a un rimborso del 10% sulle transazioni con carte di credito.

In questo scenario, l’Eurosistema introdurrebbe questa forma di pagamento per i cittadini che presenterebbe numerosi vantaggi: essere conveniente, sicura, priva di rischi, efficiente e facile da usare. Inoltre, supporterebbe la digitalizzazione del settore finanziario europeo e della sua economia in senso lato. Attualmente, la riduzione dell’utilizzo di banconote ha reso l’area euro più dipendente da soluzioni private di pagamento: l’inserimento di un euro digitale soddisferebbe le esigenze dei cittadini e garantirebbe un’autonomia europea nel settore strategico dei pagamenti al dettaglio.[v] L’euro digitale vedrebbe così la presenza dell’UE nel network dei pagamenti digitali, in una realtà altrimenti dominata da players esteri che stabiliscono i prezzi di mercato e facilmente lo dominano. Diverse banche centrali, si parla dell’80%, ed enti privati stanno lavorando alla creazione delle loro CBDC - al momento la più avanzata è quella della Bank of China - che potrebbero poi essere distribuite anche nell'eurozona.[vi] La distribuzione di una moneta digitale europea, in risposta, eviterebbe che queste valute minino la nostra sovranità politica, economica e finanziaria.

Lo sviluppo tecnologico che viviamo ci porta ad assistere a continui cambiamenti, a volte anche improvvisi, e per questo motivo gli individui necessitano di maggiori tutele. L’euro digitale godrebbe dei vantaggi del settore pubblico (la garanzia in termini di tutela della privacy), della capacità di resilienza in contesti difficili, fornita dalla Banca Centrale Europea. Si tratterebbe quindi di uno strumento vantaggioso, a livello individuale e collettivo, che potrebbe diventare unsimbolo digitale di progresso ed integrazione europea[vii].

Fonti consultate per il presente articolo:

[i] “IMF’S Director says Central Banks could Issue Digital Money”, Positive Money Europe, 3/12/2018: https://www.positivemoney.eu/2018/12/imf-lagarde-digital-money/;

[ii] “Euro digitale: cos’è e come funziona”, Giulia Adonopoulos, Money.it, 13/10/2020: https://www.money.it/Finanza-persone-si-fidano-piu-dei-robot-per-gestione-soldi-ricerca-Oracle;

[iii]“La Blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) sfrutta le caratteristiche di una rete informatica di nodi e consente di gestire e aggiornare, in modo univoco e sicuro, un registro contenente dati e informazioni (per esempio transazioni) in maniera aperta, condivisa e distribuita senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica.” – osservatori.net digital innovation

[iv] “Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE)”, European Central Bank, 12/2020: https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/ecb.spacereport202012~bb2038bbb6.en.pdf?05ce2c97d994fbcf1c93213ca04347dd;

[v] “Report on a digital Euro”, The European Central Bank, 10/2020: https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/Report_on_a_digital_euro~4d7268b458.en.pdf#page=37;

[vi] “Is it time for a digital Euro?”, The ECB Podcast, 6/11/2020: https://www.ecb.europa.eu/press/tvservices/podcast/html/ecb.pod201106_episode11.en.html;

[vii] “Introductory statement by Fabio Panetta, Member of the Executive Board of the ECD, at the ECON Committee of the European Parliament”, European Central Bank, 12/10/2020: https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2020/html/ecb.sp201012_1~1d14637163.it.html;

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a cura di Valentina De Consoli 

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