Urbanizzazione verde: una sfida del presente

  Articoli (Articles)
  Nadia Dalla Gasperina
  14 February 2022
  4 minutes, 48 seconds

Le Nazioni Unite stimano che entro il 2050 il 68% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane, cioè in città con un’alta concentrazione di abitanti e infrastrutture costruite al loro servizio. Le previsioni ci dicono che tale salto verso le città avverrà soprattutto in Asia e in Africa, due regioni il cui livello di urbanizzazione è per ora al di sotto della media; tuttavia, Cina, India, e Nigeria sono in rapida espansione sia in termini di popolazione sia di sviluppo economico. Di conseguenza, all’aumentare della richiesta di servizi, anche il numero di agglomerati urbani aumenta. Non solo città, ma anche megalopoli: entro il 2030 ci possiamo aspettare ben 43 megalopoli, ognuna con più di 10 milioni di abitanti. Per confronto, la città metropolitana di Roma ha circa 4 milioni di abitanti, Milano ne ospita 3 milioni, e Londra 8 milioni. Dobbiamo dunque immaginare piuttosto città come Tokyo, Shanghai e Nuova Delhi.

L’urbanizzazione porta con sé non pochi problemi: dalla gestione dei rifiuti urbani alla costruzione di impianti per le acque di scarico, passando per l’ovvia necessità di trovare un’abitazione adeguata per tutti, rispettare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile può diventare una sfida. Per questo si cerca di andare verso la realizzazione di infrastrutture verdi (o blu-verdi). L’obiettivo di tali infrastrutture è non solo quello di preservare l’ambiente nelle grandi città, ma anche quello di offrire soluzioni a tutti, contrastando allo stesso tempo povertà ed esclusione sociale. Una megalopoli sostenibile necessità quindi del rispetto di tre dimensioni: ecologica, cioè basata sul rispetto dell’ambiente e sul monitoraggio della sua evoluzione quando un insediamento si espande; tecnologica, cioè l’impiego di tecnologie avanzate nella costruzione di infrastrutture e un approccio innovativo alla pianificazione urbana; sociale, ossia il rispetto e coinvolgimento di tutte le categorie sociali che vivono nell’ambiente urbano, evitando la creazione di slum o di fenomeni di segregazione, seppur involontari.

Molti studi si occupano di città costiere; ciò non è un caso, in quanto le città in più rapida espansione sono quasi tutte sul mare. Le città costiere sono inoltre a rischio di inondazioni a causa dell’innalzamento del livello del mare, hanno degli ovvi confini di ampliamento, e sono soggette ad acqua spesso inquinata o a scarichi buttati in mare.

Due priorità comuni sia a città interne sia a quelle costiere sono migliorare la connessione tra diverse aree verdi per abbassare la temperatura dell’aria e a terra, garantendo accesso a parchi e giardini a tutti, e creare dei buoni sistemi di scolo in modo da prevenire allagamenti dovuti a eccessiva acqua piovana o da acqua marina infiltrata nelle città. Ciò significa che gli insediamenti umani devono essere costruiti attorno ad aree verdi per tutti, non solo nel centro città, e, se in presenza di fonti acquifere naturali quali fiumi e torrenti, questi non devono essere reindirizzati o bloccati, ma invece usati come risorse d’acqua costruendoci attorno adeguati sistemi per la gestione delle acque piovane.

538631

Idee per una pianificazione urbana sostenibile sono l’uso di giardini verticali, orti condivisi, acquacoltura, e, se permesso, fattorie urbane. Fuori dalle città, gli ambienti caratterizzanti del territorio come foreste, prati, pianure, devono essere conservati, facendo attenzione a mantenere il delicato equilibrio tra vita animale e umana. Consentire la crescita di vegetazione all’interno della zona urbana e nella sua periferia è fondamentale: non solo evita la creazione di un microclima caldo e afoso, ma aiuta anche a combattere inquinamento, a risparmiare sull’energia diminuendo il bisogno di climatizzatori, crea un ambiente esteticamente piacevole, aiuta a ridurre lo stress offrendo aree in cui rilassarsi, e promuove attività sportive. Ciò si traduce anche in riduzione del livello di “diseguaglianza ambientale” ed esclusione sociale: questo tipo di pianificazione urbana richiede alti livelli di attenzione da parte dei governi locali e leggi specifiche, nonché partecipazione cittadina per capire bisogni e richieste degli abitanti. Le comunità più povere soffrono solitamente di negato accesso a servizi come cibo di qualità, aree verdi, e aria pulita; pianificando le città in un certo modo, si possono invece costruire tali infrastrutture in ogni quartiere.

Oltre all’efficienza energetica e alla presenza di verde, l’ambiente urbano sostenibile deve essere comodo per i cittadini. Si deve quindi garantire una buona rete di trasporto pubblico, corsie per bici e pedoni (l’importanza di una città di essere “camminabile” è spesso sottovalutata), stazioni di servizio anche per le automobili a energia elettrica, e sistemi efficienti per il riciclo di rifiuti. Naturalmente, come già detto, gli abitanti sono chiamati non solo a proporre ma anche ad offrire soluzioni. Un ottimo esempio è dato da L’Aia che tramite un sistema a punti offre la possibilità ai cittadini di aggiungere del verde alle proprie case tramite nuovi progetti o ristrutturazioni. Tutti sono quindi incentivati a fare qualcosa di piccolo, ma significativo.

L’urbanizzazione verde è una sfida per il presente che, se gestita bene, porterà all’innalzamento degli standard di vita nelle grandi città e fornirà un importante esempio per lo sviluppo di nuove megalopoli. Che si tratti di ristrutturare impianti preesistenti o di costruire nuove aree, ingegneri, architetti, designer, cittadini, e la società nel suo complesso riconoscono l’importanza di una vita urbana sostenibile.

Share the post

L'Autore

Nadia Dalla Gasperina

Categories

Ambiente e Sviluppo

Tag

urbanizaiton transizione green transition sostenibilità città infrastruttura