Quando la famiglia non è un luogo sicuro: perdere la responsabilità genitoriale

  RAISE
  Fabio Di Gioia
  04 January 2021
  3 minutes, 47 seconds

La famiglia è il punto di riferimento di ogni persona, il nucleo di persone che si ha sempre al proprio fianco e dal quale ci si rifugia nel momento del bisogno. Ma se così non fosse? Se la famiglia invece che essere il proprio nido, il posto in cui ci si rifugia contro le avversità della vita fosse un luogo di sofferenza?

Crescere in una famiglia serena dovrebbe essere un diritto di ogni bambino, ma non per tutti è così: i casi di violenze e abusi ai danni dei minori in Italia sono numerosi e questi spesso sfociano nell’allontanamento del/dei minori dalle famiglie per tutelarli.

Quando la condotta dei genitori è particolarmente grave e dannosa per la salute fisica e psicologica dei minori, i primi potrebbero perdere la potestà genitoriale o responsabilità genitoriale, questo avviene in particolare quando:

  • Si verificano casi di grave trascuratezza o abbandono dei figli;
  • Non vengono rispettati gli obblighi di mantenimento, istruzione ed educazione dei figli;
  • Non vengono prese in considerazione le capacità, inclinazioni naturali o aspirazioni dei figli;
  • Si verificano abusi di potere nel ruolo di genitore, come nel caso di abuso di mezzi correttivi (umiliazioni, violenze, punizioni eccessivamente severe..);
  • Si verificano violenze o abusi.

Se i motivi della decadenza della responsabilità genitoriale sono particolarmente gravi (come nel caso di abbandono, trascuratezza o maltrattamenti), i genitori dei minori potrebbero incorrere in misure ancor più significative, come l’allontanamento del genitore dal figlio.

La responsabilità genitoriale deve infatti essere funzionale all’interesse dei figli minori e, per tale motivo, può venire meno nel momento in cui questi ultimi vengono più danneggiati che tutelati.

L’allontanamento ha finalità preventive per evitare che si possano creare danni, soprattutto psicologici a lungo termine sui minori a rischio. Il giudice quindi, quando viene investito del compito di giudicare sulla richiesta di revoca della potestà genitoriale, deve valutare se la condotta del genitore sia effettivamente dannosa per il minore.

La decadenza della potestà genitoriale non è irrevocabile, bensì nel momento in cui cessano le ragioni della decadenza e non vi è più pericolo di pregiudizio per i figli, la potestà può essere reintegrata.

Nel 2018 i reati maggiormente denunciati sono gli atti sessuali con minorenni (31,5%), la violenza sessuale in danno a minori di 14 anni (28,0%), la pornografia minorile (17,4%), la corruzione di minorenne (10,2%), mentre quote più contenute riguardano la detenzione di materiale pedopornografico (7,3%) e lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione minorile (5,6%).

Le vittime di questi reati sono in prevalenza bambine e ragazze: nel 2018 sono state circa l’83% contro il 17,3% dei ragazzi maschi.

In aggiunta a questi dati è doveroso considerare che molti reati, soprattutto relativi alla sfera sessuale e familiare, non vengono denunciati per paura e vergogna.

Differentemente da ciò che comunemente si può pensare, le famiglie di provenienza dei bambini allontanati dalle cure genitoriali, non sono solo povere o con storie travagliate alle spalle, bensì anche famiglie composte da genitori con ottime carriere lavorative ed apparentemente persone socialmente impeccabili.

Secondo “l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia” stilato dalla Onlus Italiana Cesvi, nel settembre 2020, le regioni in Italia maggiormente a rischio per i bambini sono Campania, Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Lazio e Molise. Quelle invece ritenute più virtuose, e quindi sicure, sono Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta e Piemonte.

E’ doveroso, in un anno difficile come l’appena conclusosi 2020, fare un inciso su come le violenze e i maltrattamenti contro i minori siano modificati. Dall’inizio della pandemia da Covid-19 le esigenze dei più piccoli sono state talvolta messe in secondo piano, infatti, per quanto siano stati i meno colpiti a livello sanitario, sono anche stati i più indifesi e dimenticati. L’urgenza della malattia, le ansie, le paure e le difficoltà economiche che hanno dovuto affrontare gli adulti hanno messo in secondo piano le loro esigenze e li hanno privati di numerosi aspetti della loro vita, prima tra tutti una buona educazione.

In particolare, nelle famiglie che già precedentemente alla crisi sanitaria ed economica versavano in condizione critiche, la perdita della normale routine ha aumentato spesso la conflittualità, portando a manifestazioni di scompensi e forti disagi psico-emotivi che hanno richiesto interventi specifici, soprattutto a sostegno dei minori.

Ora pertanto, è più importante che mai tutelare la salute fisica e soprattutto psicologica dei bambini e delle generazioni future che dovranno convivere con le conseguenze del Covid-19 per anni.

Fonti liberamente consultabili:

A cura di Sofia Perinetti

Copyright © 2022 - Mondo Internazionale APS - Tutti i diritti riservati

Share the post

L'Autore

Fabio Di Gioia

Dottore in Scienze internazionali ed istituzioni europee, attualmente si sta specializzando nel corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. È stato Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Referente di Segreteria e co-ideatore del progetto TrattaMI Bene. È ora Caporedattore e autore per la sezione Diritti Umani.

Bachelors degree in International Sciences and European Institutions, currently majoring in International Relations. He has served as Chairman of the Board of Auditors, Secretariat Liaison, and co-creator of the TrattaMI Bene project. He is now Editor-in-Chief and author for the Human Rights section.

Categories

Tag