Il caso degli orfanotrofi in Bulgaria

  RAISE
  Fabio Di Gioia
  28 September 2020
  2 minutes, 40 seconds

Quando comunemente si pensa ai bambini negli orfanotrofi, che per vari motivi non vivono l'infanzia serenamente, si pensa a paesi lontani. Ma in realtà, anche in Europa, vi sono minori che vivono in queste condizioni.

Tra l'indifferenza della popolazione e dei media locali ed internazionali, in Bulgaria, la condizione dei bambini negli orfanotrofi è alquanto preoccupante.

Nel 2007 fu pubblicato un documentario intitolato "Bulgaria's Abandoned Children" firmato dalla BBC che documentò la realtà di uno specifico orfanotrofio , quello della cittadina di Mogilino, a nord della Bulgaria, dove risiedevano numerosi bambini e adolescenti con disabilità mentali e fisiche.

I video distribuiti dalla BBC mostravano delle immagini crude, nelle quali vi erano bambini e ragazzi abbandonati a loro stessi, in balia degli istinti più primordiali e privi di ogni aiuto. I minori in questione, mostravano di essere stati privati per tanti anni delle cure e delle assistenze di cui avrebbero necessitato, in particolare data la già complicata situazione in cui versavano, poiché affetti da malattie. Non potendosi lamentare, questi venivano lasciati per ore su vasini con i loro escrementi o nel caso di bambini molto piccoli, per intere giornate a letto, condannando questi ultimi ad avere fortissimi ritardi nella crescita e nello sviluppo, non essendo nemmeno in grado di camminare.

I bambini, pur avendo difficoltà fisiche e psichiche, sarebbero potuti migliorare con un sostegno continuativo e mirato da parte di esperti; tuttavia le privazioni anche di stimoli medici hanno concorso a peggiorare una condizione fortemente degradante.

Oltre alle condizioni in cui venivano tenuti i bambini, saltava particolarmente all'occhio come questi versassero in uno stato di grave malnutrizione, essendo possibile vedere ogni osso dei loro corpi indifesi. Altri ancora, oltre ad avere piaghe da decubito per la lunga permanenza nella medesima posizione, mostravano un avanzato stato di ipotermia alle estremità del corpo, poiché non adeguatamente vestiti e coperti per affrontare le temperature particolarmente rigide degli inverni bulgari.

L'orfanotrofio in questione fu chiuso poco tempo dopo la pubblicazione del reportage. Altri centri simili, grazie all'entrata della Bulgaria nell'Unione Europea nel 2007, hanno potuto accedere ai fondi europei, ottenendo 136,5 milioni di leva per il periodo 2015-2020 (circa 70 milioni di euro) e, dei circa 80 orfanotrofi presenti sul territorio nel 2010, ora ve ne sono 12 ed è prevista la chiusura di tutti gli istituti entro il 2025.

Grazie i fondi dell'Unione, lo Stato ha incentivato economicamente l'affido temporaneo, e di queste risorse spesso se ne sono avvalse le famiglie più povere. Ma, nonostante l'affido in queste famiglie dovrebbe essere solo passeggero, in attesa di essere adottati, i minori rischiano di restare in queste foster families per lunghi periodi, proprio perché sono visti come guadagno sicuro ogni mese e perciò, grazie alla connivenza degli assistenti sociali, questi affidi vengono prolungati il più possibile, ritardando i tempi di adozione.

Benché l'Unione Europea abbia incentivato il superamento della condizione in cui venivano tenuti i bambini in Bulgaria, la disoccupazione, la povertà e la malafede di molte persone non permette un reale miglioramento della vita di numerosissimi - oltre duemila - minori.

Fonti liberamente consultabili:

A cura di Sofia Perinetti

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L'Autore

Fabio Di Gioia

Dottore in Scienze internazionali ed istituzioni europee, attualmente si sta specializzando nel corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. È stato Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Referente di Segreteria e co-ideatore del progetto TrattaMI Bene. È ora Caporedattore e autore per la sezione Diritti Umani.

Bachelors degree in International Sciences and European Institutions, currently majoring in International Relations. He has served as Chairman of the Board of Auditors, Secretariat Liaison, and co-creator of the TrattaMI Bene project. He is now Editor-in-Chief and author for the Human Rights section.

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