Il bilinguismo in età evolutiva

  RAISE
  Rebecca Scaglia
  18 August 2021
  3 minutes, 41 seconds

Il bambino bilingue è colui che riceve un'esposizione costante a due o più lingue durante tutto il periodo di sviluppo delle sue competenze linguistiche e comunicative.

I bambini possono imparare due o più lingue entro un'ampia varietà di circostanze. Ci sono bambini esposti sin dalla nascita a più codici comunicativi, altri che vi vengono esposti successivamente: nel primo caso, cioè quando un bambino apprende contemporaneamente due lingue, utilizzandole con la stessa frequenza e con la stessa padronanza, si parla di bilinguismo simultaneo precoce. Nel secondo caso, invece, cioè quando un individuo che è cresciuto con una sola lingua madre comincia ad apprendere una seconda lingua, si parla invece di bilinguismo consecutivo. Un’altra variabile è costituita dall’ambiente all’interno del quale il bambino bilingue si interfaccia con i diversi codici comunicativi: ad esempio, alcuni bambini apprendono la seconda lingua in famiglia, altri all’asilo o a scuola.

Al contrario di quanto si pensi, il fenomeno del bilinguismo è largamente diffuso in Italia. Nella penisola, infatti, un bambino su cinque ha almeno un genitore straniero. A ciò si aggiunga che possono essere bilingue anche bambini che hanno entrambi i genitori italiani. L'importante, infatti, è che possano fare esperienza fin dai primi mesi di vita di un'esposizione intensiva in una lingua differente e sempre attraverso il contatto con una persona importante per loro: può trattarsi di una tata madrelingua oppure di un educatore madrelingua di un asilo nido bilingue.

Secondo alcuni studi il fenomeno del bilinguismo non sarebbe di per sé positivo o negativo: saranno numerosi fattori come l'ambiente di acquisizione, l'età e il tempo di esposizione alle diverse lingue a rendere il bilinguismo un vantaggio o uno svantaggio per il bambino. Altri studi, invece, hanno indagato il rapporto tra bilinguismo e ritardo nella comparsa di sintomi dell'invecchiamento cerebrale (demenza o Alzheimer). In particolare, una ricerca del 2016 - "Impact of Bilingualism on Cognitive Outcome After Stroke" - ha confermato che il bilinguismo ha contribuito a contenere effetti severi e gravi dell'ischemia: il 40,5% delle persone bilingui testate presentavano infatti funzioni cognitive normali, comparate al 19,6% dei monolingua.

Inoltre, è ormai un fatto noto che i bambini bilingue tendano a iniziare a parlare con un po’ di ritardo rispetto ai compagni monolingue. Si tratta di una eventualità che rientra del tutto nella norma. Di solito l'esordio del linguaggio avviene intorno ai due anni, ma può tardare di qualche mese o anche più. Sono regolari anche le c.d. interferenze”, ossia il fatto di usare in una lingua espressioni e costruzioni tipiche dell'altra. Non si tratta di confusione, fa parte del processo di apprendimento del bambino.

È scientificamente provato che i bambini possono imparare fino a sette lingue diverse prima della pubertà. L'importante è che ogni lingua provenga da fonti – preferibilmente persone - diverse e che queste fonti non cambino da un registro linguistico ad un altro.

Ciò premesso, è bene sottolineare che esistono diverse tecniche per crescere un bambino bilingue. Il metodo più conosciuto è sicuramente il c.d. one person, one language, il sistema sulla base del quale ogni individuo parla nella propria lingua madre al bambino. È necessario sceglie poi una lingua comune quando si deve parlare tutti insieme. Una volta deciso questo metodo, la priorità dei genitori deve essere quella di fornire un equilibrio anche quantitativo a tutte le lingue presenti in famiglia o, comunque, nella vita del bambino, onde evitare sbilanciamenti.

Un'altra tecnica può essere quella di insegnare ai propri figli una seconda lingua – molte famiglie scelgono l’inglese - in tenera età, anche qualora i genitori parlino un’unica lingua. Tuttavia, ciò è possibile solo se l'esposizione alla seconda lingua è quotidiana e prolungata per anni e, soprattutto, se l’apprendimento della seconda lingua ha luogo con una componente di piacere e affettività che gratifichi il bambino. A tal proposito, è consigliabile l’iscrizione del bambino ad asili nido bilingue. Gli esperti, d’altra parte, sconsigliano di insegnare una seconda lingua facendo leva esclusivamente sui cartoni animati, a meno che non siano accompagnati da un commento o da una condivisione.

Attenzione: parlare non è scrivere. Non è detto che, pur parlando due lingue, il bambino bilingue imparerà anche a scrivere in entrambe lingue. L'apprendimento del linguaggio, infatti, è innato, mentre per imparare a scrivere è necessario che qualcuno ce lo insegni.

Le fonti sono liberamente consultabili:

http://scuola24.ilsole24ore.com/art/scuola/2020-11-12/falsi-miti-bilinguismo-bambino-cresciuto-due-lingue-inizia-davvero-parlare-piu-tardi-165218.php?uuid=ADPAOx1&refresh_ce=1

https://www.corriere.it/sette/17_settembre_21/bambini-bilingue-9febe490-9c56-11e7-9e5e-7cf41a352984.shtml


A cura di Rebecca Scaglia

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