Quattro mesi dopo Brexit

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  Leonardo Cherici
  09 April 2021
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Sono passati ormai quattro mesi dalla fine del periodo di transizione che ha reso ufficiale l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Si tratta, senza alcun dubbio, di uno dei principali nodi economici e politici che Bruxelles si è trovata ad affrontare nell’ultimo decennio, non senza qualche difficoltà. Ci sono voluti più o meno quattro anni, dal famoso referendum di giugno 2016, per arrivare ad un accordo e, nonostante le infinite riunioni fra le due delegazioni, alcuni punti rimangono ancora da chiarire. Al di là dell’impatto politico che la Brexit può avere - di cui abbiamo già trattato su Mondo Internazionale Post - rimane un’incognita il futuro delle relazioni commerciali fra Bruxelles e Londra.

Fra le due sponde della Manica, infatti, c’è sempre stato un importante scambio commerciale e numerose analisi uscite nel corso di questi anni hanno sottolineato come la Brexit possa rappresentare un serio problema economico per il Regno Unito. Prima di analizzare i numeri di questi primi mesi del 2021, però, è utile fare una breve panoramica su che tipo di accordo vige adesso fra Bruxelles e Londra. Attualmente le due parti hanno firmato un Free Trade Agreement, ovvero un accordo di libero scambio che ha impedito sia l’introduzione di tariffe sui beni commerciati sia l’introduzione di quote sull’export. Con questo termine ci si riferisce all’impossibilità di esportare nell’Unione Europea quantità di un determinato prodotto oltre certi limiti. In aggiunta, entrambe le parti si sono impegnate a mantenere un certo level playing field, ovvero un comportamento corretto in ambiti che spaziano dalla sostenibilità ambientale al rispetto dei diritti dei lavoratori, dalla trasparenza fiscale agli aiuti di Stato. Soprattutto su questo ultimo aspetto si è concentrata l’attenzione di Bruxelles: alla base, infatti, c’era il timore che le aziende britanniche potessero godere di un regime più favorevole rispetto a quelle europee, falsando in questo modo la concorrenza.

A prima vista, quindi, può sembrare che nulla sia cambiato nelle relazioni commerciali fra Londra e l’Unione Europea, ma non è così. Fino a che il Regno Unito faceva parte del mercato unico, gli scambi avvenivano con un certo automatismo, che è venuto meno dalla fine del periodo di transizione post Brexit. Nella pratica, questo si traduce con maggiori controlli doganali e con un livello di burocrazia superiore per tutte le aziende che operano su entrambi i mercati, a partire dai documenti da compilare. Anche questo rappresenta un costo che impatterà negativamente sull’operato delle imprese.

L’altro punto critico riguarda la situazione al confine irlandese. Per evitare la riproposizione di un confine fisico fra le due Irlande, che avrebbe potuto compromettere il Good Friday Agreement, Londra e Bruxelles hanno deciso di spostare i controlli doganali fra l’Irlanda del Nord e l’Inghilterra. Su questo aspetto si è verificata la prima “crisi” fra le due parti. Il governo di Boris Johnson ha deciso unilateralmente di estendere il periodo di transizione ai beni che attraversano questo confine, suscitando la reazione di Bruxelles, che lo scorso 15 marzo ha notificato a Londra una procedura per la violazione dell’accordo internazionale. Il governo britannico ha un mese di tempo per presentare le proprie osservazioni. Successivamente, ci sarà un confronto fra le parti che potrebbe anche portare ad una multa nei confronti del Regno Unito.

Venendo invece alle statistiche, l’Office for National Statistics ha pubblicato i primi dati di gennaio 2021 riguardanti il commercio fra UK e UE. Facendo un confronto con dicembre 2020, le esportazioni britanniche sono calate del 40.7%, mentre le importazioni hanno registrato un -28.8%. La DG Trade della Commissione Europea, invece, ha effettuato un confronto fra gennaio 2020 e gennaio 2021. In questo caso, le esportazioni europee verso il Regno Unito sono calate del 27.4%, mentre le importazioni sono calate del 59.5%.

Questi numeri fanno preoccupare sia Londra sia Bruxelles. È importante ricordare che la pandemia da Covid-19 ha impattato negativamente su tutto il commercio mondiale e anche questi dati sono stati influenzati dall’emergenza sanitaria, che rende più complicate tutte le fasi di produzione e di scambio. Le statistiche del commercio UK-UE, però, sono nettamente peggiori rispetto ai rapporti che questi due mercati hanno con il resto del mondo. La Brexit rappresenta, quindi, un problema. Tuttavia, è ancora presto per avere un quadro chiaro su come si assesteranno le relazioni commerciali fra Londra e Bruxelles. Una volta passata l’emergenza sanitaria, sarà sicuramente più semplice riuscire ad analizzare i futuri report.

A cura di Leonardo Cherici

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The EU-UK Trade and Cooperation Agreement | European Commission (europa.eu)

Letter of formal notice to the United Kingdom (europa.eu)

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Latest Eurostat data on international trade (europa.eu)

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L'Autore

Leonardo Cherici

All’interno della famiglia di Mondo Internazionale APS ricopre la carica di Direttore di Redazione di Mondo Internazionale Post, quotidiano online dell'associazione. Oltre a questo, sta svolgendo un dottorato in economia politica presso l'Università Cattolica di Milano dove si occupa di diseguaglianza, preferenze politiche e modelli elettorali.

Within the Mondo Internazionale APS family, he holds the position of Editor-in-Chief of Mondo Internazionale Post, the online daily of the association. In addition to this role, he is pursuing a Ph.D. in Political Economy at the Università Cattolica di Milano, focusing on inequality, political preferences, and electoral models.

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Brexit Economia