Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: Missione Salute

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  Redazione
  12 May 2021
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Dopo diversi mesi passati a dibattere sulla proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il 30 aprile 2021 il PNRR è stato inviato alla Commissione Europea (Camera dei deputati, 2021). Il Piano è intitolato “Italia domani” e si articola in quattro parti: la prima descrive gli obiettivi generali e la struttura del piano stesso, la seconda riguarda le riforme e gli investimenti e contiene sei missioni su cui si concentra l’azione del PNRR, la terza parte ne esamina l'attuazione e il monitoraggio e l'ultima sezione svolge una valutazione dell’impatto macroeconomico del piano.

Le sei Missioni su cui intende concentrarsi il piano di riforme italiano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

Andiamo ad osservare come si configura l’ultima missione: salute. Diverse criticità sono emerse durante l’ultimo anno, caratterizzato dall’esplosione della pandemia da Covid-19. Tra queste, si può annoverare una forte disparità a livello territoriale nell’erogazione dei servizi, una scarsa integrazione tra servizi sociali, ospedalieri e territoriali, elevati tempi di attesa ed incapacità nel conseguire strategie di sicurezza davanti a rischi ambientali, climatici e sanitari. Prese in considerazione tutte queste criticità, s’intende rispondere attraverso un’azione di ammodernamento del sistema, garanzia di un equo accesso ai servizi sanitari su tutto il territorio nazionale e finanziamento della ricerca scientifica. L’obiettivo finale risulta essere il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), per rispondere al meglio alle necessità di cura dei cittadini. L’ammontare di risorse dedicate a questa missione è pari a 15,63 miliardi di euro.

La Missione si articola in due componenti. La prima è intitolata “Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” e ambisce a rafforzare le prestazioni erogate, tramite un potenziamento delle strutture territoriali e dell’assistenza domiciliare. L’investimento previsto per questa componente è pari a 7,0 miliardi di euro. La seconda tratta di “Innovazione, Ricerca e Digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale” e mira a valorizzare l’SSN in termini di risorse umane e tecnologiche, migliorare il settore della ricerca scientifica in ambito medico e, infine, individuare un centro di eccellenza per le pandemie. L’investimento per questo intervento è pari a 9,63 miliardi di euro.

La prima componente prevede una riforma che miri a definire gli standard organizzativi e tecnologici per le strutture e l’assistenza territoriale (entro il 31 ottobre 2021) e un nuovo assetto istituzionale per le politiche e le attività in materia sanitaria (entro la fine del 2022). La riforma è stata accompagnata da tre investimenti. Il primo mira all’attivazione di 1.288 Case della Comunità, entro il primo semestre del 2026, cosicché fungano da centro di riferimento per la gestione della cura di malati a livello territoriale. Il secondo investimento mira, invece, a potenziare l’erogazione di servizi di assistenza domiciliare, con l’obiettivo di raggiungere almeno il 10% della popolazione a livello regionale e, soprattutto, gli individui over 65 con patologie croniche o non autosufficienti. A potenziare i servizi domiciliari si prevede anche l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali (COT) che coordinino i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari. Il terzo investimento prevede lo sviluppo delle cure intermedie, ossia l’attivazione di Ospedali di Comunità: strutture sanitarie in grado di accogliere pazienti che necessitino di “interventi sanitari di media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata” (PNRR, 2021) con pochi posti letto a disposizione, gestiti quasi completamente a livello infermieristico.

La seconda componente della Missione comprende un’azione di riforma che mira a riorganizzare gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e aggiornare le politiche di ricerca del Ministero della Salute tramite una revisione dell’assetto regolamentare e giuridico. La riorganizzazione degli IRCCS vedrà una suddivisione delle competenze di tipo più competitivo e avrà come obiettivo la creazione di una rete fra Istituti, finalizzata a garantire un continuo scambio di competenze specialistiche tra gli IRCCS e con le strutture del SSN.

Assieme alla riforma, la seconda componente prevede, come primo obiettivo, di apportare un ammodernamento tecnologico e digitale al Sistema Sanitario Nazionale tramite l’acquisto di nuove apparecchiature, interventi per il potenziamento della sicurezza delle strutture ospedaliere e il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta ed elaborazione dei dati. Questo sarà possibile tramite l’integrazione dei documenti sanitari del paziente nel Fascicolo Sanitario Elettronico e il potenziamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS). Quest'ultimo si occupa di condurre analisi per il Ministero della Salute, in modo da monitorare i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e programmare servizi di assistenza sanitaria alla popolazione.

Il secondo obiettivo della Componente 2 è lavorare sulla Ricerca Scientifica e sul trasferimento tecnologico, mirando allo sviluppo di competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario. Questo prevede finanziamenti a: progetti di ricerca nel campo di malattie rare e oncologia; progetti Proof of Concept (PoC) che mirano a ridurre il divario tra settore della ricerca e dell’applicazione a scopi industriali; specializzazioni post-lauream per i laureati in medicina, borse di studio in medicina generale e l’attivazione di corsi per l’acquisizione di competenze, indirizzati ai direttori di enti del SSN.

Infine, reduci dall’anno pandemico, si è sentita la necessità di individuare un centro di eccellenza per le epidemie, specializzato in cura e contenimento di tali malattie.

Fonti consultate per il seguente articolo:


a cura di Valentina De Consoli 

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