Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: Missione Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica

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  Redazione
  18 May 2021
  6 minutes, 55 seconds

A cura di Lorena Radici e Tiziano Sini

Lo scorso 27 aprile il Parlamento italiano, attraverso un iter articolato dettato da tempistiche stringenti, ha approvato il PNRR (Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza), determinante nella programmazione degli investimenti e delle riforme che l’Italia sarà chiamata ad attuare per garantire un credibile e robusto percorso di ripresa.

L’analisi che seguirà cercherà di approfondire una delle 6 Missioni che compongono il Piano, la Missione 2: “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. Si tratta di un aspetto essenziale in chiave futura, come indicato dalla programmazione stessa del Next Generation Eu, secondo cui è prioritaria l’attuazione di un percorso di ripresa altamente sostenibile, in relazione anche agli impegni assunti a livello europeo (European Green Deal) ed internazionale (Sustainable Development Goals). Per la realizzazione degli obiettivi preposti sono stati stanziati circa 59,47 miliardi, a cui si sommano 1,31 miliardi di React-EU e 9,16 miliardi del Fondo complementare, per un totale di circa 69,94 miliardi.

La Missione si divide in 4 sotto-missioni:

  • Agricoltura sostenibile ed economia circolare
  • Transizione energetica e mobilità sostenibile
  • Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
  • Tutela del territorio e della risorsa idrica.


Sotto-missione 1: Economia circolare e l’Agricoltura sostenibile (budget: 5,27 miliardi).

Questa prima sotto-missione si compone di tre linee di intervento essenziali, che comprendono riforme ed investimenti mirati al miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, realizzabile attraverso la creazione di nuovi impianti e l’ammodernamento di quelli esistenti. Viene posta inoltre al centro del progetto l’importanza della produzione di materie prime secondarie, attraverso l’attuazione del paradigma dell’economia circolare.

Il secondo obiettivo mira invece allo sviluppo di una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la competitività del settore e soprattutto gli impatti di carattere climatico-ambientali. Infine, il terzo si focalizza sullo sviluppo di progetti integrati (circolarità, mobilità, rinnovabili), essenziali per ridurre l’inquinamento da C02, garantendo allo stesso tempo nuove opportunità occupazionali.

Analizzando nel dettaglio come si realizzeranno questi obiettivi, emergono due principali linee di azione. Per quanto riguarda l’agricoltura sostenibile, essenziale sarà colmare il gap infrastrutturale presente nel settore agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e della vivaistica. Il piano mira al raggiungimento di elevati livelli di sostenibilità e qualità, eliminando inquinamento e sprechi attraverso lo sviluppo ed il coordinamento della logistica. Inoltre, promuove lo sviluppo dei Parchi Agri-solari, finalizzati a ridurre i consumi energetici, incentivando l’istallazione di pannelli ad energia solare. Essenziale sarà inoltre garantire innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare, attraverso nuove tecnologie, come ad esempio un crescente supporto della digitalizzazione, in ottemperanza alla Farm-to-Form Strategy.

Per quanto riguarda l’Economia circolare, l’attenzione è invece focalizzata ad una più consona gestione dei rifiuti, realizzabile attraverso la costruzione e l’ammodernamento degli impianti per il riciclo e la produzione di materie prime secondarie, essenziale per eliminare il gap infrastrutturale che sussiste in particolare nel Centro e Sud Italia.

Infine, estremamente interessanti risultano essere i progetti legati alle cosiddette “Isole verdi”, che coinvolgeranno 19 piccole isole. Queste forniranno un laboratorio per lo sviluppo di “modelli 100% green” e auto-sufficienti; così come il progetto delle “Green Communities”, che dovrebbe garantire lo sviluppo e la riqualificazione di comunità locali e borghi.

Sotto-missione 2: Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (budget: 23,78 mld).

Questa sotto-missione si compone di cinque linee di intervento: l’incremento della quota di fonti energetiche rinnovabili (FER), il potenziamento e digitalizzazione delle infrastrutture di rete, la promozione della produzione, della distribuzione e degli usi finali dell’idrogeno, ed infine lo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile. Sarà altresì fondamentale sviluppare una leadership internazionale industriale e di ricerca nel merito delle principali filiere della transizione.

I progetti di investimento e le riforme comprendono non solo la produzione e distribuzione di rinnovabili, tra cui l'agro-voltaico e impianti innovativi offshore e onshore, ma anche lo sviluppo del biometano, ritenuto centrale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.

Essenziale sarà inoltre la valorizzazione della produzione, della distribuzione e degli usi finali dell’idrogeno, soprattutto nel settore industriale e dei trasporti. Il fine delle misure è di promuovere la produzione locale e l’uso di idrogeno nell’industria, soprattutto attraverso la costituzione di veri e propri hub, che dovranno prendere il nome di Hydrogen valleys. Sarà altresì necessario anche un crescente impegno nei settori hard-to-abate, caratterizzati da un alto livello di intensità energetica, che includono l’acciaio, il cemento, il vetro e l'industria chimica.

Per quanto riguarda i trasporti infine, l’obiettivo centrale è la costruzione di una rete ferroviaria legata all’idrogeno ed allo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, attraverso investimenti ed incentivi per garantire una maggiore diffusione del trasporto rapido di massa, essenziale per una riduzione degli spostamenti attraverso l’uso dei mezzi privati.

Sotto-missione 3: Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

Il piano evidenzia come l’efficienza degli edifici sia un elemento chiave per poter ridurre le emissioni italiane, in quanto gli edifici del nostro Paese rappresentano più di un terzo dei consumi energetici e la maggior parte di essi è stata realizzata prima dell’adozione di criteri stringenti per il risparmio energetico. Un altro obiettivo che si vuole raggiungere con la riqualificazione degli edifici è la riduzione del rischio sismico.

Il piano si prefigge innanzitutto di costruire nuovi edifici scolastici (in particolare nelle zone a elevato rischio sismico), in modo da creare strutture sostenibili che possano ridurre le emissioni, aumentare la sicurezza sismica e lo sviluppo di aree verdi, e influenzare positivamente sia l’insegnamento dei docenti che l’apprendimento da parte degli studenti.

L’altro settore su cui il piano si pone di intervenire riguarda gli edifici giudiziari. Più che sulla costruzione di nuovi edifici, il programma si focalizza sulla manutenzione dei beni esistenti, in modo da preservare il patrimonio storico italiano.

È previsto inoltre l’efficientamento energetico e sismico di residenze private. Per questo motivo, è stata estesa la misura del Superbonus 110% (che consiste in una detrazione del 110% sulle spese di efficientamento energetico sostenute) dal 2021 al 2023. Questo investimento permetterà non solo di apportare gli interventi a costo zero per il cittadino, ma anche di stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nel settore edile (fortemente colpito dalla pandemia).

Sotto-missione 4: Tutela del territorio e della risorsa idrica

Il territorio italiano è una delle risorse culturali ed economiche più importanti del Paese. Per questo motivo è fondamentale garantirne la sicurezza salvaguardando le aree verdi e la biodiversità, eliminando l’inquinamento idrico e del terreno e garantendo la disponibilità idrica. La quarta sotto-missione ha dunque l’obiettivo di mitigare gli inevitabili effetti del cambiamento climatico.

Per poter fare ciò, sono stati programmati innanzitutto degli investimenti che possano portare allo sviluppo di un sistema di monitoraggio, in modo da poter prevedere i rischi sul territorio. Con questo sistema si potrà anche contrastare lo smaltimento illecito di rifiuti, identificando gli accumuli.

Il piano d’azione va poi a intervenire sulle minacce dovute al dissesto idrogeologico, che sono sempre più presenti a causa delle frequenti calamità. È dunque previsto un programma di prevenzione, oltre ad interventi di ripristino di strutture danneggiate.

Anche la creazione e la tutela delle aree verdi è all’ordine del giorno. E per quanto riguarda i parchi nazionali e le aree marine protette, l’obiettivo è quello di monitorare queste aree e di introdurre un sistema digitale per i visitatori, per dare una spinta alla formazione, informazione e sensibilizzazione sui temi del turismo sostenibile.

Per quanto riguarda invece la gestione delle risorse idriche, il piano prevede la necessità di rendere più efficienti le infrastrutture a causa delle sempre più frequenti crisi idriche. L’Italia è infatti caratterizzata, specialmente nel Mezzogiorno, da una gestione frammentata e inefficiente di queste risorse.

La rete fognaria e depurazione italiana, inoltre, risulta spesso non in linea con le Direttive europee. Perciò si mira a rendere più efficace la depurazione delle acque scaricate nelle acque marine e interne, rinnovando gli impianti.

Sembrerebbe dunque che, dato l’inequivocabile cambiamento climatico in corso, la transizione ecologica sia tra i punti cruciali del Piano Nazionale. Una transizione ecologica radicale, infatti, è più necessaria che mai, soprattutto se si tengono in considerazione le caratteristiche del nostro Paese.

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