Molestie, ritorsioni e intimidazioni; solo alcuni degli ostacoli agli attori della società civile

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  Redazione
  14 April 2021
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Le Nazioni Unite hanno un ruolo importante, se non fondamentale, nella promozione della democrazia nel mondo. Oltre gli obiettivi e i propositi che l’organizzazione più importante al mondo si pone, a confermare tale impegno vi sono consistenti risorse economiche, politiche, militari ed infine umanitarie che vengono investite ogni anno per la risoluzione di conflitti e per la promozione della democrazia.

L’Alto Commissario per i Diritti Umani, ben conosciuto con la sigla OHCHR, pubblica periodicamente una guida pratica interamente dedicata alla società civile. Tale guida, partendo da quanto si può riconoscere come “società civile”, offre un quadro completo di quali siano le condizioni affinché si possa avere una società civile libera e indipendente. Questo richiede certamente che vengano garantiti diritti come la libertà di espressione e il diritto alla partecipazione agli affari pubblici, come tanti altri.

Non si può negare, però, che per ottenere uno spazio in cui la società civile possa godere dei pieni diritti umani, che essi siano sociali, politici, civili, culturali o economici, molte sono le difficoltà e gli ostacoli che si incontrano. Tra questi vi sono numerose molestie, ritorsioni e minacce mosse contro gli attori della società civile.

Gli attori della società civile (associazioni, organizzazioni non governative, attivisti per i diritti umani, ecc.), spesso si trovano a dover fronteggiare difficoltà che hanno il fine di ostacolare le loro attività. Questo succede perché il loro operato si può considerare critico e in opposizione, quasi in sfida, alle azioni e alle politiche delle istituzioni.

Quelle che qui consideriamo essere difficoltà sono delle vere e proprie azioni che limitano l’indipendenza e la libertà del soggetto, per non parlare di intimidazioni, molestie, punizioni e ritorsioni.

La guida pratica dell’OHCHR ci aiuta a comprendere meglio quali siano nello specifico questi ostacoli.

A creare difficoltà, prime fra tutto ci sono le leggi e le normative. Vi sono alcune misure regolamentari o leggi che si rendono occasioni di limitazione delle libertà, come quando vengono limitate le tipologie di attività consentite, o quando vengono applicate sanzioni penali per le attività non registrate, o ancora, restrizioni alle fonti di finanziamento che le associazioni vorrebbero ricevere. Ma non solo: spesso ci si trova a fronteggiare una legislazione che invece di garantire i principi di associazione, espressione e riunione pacifica, mette in atto disposizioni che nel concreto sono discriminatorie o dall’impatto negativo. Da non dimenticare anche le onerose procedure burocratiche che creano ulteriore scoraggio e disagio negli attori della società civile.

Gli attori non riescono ad intervenire in maniera efficace anche quando ad essere limitata non è la società civile bensì l’accesso all’informazione. La mancanza di elementi fondamentali, quali l’accesso alle informazioni, così come la partecipazione ai processi decisionali, crea così un circolo vizioso difficile da rompere. Gli attori della società civile lottano per una società democratica, ma non è facile ottenerla se le lotte stesse non sono possibili.

Oltre alle leggi, è possibile che quando la società civile si oppone alle posizioni del governo o alle politiche, si applichino delle cosiddette misure arbitrarie. La guida elaborata dall’OHCHR riporta: “è possibile che vengano applicate arbitrariamente disposizioni di legge poco chiare, mascherate da una parvenza di legalità e legittimità (per es. antiriciclaggio, anti-terrorismo, sicurezza nazionale, tutela della morale pubblica, diffamazione, tutela della sovranità nazionale)”.

Tali disposizioni arbitrarie possono vedersi applicate concretamente in diverse misure: controllo arbitrario sulla governance o sul management interno alla realtà trattata, chiusura forzata degli uffici, multe dai prezzi molto elevati, cancellazione o la minaccia di cancellazione dell’associazione, arresti, procedimenti penali, privazione della nazionalità, divieto a fare viaggi fuori dal proprio territorio, limitazione o divieto a tenere raduni e proteste.

Infine, a limitare e a colpire ancora più da vicino gli attori della società civile, vi sono le molestie, le ritorsioni e le intimidazioni. Si tratta di vere e proprie minacce o aggressioni nei confronti degli attori e delle loro famiglie. Tra gli esempi, l’OHCHR riporta i seguenti: “minacce telefoniche; sorveglianza; aggressioni di tipo fisico o sessuale; perdita del posto di lavoro o del reddito; campagne diffamatorie volte a etichettare gli attori della società civile come “nemici dello stato”, traditori” o al servizio di “interessi stranieri”; sparizioni; tortura, e omicidi”.

Ogni giorno, in ogni zona del mondo, c’è qualcuno che lotta contro numerosi ostacoli per denunciare problemi comuni. È giusto conoscere questi ostacoli e contrastarli.

A cura di Sofia Abourachid

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Le fonti consultate sono:

Guida pratica per la società civile. UNITED NATIONS HUMAN RIGHTS, OFFICE OF THE HIGH COMMISSIONER

https://www.ohchr.org/Documents/AboutUs/CivilSociety/CS_space_UNHRSystem_Guide_Italian.pdf

Il Ruolo delle Nazioni Unite a sostegno della democrazia. CeSPI Centro Studi di Politica Internazionale

https://www.parlamento.it/documenti/repository/affariinternazionali/osservatorio/note/Nota_15_CESPI_ONU.pdf

https://unsplash.com/photos/_2...

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