Mestruazioni, assorbenti e IVA nel mondo

  Articoli (Articles)
  Redazione
  26 June 2021
  4 minutes, 7 seconds

La tampon tax in Europa

L’Unione Europea dal 2007, attraverso delle normative, consente agli Stati membri di ridurre la cosiddetta tampon tax (tassa sugli assorbenti) al minimo previsto per i beni di prima necessità (ovvero fino al 5%, non il totale annullamento).

La maggior parte dei Paesi europei negli ultimi anni ha deciso di cogliere l'opportunità e di abbassare l’IVA su questi beni:

  • Spagna, Grecia e Austria l’hanno abbassata al 10%.

  • Francia l’ha ridotta al 5,5%.

  • Irlanda ha optato per lo 0%: è un caso eccezionale, poiché questa decisione è stata presa prima dell’entrata in vigore della direttiva europea sulla riduzione e l’esenzione dall’IVA sugli assorbenti, quindi l’Irlanda non è tenuta ad applicare l’aliquota minima del 5%.

  • Belgio dal 2018 è passato dal 21 al 6% .

  • Germania dal 2020 è passata dal 19 al 7%, grazie soprattutto a una richiesta dal basso e all’iniziativa lanciata dalla start up tedesca The Female Company”, che ha lanciato sul mercato “The tampon book” un libro di protesta contro la tassazione tedesca, con l’obiettivo di rompere i tabù e di assicurarsi che ogni donna abbia tamponi ovunque, in qualsiasi momento. Questo libro contiene alcune divertenti storie sulle mestruazioni, ma soprattutto al suo interno contiene anche 15 tamponi e viene venduto per 3,10 euro. Appena è uscito sono state vendute oltre 10.000 copie, registrando il sold out in un solo giorno. Un’iniziativa che sembra aver funzionato, dal momento che dal 2020 in Germania l’IVA sugli assorbenti è stata abbassata dal 19 al 7%. In Germania, però, esiste anche una tassazione del 7% su prodotti alimentari di prima necessità, su libri e giornali, su opere d’arte e oggetti da collezione, sui biglietti dei mezzi pubblici e su molti altri prodotti ancora.

  • Inghilterra, da sempre in primo piano in questa battaglia, già nel 2000 aveva abbassato al minimo l’aliquota (prevista dall’Ue) sugli assorbenti. Ora, con l’uscita definitiva dall’Ue, ha deciso di abolire definitivamente la “tampon tax”, prevedendo per il 2021 di togliere totalmente l’IVA sui prodotti igienici.

Tuttavia, in molti altri Paesi europei, tra cui l’Italia, l’aliquota supera ancora oggi il 20%:

  • Bulgaria al 20%

  • Lituania, Lettonia e Repubblica Ceca al 21%

  • Italia al 22%

  • Finlandia al 24%

  • Svezia, Croazia e Danimarca al 25%

  • Ungheria al 27%

Tampon tax nel mondo

Nel resto del mondo, solo una manciata di Paesi non impone tasse aggiuntive ai prodotti sanitari destinati alle donne, in particolare:

  • Canada, ha scelto di abolire totalmente la tassazione nel 2015.

  • La stessa cosa è accaduta nello stato di New York.

  • Australia, dal gennaio 2019, è passata da un’aliquota del 10% all’abolizione totale dell’imposta.

  • Negli USA, dove le imposizioni fiscali sui prodotti per le mestruazioni variano da Stato a Stato, negli anni recenti Connecticut, Florida, Illinois, Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Jersey, New York e Pennsylvania hanno abolito la tampon tax. Inoltre, a New York nel 2015 era stato approvato un provvedimento per ridurre ulteriormente le tasse su questi prodotti: tutte le scuole pubbliche della città hanno l’obbligo di mettere nei propri bagni dei prodotti sanitari (assorbenti, tamponi) gratis.

  • Kenya, nel 2004 è stato il primo Paese a diminuire la tassazione dei prodotti igienici femminili e dal 2011 ha attuato un progetto per distribuire gratuitamente assorbenti nelle scuole.

  • India, nel 2018 ha completamente abolito la tampon tax, decisione presa a seguito di proteste e manifestazioni.

  • Malaysia, Uganda, Tanzania, Nicaragua, e Trinidad e Tobago hanno eliminato completamente questa tassa.

In altri Paesi nel resto del mondo, invece, la tassa è ancora molto alta:

Islanda, Argentina, Bulgaria, Albania e Moldova hanno l’aliquota del 20% (o più alta) sugli assorbenti. Le donne in Bosnia, Turchia, Nuova Zelanda, Sud Africa e Cile, pagano tra il 15 e il 19% di IVA per comprare i prodotti sanitari necessari.

Su scala globale, esiste ancora la tampon tax e le donne (o chi ha bisogno di tamponi igienici) pagano ancora tasse molto alte su questi prodotti di prima necessità.

Un gruppo di espert* ha studiato le conseguenze dell'abolizione della tampon tax: i dati hanno rilevato che portare l’IVA allo 0% non avrebbe un grosso impatto sul miglioramento dell’accesso a questi prodotti da parte di donne con reddito molto basso o nullo, ma ancora più utile sarebbe fornire questi prodotti a gratis alle donne con questo tipo di reddito.

In conclusione, si potrebbe dire che l’abolizione della tampon tax sarebbe da auspicarsi in tutto il mondo, poiché assorbenti, tamponi e coppette mestruali non sono un bene di lusso, ma sono prodotti di prima necessità per le persone con le mestruazioni. Un’IVA così alta non permette a tutte le persone di potersi comprare gli assorbenti, portandole così a non poter assorbire il sangue che perdono durante il ciclo.

Per questo la tampon tax è da considerarsi una discriminazione di genere ed economica indiretta.

a cura di Irene Ghirotto 

Share the post

L'Autore

Redazione

Categories

Tag

Potrebbero interessarti