L’Earth Overshoot Day è il giorno in cui l’umanità finisce di consumare le risorse prodotte dal pianeta nell’arco di un anno. L’Overshoot Day di un singolo Paese invece, non è altro che la data in cui cadrebbe l’Overshoot Day globale se l’umanità consumasse al ritmo degli abitanti di quei singoli Paesi. Questa data si calcola confrontando l’impronta ecologica degli abitanti della nazione - vale a dire la quantità di superficie terrestre e acquatica biologicamente produttive che servirebbero a un individuo per produrre tutte le risorse che consuma e assorbire i rifiuti o le emissioni che produce - con la biocapacità globale - ovvero la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. Entrambe le voci si esprimono in ettari globali (gha) e ad occuparsi della raccolta e dell’analisi di questi dati è l’organizzazione internazionale no-profit che sviluppa strumenti per promuovere la sostenibilità ambientale, la Global Footprint Network. Non tutti i Paesi hanno un Oveshoot Day: ovviamente, il giorno del debito con il pianeta arriva soltanto per quei Paesi la cui impronta ecologica supera la biocapacità della Terra. Un Paese, per assicurare risorse biologiche ai suoi abitanti, deve averle sul territorio oppure deve possedere le risorse finanziare necessarie per acquistarle altrove. Le nazioni che non hanno nessuno di questi due criteri si trovato in ciò che viene definito “trappola della povertà ecologica”. Secondo il Global Footprint Network, nel 1980 la trappola della povertà ecologica riguardava 2,5 miliardi di persone, mentre nel 2017 in questa condizione si trovavano 5,4 miliardi di persone.
Nonostante il territorio italiano sia povero di risorse e materie prime, l’Italia è uno dei Paesi più ricchi al mondo in cui i consumi pro capite degli abitanti supera il livello di equilibrio rispetto alle risorse prodotte dalla Terra. Negli ultimi anni, a causa della pandemia, spostamenti e consumi si sono ridotti drasticamente, ma tutto ciò non sembra aver migliorato la situazione. Infatti, nonostante la contrazione dei consumi legata al Covid-19, secondo le stime dell’Overshoot Day 2021 quest’anno avremmo avuto bisogno di più di 5 “Italie”. Inoltre, nella classifica dei Paesi più “consumatori” al mondo - National Footprint and Biocapacity Accounts, 2022 - siamo secondi solo al Giappone e superiamo la Svizzera, che si trova invece al terzo posto, seguita da Cina e Gran Bretagna.
Dall’analisi dei dati del Global Footprint Network, sembrerebbe che quest’anno l’Overshoot Day per l’Italia cada il 15 maggio. A precederla sono stati il Qatar - 10 febbraio scorso - seguito dagli Stati Uniti d’America e gli Emirati Arabi il 13 e dal Lussemburgo il 14 dello stesso mese. Tuttavia, maggio 2022 pare essere il mese con il maggior numero di Paesi in Overshoot Day: si tratta di ben 28 nazioni. Per quanto riguarda l’Overshoot Day globale invece, quello del 2021 era stato il 29 luglio e bisognerà aspettare il 5 giugno, ovvero la Giornata mondiale dell’Ambiente, per scoprire quale sarà l’Earth Overshoot Day 2022.
Ma quando abbiamo realmente iniziato a indebitarci con la Terra?
Nel corso della storia l’uomo non ha mai prestato attenzione all’abuso che ha fatto delle risorse naturali nello svolgimento delle proprie attività quotidiane. Con l’arrivo della rivoluzione industriale alla fine del diciassettesimo secolo, lo sfruttamento delle risorse ebbe una forte accelerazione, ma l’impronta ecologica non aveva ancora superato la capacità biologica globale. È a partire dagli anni ’70 che ci troviamo in “ecological overshoot”, ovvero che affrontiamo un deficit di biocapacità. E di anno in anno i risultati non fanno altro che peggiorare: per farsi un’idea, nel 1975 l’Overshoot Day globale fu il 28 novembre, mentre lo scorso anno era il 29 luglio.
Purtroppo i consumi di alcuni Paesi superano di molto le risorse naturali che il nostro pianeta è in grado di fornirci e quindi nel 2021, nonostante la pandemia e la contrazione dei consumi e degli spostamenti, a livello globale l’umanità ha consumato come se avesse a disposizione 1.7 Terre.
Lorena Radici
Lorena Radici studia Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di Milano, curriculum: International Cooperation and Human Rights. Nel 2019 ha conseguito una laurea in Scienze della Mediazione Linguistica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici (SSML) di Varese, specializzandosi nel campo della traduzione e dell'interpretariato in inglese, spagnolo e cinese.
Durante il suo percorso di studi alla triennale ha avuto l'opportunità di svolgere dei tirocini di traduzione verso la lingua inglese con la redazione di VareseNews e con l'associazione culturale della località del Sacro Monte di Varese. Sempre alla SSML ha poi frequentato il corso di alta formazione in Mediazione Culturale.
La sua passione per le Relazioni Internazionali è rivolta soprattutto al settore dei diritti umani, dell'immigrazione e della sicurezza internazionale. In particolare, è interessata ai temi riguardanti la criminalità organizzata globale.
In Mondo Internazionale ricopre il ruolo di Autrice nelle aree tematiche "Organizzazioni Internazionali" e "Ambiente e Sviluppo" e il ruolo di Revisore di Bozze.
Lorena Radici studies International Relations at the University of Milan, curriculum: International Cooperation and Human Rights. In 2019 she got a degree in Sciences of Language Mediation at SSML in Varese, where she studied Translation and Interpretating in English, Spanish and Chinese.
During the degree course at SSML she had the opportunity to do an internship in translation with VareseNews and a cultural association of Sacro Monte. She also attended a course of Higher Education in Cultural Mediation.
For what regards International Relations, she is interested above all in human rights, immigration and international security. Particularly, she is interested in topics related to global criminal organizations.
Within Mondo Internazionale she is an Author for the thematic areas of "International Organizations" and "Environment and Development" and she also serves as Proofreader.